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È una rimonta leggendaria: l'Inter batte la Juventus ed è Campione d'Italia!

Il miracolo di Lucrezia Sasso chiude i giochi solo ai supplementari

È una rimonta leggendaria: l'Inter batte la Juventus ed è Campione d'Italia!

Sei minuti. Tanti? Pochi? Infiniti, sponda Inter. Un batter d'occhio, sponda Juventus. Il tempo è relativo, le lancette dell'orologio non sanno come essere obiettive. Sono i sei minuti che separano il gol di Lucrezia Sasso (quello del 2-1 definitivo) nel secondo tempo supplementare dal triplice fischio di Nicole Puntel di Tolmezzo: infinti, sponda Inter; davvero troppo pochi, sponda Juventus. Sono i sei minuti in cui si alza un profumo inconfondibile dalla tribuna nerazzurra. È l'eau de parfume "quarto Scudetto", inventata per l'occasione dalle migliori profumerie del milanese. Sei minuti che puzzano di rimpianti nelle metà campo bianconera. No, neanche all'olfatto piace essere obiettivo. E se quel tiro potente di Copelli fosse entrato? E se il gol di Santarella fosse bastato? L'esito sarebbe diverso, le proporzioni del tutto invertite, la storia riscritta. Ma no, non ci sono se e ma da interpellare. Rimane solo da chiedere a Giudici e a Sasso, a Robbioni, a Bressan. Andate da loro e chiedete così: «Cosa vuol dire essere Campionesse d'Italia?».

PER OGNI SPINTA

Chissà come le starà guardando, il tecnico Marelli, fresco fresco di matrimonio. Dal telefonino? Attaccato a Dazn? Interrompendo un aperitivo romantico (doveri da luna di miele) per non perdersi qualche sgasata di Corti o la potenza di Anna Cavallaro. Chissà che salto avrà fatto quando Martina Tosello rimbocca la coperte alla difesa nerazzurra e fa correre un brivido di terrore lungo la schiena della tribuna milanese. Ci sono due stelle sulla bandiera, quella inconfondibile che ha decorato tutto il capoluogo lombardo. In campo si lavora per eguagliare le imprese dei maschi della prima squadra. Lasciare tutta la gloria agli uomini? Neanche per idea, parola di Martina Romanelli. Al 28' raccoglie un cioccolatino di Robino (qualcuno ha detto visione di gioco?), dà il bacio della buonanotte a Messa e tira un missile terra aria verso la porta. Maliardi ci arriva, Marelli sussulta a distanza. 

È un'Inter con la garra, è un'Inter che il quarto scudetto se lo sogna da qualche mese, è un'Inter che il sogno lo vuole rendere realtà. Terra chiama Juventus: Juventus risponde. Sì, perché dove l'Inter dice "attacco", le bianconere dicono "non si passa", dove l'Inter dice "nella nostra area non vi vogliamo", le bianconere esclamano "noi non ci arrendiamo". Il risultato è la dimostrazione a quel principio della fisica secondo cui ad ogni spinta corrisponde una forza uguale e contraria: alla sete di gol di Ferraresi risponde - perfettamente bilanciata - una Tosello in stato di grazia, alle chiusure di Bertero risponde una Robbioni attenta a tutto, davanti alle sinfonie del centrocampo nerazzurro Piccardi e compagne alzano la mano e dicono la loro. L'esito? Nulla di più consequenziale: primo tempo sullo 0-0, ci saranno almeno altri 45 minuti per fare la storia. 

UNA FORZA UGUALE E CONTRARIA

Sembrava stregata, sembrava che la palla proprio non volesse entrare. Offesa per qualche calcione della difesa ad allontanare le galoppate perfette di Cotugno and Co? Forse, fatto sta che quel gioiello clamoroso di Piccardi - degna conclusione di un gioiellino altrettanto prezioso di Ferraresi - si stampa sulla traversa e non consente alle juventine di tirare un sospiro di sollievo. Ci mette lo zampino una clamorosa Robbioni, che sfiora il pallone e lo accompagna gentilmente lontano dalla sua porta. Marelli cade dalla sedia, mentre prega che Dazn non si perda nel buffering.

 

No no, niente scherzi. La sua Inter gli aveva promesso di restare viva proprio fino all fine. Era tra i voti di nozze: «giuro di puntare alla porta nella buona e nella cattiva sorte». Se queste sono le premesse, Romanelli ha la fede al dito: palla al piede non la ferma nessuno, mentre si inventa anche un assist da incorniciare per la subentrata Palmieri. L'impatto di testa è un trionfo di timing e coordinazione, ma la dea bendata sceglie di proteggere il secondo palo juventino e spinge il pallone un poco più a sinistra di quel che serviva per sbloccarla. Non la sblocca nemmeno Perfetti, quando a cinque dai supplementari decide che c'è poco da perdere e tenta un gol da calcio d'angolo. Altro rovesciamento di sedia nel pieno della luna di miele, ma Robbioni continua a non mollare un centimetro. 

FISICA

Le due squadre serrate in due cerchi perfetti (Giotto entered the chat), i sospiri delle titolari, le forze fresche delle subentrate. C'era puzza di supplementari, lo si diceva da giorni che questa doveva essere una partita da equilibrio perfetto (nelle chat dei giornalisti qualcuno si sorprende della propria competenza). Forza uguale e contraria, si diceva. Ma può la fisica arrivare a spiegare cosa vuol dire pareggiare i conti ad ogni singola occasione? No, la risposa non esiste sui manuali dell'università. Va chiesta a Rachele Giudici, va chiesta a De Luca e Marelli, quelli che le hanno insegnato a baciare il pallone con i piedi in pallonetti che sembrano dipinti da esporre al Louvre. Erano passati giusto trenta secondi dall'assist perfetto di Tosello e dalla capocciata magistrale di Santarella, erano passati trenta secondi dal vantaggio della Juve. Il sogno si allontana di un passo, l'Inter se lo rimette in tasca al 12' del primo tempo supplementare. Robino calcia da centrocampo ad innestare Giudici, e il verdetto è l'1-1 da cui l'Inter vuole ripartire. E come può la fisica spiegare l'emozione di quei sei minuti tra il miracolo di Sasso (e grazie tantissime alla traversa di Cavallaro) e i tre fischi finali? Non si può, non esiste, non c'è nemmeno nelle pieghe più recondite dell'universo. Un indizio c'era solo alle 20:11 dell'ultimo giorno di giungo 2024. È il momento in cui dal Recchioni di Fermo si alza un coro tutto nerazzurro, il più vecchio e il più bello di tutti: «Siamo noi, siamo noi, i Campioni dell'Italia siamo noi...». 

IL TABELLINO

Inter-Juventus 2-1
RETI (0-1, 2-1): 10' pts Santarella (J), 12' pts Giudici (I), 9' sts Sasso (I).
INTER (4-3-3): Robbioni 8.5, Corti 7.5 (14' st Cavallaro G. 8), Cavallaro A. 7.5 (31' st Casiraghi 7), Verrini 9, Bressan 8.5, Robino 10, Petrillo 7.5 (19' st Agosta 7.5), Giudici 10, Sasso 10, Cotugno 7.5 (19' st Palmeri 8), Romanelli 8.5 (13' sts Crippa sv). A disp. Santambrogio, Farroni, Dell'Orto, Beduschi. All. Marelli 10.
JUVENTUS (4-3-3): Mallardi 6.5, Bertero 7.5, Tosello 8.5, Messa 7.5, Bertora 8.5, Demarchi 7 (11' sts Giaquinto sv), Copelli 7.5, Piccardi 8, Ferraresi 7 (47' st Santarella 8.5), Iannaccone 8, Di Bello 7 (29' st Perfetti 6.5). A disp. Martinazzi, Ursillo, D'Ettorre, La Greca, Mariotti, Lauriola. All. Scarcella 8.
ARBITRO: Puntel di Tolmezzo 7.5.
ASSISTENTI: Cavallari di Ravenna e Pasquesi di Rovigo.
QUARTO UOMO: Gagliardi di San Benedetto.
AMMONITE: Cavallaro A. (I), Bressan (I), Sasso (I), Farroni (I), Tosello (J), Ferraresi (J).

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