Primavera 1 Femminile
29 Aprile 2025
Le bianconere che si sono guadagnate il titolo al Viola Park (foto: FIGC)
Ora si può dire, la Juve ha fatto una stagione perfetta; la stagione perfetta: una sola sconfitta in trentatré gare, finale vinta e, di conseguenza, titolo conquistato. Ma nella perfezione di quest'annata dai numeri fuori di testa, la finale non è stata un semplice Pasillo d'honor: perché l'Inter non ha reso la vita facile alle torinesi, perché Romanelli ha rischiato nei minuti centrali del match un clamoroso colpaccio. Ma alla fine, la corazzata dalla stagione si è presa il trofeo, e con esso una sorta di rivincita: trecento - o poco più - giorni dopo, quel gruppo, allora di Scarcella, che aveva perso la finale allieve lo scorso anno, si è preso il titolo contro le nerazzurre che, a Fermo, avevano conquistato lo Scudetto Under 17. Un incontro col destino, indirizzato però da un vento nuovo, un vento dell'Est: Flis apre, Ferraresi chiude. La Juventus Primavera è Campione d'Italia.
E alla fine, all'ultimo giro di questo emozionante valzer, si sono presentate le due potenze della categoria: il Derby d'Italia in finale, cosa c'è meglio di così. Ma Juventus e Inter, questa finale, se la son dovuta sudare: due semifinali combattute, come dimostrano i due risultati. Due 0-0, che premiano allora il percorso fatto dalle bianconere e dalle nerazzurre, ma che sottolineano soprattutto la forza e la compattezza dei reparti difensivi, la forza dei due estremi difensori che oggi solcano il Viola Park: Mustafic su Andersone, Robbioni su Ventriglia. Interventi diversi, momenti diversi, un medesimo risultato: le loro formazioni, grazie proprio a quelle due parate, si ritrovano dove volevano essere. Ma ora, c'è il passo più importante.
Foto FIGC
Minuti di studio, quelli che caratterizzano le prime fasi del match: due moduli diversi, ma in questi casi la tattica rischia di avere un peso relativo. Quando la posta in palio è così alta, aldilà di tutto, ciò che conta è il cuore e la testa: il primo, per lottare, il secondo per gestire la pressione e lo stress. E questa gestione, questo abile controllo del campo, sembrano preferirla nella prima fase della gara le ventidue della sfida. Al quarto d'ora, però, la partita vive la prima fiammata di questa sfida: un lampo, che passa dai piedi di Zamboni. Dopo il fallo di Robino su Ferraresi, è proprio la dieci a tentare di sorprendere il portiere di Mandelli: bella conclusione, velenosa, visto anche il forte vento che soffia allo stadio Davide Astori, che non sorprende però la milanese, che disinnesca in due tempi la minaccia. Un bagliore, che però non cambia il canovaccio della finale: partita tattica, il che significa sostanziale equilibrio, ma le ragazze di Bruzzano si stanno lentamente prendendo il controllo della sfera.
E così, quando si giunge al trentesimo, l'unico tiro messo in porta dalle ventidue è quello della diez bianconera. Un dato, specchio di quello che il rettangolo verde di Bagno a Ripoli sta raccontando. Una storia simile a quella finale di Fermo che l'anno scorso consegnò il titolo allieve al Biscione, sbloccata solo nei minuti supplementari e ribaltata poi dalle lombarde. Ma questa parità, proprio quando si comincia a vedere l'intervallo, Romanelli rischia di romperla: gran fuga della undici che, superato anche il ritorno di Bertora, prima si fa parare il sinistro da Mustafic, poi spedisce il destro sul fondo. Ma l'Inter è cresciuta, si è presa la palla e non la vuole più lasciare: le nerazzurre non riescono a cambiare il parziale prima del duplice fischio, ma chiudono in crescendo. Un preludio di ciò che accadrà nella ripresa?
E il colpo di testa di Viviani dopo quaranta secondi dall'inizio della ripresa sembra essere proprio un sì. Ma è sempre più Inter in campo, è sempre più Romanelli-mania. L'ex Napoli anticipa Tosello, ma ancora una volta è Mustafic a negarle la gioia del vantaggio alla nerazzurra. Ma, proprio nel momento migliore delle lombarde, la Juve trova un clamoroso vantaggio. Una grande cavalcata di Tosello, che dalla difesa si ritrova praticamente al limite dell'area, un grande inserimento di Flis che sul secondo palo non può sbagliare: è 1-0 bianconero.
E a Bagno a Ripoli le ragazze di Mandelli rischiano, dopo un grande momento, di perdere quella grinta e quella concentrazione che le aveva portate molto vicine al vantaggio: è la paura quella che rischia di prendere il sopravvento sulle milanesi, che perdono ordine e certezze. E, ad approfittarne, sono le avversarie, ad approfittarne è soprattutto Giorgia Bianchi, che al 25' tenta di sorprendere Robbioni direttamente da corner, trovando però la buona risposta del portiere lombardo. Ma ora le torinesi hanno cambiato marcia, guidate proprio dall'autrice del momentaneo vantaggio: la polacca, cercata e servita da Piccardi, serve in profondità Ferraresi, che trova però l'ennesimo intervento dell'estremo difensore nerazzurro. Il bianco e il nero sono i colori che si stanno prendendo il cielo toscano, sospinti anche dalla forza e dall'energia messa in campo dalle subentrate di Bruzzano. Eppure, nel momento forse più difficile, Sasso rischia di rimettere tutto in equilibrio, tutto in discussione: Ciano manda in profondità la sua bomber, che a Mustafic battuto viene fermata solo da un clamoroso palo.
L'Inter, però, è ancora viva: di fronte però, c'è un portiere bianconero solido, concentrato, che, proprio come col Sassuolo, vuole tenere inviolata la sua porta. Ciò che accade in pieno recupero, quando Beduschi svetta più in alto di tutte, ma trova la grande parata di Mustafic. Un intervento che, come accaduto su Andersone, blinda proprio sul più bello un risultato che, ora, ha un significato molto più importante. E la Juve, dopo la parata del suo estremo difensore, si prende anche la sicurezza dello Scudetto: Copelli scappa a Bufano, costretta ad atterrare l'attaccante avversario in area. Un finale simile a quanto accaduto con la Roma, un copione diverso: Ferraresi spiazza Robbioni e chiude così la pratica. La Juventus, in un'annata incredibile nel femminile, si prende anche il titolo primavera.
Juventus-Inter 2-0
RETI: 15' st Flis (J), 50' st rig. Ferraresi (J).
JUVENTUS (3-4-2-1): Mustafic 9, Tosello 8, Cocino 7.5, Termentini 8, Bertora 7, Gallo 8.5, Flis 9.5 (30' st Bertero sv), Piermarini 7.5 (24' st Piccardi 7), Ferraresi 9.5, Zamboni 8 (30' st Copelli sv), Bellagente 7 (1' st Bianchi 7.5). A disp. Mallardi, Rosso, Casella, Di Bello, Santarella. All. Bruzzano 10.
INTER (4-2-3-1): Robbioni 7.5, Consolini 6.5 (38' st Petrillo sv), Compiani 7, Robino 6.5 (22' st Sasso 7), Verrini 8.5, Beduschi 8, Ciano 6.5, Giudici 7 (38' st Cotugno sv), Viviani 6.5, Fadda 7, Romanelli 7.5 (30' st Bufano sv). A disp. Schianta, Casiraghi, Rachello. All. Mandelli 8.5.
ARBITRO: Frazza di Schio 7.
ASSISTENTI: Gasparini di Macerata e Ciufoli di Albano Laziale.
AMMONITE: Robino (I), Zamboni (J), Giudici (I), Bertero (J).
JUVENTUS
Mustafic 9 Al momento giusto, nel momento più difficile, salva le sue compagne e tiene invariato il punteggio: la Juve è abituata bene, i suoi interventi l’hanno già aiutata a prendersi la finale, ma quella parata su Beduschi ha un sapore diverso. Ha il sapore di Scudetto.
Tosello 8 Un primo tempo difficile, contro un avversario complicato, che gli lascia poco spazio per attaccare e le dà invece tanto da fare in difesa. E poi un pallone, un appoggio da Cocino, per uscire dalla pressione e, nel più classico degli esterno-esterno, offrire il pallone del vantaggio bianconero.
Cocino 7.5 Un ruolo, quello da braccetto, che la costringe a confrontarsi con giocatori molto agili, a cui utilizzando bene e senza mai esagerare il fisico. Si ripete, dopo aver brillato anche nella semifinale.
Termentini 8 Quel rientro di trenta metri, su Ciano, è da manuale del calcio: l’esterno ne salta due, la centrocampista interrompe la cavalcata e si guadagna persino rimessa dal fondo. I suoi recuperi sulla linea dei difensori fanno spesso dimenticare di quale zona di campo si occupi di solito.
Bertora 7 Solida, sempre concentrata. Bella connessione, quella che ha con Gallo: le due si muovono tanto, scambiandosi spesso di ruolo e coprendosi a vicenda quando una esce a contenere l’Inter. Intesa vincente.
Gallo 8.5 Il simbolo del difensore dai piedi buoni, del difensore costantemente coinvolto in costruzione. Un compito di cui s’incarica dall’inizio della partita, senza però dimenticarsi e senza far dimenticare le sue doti da stopper, quelle con cui contiene le avanzate avversarie, quelle con cui limita Viviani per tutto il corso della gara.
Flis 9.5 Spunta lì, in area, a leggere e prendersi quel traversone di Tosello e a indirizzarlo furiosamente in porta. È il gol che sblocca la partita, ma è anche il gol che cambia la gara, perché ridona sicurezza a una Juve apparsa impaurita nei primi minuti della ripresa. L'acuto di una gara di grande intensità, passata in costante pressione sui portatori palla avversari (30' st Bertero sv).
Piermarini 7.5 Spunta lì, a raccogliere la respinta della difesa neroazzurra, spedendo di poco alto un sinistro interessante. E, a inizio gara, aveva già dato un'idea di quella capacità d'inserimento che l'ha caratterizzata per tutta la gara. Il platonico filo rosso che collega le due anime bianconere, l'attacco stellare e la difesa d'acciaio.
24' st Piccardi 7 Raccoglie perfettamente l'eredità tattica lasciata dalla compagna, dimostrata in quella presenza in attacco a un minuto dal suo ingresso in campo, che le consente di servire Flis e di alimentare l'azione offensiva. Nei minuti finali sfrutta le energie per andare a pressare alta: spesso si trova ad essere la giocatrice più avanzata della sua Juve.
Ferraresi 9.5 La ciliegina sulla torta di questa sontuosa stagione, ma anche e soprattutto di questa sontuosa partita, è arrivata all'ultimo minuto dell'ultima sfida, sì, ma parliamo pur sempre di una finale: forse, se il gol non fosse arrivato, staremmo comunque elogiando la migliore in campo, l'onnipresenza allo Stadio Davide Astori. Una giocatrice capace di farsi trovare a far a spallate con le compagne e, un secondo dopo, sulla mediana a recuperar palla. E, perché no, nei minuti finali, sfruttare la sua altezza per dare quel necessario contributo sugli spioventi nerazzurri.
Zamboni 8 Un concentrato delle sue doti con la palla fra i piedi, quello che fornisce con quella punizione su cui Robbioni le nega il gol. Non riesce ad entrare nel tabellino marcatori nemmeno in finale, ma, proprio come col Sassuolo, la sua prestazione e i suoi strappi sono un bel problema per le difese avversarie (30' st Copelli sv).
Bellagente 7 Fisicamente non è al top: uno stop lungo, un infortunio grave, e un rientro che ovviamente va gestito. Ma la sua tecnica è proverbiale e quella non sparisce mai. Una dimostrazione? La ruleta di inizio gara, non un semplice gesto velleitario, ma un numero funzionale per gestire palla e rompere la pressione avversaria.
1' st Bianchi 7.5 Stava rischiando un eurogol recobiano, direttamente da calcio d'angolo: non mira il centro porta come l'ex Inter, ma il primo palo e quasi il pallone s'insacca per il 2-0. Entra con la grinta giusta e la mantiene per tutta la ripresa.
All. Bruzzano 10 Forse nessuno se lo sarebbe aspettato, o quantomeno non così: gli bastano 265 giorni per prendersi il trofeo d'Italia, lo Scudetto, dopo essersi già guadagnato il Viareggio. Una cavalcata trionfale, conclusa nel modo forse più emblematico: zero gol subiti nelle final four, che confermano la solidità difensiva, già dimostrata con quelle sole diciassette reti subite nella regular season. Lui però, a quest'impresa, ci ha sempre creduto, fin da quel primo agosto: e oggi si prende un traguardo storico, per la sua carriera e per la storia della Juventus femminile.
INTER
Robbioni 7.5 Stavolta il miracolo non le è riuscito, o meglio, non quello di fine partita: perché di interventi eccezionali i suoi novanta minuti sono pieni. A cominciare da quella bella lettura su Zamboni, per continuare con quelle uscite che trasmettono sicurezza al reparto difensivo. Lo ribadiamo: l'Inter ha un portiere incredibile.
Consolini 6.5 Una partita in crescendo, una posizione che si fa sempre più avanzata, nel tentativo di dare il suo contributo in transizione. Ed è questo un qualcosa che mette in difficoltà la Juve, costretta a difendersi sì da Ciano, ma anche e soprattutto da una Consolini con tanta voglia di offendere (38' st Petrillo sv).
Compiani 7 Un'interpretazione sicuramente più difensiva del ruolo, ma che non la toglie dalla manovra offensiva e, soprattutto, dal pressing tentato dall'Inter subito dopo lo svantaggio. Un lavoro, quello da interditrice, che fa anche molto lontano dalla sua area di competenza, ma che porta sempre buoni frutti.
Robino 6.5 Gioca praticamente tutta la sua partita con un giallo, che, nonostante il ruolo delicato di mediano, non la condiziona. Ottima nel filtro a centrocampo, nonostante l'inferiorità numerica, brava anche nel coprire zone del campo lontane dalla sua quando i difensori si sganciano in proiezione offensiva.
22' st Sasso 7 Un palo, che le nega la gioia del gol in finale. Ma, riavvolgendo il nastro di un secondo, scopriamo una dote che ci ha fatto conoscere lungo tutto l'arco della stagione: il suo rinomato fiuto del gol, che le permette di leggere il filtrante di Ciano e di arrivare coi tempi giusti all'appuntamento col pallone. Movimento inzaghiano, conclusione sfortunata.
Verrini 8.5 Lei e Beduschi tengono in piedi la difesa nerazzurra anche nei minuti di forcing finale: sembra quasi avere il dono della preveggenza. Sa dove finirà il pallone, sa quando l'attaccante proverà a puntarla. Una superpotere? No, un difensore estremamente abile.
Beduschi 8 Un perfetto stacco di testa, che trova solo un grande portiere a negarle il gol del pareggio. Un duello, quello con Ferraresi, che infiamma il Viola Park: due giocatrici fisiche, ma estremamente determinate. Alla fine, negli scontri diretti, è parità. 1-1, palla al centro.
Ciano 6.5 Il Ciano-Factor non arriva al tabellino, ma c'è comunque nel rettangolo verde: le sue sgroppate sull'out di destra costringono le bianconere a raddoppiarla, in alcuni casi a triplicarla: è ciò che succede a fine primo tempo, quando ne salta due ed è solo il ritorno di Termentini - sottolineiamo, la terza giocatrice che prova a fermarla - a non darle la possibilità di tirare.
Giudici 7 Il gol non lo trova, ma all'assist ci va davvero vicina: un bell'inserimento, un appoggio perfetto a Romanelli. Onora la fascia da capitano: una leader, capace di aiutare ovunque le sue compagne abbiano bisogno. Dal centro si allarga spesso per sostenere persino il lavoro sulle fasce (38' st Cotugno sv).
Viviani 6.5 All'Inter serviva quell'esperienza che lei è stata in grado di dare: una porta vista poco, costantemente marcata e raddoppiata, un lavoro spalle alla porta costante, per cercare di tenere sempre la palla il più vicino possibile a Mustafic.
Fadda 7 Una trequarti presa e occupata in tutta la sua ampiezza: spazia ovunque, ma davvero ovunque, per costruire gioco con le compagne di reparto. Un lavoro sottotraccia che consente all'Inter una buona gestione alle spalle di Viviani.
Romanelli 7.5 Due, anzi tre, macro-occasioni, in cui davvero le sono mancati pochi centimetri per il gol. Un piccolo focus va fatto, è doveroso, su quel dribbling a fine primo tempo: profondità attaccata, difensore seduto a terra con una deviazione improvvisa: punta la zona giusta, una scelta difficile se sei in campo. Che le sia spuntata la traiettoria ideale come succedeva in Gran Turismo? (30' st Bufano sv).
All. Mandelli 8.5 Un gruppo giovane, davvero giovane, che a livello anagrafico potrebbe per la maggior parte giocare ancora fra le allieve, che è arrivato in finale. Una prova di cuore, in cui due episodi sono risultati decisivi. Alla sua Inter vanno solo fatti i complimenti, non solo per il percorso, ma anche per questa partita, in cui le nerazzurre hanno saputo, con il gioco ma anche con la capacità di sfruttare quel poco che le avversarie hanno concesso, regalarsi delle ghiotte occasioni. A punti, probabilmente, avrebbe meritato di più: il calcio, si sa, può essere crudele.
ARBITRO
Frazza di Schio 7 Un metro chiaro fin da subito: il suo lasciar giocare - seppur forse in alcuni casi forse si sia esagerato - le dà ragione, perché la partita è piacevole; scorre bene. Giusti i cartellini, che arrivano nel momento giusto, e precisissima nell'assegnare il rigore che chiude la partita.