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Torneo delle Regioni • Femminile

Il giorno più bello della vita! A 17 anni gioca una finale divina e vince uno Scudetto iconico

Sara Frecchiami fa la storia nella storia: è la più giovane della Lombardia campione per la terza volta di fila

Rappresentativa Femminile Frecchiami

TORNEO DELLE REGIONI FEMMINILE LOMBARDIA • Sara Frecchiami

A 17 anni è tutto un turbine. Scuola, studio, amici, vita privata, vita sociale, famiglia, passioni, paure e pensieri: sì, un casino in pratica, soprattutto perché devi ancora imparare a mettere tutto in ordine. A 17 anni ci sono un'infinità di esperienze da fare e di sogni da realizzare, alcuni a volte impensabili. Sì, perché a 17 anni non è normale giocare da titolare una finale Scudetto lunga 2 ore, vincerla e fare la storia d'Italia. Sara Frecchiami, però, quel turbine lo è in campo, lì dove corre sulla fascia sinistra come un tornado, lì dove i sogni sfrecciano a una velocità non comune, lì dove ci vorrà un po' di tempo per rimettere ogni cosa al suo posto e razionalizzare quanto successo. A 17 anni Sara è campione d'Italia, e lo è da assoluta protagonista.

UNICA

Sotto tanti punti di vista, a partire da quelli oggettivi. L'unica tra le 20 convocate di Cattaneo a giocare in Promozione, a differenza delle colleghe impegnate in Eccellenza o Serie C, e unica per una questione anagrafica: è la più giovane di tutta la spedizione lombarda. Classe 2007, come le compagne Anna Belotti e Giada Moschetto, ma con una carta d'identità che recita 19 settembre vicino alla data di nascita, Sara è anche l'unica delle tre a giocare da titolare l'esordio al Torneo delle Regioni, la competizione più importante per chi gioca nei dilettanti.

Il primo passo di un cammino da sogno, iniziato facendo subito vedere le sue qualità: solidità difensiva, carisma battagliero e una matta voglia di spingere sulla fascia sinistra. Il risultato? Anticipo secco con un super scatto a centrocampo, palla affidata là davanti e azione dell'1-0 con le Marche avviata per il primo gol dell'avventura biancoverde. Un impatto importante, che fa capire il perché di quella maglia subito conquistata. Un numero 10 insolito per un terzino (colpa o merito dell'ordine alfabetico), rimasto nel cassetto nella seconda giornata con la Basilicata e indossato nuovamente nell'ultima sfida dei gironi con i padroni di casa della Sicilia. In totale fanno due presenze su tre per Frecchiami, tre vittorie su tre per la Lombardia, 17 gol fatti e nessuno subito.

Il classico inizio devastante per la squadra più titolata di sempre e bi-campionessa in carica, in grado di sbaragliare qualsiasi ostacolo le si pari lungo il cammino, soprattutto sull'out di sinistra. La zona di competenza di Frecchiami, che il quarto di finale con il Lazio non solo lo gioca dal primo minuto, ma lo decide: altra discesa fulminante sul filtrante visionario di Porro, avversario sverniciato e mancino rasoterra per Zorzetto, che ribalta la partita. È l'assist che dà il via alla manita della Lombardia, una vera e propria tempesta inarrestabile anche sotto il diluvio con la Toscana, sconfitta 4-0 in una semifinale giocata ancora una volta da titolare da Sara, lei che il meglio lo tiene per la fine.

È venerdì 18 aprile 2025, è la finale Scudetto con il Veneto, è una data che la classe 2007 non scorderà mai. Già, perché su quella fascia sinistra a difendere gli ultimi due titoli vinti di fila dalla squadra di Cattaneo c'è ancora la numero 10, di nuovo unica. La più giovane in campo, da titolare e fino al 10' del secondo tempo supplementare (quando entra la 2008 Carraro tra le fila avversarie) della partita, una di quelle infinite, una di quelle indimenticabili, l'ennesima giocata come solo lei sa fare. Senza paura di rompere la linea per sfrecciare a sinistra, senza paura di affrontare un'attaccante come Matilde De Muri, classe 2006 astro nascente del Veneto e, difatti, autrice della doppietta che spaventa la Lombardia.

Due reti su cui Sara ha poco da recriminarsi, se non quel dribbling subito sul cross del 2-2, diventato tale però per pura sfortuna. Una sbavatura da cui imparare vista la giovanissima età, una di quelle che potrebbe far tremare le gambe e condizionare il resto della partita, ma non nel suo caso. Il difensore del Villa Valle, anzi, diventa fondamentale in un secondo tempo di pressione veneta tra contrasti, anticipi, palloni recuperati e una scivolata spaventosa, quella con cui interviene alle spalle proprio di De Muri e le toglie la sfera all'ingresso dell'area piccola sulla linea di fondo.

L'apice di una prestazione difensiva a cui aggiunge un'altra spaccata fondamentale in area di rigore a cinque minuti dalla fine, e che corona nei tempi supplementari battagliando e correndo a più non posso fino al triplice fischio. Quello che pone fine a due ore lunghissime, ma bellissime: il gol di capitan Porro al 113' vuol dire 3-2, terzo Scudetto consecutivo e impresa ripetuta 20 anni dopo, quando Sara non era ancora nata.

EMOZIONI

Altro che uniche, tante, tantissime per Frecchiami, che ripercorre così il suo Torneo delle Regioni e la finale Tricolore: «Non me l'aspettavo, lo giuro. Non mi aspettavo prima di tutto di essere convocata, poi di giocare così tanto, quindi sono strafelice. Avevo un po' di ansietta prima della finale, però ho pensato che dovevamo spaccare tutto perché siamo arrivate fino a qua e che dovevo dare tutto quello che potevo negli ultimi 90 minuti, anche se poi sono diventati di più». Praticamente 120 tra recuperi e supplementari, tutti giocati dando l'anima per la Lombardia e scrollandosi definitivamente di dosso le paranoie di inizio viaggio: «All'esordio non sapevo proprio cosa aspettarmi. Ero l'unica a giocare in Promozione e la più piccola, le altre erano tutte più grandi e più forti, quindi avevo l'ansia, però poi è andata bene».

Sara insieme a Giada Moschetto, altra sorprendente classe 2007 della Lombardia

Anzi, benissimo, merito anche di un gruppo unito sin dal principio: «Mi sono trovata da Dio sin da subito. Avevo un po' qualche dubbio perché essendo Under 23 la squadra alcune compagne sarebbero state molto più grandi di me, invece mi sono trovata bene veramente con tutte». Con una, però, un po' di più: «Sere, il capitano (Serena Porro). È stata in stanza con me in entrambi gli hotel, insieme a Giada (Moschetto), e mi ha aiutata molto».

Un'altra persona speciale, invece, è quella che ha seguito ogni partita di Sara da casa, ovvero la sorella Alessia, anche lei calciatrice e campionessa con la Rapp, per ben due volte di fila. Le ultime prima dello Scudetto vinto dalla classe 2007, che conquista il terzo titolo consecutivo per la Lombardia e per la dinastia Frecchiami, confermando che il talento è di casa, e dando ragione alla sorella maggiore: «Mi ha sempre detto che il Torneo delle Regioni è l'esperienza più bella che potessi fare e devo dire che ha avuto ragione. È stato strabello».

Le sorelle Frecchiami con le tre medaglie vinte: una Sara, due Alessia

Anche perché i 1400 chilometri di distanza non si sono mai sentiti: «Mi ha scritto ogni pre e post-partita, a momenti pure durante. A volte aveva più ansia di me, però mi ha sempre supportato al 100%. A volte ci paragonano tra noi due, cosa che a me non fa troppo piacere, e penso neanche a lei, ma alla fine è bello avere la stessa passione, secondo me è una cosa in più. Spesso quando torniamo a casa dal campo ci vediamo, ci troviamo e ci mettiamo a parlare assieme delle partite. Giocare insieme? Sì dai ci starebbe, vedremo in futuro». Il presente, intanto, lascia a Sara un turbine di emozioni stupende: «È il giorno più bello della mia vita». E non potrebbe essere altrimenti: a 17 anni gioca una super finale Scudetto ed è Campione d'Italia.

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