Under 17 Femminile
02 Luglio 2024
Una storia che ne racchiude infininte altre, ma tre in particolare brillano nel cielo nerazzurro; quelle che hanno meritato un voto 10 in pagella nella finalissima Scudetto valsa all’Inter un posto nella storia. La prima, quella di Lucrezia Sasso: il Vampiro, l’Alien, il Predator, chiamatela come volete. Una che quando è nata non è stata avvolta in fasce come tutti i bambini, ma in una rete da calcio. Re Mida tramutava qualsiasi cosa in oro al suo tocco, lei lo tramuta in gol.
Quante volte si sarà sognata quel pallone “regalatole” dal Milan, un anno fa a Senigallia, e che lei non era riuscita a sfruttare come al solito? Ora quello è soltanto un dolce ricordo, qualcosa per cui sorridere, perché dodici mesi dopo c’è la sua firma sul tricolore Allieve 2024. Una rete di puro istinto, su quel pallone che Giada Cavallaro stampa sulla traversa e che torna verso il centro dell’area. Mallardi è reattiva, “Stone” lo è di più, e quella corsa sotto la tribuna non verrà mai dimenticata.
La terza storia è quella che è racchiusa nell’abbraccio a fine partita tra Giulia Robino e Marta Iannaccone. Emozione allo stato puro. Ex compagne che due anni fa avevano alzato insieme un altro Scudetto, rivali oggi in una battaglia senza fine. Robino era il faro della Juve e ora lo è dell’Inter dopo il trasferimento invernale. Una finale contro le sue ex compagne, contro la sua ex squadra, ciò che aveva sognato quando per lei è iniziata una nuova vita a Milano. Tantissimi i palloni lavorati, gestiti, giocati. Uno solo quello che non dimenticherà mai. La Juve ha appena segnato, l’Inter è al tappeto, Robino riceve sul calcio d’inizio, alza la testa e illumina per Giudici che va a segnare riaccendendo la tempesta.
Tre storie da copertina che non devono però nascondere il romanzo di una stagione intera, e i meriti di tutto il gruppo. Marelli dovrà farsi un tatuaggio con due date: sabato il matrimonio, domenica uno scudetto che trova un posto d’onore nella bacheca nerazzurra.
Matilde Robbioni 8.5 Un rilancio troppo corto la sblocca. Da lì fa vedere soltanto grandi cose. Su Ferraresi, su Copelli, su Iannaccone. Ma più di tutto conta quel pallone di Piccardi deviato con le dita sulla traversa. Centimetri che cambiano la storia, la storia di una gigantessa portiere.
Lucrezia Corti 7.5 Lei che decise il derby in campionato, lei che non era potuta esserci nella finale a Senigallia. Imbraccia scudo e spada e affronta Copelli. Non è dominante come al solito stavolta, ma quanto è affidabile. 14’ st Cavallaro G. 8 Quella traversa non è un gol ma vale altrettanto.
Anna Cavallaro 7.5 Più guardinga di Corti, ha un compito da mal di testa nel provare ad acchiappare quel gatto di Di Bello. Quando le prende le misure arriva Copelli di là, e ci vuole altro ibuprofene. Tanti duelli, molti vinti, qualcuno perso, ma sempre con grande carattere.
Sofia Verrini 9 Tolti i bonus dei gol e della letteratura calcistica, Sofia è probabilmente la migliore in campo nella partita che la eleva e la consacra nell’olimpo del calcio femminile giovanile. Semplicemente perfetta: guarda negli occhi Bertora dall’altra parte del campo e le lancia una sfida.
Martina Bressan 8.5 Contro la Roma aveva sfoderato una partita da “Attack on Titan”, contro la Juve riesce insieme a Verrini nell’impresa di arginare una belva d'attaccante come Ferraresi. Il gol al suo Verona rimarrà indimenticabile nella sua testa, ma questo scudetto conquistato ancora di più.
Giulia Robino 10 Era la sua partita più di ogni altra. Lei l’ha giocata in crescendo, provando sempre a prendere per mano la squadra come solo Robino sa fare. Cercata da ogni compagna da, ogni zona del campo, alla fine è stata lei a trovare Giudici a occhi chiusi. Magia del calcio.
Viola Petrillo 7.5 Nel primo tempo in affanno dell’Inter lei è una di quelle che riesce ad arrivare almeno al tiro. Bertero fa rima con cerbero e le toglie il grosso dell’ossigeno, ma Viola trova sempre il modo per rendersi utile. 19’ st Agosta 7.5 Vitamina pura. Impulso clamoroso.
Rachele Giudici 10 Centouno minuti dannatamente difficili, uno solo per ribaltare tutto il mondo. È la ragazza delle finali, è una giocatrice che ha metà cuore di fuoco e l’altra metà di ghiaccio. 19’ st Palmeri 8 Grande impatto. Un errore sul regalo di Mallardi, ma tantissima energia.
Lucrezia Sasso 10 Poteva risolverla probabilmente solo lei, e doveva farlo alla sua maniera. Sono anni che Lucrezia Sasso sta facendo cose fenomenali. Stavolta ne ha fatta una che non si potrà più dimenticare. E quando si trova la Juve davanti, dentro di lei scatta qualcosa.
Brenda Cotugno 7.5 Chi può raccontare di essere diventato Campione d’Italia con la fascia da capitano al braccio? Brenda può farlo. Col suo lavoro infaticabile, che copre le spalle a tutta la squadra. 31’ st Casiraghi 7 Emma risponde presente nel momento più difficile della partita.
Martina Romanelli 8.5 Non segna ma è quella che tiene sempre in alto la torcia per indicare la via alla squadra. Prima a rendersi pericolosa, ultima a mollare anche quando sembra impossibile bucare la Juve. È venuta a Milano con il sogno del calcio. Ora quel sogno è un po’ più vicino.
All. Alessio Marelli 10 Assente (giustificato) dopo il matrimonio di sabato, viene sostituito da De Luca, ma il volto su questo scudetto è il suo. Raramente si è vista una squadra solida, bilanciata, completa e anche spettacolare come la sua Inter. Una gruppo capace di asfaltare la Roma 5-0. La società gli ha dato fiducia la scorsa estate, lui non poteva ripagarla in una maniera migliore di così.