Cerca

Under 17 femminile

Milano è ancora rossonera! Il coraggio dell'Inter non basta, si decide tutto nella ripresa coi sigilli di due veterane

Dopo un primo tempo a reti bianche Montaperto sblocca la gara, Di Falco la chiude sul perfetto invito di Dancelli

Under 17 femminile Milan ·

UNDER 17 FEMMINILE MILAN · Di Falco e Montaperto festeggiano il 2-0 che vale il derby anche al Vismara

Come concludere in bellezza la fase Interregionale? Chiedetelo al Milan di Treccani: una vittoria? Sì, ma non basta a descrivere l’ultimo giro di valzer del girone per le ragazze del Vismara. Perché vincere è bello, ma prendersi un derby lo è di più. Non vi basta? Il Diavolo chiude il contro della stracittadina da imbattuta, con sette gol fatti e uno subito. Anche se, nei primi quarantacinque, il bisogno di vendetta che l’Inter cerca da quel 29 marzo, da quel 5-1 a casa propria, sembrava poter cambiare un destino che, dopo una prima frazione a tinte nerazzurre, si è ristabilito in via dei Missaglia. Perché al tecnico ex Brescia è servito sparigliare le carte, è servito mandare in campo Montaperto e Dancelli. La diciotto apre le danze, la venti serve l’assist per il 2-0 di Di Falco. E così, al triplice fischio, la storia ritorna: corsi e ricorsi storici, pensava Giambattista Vico. La Madonnina si illumina di rosso e di nero. Il derby va al Diavolo.

SPRINT NERAZZURRO, MA RETI BIANCHE

Classifica puntellata, posizioni già scritte: è questo ciò che racconta il girone A. Milan e Inter si son già prese la qualificazione, si sono già conquistate seconda e terza piazza. Ma la motivazione rimane: perché un derby bisogna vincerlo, perché è sempre bello battere le Cugine. Le nerazzurre per la rivalsa, il Diavolo per la conferma: le milanesi - se ce ne fosse bisogno - cercano il miglior biglietto da visita per presentarsi alle fasi finali, ma cercano soprattutto di dipingere il cielo sopra Milano dei propri colori, della propria bandiera.

Anche se, nei primi dieci minuti di gara, il cielo rimane incerto: non un temporale all’orizzonte, ma un sostanziale equilibrio in campo. Seppur, dopo due minuti, il dialogo Di Falco - Strauss porti la danese pericolosamente vicina alla porta di Ferraro: conclusione troppo centrale del “jolly” rossonero, che è facile preda del portiere ospite. Partenza, risposta: incornata di Palmeri sull’invito di Matteoni, che Giulia Rai blocca sulla linea di porta. Si rimane così sullo 0-0, ma la percezione è che la partita ci regalerà tanto: un sentore confermato da Tomaselli e Di Falco. Dopo il clamoroso palo della diez, l’esterno rossonero incontra di fronte a sè il giganteggiante estremo difensore nerazzurro, che disinnesca il tentativo di Iris e tiene così in piedi il pareggio. Uno spavento e un grande intervento rimettono in pista le ragazze di Marelli, che dopo cinque minuti di sofferenza, riescono a ritrovare metri di campo: il Biscione esce dalla pressione, ma non riesce a trovare con costanza l’area di casa.

E così l’equilibrio prende il sopravvento, e così l’incertezza permane sovrana sul Vismara: una nube che Ciurleo rischia di spazzare via a metà frazione, quando, dopo aver raccolto un pallone vagante al limite dell’area milanista, prova a sorprendere il portiere di Via Dei Missaglia con un sinistro velenoso. buona lettura dell’uno di Treccani, che manda sulla traversa il tentativo del centrocampista di Via Sbarbaro. Ma l’Inter sta mettendo la quinta, sta cercando quella marcia che le consenta il sorpasso, sfiorato a al 38’ dal dieci nerazzurro: a porta sguarnita, vista l’uscita dell’estremo difensore di casa su Matteoni, la diez non riesce a inquadrare la porta rossonera. Tiro potente, troppo potente, che si alza sopra la traversa. Ma dopo un quarto d’ora di tattica e lotta, il Biscione sembra averne di più per avvicinarsi al vantaggio. Una potenzialità, un grande punto interrogativo che rimane tale fino al duplice fischio. Fra fra reazione e conferma, i ruoli sembrano essersi ora invertiti.

FUGA E RICONFERMA MILAN

Una storia che però Treccani vuole e cerca di cambiare fin da subito. Dopo la buona occasione di Strauss che apre la ripresa, il tecnico manda ne cambia tre: una scelta che Montaperto giustifica in un paio di minuti. Fuga sulla destra di Galluzzi, che trova al centro proprio la diciotto, glaciale nel battere Ferraro e sbloccare così un derby che sembrava scivolare verso Via Sbarbaro.

Un colpo quasi a freddo, quello che colpisce l’Inter, una reazione, quella delle ragazze di Mandelli, che arriva. Perché le nerazzurre vogliono tornare in partita, perché il Biscione vuole tornare a mordere, sfruttando anche le nuove energie che il tecnico nerazzurro manda in campo. Ma il Milan in questo momento ha un’altra compattezza, ha un’altra solidità: e questo può significare solo una cosa. Resistere e riprendersi. , esattamente ciò che il Diavolo fa. Resiste alla pressione e, dopo cinque minuti (si) riprende il campo che aveva perso. Un solo effetto, un destino segnato: al 25’ Dancelli scappa alla difesa ospite e serve al centro Di Falco, che da due passi non sbaglia. È 2-0 rossonero.

E, ora sì, per l’Inter si fa complessa: nel risultato, che scappa, proprio come successo giorni fa, e nello spirito. Un doppio svantaggio che le nerazzurre patiscono, vista anche la grinta che le ragazze di Treccani rimettono in partita. Una pressione asfissiante aiutata dal fatto che quando l’Inter attacca, si scopre tanto, tantissimo. Anche se una fiamma, una luce, si riaccende nei cinque minuti finali: il cuore nerazzurro ricomincia a battere, trascinato da Clericetti e tenuto in partita da Bruno e, quando serve, dai guantoni di Ferraro. Ma al triplice fischio, nulla è cambiato: prima al Konami center, ora al Vismara, la costante è la stessa. Al Milan non resta che cantare, anzi, ricominciare a cantare “Milano siamo noi!”.

IL TABELLINO

Milan - Inter 2-0
RETI: 6’ st Montaperto (M), 25’ st Di Falco.
MILAN (3-5-2): Rai G. 7.5, Rabbolini 7 (18’ st Elshamy 6.5), Rai R. 7.5 (30’ st Atamo sv), Cortinovis 7.5, Parolo 7, Zecchina 6.5, Galluzzi 7 (30’ st Spagliardi sv), L’Abbruzzi 6.5 (4’ st Peres 6.5), Strauss 7 (4’ st Montaperto 8.5), Tomaselli 7 (4’ st Dancelli 7.5), Di Falco 8 (30’ st Duina sv). A disp. Lopez, Atamo, Renner. All. Treccani 8. Dir. Luongo.
INTER (3-5-2): Ferraro 7.5, Occhipinti 7 (9’ st Casiraghi 6.5), Di Summa 6 (15’ st Cerutti 6), Farroni 8 (33’ st Bruno sv), Clericetti 8.5, Crippa 7 (20’ st Artesani 6), Matteoni 7, Brevi 6 (15’ st Ascone 7), Bersani 6.5 (33’ st Brambilla sv), Ciurleo 7, Palmeri 6.5 (15’ st Saragoni 6). A disp. Santambrogio, Defendi. All. Marelli 6.5. Dir. Ferraiuolo.
ARBITRO: Castellarin di Lecco 6.5.
AMMONITE: Zecchina (M).

LE PAGELLE

MILAN

Rai G. 7.5 tiene chiusa la saracinesca, tiene fisso lo zero sul conto dei goal subiti. Ottime risposte date dal portiere rossonero, attento fra i pali e pronto nelle uscite, anche quando il traffico davanti alla propria porta è congestionato. Spunta coi guantoni e allontana la minaccia, anche con un pizzico di fortuna, certo, ma si sa, la fortuna aiuta gli audaci. 
Rabbolini 7 Sul suo lato di competenza, gli esterni nerazzurri fanno fatica a colpire, fanno fatica a incidere: merito sicuramente di Galluzzi, sua compagna sull'esterno, merito sicuramente delle sue pronte uscite mirate ad aiutarla. E poi, quando meno te l’aspetti, nella mischia dell’aria nerazzurra esce col piattone e rischia l’eurogol. Imprevedibile.
18’ st Elshamy 6.5 Due anni sotto età, eppure le avversarie faticano a contenerla anche fisicamente: come quella cavalcata a tempo scaduto in cui sono in due a tentare di fermarla, riuscendoci solo dopo trenta metri, sul dischetto del rigore. Era già presente tra le allieve, ma oggi come allora ci sentiamo di dire che le prospettive per l’anno prossimo non possono essere che rosee.
Rai R. 7.5 «Dal lato di Rebecca non si passa» commentano i tifosi rossoneri sugli spalti. Ed è vero: nonostante di fronte ci sia una Matteoni che dal cambio ruolo ha trovato una grinta pazzesca, superare il braccetto rossonero è difficile e, alla fine, impossibile. Dove non arriva solo con la tecnica, arriva anche soprattutto con la caparbietà: animo da difensore, no? (30’ st Atamo sv).
Cortinovis 7.5 Una posizione interessante, un essere conservativa che dà molto fastidio al centrocampo nerazzurro che si trova una costante in questa partita è proprio nella sua presenza a rendere difficile la manovra. E questo funziona, perché l’Inter o sviluppa sulle fasce - anche lì, è fisso, programmato e puntuale il suo supporto - o non sviluppa praticamente gioco. 
Parolo 7 Gestire, guidare i movimenti, un compito facile no? Le risposte è ovvia: controllare una difesa a tre è complicato, eppure guardando il modo in cui ha giocato non sembra. Tutto facile, tutto semplice, o almeno così appare, vista la calma con cui porta a casa il clean sheet. 
Zecchina 6.5 Il trade d'union tra attacco e difesa, tra fase offensiva e difensiva. Corso una maratona? Forse, probabile dato che la si è vista in ogni area del campo. E si è anche presa un giallo un giallo, sì, ma perché a fine partita dopo tutti quei chilometri l’ennesima cavalcata all’indietro non può che essere difficile. 
Galluzzi 7 Un primo tempo difficile, una sfida quella con Di Summa che di fatto annulla il contributo che le due giocatrici riescono a dare alle rispettive compagini. Eppure, appena la nerazzurra rallenta un rientro, appena l’esterno di Marelli le concede una cavalcata, fornisce l’assist per Montaperti. Niente male, no? (30’ st Spagliardi sv).
L’Abbruzzi 6.5 Finché è in campo la partita non le concede praticamente nulla: non le concede spazi, nonostante li brami, li cerchi, salendo quasi sulla linea di attaccanti, e non le dà occasione per mettersi in mostra. Però, proprio in queste partite, viene fuori la grinta: e quella non si è potuta che notare.
4’ st Peres 6.5 Un interessante jolly nella manica, anzi nella panchina, pescato da Treccani: perché la quindici riesce ad occupare al meglio tutte le posizioni. Il fine è uno, infastidire il più possibile la manovra avversaria. Il risultato? Anche quello univoco: l'Inter fa fatica a costruire, fa fatica a impostare. 
Strauss 7 Stranamente non incide, o meglio, non riesce a incidere nel punteggio; sfortunata, come in occasione di quel tiro murato da Matteoni, e un filo meno precisa del solito. Però c’è, c’è la sua falcata, c’è anche la sua capacità di proteggere palla: c'è soprattutto quella voglia di non mollare mai che, insieme alle doti di campo, le consente sempre di dare tanto, tutto per la squadra. 
4’ st Montaperto 8.5 Due minuti, centoventi secondi, per stappare un derby che si stava facendo complicato: animo da bomber, no? Ma Montaperto non è solo questo, non è "solo" un rapace d'area. Nei minuti successivi la si vede spesso sulla linea dei centrocampisti, talvolta sulla linea dei difensori: l'obiettivo è semplice, dare una mano dove serve, dove le sue energie possono essere utili. Lei è l'Ovunque. 
Tomaselli 7 Un palo le lega la gioia del gol dopo un inserimento perfetto, lì, dove nessuno stava occupando lo spazio. Poi le nerazzurre la ingabbiano, poi la costringono a muoversi tanto; forse a nascondersi a tratti, per sbucare nel modo giusto, nei momenti giusti. Pochi palloni, ma sempre giocati con la voglia di organizzare l’attacco, alle spalle di Strauss. 
4’ st Dancelli 7.5 Le compagne si affidano a lei, le riconoscono l'onere e l'onore di spaccare la difesa che l'Inter deve necessariamente scoprire. In quegli strappi, in quelle cavalcate vengono fuori velocità e controllo palla, e viene soprattutto fuori l'assist per Di Falco.
Di Falco 8 Più lontana dall’area, in un ruolo che la costringe agli straordinari anche in fase difensiva: si vede forse meno ma si vede abbastanza; e poi in attacco, si vede sempre: si vedono i suoi assist, i suoi filtranti per Strauss, e si vedono i suoi inserimenti. E tac, al momento giusto, col piattone spedisce in porta il 2-0 (30’ st Duina sv).
All. Treccani 8 Una squadra ridisegnata, ricostruita per adattarsi al meglio all'avversario: cambia la tattica, non cambia il risultato. Il Milan vince, rivince, trascinato da chi - per necessità o virtù - aveva lasciato fuori nel primo tempo. Segno di un gruppo unito, segno di una rosa profonda che può cambiare le sorti di una partita: ciò che è accaduto oggi. Il suo Milan sa offrire, ma sa anche cambiare repentinamente marcia. Non sappiamo cos'ha detto alle sue ragazze negli spogliatoi, ma sappiamo che nella ripresa la veste delle rossonere è rimasta tatticamente la stessa, ma il modo di approcciare la gara è cambiato totalmente. 

INTER

Ferraro 7.5 Il Sommer delle Allieve nerazzurre: così la definiscono i suoi tifosi sugli spalti. Un guizzo, quello su Di Falco, che non può che fa ritornare in mente quell'intervento dello svizzero su Erin Garcia. Sono un riflesso gattesco può permettere un miracolo del genere, una parata che si somma a quella su Strauss e, più in generale, alla sensazione di sicurezza che in porta dà sempre e comunque, anche quando la difesa è sguarnita.
Occhipinti 7 Nei campi a nove le sue cavalcate sono più facili, eppure, non sono mancate nemmeno oggi: prende palla e la porta un po' dove vuole lei, dove preferisce lei. Eppure, in difesa non manca mai: anche contro avversarie due anni più grandi sa come farsi rispettare, sa come incidere. 
9’ st Casiraghi 6.5 Entra in campo e si riprende, poco dopo, la sua fascia da capitano, ma si riprende soprattutto la posizione lì in difesa: un posto - fisso - che non lascia mai. Una certezza, il trovarla lì, che si esplica a fine secondo tempo, quando con l'Inter tutta buttata in avanti, è proprio lei a incaricarsi di rimanere The Last of Nerazzurre. 
Di Summa 6 Un bel duello, quello che ingaggia con Galluzzi: nel primo tempo le due esterne fanno fatica a liberarsi della pressione l'una dell'altra, anche se la sua agilità le concede comunque degli interessanti strappi. Gli stessi con cui tenta di ribaltare il fronte dopo l'1-0, quando si alza con le compagne alla ricerca del pareggio. 
15’ st Cerutti 6 Pochi palloni, tanta grinta: l'impegno non le manca mai, la corsa, manco a dirlo, nemmeno. L'Inter fatica a sviluppare l'azione dal suo lato di competenza, ma lei segue incessantemente l'azione. 
Farroni 8 Immolarsi, verbo riflessivo: sacrificarsi per un fine superiore. Esempio: il suo intervento su Strauss, una gamba messa al momento giusto, al fine di evitare qualsiasi pericolo. Una risposta pronta, un esempio di ciò che ha dato per tutto l'arco della partita. Una presenza però ovunque nel campo di Via dei Missaglia: perché al numero quattro piace replicare i movimenti di un altro quattro molto famoso fra i nerazzurri, piacciono le cavalcate che raccontano di un paragone forse azzardato con Javier Zanetti (33’ st Bruno sv).
Clericetti 8.5 L'ultima a mollare, la prima a voler trascinare gli altri: una garanzia in difesa, ma soprattutto una leader. Nel primo tempo è la prima qualità a emergere: una copertura costante, anche e soprattutto sullo spazio lasciato libero da Farroni. Nella ripresa, invece, ecco la seconda dote, impersonata da quel continuo farsi strada, farsi largo fra le maglie rossonere a tentare il tiro e, quando non si può, almeno il cross per le torri al centro. 
Crippa 7 Ordine: ogni palla che tocca, ogni giocata che fa, è finalizzata a ristabilirlo nel gioco nerazzurro. Una posizione sicuramente difficile, quella di mediano, un obiettivo che raggiunge a pieni voti nel primo tempo. Perchè l'Inter trova nel suo capitano un'isola sicura, un'oasi nel marasma del campo dove, quando se si arriva, ci si riorganizza al meglio. 
20’ st Artesani 6 Instancabile per tutto il rettangolo verde di Via dei Missaglia, dove cerca di ricostruire un gioco che l'Inter non stava più trovando: buon dialogo con Ascone, anche se la marcatura rossonera si fa pressoché costante. 
Matteoni 7 L'avevamo detto: nel 3-5-2 ha ritrovato il suo ruolo. E i risultati si sono visti, in stagione e in questa partita: si ritaglia sempre uno spazio, un angolo nell'area di rigore rossonera, da cui sfiora, in due occasioni anche l'eurogol. Due piazzati velenosi, che sibilano vicino al palo lontano e si spengono sul fondo. Quella posizione è sua, è il luogo naturale aristotelico a cui è ritornata. 
Brevi 6 Un ruolo, quello di collante fra attacco e difesa, sicuramente complicato: tanto lavoro sottotraccia, tanta quantità, con l'obiettivo di aiutare in entrambe le fasi. L'impegno è tanto, gli spazi nel disegno tattico di Via dei Missagli sono pochi. 
15’ st Ascone 7 "Asco" è il grido che si sente e si ribadisce costantemente nel rettangolo verde: tutti, davvero tutti, i palloni passano dai suoi piedi, passano dalla sua qualità. Gestisce palla, quando serve la nasconde alle avversarie, che son costrette a stenderla fallosamente per fermarla.
Bersani 6.5 Spazi in verticale? Pochissimi. Lavoro spalle alla porta? Tanto, e spesso anche lontano dalla porta. A volte concede lo spazio dell'attacco alle compagne e si allontana, dalla porta e non dal gioco, per aiutare la squadra anche distante da Giulia Rai (33’ st Brambilla sv).
Ciurleo 7 Una media fra primo e secondo tempo: una prima frazione costantemente in supporto all'attacco, alle spalle delle avversarie. Triangoli perfetti, tirati - sembra - con un righello fra lei, Matteoni e Bersani, proprio a liberarsi dalla marcatura rossonera. E poi, si nasconde, e risbuca a riprendere palla e a tentare il gol. Centimetri la separano dall'1-0, dal centro che avrebbe meritato. 
Palmeri 6.5 Una sua incornata ristabilisce l'equilibrio - almeno in quanto a occasioni - nei primi minuti del derby: una boa atipica, capace di utilizzare la sua fisicità nelle sfide aeree, ma anche di attaccare bene, estremamente bene, la profondità. E quando non tocca palla, comunque infastidisce la difesa rossonera, che spesso deve raddoppiare lei e liberare altre nerazzurre.
15’ st Saragoni 6 Anche quando l'Inter si abbassa, quando il Milan attacca, il suo pressing sulla difesa rossonera rimane costante, anche a costo di correre da un linea laterale all'altra: lei c'è, il suo forcing c'è. 
All. Marelli 6.5 Un peccato, la furia nerazzurra della prima frazione non ha portato i frutti che si era costruita e che, probabilmente, avrebbe meritato: da quando ha cambiato modulo, l'Inter ha un gioco diverso, dimostrato anche nel derby di ritorno. Perché è vero, esce con zero punti dal Vismara, ma è tutta un'altra partita rispetto a quel 5-1. Più compattezza e, soprattutto, tante soluzioni. La stagione ha ancora molto da riservare alle sue nerazzurre. 

ARBITRO

Castellarin di Lecco 6.5 La partita scorre senza grandi proteste, aiutata anche da un arbitraggio che lascia molto giocare: risultato, match piacevole, seppur ogni tanto si conceda persino troppo negli scontri. Rimane qualche dubbio su un tocco di mano nell'area nerazzurra. 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter