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Torneo delle Regioni • Femminile

È la più vincente di tutte! Conquista il terzo Scudetto ed entra nella Storia

Serena Porro completa il Treble con una doppietta mozzafiato nella finale di Santa Teresa di Riva

LOMBARDIA FEMMINILE SERENA PORRO

TORNEO DELLE REGIONI LOMBARDIA FEMMINILE - Serena Porro

Questo articolo potrebbe finire qui. Come fai a descrivere qualcosa del genere? Prima della finale sarebbe stato un articolo normale - emozionante - ma normale. Ma ora. Doppietta, nella sua ultima finale al Torneo Delle Regioni - il primo in rovesciata e l'altro nel secondo tempo supplementare - finale che consegna il Treble e con la fascia di capitano al braccio. Che non rimane mai attaccata, va detto. E c’è da dire che la sera prima c’erano idee un po’ diverse. Domani ce ne fanno due. Ok, ma in sintesi? Ne hanno fatti due - il Veneto - ma la Lombardia ne ha fatti tre, e all’8’ del secondo tempo supplementare il gol decisivo l’ha fatto proprio lei, la più attesa, la più rappresentativa: Serena Porro.

FUORILEGGE

Ci eravamo lasciati nel TDR 2024 con un coro che aveva fatto da tormentone per tutta quella magica settimana: SE-RE-NA PORRO, LALALALALALA SERENA PORRO. Un torneo che aveva visto Serena come una delle icone di una squadra forte, anzi fortissima, in grado di vincere tutte le partite quasi senza pensieri. Cinque gol per Serena e un trionfo - il secondo - che fa il paio con quello del 2023. Se già ripetersi è difficile, triplicare è roba da mission impossible, a meno che non ti chiami Serena Porro e giochi nella Lombardia. Per il 2025 la squadra è rivoluzionata con le sole Serena, Crystal Balistreri, Nicole Gola e Giorgia Vacchi a generare continuità. Le premesse, però, sono le stesse da tre anni a questa parte: si vola in Sicilia per vincere. Il gruppo quasi tutto nuovo, la difficoltà nel ripetersi per la terza volta e le solite incognite che circondano quelli considerati i più forti. Una sola certezza: la fascia di capitano passa sul braccio di Serena, chiamata per l'ultimo anno e considerata come l'aggregante del nuovo gruppo. L'inizio è ovviamente da manuale con tre partite, tre vittorie e ben diciassette gol fatti. E Serena? Non si è certo lasciata superare dalle nuove leve e ha chiuso il primo tornante con tre gol in tre partite, miglior marcatrice tra le fila lombarde. Poi il tasso di difficoltà aumenta, è inevitabile. Contro il Lazio forse il momento più difficile. Per la prima la Lombardia va sotto e sembra che il momento d'oro delle ragazze di Cattaneo potesse essere al capolinea, con conseguenti titoli di coda per l'avventura di Serena. E invece no, c'è ancora tempo per sognare e cose da raccontare. Porro non segna, ma confeziona un assist assurdo che Baruffaldi trasforma nel 4-1 - sì, 4-1 - con cui la squadra di Cattaneo chiude il primo tempo, sì, il primo tempo. Contro la Toscana, invece, è tutta un'altra storia. Porro e compagne tessono un 4-0 di controllo assoluto, con il secondo tempo che le vede in gestione come se potessero difendere il vantaggio anche da bendate. Con la Toscana, poi, Serena ci mette del suo: un gol in apertura per sbloccare la partita e uno a fine primo tempo per mettere la semifinale più che nel mirino. 

ROCKSTAR

Le finali non si giocano, si vincono. Certo che arrivarci in forma aiuta e non poco, e Serena non può dire di essere al 100%. Un problema alla gamba destra non fa dormire sonni tranquilli, e la sera prima della finale contro il Veneto una frase ironica nasconde anche un po' di sano timore: Domani ce ne fanno due. Ma a differenza di come ci si potesse aspettare, sembra essere tornata la Lombardia di sempre, con le ragazze di Cattaneo che vanno in vantaggio di addirittura due gol, ma il secondo centro è un quadro da appendere in via Pitteri: Carrer - autrice del primo gol - pennella un cross perfetto da corner e Serena in rovesciata la appoggia sul secondo palo, rendendo il vantaggio un'ipoteca sullo Scudetto. Poi succede qualcosa. Il Veneto torna in partita grazie a una straordinaria De Muri e la Lombardia sembra piano piano abbandonare il campo, con le energie mentali e fisiche che iniziavano a scarseggiare. Ci sono due strade a questo punto: il Veneto sfrutta il calo lombardo e le punisce oppure... oppure niente. Quella strada sembrava la più accreditata, ma vi ricordate l'inizio? Una storia come questa trascende anche l'impossibile e quindi ecco che l'ultimo atto di questa finale ha ancora il tempo per un altro colpo di scena. Punizione dalla destra di Zorzetto, palla che viene allontanata troppo piano e in mezzo all'area si avventa la più attesa di tutte che colpisce senza pensarci due volte e fa esplodere la gioia delle compagne, in un turbinio di emozioni forse mai provato. Il triplice fischio, poi, conferma tutto, dice che è tutto vero: la Lombardia vince il terzo Scudetto di fila e, soprattutto, consegna alla storia di questa competizione Serena Porro come una delle giocatrici più iconiche.

Serena posa con la coppa e fa il tre con la mano; il Treble è raggiunto

A QUEI RICORDI LÀ

Triplice fischio, ma più che triplice fischio è il drin di una sveglia, quella che desta da un triennio magico Serena e la fa ritornare sulla terra in mezzo ai mortali. Ricordi che rimarranno indelebili, però, per tutta la vita, ricordi capaci di far tornare alla memoria un cammino fuori dal normale. «Non poteva esserci chiusura migliore, è stato tutto perfetto, dall’inizio alla fine». Anche l'ultimo gruppo è stato all'altezza degli altri due, tutti vissuti da protagonista: «Sia dentro che fuori dal campo siamo un bel gruppo, abbiamo legato subito fin dalla prima partita. Ci sono diversi piccoli agglomerati che vengono dalla stessa squadra, non so come si sia evitata la creazione di gruppetti. Le nuove si sono integrate bene, quindi poi tutte di conseguenza non hanno trovato problemi nel formare un unico gruppo coeso». Con l'ultimo triplice fischio finisce la storia d'amore tra il Torneo delle Regioni e Serena Porro, - galeotto fu quel torneo e chi la scelse - che la vede salutare con addirittura tredici gol in quindici partite, tutto questo da centrocampista: «Ci ho già pensato a cosa farò senza TDR, ma non mi sono ancora data una risposta, non lo voglio sapere». Tornata sulla terra, però, per la marziana Serena c'è già un'altra missione da compiere, stavolta con il suo club: «Con l’Accademia Milano Calcio sarà per un altro anno Eccellenza, ma speriamo la prossima stagione di salire. Dobbiamo spaccare tutto». In questo spaccato di vita, anche le emozioni tra le due vite di Porro - la Rapp e il club - sono cose che non si possono spiegare facilmente: «Tra Rapp e club sono emozioni diverse: il TDR dura una settimana, ma sono sette giorni infiniti, pieni di fatica perché giochi tutti i giorni. Però è anche un vanto: hai la possibilità di essere una delle poche a rappresentare la regione ed è stupendo, non ti dico che è a pari di giocare con il proprio club, ma è un’emozione diversa e bellissima allo stesso modo». Forse questo articolo potrebbe non avere mai una fine, d'altronde come potresti raccontare una storia del genere in poche righe, come fare a restituire tutto il pathos di tali gesta a chi non le ha vissute? Non si può. Ma già solo aver abbozzato un racconto delle ultime ore in Rapp di Serena basta a restituire la grandezza del personaggio, e forse dilungarsi ulteriormente servirebbe solo a non mettere una parola fine a una storia emozionante. Allora no, forse stavolta serve tagliare per davvero, e solo un grazie può servire a salutare una delle più grandi calciatrici ad aver vestito la maglia della Lombardia. Grazie Serena.

L'istantanea che chiude la storia d'amore tra il TDR e Serena Porro

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