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Under 19 Femminile

È un Sudtirol incontenibile! Sei gol alle campionesse di Lombardia per continuare il sogno Scudetto

Huber indirizza, Rocco risponde, poi le altoatesine dilagano: gli eurogol di Costisella e Zipperle e la tripletta di Fischer valgono il 6-1

Under 19 femminile Sudtirol ·

UNDER 19 FEMMINILE SUDTIROL · Fischer, Zipperle, Costisella e Huber, le biancorosse che hanno deciso la sfida di Appiano

A volte i gesti valgono più delle parole; a volte il modo migliore per presentarti al mondo è mostrandoti per quel che sei, è mostrare le frecce al tuo arco. Senza nascondere nulla, perché è bello essere forti. Perché è così che ha fatto il Sudtirol, è così che ha consegnato all'Accademia Torino e alle altre top-4 d'Italia il proprio biglietto da visita. Mostrandosi nella propria incredibile e naturale potenza, nel proprio idillio. A casa propria, davanti al proprio pubblico, contro un Como che in tutta la stagione di gol ne aveva subiti solo dieci. Un paradiso calcistico, ricco di bellezze che meriterebbero un posto speciale: i gol di Huber, Costisella e Zipperle, ma più di tutti, la tripletta di Fischer. Tre centri da cineteca quelli del primo tempo, una tris da sogno quello dell'attaccante altoatesina, già protagonista in Serie C e ora aggregata con la Juniores. Rocco tiene in piedi le sue, ma non può evitare una sconfitta che suona, per le ragazze di Maraner, come un trailer di cosa ci potrebbe attendere nelle prossime settimane. Ma se è vero che del domani non c'è certezza, le biancorosse si godono l'oggi: si godono l'aver battuto le campionesse di Lombardia, si godono il passaggio del turno. E chi vivrà, vedrà. 

SPETTACOLO BIANCOROSSO

Regine, in patria, ma ora viene il bello, ora viene il difficile. Un incontro dal sapore feudale, fra due regni che nelle rispettive regioni - o quasi, visto la partecipazione del Sudtirol con le squadre venete - hanno fatto incetta di trofei, di vittorie. Una sconfitta in ventitré giornate per le altoatesine - ormai un lontano ricordo, quella prima giornata persa in casa del Venezia - un solo KO per le ragazze di Roveda, datato domenica 27 aprile. Un inizio col botto, quello nel triangolare: 4-1 per le padrone di casa, 5-0 per le lariane con la Spal. È come se dagli spalti si guardasse un campo di battaglia. Ventidue guerriere, due vassalli, uno biancazzurro, l’altro biancorosso, un solo obiettivo: vincere e vedere il proprio nome fra le prime quattro d’Italia.

Ventidue secondi, quelli che bastano alle lariane per bussare alla porta di Holzer: Rocco si guadagna una punizione, Rocco la batte. Palla alta, ma i ritmi sono altissimi, fin da subito, e il gol sembra seguire poco dopo. La porta che si gonfia, però, è quella di Bosaia: recupero alto di Costisella che appoggia subito per Huber. Pallonetto velenoso della giocatrice con la undici sulle spalle, che supera il portiere comasco e porta in vantaggio le sudtirolesi. La reazione arriva subito, il Como rialza la testa, riaffila gli artigli e il pareggio sembra essere una realtà concreta, una potenzialità che si fa oggettività nel segno di chi ha deciso la finale, ha deciso la partita con la Spal e vuole a decidere anche questa sfida qualificazione. Con il numero nove, Alessia Rocco: famelica, fortunata anche. Il rimpallo sul rinvio di Holzer la favorisce e la carambola porta a una sola conseguenza: è 1-1, è di nuovo tutto un parità, nel parziale e, successivamente, nel rettangolo verde. Perché il canovaccio tattico si disegna, si definisce. In campo le ragazze di Maraner si prendono il controllo della sfera, ma la porta ospite rimane lontana, rimane sicura. Merito di una Malacrida giganteggiante, ma anche di una Bosaia che quel pallone lo calamita ogni qualvolta finisca fra le sue parti.

Un fragile equilibrio, che rischia di non reggere fino al venticinquesimo. Perché il sinistro di Zipperle sembra essere il tiro perfetto, il piazzato del 2-1. Un’impressione rotta, spezzata dalla traversa, che salva il Club del Lago e tiene così in piedi quest’instabile parziale, che sorride inevitabilmente alle biancazzurre, forti della miglior differenza reti. Ma qui, i calcoli, non si devono fare. Perché poi, un eurogol, ti scombina i piani, ti complica la vita. Un capolavoro di Costisella, un tiro cross che inganna tutti. Due tocchi, quelli che bastano quando la qualità c’è, e il Sudtirol rimette la freccia, nel punteggio e negli equilibri, che ora sembrano favorire la formazione di Maraner. Più gamba, più grinta e, soprattutto, una Zipperle in cerca di riscatto, dopo quella traversa che ancora trema: stessa mattonella, diversa situazione, stesso risultato. Palla sull’angolino lontano e gol suditirolese. Il primo tempo va in archivio sull’esultanza del diez, ma soprattutto sulle recriminazioni del Como.

FISCHER SALE IN CATTEDRA

Un cambio immediato, quello tentato dal Como per ribaltare la partita. Dal 4-2-3-1 al 3-5-2, da Pizzi a Sarandrea. Un passo che cambia subito, una marcia che si alza alla ricerca di un gol che riaprirebbe immediatamente ogni discorso. Un elastico che però non sembra essere stato caricato abbastanza, perché la grinta, la furia lariana sembra spegnersi nel giro di dieci minuti. Merito soprattutto di un Sudtirol che, dopo aver dovuto imparare, ri-conoscere il suo avversario, sembra avergli di nuovo preso le misure. E il 4-1 sembra una questione di attimi, di momenti fuggenti, come fuggente è la cavalcata di Fischer. Un lampo del nove, che proprio come un lampo si invola verso Giorio e, glaciale, dà il via alla fuga delle altoatesine.

Una difficoltà, per le ragazze di Roveda, che sembra vedersi fin da subito. Più psicologica che tattica. Una crisi che però è sempre Rocco a voler, a cercare di chiudere, per rilanciare le sue compagne, per ricominciare a sognare. Un dribbling ubriacante nell’area di casa, un salvataggio incredibile, quello con cui Palla tira fuori la sfera dalla propria porta.

E così, l’intervento della centrocampista sembra essere il decisivo turning point per le ragazze di Maraner. Perché il Como si alza, ma non sembra aver più quella forza mentale per tentare l’affondo decisivo. Un affondo, che ancora una volta riesce a Fischer: duello aereo con Cariboni, vinto dall’attaccante, che resiste al difensore avversario e, sola davanti a Giorio, realizza la propria doppietta e, soprattutto, il 5-1 che vale la sicurezza. Un Panzer, la punta biancorossa, un carraramato incontenibile in una ripresa in cui è parsa sostanzialmente dominante. Un tripudio, testimoniato dalla tripletta. Fotocopia, replica, dei primi due gol della bomber: Fischer scappa a Malacrida e nessuno la prende più. È 6-1 finale, è apoteosi Sudtirol, che vola in semifinale e avvisa tutti.

IL TABELLINO

Sudtirol - Como 6-1
RETI (1-0, 1-1, 6-1): 4’ Huber (S), 10’ Rocco (C), 35’ Costisella (S), 48’ Zipperle (S), 14’ st Fischer (S), 32’ st Fischer (S), 38’ st Fischer (S).
SUDTIROL (4-2-3-1): Holzer 6.5, Moio 7.5, Laner 7 (41’ st Vieider sv), Senoner 6.5, Nigg 7.5, Costisella 8, Miraldi 6.5 (15’ st Palla 7), Rabanser 7.5, Fischer 9 (39’ st Chini sv), Zipperle 8.5 (28’ st Rabensteiner sv), Huber 8 (35’ st Brunner sv). A disp. Gruber, Brunner, Cesari, Giaconi. All. Manarer 9.5. Dir. Insam.
COMO (4-2-3-1): Bosaia 6.5 (1’ st Giorio 6), Malacrida 7.5, Caccia 6, Cariboni 7, Piatti 6 (14’ st Bettarelli 6), Pedron 6.5 (36’ st Tavecchio sv), Pizzi 6 (1’ st Sarandrea 6), Serio 7, Rocco 8, De Rossi 6, Matteazzi 6.5 (34’ st Righi sv). A disp. Gandola, Bettarelli, Scibilia, Sonato. All. Roveda 6. Dir. Rotondo.
ARBITRO: Pandini di Bolzano 6.5.
ASSISTENTI: Giannone di Arco Riva, Cappellaro di Verona.

LE PAGELLE

SUDTIROL

Holzer 6.5 L’hanno chiamata dalla prima squadra per aiutare le giovani biancorosse e lei ha risposto presente. Pochi interventi, ma clamorosamente decisivi. Solo tanta sfortuna macchia un pomeriggio da sogno, quel gioco di rimpalli che alla fine favorisce Rocco.
Moio 7.5 Ricordiamo l’avversario da fronteggiare, pensiamo allo spazio che le ha concesso: Alessia Rocco, pochi centimetri. Una marcatura che si fa costante nel passare del tempo, con una posizione che però aiuta Nigg: perché la sua compagna così esce, ma può sempre contare su un porto che rimane sicuro.
Laner 7 Prudenza, tranquillità: nessuna uscita a vuoto, nessun salto nel buio che potrebbe mostrare il fianco dal suo lato di competenza. Anche quando la puntano in due, anche quando deve resistere al gap di energie con Sarandrea, lei c’è. E alla fine dal suo lato non si passa (41’ st Vieider sv).
Senoner 6.5 Una stella meno visibile ma altrettanto brillante. Un ossimoro sensato, perché il suo lavoro, lontano dai riflettori, paga, brilla sul lungo periodo: il Sudtirol non si sbilancia mai e, al contrario sembra sempre avere le giocatrici giuste al posto giusto per continuare in un pressing che infastidisce la manovra avversaria.
Nigg 7.5 Uscite precise, appuntamenti puntuali con le avversarie. Ad aiutare le compagne di reparto, allargandosi con costanza sulle fasce, quando il Como prova a pungere lì, ad aiutare il centrocampo, nelle rare volte in cui salta la diga mediana. Un po' qui, un po' lì, ma sempre nel punto giusto. 
Costisella 8
La tua squadra sta spingendo, ma sta pareggiando, e rischia di non passare il turno. Tu prendi un pallone e lo scaraventi in porta, proprio in quel momento in cui la sorte sembrata aver indossato una sciarpa del Como. Lo fai in scioltezza, quasi come stessi bevendo un bicchier d'acqua. Hai in realtà realizzato un gol impossibile, dal peso importante. Masterclass.
Miraldi 6.5
Pochi spazi per l'attaccante di Maraner, vie intasate che però non le tolgono nemmeno per un secondo quella grinta con cui azzanna la partita. Si muove tanto, e senza palla apre spazi: lei non li trova, ma li concede alle compagne. Altruismo. 
15’ st Palla 7
Quel pallone di Rocco poteva essere la sliding door di questa partita: perché è vero, il Sudtirol era sopra di tre, ma un gol in quel momento poteva riaprire i discorsi. Ma lei li ha chiusi, con una lettura perfetta, con un taglio che la porta a togliere il pallone sulla linea. 
Rabanser 7.5
Un terzino atipico, che difende, attacca, ma soprattutto, sopra tutte, entra dirompente e attivamente nella costruzione gioco del Sudtirol. Sfrutta il suo controllo palla e una straordinaria calma per dispensare gioco, dispensare palloni alle compagne. Fate ciò che volete, mi trovate sempre qui. 
Fischer 9
Una tripletta in poco più di venti minuti, tre gol quasi in fotocopia, che però rappresentano il suo talento. Un attaccante in grado di spaccare il campo, ma allo stesso tempo di resistere fisicamente al ritorno dei difensori. Un'assurda completezza, che dà al Sudtirol tre centri, ma soprattutto soluzioni: perchè gioca di sponda quando non può far altro, e poi azzanna la profondità il momento successivo. Scrosci di applausi meritati durante l'uscita dal campo (39’ st Chini sv).
Zipperle 8.5
Un appuntamento col gol che attende, brama: un primo assaggio lo dà con quella traversa, che non placa però quella fame, ne rimanda il conto, presentato venti minuti dopo. Quando la testa era negli spogliatoi per molti, il suo spiovente finisce in porta. E così il Sudtirol va, ora sì, a riposo con un'altra sicurezza (28’ st Rabensteiner sv).
Huber 8
Primi minuti di assoluta esplosività per l'esterno di Manarer: le compagne le dicono - metaforicamente - "va e fa ciò che  vuoi" e lei le prende in parola. Costisella le consegna il pallone, lei lo scaraventa in porta. Anche qui, con una naturalezza incredibile (35’ st Brunner sv).
All. Manarer 9.5 
E, forse, è solo l'inizio, è solo l'assaggio di una squadra che si è presa una bella iniezione di fiducia. Consegnatale dai suoi stessi talenti, consegnatale anche da una compattezza che si dimostra in un solo gol subito e in una partita che, per il resto, sembra vivere pochi rischi. E se, come nella filosofia del tecnico, è proprio dalla difesa che si costruisce la squadra, allora siamo sulla buona strada: anche se sei gol nascondono il dato, ma ne dimostrano un altro. Le soluzioni di questo Sudtirol sembrano infinite. 

COMO

Bosaia 6.5 Tre gol difficilissimi da leggere, tre parabole velenosissime a cui è difficile rispondere. Un peccato, perché le sue doti in un primo tempo sicuramente complesso erano emerse. Un ottimo posizionamento, che la rende decisiva quando c'è da stare fra i pali - ottima quella risposta sull'ennesimo tentativo di Huber - ma anche e soprattutto quando si tratta di uscire. 
1’ st Giorio 6 Duello con Fischer che si ripete e continua, un tu per tu su cui è difficile dire la propria, vista l'abilità dell'attaccante altoatesino. Una calma che però la contraddistingue, la caratterizza, quando le compagne la coinvolgono nel gioco dal basso. Accetta il pressing, dote non scontata. 
Malacrida 7.5 Gigantesca nei minuti centrali del primo tempo, quando interviene e rinviene su ogni pallone vagante nella metacampo lariana. E nella ripresa si mette poi al centro del tridente arretrato, cercando di tenere in piedi la sua difesa. Uno spirito di adattamento che va a riprova del suo talento. 
Caccia 6 Tanto alta, sempre pronta a pressare le avversarie anche molto lontano dalla difesa. L'obiettivo è chiaro, la qualità c'è: una propensione, quella all'assalto, che sembra dimostrarsi nella ripresa, quando nel nuovo sistema tattico di Roveda si mette ad arare la fascia di sinistra. Tutta sua, tutta da coprire. 
Cariboni 7 Un duello fisso con Fischer, impersonato, da quell'intervento perfetto, al limite ma giusto, su Fischer. Perfetta, puntuale, senza alcuna protesta. E nella ripresa rimane sempre lì, arretrata, a cercare di tenere lo svantaggio il più possibile sottile, risicato. 
Piatti 6 Un ottimo movimento, un ottimo scambio costante con Pedron. Difensore e centrocampista, centrocampista e difensore: ma al momento giusto, anche salvarisultato. Rinviene sull'appoggio al centro di Fischer e lo scaraventa prepotentemente in angolo. Pomeriggio complesso, ma di voglia. 
14’ st Bettarelli 6 Momento complesso quello in cui fa il suo ingresso in campo: appena subito il 4-1, la difesa lariana si svuota di interpreti. La lotta c'è, la grinta anche: gli ingredienti di mezz'ora di battaglia, che però oggi non sono bastati. 
Pedron 6.5 Aldilà del dialogo tattico con Piatti, c'è quel sacrificio che a un mediano sembra sempre richiesto, dovuto, ma che oggi ha una valenza importante. Perché è costante, anche nei momenti più psicologicamente complessi. E poi la si trova sempre sul primo palo quando i pericoli le sudtirolesi le creano dai corner. E da lì nessuno passa (36’ st Tavecchio sv).
Pizzi 6 Il sacrificio c'è, quello che serve per non uscire dalla partita quando gli spazi sono intasati. Rientra, recupera, sempre lontano dalla propria area di competenza, perché le compagne non si lasciano mai sole. E al momento giusto assalta, azzanna la profondità, alla ricerca dello spazio per servire Rocco. 
1’ st Sarandrea 6 Il tactic-changer di Roveda, che sfrutta la duttilità della sua giocatrice: parte centrale, così da ridisegnare con la sua posizione il 4-2-3-1 iniziale, e poi si sposta sulla destra. L'impegno c'è, ma gli spazi e i palloni sembrano mancare. 
Serio 7 Gestione, sempre e comunque. Con una calma sopraffina, sempre con l'obiettivo di non buttare mai, di non sprecare mai: anche se questo ogni tanto le dà troppa prudenza, la prota a non rischiare, a passarla dietro, ma a non sprecar nulla. Mente del centrocampo biancazzurro. 
Rocco 8 E una firma l'ha messa, un sigillo che non è pesato, al triplice fischio, come già successo in questa stagione, ma che mostra e dimostra il suo talento, il suo peso in questa squadra. Fortunoso sì, ma altrettanto e potenzialmente importante. Poi ci riprova, ritenta, ma la fortuna - e soprattutto Palla - gli negano la doppietta, che contro una squadra così è tanta roba. 
De Rossi 6 Non molla mai, non lascia mai il rettangolo verde. Quando le si chiudono gli spazi della trequarti, le si aprono quelli dei ripiegamenti difensivi: una grinta dimostrata dai recuperi sulla mediana, ribadita da quella corsa di cinquanta metri per andare a recuperare, a tenere in campo, un pallone a cui nessuno credeva. 
Matteazzi 6.5 Nel momento più difficile, onora la fascia da capitano. Si prende una punizione pesante, che avrebbe potuto avere un peso diverso, se solo la sfortuna le avesse concesso il giusto riconoscimento: non gira abbastanza, non inquadra lo specchio per centimetri (34’ st Righi sv).
All. Roveda 6 Un risultato severo, che chiude però una stagione di successo: peccato, per il momento e per le ambizioni di chi, queste fasi nazionali, ancora non è riuscito a portarle fino in fondo. Il 6-1 macchia, ma non annulla niente: perché, digerita questa sconfitta, rimarrà la sicurezza di un campionato dominato, di una finale conquistata e controllata e di un titolo regionale che conferma le sue abilità nella categoria. Anche i grandi cadono, ora c'è bisogno di imparare e rialzarsi. 

ARBITRO

Pandini di Bolzano 6.5 Non ci sono grandi episodi, non c'è nessun evento clou che macchia la sua prestazione. La partita scorre bene, serena, senza grandi proteste. Rimane però un punto grigio: nessun cartellino estratto, pur in una partita che qualche giallo lo avrebbe meritato.

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