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Coppa Eccellenza Femminile

La Pro Palazzolo concede il bis! Dopo la Promozione in Serie C le bresciane conquistano anche la Coppa Eccellenza

Nel remake dell'infuocata ultima giornata di campionato, le ragazze di Brusa vincono sul Como grazie al sigillo di Serna

Eccellenza Femminile Pro Palazzolo ·

ECCELLENZA FEMMINILE PRO PALAZZOLO · La gioia delle ragazze di Brusa esplosa alla consegna della Coppa

Credete nelle favole? Nelle storie che hanno un lieto fine: dopo stasera, forse, noi ci crediamo un po’ di più. Perché una squadra che al primo anno in Eccellenza trova già la Serie C è una bella storia, una fantastica storia, che diventa favola quando i trofei in bacheca diventano due, a distanza di meno di un mese; insomma, quando fra la Liberazione e l’undici maggio la Lombardia ti riconosce - o meglio ti fai riconoscere in terra Lombarda - come la migliore, la più forte. È la favola della Pro Palazzolo, è la penna di uno scrittore abile, Giovanni Brusa, è l’eroina della storia che con la trentuno sulle spalle consegna la Coppa Eccellenza alla sua armata. Un sigillo dal peso di un macigno, quello di Serna a metà primo tempo, una sofferenza, quella delle bresciane nel secondo tempo: il Como non molla, ma Pignagnoli e un palo negano la rimonta, negano la vendetta. Il Doblete va alla Pro.

SERNA METTE LA FRECCIA

Due settimane fa - o poco più - a Palazzolo si consumava l’ultimo atto del campionato: un pareggio sofferto, ma una gioia delle padrone di casa, che si sono conquistate all’ultima giornata, contro la grande avversaria di tutta la stagione, il pass per la Serie C. A distanza di sedici giorni, in un posto diverso, la Pro e il Como si ritrovano: bisogno di rivalsa e bisogno di conferma si intrecciano. Le bresciane per il bis, le Lariane per per agguantare anche con la prima squadra un trofeo che andrebbe a confermare l’impegno che il club del Lago ha nel movimento. Una dimostrazione, che si aggiungerebbe al titolo regionale conquistato in questo stesso weekend dalla Juniores di Mauro Roveda. Ma, aldilà di queste elucubrazioni, bisogna che sia il campo a parlare.

Ma dopo cinque minuti dal fischio che dà il via alla finale, il Valentino Mazzola rischia di parlare comasco: perché dopo un inizio sostanzialmente equilibrato, le ragazze di Bell riescono a trovare la chiave giusta per penetrare nel muro di maglie arancioblù. Bel dialogo fra Martin e Serio, con la venti che, sfruttando l’ampiezza lasciatele da Vacchi, trova al centro Sardu: la centrocampista scuola Torres appoggia all’indietro per Zorzetto, che non riesce però a sorprendere Pignagnoli. Ma la sfida si è definitivamente sbloccata e la formazione di Via Brescia ha da subito trovato una controffensiva efficace, che passa, ovviamente e necessariamente, dai piedi di Merli. È proprio il capitano bresciano a tentare una volèe a centr’area, trovando però una clamorosa traversa a negarle la gioia del gol. E così, le due formazioni bussano e, a tremare, è uno 0-0 che appare sin da subito in bilico. Detto, fatto: al 16’ Serna, scappata alla marcatura di Falloni e Malacrida, insacca il gol del vantaggio palazzolese.

«Buonasera campionesse» si urla dagli spalti a chi, la prossima stagione, sarà protagonista in Serie C, ma nulla è ancora deciso: perché dopo lo svantaggio, la formazione del tecnico ex CT dell’Irlanda non esce dal campo e, a dieci minuti dal vantaggio avversario, rischia di rientrare velocemente in corsa per la Coppa: Martin, lasciata troppo sola dalla difesa di Brusa, alza troppo il destro a botta sicura da ottima posizione. L’arrembaggio della squadra del Lago, però, col passare dei minuti sembra perdere quota: perché la Pro reagisce all’offensiva avversaria e, più passa il tempo, più ritrova quei metri che le avevano consentito di infastidire il gioco del Como. Anche se, proprio sul gong dei primi quarantacinque minuti, sono proprio le lariane ad andare clamorosamente vicine al gol. Incornata di Wagner che sibila vicino, molto vicino al palo di Pignagnoli. Ma al duplice fischio il vantaggio bresciano regge.

IN ALTO GLI SCUDI

Anche se, a quarantacinque secondi dal fischio d’inizio, l’1-0 sembra essere messo in discussione, prima da Serio, a cui però risponde presente Pignagnoli, poi da Bonacina, su cui però esce e disinnesca Guidi. In una sorta di rewind del primo tempo, però, il parziale sembra essere in crisi, sembra essere in bilico. Anche perché, per il Palazzolo «adesso bisogna soffrire». E il cuore, ai supporters della Pro, manca un battito quando al quarto d’ora, l’incornata di Sardu sfiora il palo lontano e si spegne sul fondo. È un Como nuovo, che è rientrato dagli spogliatoi con una grinta diversa.

Una garra, che, però, la Pro spegne nel quarto d’ora successivo: nate incendiare, le ragazze di Brusa si trasformano in pompieri e contengono abilmente la furia avversaria, la fanno propria. E, forse, anche la Dea Bendata tifa Palazzolo stasera: perché al 27’ Luijks incrocia a botta sicura. La palla sbatte sul palo, corre sulla linea di porta, ma rimane fuori, rimane 1-0. Il palo salva le campionesse d’Eccellenza, Guidi salva le ragazze di Bell: Serna, trovata e liberata dall’illuminante filtrante di Merli, trova una gran risposta del portiere ex Lazio.

E così, mentre si entra negli ultimi dieci minuti, il vantaggio delle ragazze del tecnico ex Lumezzane resiste e rischia di diventare anche più ampio, quando Merli, scappata alla difesa del tecnico irlandese, si fa ipnotizzare sul più bello dall'estremo difensore lariano. Un errore dolce, dolcissimo, perché la trentottenne, con quella fascia al braccio, si gode un doppio successo, un doppio trofeo: al triplice fischio la Pro Palazzolo si prende la Coppa Eccellenza.

IL TABELLINO

Como - Pro Palazzolo 0-1
RETI: 16’ Serna (P)
COMO (4-2-3-1): Guidi 8.5, Falloni 6.5, Ledri 7, Malacrida 6.5, Sardu 8, Wagner 7.5 (42’ st Rocco sv), Zorzetto 7, Martin 6.5, Lynch 7.5 (33’ st Carrer sv), Serio 7 (11’ st Fadini 6), Luijks 7.5. A disp. Bosaia, Pozzoli, Galvan, Pede, Pedron, Mboup. All. Bell 7. Dir. Vitale.
PRO PALAZZOLO (4-2-3-1): Pignagnoli 8.5, Belotti 7, Vacchi 7.5 (25’ st Sardi De Letto 7), Canobbio 7.5, Parsani 8, Di Lascio 7, Bonacina 7 (8’ st Algisi 7.5), Daleszczyk 7.5, Merli 9, Mezzoli 8.5 (33’ st Piovani sv), Serna 10 (46’ st Forelli sv). A disp. Biondo, Massussi, Messali, Ronca, Capelloni. All. Brusa 10. Dir. Manfredini.
ARBITRO: Carrara di Bergamo 6.5.
ASSISTENTI: Vallorani di Abbiategrasso, Piazzalunga di Bergamo.
AMMONITE: Daleszczyk (P), Fadini (C), Piovani (P), Merli (P). 

LE PAGELLE

COMO

Guidi 8.5 Se il Como ha fino alla fine la possibilità di pareggiare la sfida, è anche grazie ai suoi interventi, soprattutto grazie a quelle due uscite che nella prima metà della ripresa fermano prima Bonacina e poi Merli: una in spaccata, l'altra addirittura di testa, in anticipo sulla bomber bresciana. Canta - forse - «the show must go on», sperando in un gol delle lariane che possa rimettere tutto in discussione.  
Falloni 6.5 Il duello nel duello, la sfida nella sfida, quella con Serna: perché la bresciana ha dalla sua una velocità importante e soprattutto un'ottima frequenza di gambe, ma la ex Freedom sa usare bene il fisico per cercare di contenerla. E nella ripresa, con l'esterno avversario stanco e con la Pro schiacciata, eccola alzarsi per aiutare la manovra offensiva. 
Ledri 7 Tempi di uscita perfetti: una veterana, che sfrutta la sua esperienza per guidare la difesa biancazzurra. Nella ripresa, però, quando è il momento giusto - e, anche qui, torna quella storia che la sua carriera racconta - sale fino al limite dell'area di rigore, affidando le chiavi della difesa alle compagne di reparto. Perchè l'altrove, l'attacco, l'aspetta. 
Malacrida 6.5 La certezza della difesa lariana: non solo per gli interventi, ma anche per la voglia, la tenacia di rimanere lì, a contenere le avversarie, anche quando il resto della squadra non può più pensare a difendere. Ultima giocatrice di movimento a sorreggere la fase arretrata di Bell, riesce comunque con grinta a tenere in piedi il suo Como. 
Sardu 8 L'onnipresenza del capitano: nella grinta, data alle compagne ancor prima dell'ingresso in campo, mentre carica le compagne e ne gestisce l'ansia, la pressione pre-partita e in campo, dove cerca di esserci sempre, appunto, ovunque. E allora la si vede in attacco, dove finisce anche per fare da boa offensiva, e un minuto dopo, un secondo dopo, in ripiegamento, come punto di riferimento della prima gestione palla. Se questa non è leadership. 
Wagner 7.5 E se c'è una sicurezza, una costante, nel movimentato centrocampo biancazzurro, è lei, la sua posizione volta a far filtro, a infastidire la manovra avversaria: non che non s'inserisca, sia chiaro - al contrario, va a centimetri dal pareggio con un'incornata a centro area, ma il tutto lo fa con un innato e istintuale senso di equilibrio, che trasmette alla squadra (42’ st Rocco sv).
Zorzetto 7 Una tecnica sopraffina, impersonata da quel no look di tacco con cui libera Sardu verso la porta. Seppur sia vero che di spazi in attacco, sulla sua fascia di competenza, non ne trova tantissimi, le sue skills le permettono di contribuire alla manovra biancazzurra. Suo il pallone che stappa, almeno nelle occasioni, il match: ottimo inserimento a centro area, su cui però Pignagnoli risponde presente.
Martin 6.5 E in quei movimenti del centrocampo lariano la sua posizione è un tema: perché quella mattonella, da cui lei parte nello scacchiere tattico di Bell, viene spesso in realtà occupata da una Sardu in costante proiezione offensiva. Ma l'intesa, fra le due biancazzurre c'è: e lei, allora, si abbassa, a dare supporto più lontano dalla porta di Pignagnoli. 
Lynch 7.5 Definizione, personificazione, di un terzino tosto: quel tipo di giocatrice che non spegne mai la grinta, che non molla mai: è ciò che fa per tutta la partita, è il modo in cui utilizza il fisico per rispondere agli assalti prima di Bonacina e poi di Algisi, ma anche per contenere la famelica Belotti. (33’ st Carrer sv)
Serio 7 Una posizione che dà fastidio, perché l'ampiezza che trova nelle prime battute della sfida costringe Vacchi agli straordinari. Eppure, anche quando il Como si abbassa e non riesce più a sfruttare quella sua lettura, lei non esce dalla sfida: si abbassa e dà una mano alle compagne in costruzione. 
11’ st Fadini 6 Nei concitati minuti finali, quando saltano gli schemi e si pensa solo ad attaccare, cerca di sfruttare l'energia e la grinta con cui entra in campo per riportare il risultato in parità. 
Luijks 7.5 Un'attaccante che sembra aver le caratteristiche della boa offensiva, ma che in realtà incanta il pubblico con giocate di tecnica pura. Un po' Tierre Henry: alta, ma estremamente agile. Ed è proprio quest'agilità a permetterle di spaziare, di muoversi, su tutto il fronte offensivo: e nel momento clou, nel momento giusto, solo un palo le dice no, le nega il pareggio. 
All. Bell 7 Partiamo con la nota negativa: il suo Como manca il secondo trofeo, contro però quella che ha ribadito essere la squadra più forte di Lombardia. Un'amara conclusione, un'amara replica del venticinque aprile, che però non toglie quanto fatto e dalla società e dalla sua figura per dare a questa squadra un volto, uno stile di gioco: perché dopo l'ambizioso mercato fatto dal club lariano, serviva una figura che desse logica, desse ordine, alle scelte della proprietà. E così è stato: la squadra gioca bene e lui ha saputo esaltare le potenzialità e le caratteristiche delle singole. In breve, il Como farà tanto parlare di sé nel femminile. 

PRO PALAZZOLO

Pignagnoli 8.5 Storia di rivalsa: ha ritrovato quello spazio che le era stato ingiustamente tolto fra i pali, e, dopo nemmeno un anno con la casacca della Pro, ha alzato due trofei nell'arco di quindici giorni. Una sicurezza, una sentenza in porta, come anche lontano dai legni: ci provano Serio e Zorzetto, ma lei è lì, a tenere quella saracinesca chiusa. E alla fine, i gol subiti sono zero, ma non zeru sono i tituli. 
Belotti 7 Una propensione all'attacco da insegnare sui manuali di com'essere un buon terzino: una fame di offensiva che però non le toglie i meriti e le giocate di copertura, che permettono alla sua Pro di blindare l'out di destra, di chiuderlo alle offensive di Zorzetto, costretta a giocare più lontana dalla porta. 
Vacchi 7.5 Dagli spalti le continuano a chiamare la marcatura su Serio, ma non capiscono, non sanno, che lei, dopo il primo errore, si è calibrata alla perfezione. Un posizionamento perfetto, che le consente di dare copertura, vicina, nel luogo e nelle intenzioni, alle centrali difensive, ma col timing giusto ostacolare anche i movimenti tentati dal Como nella sua zona di competenza.  
25’ st Sardi De Letto 7 Continuità: entra per dare copertura, per aiutare a gestire quel risicato ma fondamentale vantaggio. E ci riesce. Dal suo lato di competenza le comasche non passano, non entrano, non si avvicinano nemmeno all'area. 
Canobbio 7.5 Una certezza, in difesa: copertura costante, sia negli interventi sulle avversarie, sia nelle letture dei filtranti tentati dal Como. Il risultato è sempre lo stesso: da lì è difficile, quasi impossibile trovare spazi. Anche perchè si allarga costantemente, chiudendo su Luijks anche quando l'olandese cerca spazi in posizione più defilata. 
Parsani 8 Un gigante, in ogni area del campo. Ma come fa un difensore a farsi riconoscere anche più lontano dal reparto arretrato? Beh, se ha la capacità, il tempo di uscita, che contraddistingue l'ex Brescia Femminile, è "facile". Ma è proprio questa sua dote a infastidire il Como, che si trova con linee di passaggio chiuse da una giocatrice che lì non dovrebbe esserci, ma che lì si trova a suo agio. 
Di Lascio 7 Il collante fra la fase offensiva e la fase difensiva palazzolese, fra l'offendere e il difendere. Tanto lavoro sottotraccia, finalizzato a non schiacciare nè sbilanciare la Pro: nessuna giocata velleitaria, ma sempre la scelta giusta nell'affollato centrocampo di Cassano D'Adda. E il risultato del suo lavoro è sotto gli occhi di tutti. 
Bonacina 7 Pochi spazi in avanti, tanto sacrificio all'indietro: perché l'esterno classe 1996 ha voglia di contribuire comunque, ha la grinta giusta per dare una mano. E così, quando l'attacco si chiude, si aprono le porte della difesa, dei ripiegamenti difensivi: non è raro vederla alle spalle di Belotti, ad aiutare le compagne. Eppure, un metro, uno minuscolo spazio, lasciato aperto a inizio ripresa, dà il via alla sua cavalcata, controllata però dall'uscita di Guidi. 
8’ st Algisi 7.5 Quando il Como si butta in avanti, sono le compagne ad affidarsi a lei, alle sue giocate, per cercare di ribaltare velocemente il fronte offensivo. Forze fresche, ma anche tanta qualità, che diventa decisiva per portarsi il più velocemente possibile vicine alla porta di Guidi. 
Daleszczyk 7.5 Una visione degli spazi da magistra di calcio: quando Parsani esce a infastidire il Como nell'uscita palla, è la polacca a correre subito in difesa, a non lasciare comunque alcuna possibilità al tre contro tre. Ed è proprio questo movimento costante, perpetuo, che permette alla sua Pro di non rischiare alcuno squilibrio sui movimenti del suo centrale. 
Merli 9 Meno bomber, ma tanto leader, tanto capitano: anche quando si fa male, anche quando zoppica, non esce dal campo. Non è superbia, ma è voglia di rimanere ad aiutare, di rimanere a regalare qualità e gestione palla. E glielo si perdona quell'errore sul finale, perché dopo una partita così la lucidità non può che mancare. 
Mezzoli 8.5 Un mastino, un Pitbull, come la soprannominano i suoi tifosi: proprio come Gary Medel, aggredisce immediatamente i portatori palla, aggredisce i centrali che cercano di impostare. E così il gioco del Como arranca, rallenta. Ma il soprannome non tiene conto della qualità che la trequartista porta nel centrocampo palazzolese (33’ st Piovani sv).
Serna 10 Lanciata direttamente dal suo portiere, prima s'invola sulla fascia, poi si ferma, evita il ritorno del centrale, e insacca. Sarebbe già bello così, no? Perché quel gol è un concentrato delle sue doti, di quella velocità, ma anche di quel dribbling che più la caratterizzano. Ma, se non fosse sufficiente, è proprio quel centro al quarto d'ora che regala al Palazzolo il Doblete (46’ st Forelli sv).
All. Brusa 10 E il grande romanzo di questa stagione trova un finale d'oro. Quindici giorni di gioia, culminati con questa vittoria. Un risultato che è il frutto di uno studio approfondito, di quel pressing che fin dalle prime battute di gioco infastidisce il Como, non lo fa giocare, non lo fa - a tratti - respirare. Ma oltre che concentrarsi su questa partita, serve concentrarsi su questa stagione. Giovanni Brusa ha fatto una magia: sostenuto da una società che ha voluto dargli un gruppo forte, ha scritto una favola del calcio femminile, una favola del calcio lombardo. 

ARBITRO

Carrara A. di Bergamo 6.5 Un metro che rimane coerente - come spesso accade, si lascia tanto giocare - ma che, con qualche scelta discutibile, rischia di lasciar troppo spazio a una tensione che ci sta - parliamo pur sempre di una finale - ma che per una parte del secondo tempo non riesce del tutto a controllare. Nel finale si riprende e la tensione si placa. 

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