Primavera 1 Femminile
27 Aprile 2025
Carolina Bertora
La Juve rispetta il suo ruolo da favorita e accede all'ultimo atto: ma il rischio di uscire sconfitta, proprio nel momento clou, è stato alto. Sì, perché il Sassuolo, con coraggio e leggerezza, ha voluto giocarsi il tutto per tutto contro le torinesi: a negare alle emiliane la finale è stata solo un super Mustafic, fondamentale su Andersone, e una gigantesca Bertora, che nei minuti finali ha saputo chiudere ogni tentativo delle avversarie. Il cuore neroverde non è bastato a vincere, ma la consapevolezza di aver messo in difficoltà la corazzata della Primavera Femminile, per la seconda volta in stagione, rimane. Al triplice fischio, però, la gioia bianconera è esplosa: la Juve torna in finale.
Un preludio, un'anticipazione di quello che sarà lo spettacolo era arrivata dall'ultima giornata di campionato. Ma ora è tutto diverso, ora in palio c'è molto di più. Dopo appena due settimane da quel 1-4 con cui si è chiusa la regular season, Sassuolo e Juventus si ritrovano: lasciata l'Emilia Romagna, terra di conquiste delle bianconere, le due squadre sono arrivate al Viola Park. Ma, insieme al luogo, son cambiate le motivazioni: è chiaro, di fronte c'è una corazzata, quella delle torinesi, ma il Sassuolo ci vuole provare, spinto dalla forza di riprendersi dopo un periodo negativo, e spinto dalla voglia di replicare gli ottimi risultati ottenuti contro le prime della classe.
Ma le speranze delle sassuolesi rischiano di spegnersi dopo un paio di minuti dall'inizio del match: Zamboni scappa alle spalle di Hoxhaj, ma non riesce a inquadrare la porta di Di Nallo. La Juve, però, si è già presa il controllo della sfera e vuole a tutti i costi riprendersi un titolo per cui, l'anno scorso, non è nemmeno riuscita ad accedere alle final four: è ciò che ha già annunciato la diez, è ciò che ripete Copelli al decimo, quando il suo destro si alza poco sopra la traversa. E così, la capolista del girone, nonostante la timida reazione del Sassuolo, rimane lì, a pochi, pochissimi metri dalla porta neroverde, seppur, almeno nel primo terzo di tempo, il duo difensivo Lecaille - Hoxhaj riesca a tener lontane le attaccanti di Bruzzano. E così, nonostante le sgroppate sulle fasce di Flis, la partita non sembra sbloccarsi nel risultato e le ragazze di Balugani, dopo un quarto d'ora di sofferenza, riescono a ritrovare metri di campo: lo 0-0 si giustifica così nell'equilibrio che il rettangolo verde racconta, almeno nella parte centrale della prima frazione.
Ma un lampo, una fiammata di Girotto, rischia di rompere questa parità di cui il Viola Park si sta facendo teatro: l'azzurrina recupera palla su Gallo e, scappata via al difensore bianconero, si presenta in area. Da posizione defilata, però, non riesce a incrociare, permettendo così la presa sicura di Mustafic. Il Sassuolo sta crescendo, anche se Zamboni, proprio nel momento migliore di Venturelli e compagne, ruba palla proprio al capitano emiliano e dal limite scarica un potente destro che sibila vicino al palo e si spegne sul fondo. Al duplice fischio il pari regge e il risultato sorride alla Juventus che, finisse così, strapperebbe un pass per le fasi finali. Ma il cuore neroverde sta battendo forte.
Continuità, quella che mette il Sassuolo non appena uscito dagli spogliatoi: alle neroverdi bastano centodieci secondi per bussare, o quasi, alla porta di Mustafic. Merito di una imprendibile Perselli, che ne salta cinque - sì, avete capito bene, cinque - ma al momento giusto non riesce a scaricare su Andersone, chiusa da due avversarie. Ma la Juve non è uscita dalla partita, non è uscita Zamboni, che al quinto della ripresa rischia l'eurogol con un tiro-cross su cui né Di Nallo né Copelli riescono a intervenire.
E, in questo equilibrio che non sembra potersi rompere, i tecnici decidono di cambiare qualcosa: lo fa Balugani, costretto a mandare in campo Bertola per sostituire l'infortunata Randazzo. Ma lo fa anche Bruzzano e, questa scelta, sembra immediatamente ripagare l'allenatore ex Como Women. Dopo dieci secondi dal suo ingresso in campo, Bianchi scappa sull'out di destra, ma non angola abbastanza, permettendo al portiere neroverde una presa sicura. Eccola, la formazione dominante che abbiamo imparato a conoscere, nel segno della subentrata con il diciannove sulle spalle: dopo la sgroppata sulla fascia, la trequartista costringe l'estremo difensore emiliano a un super intervento. Punizione da lontanissimo, che la 2006 coi guantoni riesce ad alzare in corner.
E ora sì, lo 0-0 sembra potersi sbloccare, anche se a trovare il vantaggio rischiano di essere, clamorosamente, le ragazze del tecnico ex Reggiana: Andersone, aiutata dall'involontaria spizzata di un difensore avversario, si ritrova sola davanti a Mustafic. Gran botta della lettone, perfetta risposta dell'estremo difensore bianconero, che alza in angolo il tentativo della ex Liepaajas FS. Ma le torinesi son tornate a soffrire: è lo spirito di un gruppo che deve vincere, anche se questa vittoria significherebbe impresa, contro una squadra che in stagione non ha mai perso. Eppure, come spesso accaduto in questa semifinale, è la squadra più in difficoltà a regalarsi l'occasione più ghiotta: è ciò che è successo a Zamboni a fine primo, è ciò che succede a Bellagente a pochi minuti dal triplice fischio. La diciotto scappa alle spalle della difesa sassuolese ma è ancora una grandissima Di Nallo a negare il vantaggio juventino. Una fiammata, quella della subentrata, che non interrompe però l'assolo del Sassuolo: dieci, le giocatrici neroverdi che attaccano, dieci, le bianconere che difendono. Ma, al triplice fischio, il fortino piemontese regge: la Juventus è in finale, ma, caro Sasol, non disperare, perché sei stato grande.
Juventus - Sassuolo 0-0
JUVENTUS (3-4-2-1): Mustafic 7.5, Tosello 6, Cocino 7, Termentini 6.5 (40' st Piccardi sv), Bertora 8, Gallo 6.5, Flis 7 (27' st Casella sv), Piermarini 6.5, Ferraresi 6 (27' st Santarella sv), Zamboni 7.5 (15' st Bellagente 6.5), Copelli 6 (15' st Bianchi 7). A disp. Mallardi, Rosso, Bertero, Enriconi. All. Bruzzano 7.5.
SASSUOLO (4-3-1-2): Di Nallo 7.5, Venturelli 6.5, Randazzo 7.5 (15' st Bertola 6), Hoxhaj 8, Tonali 6 (39' st Ateluce sv), Lecaille 7, Andersone 7.5, Guerzoni 6, Girotto 7, Perselli 6.5, Stanic 6.5. A disp. Petaloti, Nizzoli, Petruzziello, Rossi, Fantoni, Venturi, Vianello. All. Palugani 7.5.
ARBITRO: Gallorini di Arezzo 6.5.
ASSISTENTI: Stotani di Viterbo, Materozzi di Arezzo.
JUVENTUS
Mustafic 7.5 Grande, grandissima, quella risposta con cui manda in corner il tentativo ravvicinato di Andersone. "Ci vuole molto coraggio" a prendersi il rischio, uscendo su Stanic e bloccando la palla proprio sulla testa dell'attaccante serba. Due esempi che danno conto di quanto le sue letture abbiano blindato questo pareggio.
Tosello 6 Bello il duello che ingaggia per tutto il primo tempo con Randazzo. Il posizionamento scelto dai due esterni di fatto ne annulla le giocate offensive, che la bianconera riesce però a ritrovare a inizio ripresa, quando Zamboni le apre gli spazi giusti per attaccare.
Cocino 7 Una chiusura, quella sul filtrante per Girotto, che tiene in piedi la sua Juve. Nessuno spazio lasciato all'attaccante, richiamo immediato alle compagne: la sua difesa non può rimanere sguarnita, anche se lei, con grinta, quel ruolo dase lo sa prendere sulle spalle.
Termentini 6.5 Un guizzo in area di rigore stava per regalare alla sua Juventus un clamoroso vantaggio. Un lampo in una prestazione da leader: pochi fronzoli, tanta quantità. La sua dote migliore? La lettura della partita. Sale a pressare quando può rimane a guardia del fortino quando c'è da soffrire (40' st Piccardi sv).
Bertora 8 Possiamo passare? "Grazie, ma no grazie". Gigantesca, immensa, quando nella carica finale delle sassuolesi è lei a venir spesso fuori dalla mischia, con la palla al piede. Prestazione Sanremese: dopo Willie Peyote, ecco Lucio Corsi con Volevo Essere un Duro. Sì, cara Carolina, lo sei stata.
Gallo 6.5 È lei a prendersi spesso carico della prima uscita palla della Juventus: un compito non facile, che a volte la porta a compiere qualche errore. Ma è sempre il difensore bianconero a mettere sempre una pezza, evitando nella maggior parte dei casi il decisivo affondo neroverde.
Flis 7 Un avvio di rabbia, di garra, in cui con Zamboni infuoca l'out di sinistra: una velocità disarmante e una propensione all'attacco decisiva, che la portano a duellare costantemente con Venturelli. Nella ripresa, poi, cala, stanca per lo sforzo fatto nei primi quarantacinque minuti (27' st Casella sv).
Piermarini 6.5 Ruleta, cambio di passo e filtrante per Zamboni: nel caso non mi conosceste già, care neroverdi, questo è il mio biglietto da visita. Nonostante gli spazi spesso chiusi dal Sassuolo, questa sua qualità le permette di trovare spazi che non le consentono di attaccare, ma di trovare bene e con continuità le compagne più avanzate.
Ferraresi 6 Una semifinale di sofferenza, costretta a giocare costantemente spalle alla porta. Una partita di lampi, come le due belle girate - una per tempo - con cui rischia comunque di timbrare il cartellino per la diciannovesima volta in stagione (27' st Santarella sv).
Zamboni 7.5 Sulle ali della Fantasia, della sua fantasia, la Juve cerca di volare. Si aggrappa a lei a inizio partita, quando le bianconere, si aggrappa a lei quando, dopo mezz'ora di equilibrio, le torinesi rischiano il colpaccio proprio con la fuga offensiva della dieci. Una scelta tattica, quella che la porta a uscire a un quarto d'ora dalla ripresa del match.
15' st Bellagente 6.5 A fine partita, quando tutte le bianconere salgono sulle mura a difendere il castello, è lei a portare spesso via la minaccia: la sua energia e la sua velocità portano la Juventus a un passo da un 1-0 che, a pochi minuti dal triplice fischio, avrebbe significato sicurezza.
Copelli 6 Una luce nella nebbia, quella punizione che sfiora la traversa: sì, perché dopo l'occasione iniziale l'esterno offensivo viene ingabbiato nelle fitte maglie neroverdi. Eppure, ogni tanto, quei fari si riaccendono: bello il diagonale per Zamboni a metà primo tempo.
15' st Bianchi 7 Dalla panchina al gol, quasi: entra, prende palla e scalda i guantoni a Di Nallo. Non esiste ambientamento, o meglio, a lei non serve: incidere è la parola d'ordine. E quella punizione ne è, nel caso servisse, una seconda dimostrazione.
All. Bruzzano 7.5 Quasi un inedito veder la sua Juventus soffrire, ma ci sta. La pressione di essere considerata la squadra più forte e la paradossale leggerezza, sì, quella avversaria, di giocare senza esser favoriti potevano essere il seme della sconfitta: ma alla fine, il risultato che serviva è arrivato. E quei soli diciassette gol subiti in stagione assumono ancor di più un senso.
SASSUOLO
Di Nallo 7.5 Fin dalle prime battute è il suo posizionamento a dar fastidio alla Juve. Ma come, di un portiere? Sì, perché la sua abilità nell'uscire col tempismo giusto permette al Sassuolo di disinnescare gli spioventi avversari e le dà anche un vantaggio sui corner, come quando, toglie dalla testa di Bellagente il gol del vantaggio.
Venturelli 6.5 Ne ha due che attaccano nella sua zona di competenza: c'è Zamboni, sempre appostata fra lei e Hoxhaj, ma c'è Flis che infuria su quel lato. Diga sull'out di destra, cerca di contenere l'imperioso fiume polacco.
Randazzo 7.5 Si alza, quando può, non per attaccare - lì spazio ne trova poco - ma per contenere Tosello ancor più lontano dalla porta di Di Nallo: una spaccata, una scivolata precisa e via, il pallone è recuperato e l'azione si può ribaltare.
15' st Bertola 6 Minuti finali di fuoco, in cui quel diciotto campeggia sempre nelle maglie bianconere. Finisce infatti la partita dietro alle punte neroverdi, che cerca sempre di premiare nella profondità. Pochi spazi, però, per la giocatrice di Palugani.
Hoxhaj 8 Zamboni la sorprende una volta, poi il difensore albanese sale in cattedra. Posizionamento difensivo 101, la lezione della mattinata del Viola Park, con una serie di postille su come uscire perfettamente sull'esterno, raddoppiando al momento giusto.
Tonali 6 Sacrificio, in ogni zona che occupa: da centrocampista, dove cerca sempre di dar quel giusto filtro al centrocampo neroverde, ma anche quando, con quello spirito che l'accompagnata per tutta la partita, cede il posto a centrocampo e si abbassa a terzino (39' st Ateluce sv).
Lecaille 7 Perfetta la collaborazione con Hoxhaj: quando la compagna di reparto esce a contenere le fasce, è lei a rimanere, da sola, al centro della difesa neroverde. Zero gol subiti, giusto? Il dato parla da solo: intesta vincente.
Andersone 7.5 Ci prova in tutti i modi il giovane prodigio venuto dal Baltico: prova a mettersi in proprio, venendo però chiusa, nella rete delle maglie bianconere, e allora cerca di farsi trovare al posto giusto, al momento giusto. Le compagne la premiano, la fortuna no: di mezzo, una Mustafic gigante le nega il gol.
Guerzoni 6 Una mattinata complessa, dove di spazi ne trova pochi il fantasista neroverde, controllata a vista e marcata dalle centrocampiste avversarie. Nel momento però in cui le concedono quel metro, eccole, le sue qualità, esplicate da quel cambio campo di trenta metri per Venturelli.
Girotto 7 Sempre fondamentale, anche molto lontano dalla porta: quando il Sassuolo si chiude, è lei a far valere i centimetri e svettare per allontanare i tentativi bianconeri. E poi, rieccola, pochi secondi dopo, dall'altro lato del campo, a provare a sorprendere Mustafic.
Perselli 6.5 Son riuscite a fermarla? Ni, o meglio, sì, ma son servite due bianconere in spaccata a bloccare la furia della neroverde. Un dribbling da fuori di testa, un tempo di gioco in più che pero le toglie lo spazio per servire Andersone. Un concentrato delle sue doti.
Stanic 6.5 Una torre con la casacca del Sassuolo, la più cercata sui piazzati emiliani, dove spesso, oltre al difensore, il portiere bianconero si trova costretto in marcatura su di lei. Ma un gigante con spirito di sacrificio, che spesso si vede lontano dalla porta ad aiutare la sua squadra in costruzione.
All. Palugani 7.5 Centimetri negano alla sua squadra un passaggio del turno che, ai punti, avrebbe meritato. Una formazione capace di imporsi per lunghi tratti sulla grande favorita, capace, soprattutto, anche di creare gioco, in una partita di grande tattica e pochi spazi. E, con un pizzico di fortuna e precisione in più, ora staremo raccontando un finale ben diverso. Ma, come detto da lui stesso a fine partita, questa partita ci insegna che cos'è il calcio.
ARBITRO
Gallorini di Arezzo 6.5 La partita scorre bene: merito di un match privo di clamorosi episodi, ma anche di un arbitraggio che, con un metro coerente, non concede troppe interruzioni. Ottimo anche nei vari contatti che avvengono nelle rispettive aree di rigore: al posto giusto, vede chiaramente gli interventi e non li sanziona.