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Under 15 Femminile

Arancionere pigliatutto! Un gol nel finale vale la vendetta e consegna il trono della Lombardia

A Oliverio basta il tap-in di Karabelyova nel terzo tempo: Como coriaceo ma sconfitto in una finale entusiasmante

La Rhodense festeggia il titolo regionale

RHODENSE UNDER 15 FEMMINILE: Rhodense campione regionale

Il calcio, per un pomeriggio, ha il sorriso spensierato della Rhodense. Che porta a termine un'impresa stoica, nella maniera più incredibile, più impensabile. Sigillata attraverso le idee, il coraggio, la consapevolezza. E quel pizzico di follia che anima la bellezza. Sì, questa Rhodense è follia e bellezza che si incontrano. E, da oggi, è anche campione regionale: il mito prenda nota di questo grandissimo traguardo. Perché, sul verde di Cavenago, la truppa di Oliverio ha scolpito un autentico capolavoro sportivo, fatto di attesa snervante, passione frenetica, tensione travolgente. Cavalcando l'adrenalina e l'orgoglio, per guadagnare l'eterno ricordo della storia. Nella descrizione di un attimo, quello che basta a Karabelyova: è suo, infatti, il gol che, a inizio terzo tempo, stravolge l'equilibrio, accentua il pathos, impregna il corso degli eventi con ondate di speranze e di sogni in direzione Milano metropoli. Perché, se non si fosse capito, la Rhodense è davvero campione di Lombardia: Como ko!

EQUILIBRIO E BAGARRE

Lo sguardo affamato per guardare oltre. I muscoli per superarsi e colpire. Il pugno stretto in segno di vittoria. Il calcio per disegnare bellezza. E per trionfare sulla vita. Nasce così, il desiderio di osare: da una miccia che si accende, da un obiettivo comune che responsabilizza e tara l’orgoglio. Scalare le vette più alte, consolidare il proprio status tra i grandi del gioco, contornare la regione dei propri colori e dei propri sogni. Nasce così, la sete di percorso. Quello che Rhodense e Como hanno tracciato e perseguito ruota a ruota. Scrutandosi, studiandosi e battendosi già una volta, per arrivare puntuali ed eleganti all’appuntamento con la storia. Che vale una coppa, certo, ma anche scenari di riscatto. Perché il successo lariano nel duello di gennaio fa ancora tanto rumore: brusii fastidiosi spalmati in un 5-0 netto, che grida vendetta. La stessa che le arancionere di Oliverio serbano a fari spenti, a fuoco lento, quasi senza dar nell’occhio. Ma la vittoria contro il Brescia nella semifinale playoff ha dato indicazioni precise sul potenziale del gruppo, in cui credere è lecito. Dunque, il divertimento è assicurato. Perché nulla è scontato e tutto è in palio: parola al campo.

Che, solitamente, tocca i tasti giusti. Difatti, lo scontro è già ricco, nei ritmi e nei contenuti. Vampate d'estate riscaldano una passione frenetica. Bloccano le gambe, in rodaggio nel primo quarto d'ora, ma non lo spirito, che genera invettive di fattura. Esempio, le sgasate di Malinverno, subito propositiva per il Como sull'out di destra, gli strappi di Suigo e la geometria di Sonato, punti fermi dei lariani e tra le interpreti più attive nei 25 minuti iniziali. Orologio che scorre a ritmi sereno-variabili, nel segno di visioni calcistiche diametralmente opposte, quantomeno in avvio: la Rhodense cerca di uscire dal pressing avversario ricorrendo spesso alla distesa verticale, le comasche difendono alte, manovrano quando hanno spazio e, negli ultimi metri, confezionano guizzi individuali. Nel complesso, però, non si contano emozioni, frutto di una partita spezzettata, ruvida, dalle fattezze in evoluzione.

Poi, di colpo, un sussulto arancionero avvicina la rottura dell'equilibrio iniziale. Perché il rinvio di Izzo, apparentemente innocuo, scavalca la retroguardia del Como, smarcando totalmente Vaccari. A cui manca solo una buona dose di killer instinct: il tiro è fuori. Ma lo scontro entra prepotentemente nel vivo: siamo già dall'altra parte, nei pressi dell'area milanese. Dove capitan Mammone è bravissima a immolarsi sulla conclusione di Sonato, smarcata dalla sponda di Suigo. L'inerzia del match propende dunque verso continue dimostrazioni di presenza da parte delle due squadre, che capovolgono il fronte, lottano e, conseguentemente, producono occasioni da gol. Come quella che capita sul destro di Fulciniti, il cui mancino è ben respinto in corner dall'ottima parata di Soggia, come quella che vede Londino tentare una conclusione sbilenca dopo l'ottima combinazione tra Cetti e la stessa Sonato. Una chance a testa per chiudere un primo parziale aperto a più epiloghi, che apparecchia la tavola per una seconda frazione altrettanto consistente.

OCCASIONI E PATHOS, MA SI RIMANE 0-0

La ripresa comasca si apre subito con un cambio: esce Cetti (fermata da un problema fisico), le subentra Re Ferrè. Ma non cambia la sostanza dell'incontro: persiste un equilibrio apparentemente inscalfibile, nonostante le due squadre lottino a viso aperto su tutta la linea. La Rhodense, in particolare, entra in campo con maggiore spigliatezza, finalmente consapevole della sua forza. E solo i risvolti del destino le negano di gioire: il gol di Vaccari è infatti annullato per precedente offside di Cova, su ennesimo guizzo di Nuzzi. La numero 20 arancionera conferma una predisposizione fisica, tecnica e atletica sopra la media: prerogative che la erigono ad assoluta protagonista del match, pur senza colpire nel segno. Cosa che non riesce nemmeno alle lariane di Gennarelli, perché a referto si iscrive anche il legno. Quello colpito dalla sempre energica Suigo, imbeccata in profondità, bravissima ad anticipare Izzo ma poco lucida nel momento in cui serviva esserlo. 

Non c'è riposo: così come nel primo tempo, le ragazze di Oliverio trovano spazi e risalgono velocemente il campo. Al volante, Gaia Tedesco, il cui ingresso in scena spacca letteralmente la partita: corre, sportella, cerca le compagne. E tenta anche una conclusione, al termine di un contropiede da lei stessa architettato, che sul calare di frazione non sorprende Soggia. Poi è il turno di Sonato, sponda Como, che calcia centrale. Poco dopo, invece, un traversone di Nuzzi libera la neo-entrata Karabelyova, che non ribadisce a centimetri dal traguardo. Ma il turning-point dell'incontro capita sui piedi di Rotondo, che scippa la stessa Nuzzi e si invola verso la porta. Ennesimo colpo di scena: la numero 3 comasca, stremata, strozza la conclusione e rinvia l'appuntamento con il gol. Si rimane 0-0. Ancora per poco.

«SU LE MANI PER LA RHODENSE»

Serpeggia desiderio nell'aria. Qualcosa si muove, qualcosa sta cambiando: il vento accelera, il cielo sorride, il caldo imperversa ma scalda l'anima. La Cavenago sportiva è pronta ad accogliere la storia. E la storia, per istanti eterni, indossa solo i colori arancioneri. Detto, fatto: la Rhodense va avanti. Lo fa proprio allo scoccare del suo coro, sventolato come una fede da tifosi in subbuglio. ''Su le mani!'' per le ragazze di Oliverio, mai dome dinanzi all'obiettivo. Su cui è lesta a fiondarsi lei, Karabelyova. Prima sbaglia a pochi passi da Soggia (in seguito bravissima su botta di Nuzzi), poi sbatte di forza in porta il successivo corner della compagna con la 20, anticipando l'uscita imperfetta dell'estremo difensore lariano. È il minuto 6, è l'inizio della scalata verso l'iperuranio: manca poco.

Ma il Como non molla. Insiste, produce moli di gioco, si avvicina più volte alla porta di Izzo. In una di queste occasioni, trova anche il gol del pari, perché il filtrante di Mutti è perfetto e perché Suigo gonfia la rete. Scenario paradisiaco per neutrali e lariani, strozzato in gola dal direttore di gara: altro plot twist, altro capovolgimento nella trama. È fuorigioco (millimetrico). La Rhodense respira. Una volta ritrovato ordine, si rigetta in avanti. Prima con Garro, che non conclude, poi con Adorno, il cui tentativo ravvicinato è respinto miracolosamente da Soggia, che rialza la testa. Al contrario delle compagne, che non riescono a cavalcare l'adrenalina crescente dell'incontro, adornato ed ulteriormente edulcorato da capovolgimenti, intensità, agonismo e guizzi tecnici, rimanendo a secco pur serbando la consapevolezza di aver dato tutto. Non c'è tregua, in quello che appare un irrevocabile segnale di resa, perché la Rhodense stringe i denti e le linee, si compatta e spazza via la paura, agguantando finalmente il sogno. Inscalfibile, diligente e nel pieno della maturità: non succede più niente fino al triplice fischio di Corbo. Le ragazze di Oliverio ce l'hanno fatta: ora sì, per davvero.

IL TABELLINO

RHODENSE-COMO 1-0
RETI: 6' tt Karabelyova (R).
RHODENSE (3-4-1): Izzo 7, Dahbani 7 (12' st Tedesco 7.5), Pedoto Elisa 7, Cova 7.5 (1' tt Garro 6.5), Fulciniti 7 (15' st Karabelyova 8), Mugione 7.5, Mammone 7, Vaccari 7 (1' tt Adorno 6.5), Nuzzi 7.5. A disp. Sommaruga, Siragusa, Pedoto Chiara. All. Oliverio 8.
COMO (2-4-2): Soggia 7, Malinverno 7.5, Rotondo 7 (12' tt Pozzi 6.5), Cetti 7 (1' st Re Ferrè 6.5, 21' st Papini sv), Locatelli 7, Cagliani 7 (1' tt Redaelli Cecilia 6.5), Sonato 7.5, Londino 7 (15' st Tavella 6.5), Suigo 7.5. A disp. Fumagalli, Mutti, Volpi, Ballardini, Armandi. All. Gennarelli 7.
ARBITRO: Corbo di Gallarate 7.
ASSISTENTI: Bergamaschi di Bergamo e Vallorani di Abbiategrasso.
AMMONITI: Mugione (R), Tavella (C).

LE PAGELLE

RHODENSE

Izzo 7 Non compie parate complesse e si rende protagonista di una prova ordinata, in cui mostra sicurezza nelle piccole scelte.
Dahbani 7 Parte contratta, poi mostra più dinamismo. Soffre Suigo ma nel complesso tiene botta, con spirito da combattente. Mostra buona tecnica e sufficiente disinvoltura.
12' st Tedesco 7.5 Lei, la vera game changer. Dà un'energia insensata ai suoi, con corsa, sportellate e guizzi individuali che allegrano il tifo.
Pedoto 7 Grintosa, ma palla al piede tende spesso a incaponirsi. Cresce alla distanza: nella ripresa è più spigliata e cerca spesso la verticale, nel terzo tempo lotta e contribuisce alla resistenza finale.
Cova 7.5 Si conferma tra le giocatrici di spicco del progetto arancionero. Inizia con il freno a mano tirato, poi aumenta la portata del lavoro di sponda e riesce a innescare delle iniziative interessanti.
1' tt Garro 6.5 Entra bene, con il piglio giusto. Ha sul destro il raddoppio, ma manca l'appuntamento.
Fulciniti 7 Attacca spesso la verticale, mostrando gamba e presenza fisica. Meno precisa nell'ultimo passaggio.
15' st Karabelyova 8 Che sia portatrice sana di grinta era cosa nota. Che potesse vestire anche i panni di match-winner, un pò meno. Le riesce tutto alla perfezione: è un pomeriggio che faticherà a dimenticare.
Mugione 7.5 Primo tempo in penombra, poi cresce a dismisura per qualità delle iniziative e presenza nella metà campo avversaria.
Mammone 7 Capitano di una realtà fulgida. Leader arcigno in mezzo alla difesa quando occorre, più genuina nel suo ruolo naturale in mezzo al campo. Partita completa in cui apporta sostanza e interventi importanti.
Vaccari 7 Sul suo piede capitano le occasioni più pericolose. Le mancano precisione e anche fortuna, perché si vede annullare il gol del possibile vantaggio.
1' tt Adorno 6.5 Verticalità nel momento del bisogno. Rischia anche di segnare, ma Soggia le nega la gioia personale.
Nuzzi 7.5 Sopra la media. Veloce nel pensiero, fisicamente una spanna sopra, atleticamente in evoluzione, tecnicamente formata e indirizzata sulla strada dei grandi. 
All. Oliverio 8 Bravissimo a ritoccare la squadra nel momento giusto, apportando modifiche ponderate e vincenti. La sua Rhodense si conferma squadra rodata nelle gambe, nell'idea e nello spirito: un impegno comune che vale la storia.

COMO

Soggia 7 Compie almeno due ottime parate, mostrando sicurezza. Può fare meglio sul gol arancionero, ma assorbirà presto le virtù dei numeri uno: cadere e rialzarsi.
Malinverno 7.5 Ottimi strappi e spirito da leader per dettare le iniziative comasche. Alla distanza cala, ma mostra sempre una grande solidità.
Rotondo 7 Senza fronzoli, spazza via ogni pericolo quando chiamata a farlo. Davanti non apporta un grande contributo.
12' tt Pozzi 6.5 Entra e ci mette il fisico: buon lavoro di sostanza, pur senza guizzi di qualità.
Cetti 7 Attenta, ma sfortunata: la sua partita finisce anzitempo per un problema, presumibilmente all'anca.
1' st Re Ferrè 6.5 Dà una grossa mano in fase di ripiego, entrando complessivamente bene
Locatelli 7 Buon passo e interventi importanti, ma spesso è frettolosa palla al piede.
Cagliani 7 Parte subito molto alta, aggredendo Pedoto e vincendo spesso le contese in mezzo al campo. Ha anche buone tracce.
1' tt Redaelli 6.5 Dà una mano dietro nel finale. Davanti non contribuisce.
Sonato 7.5 Tecnicamente molto valida e lo dimostra sin dall'inizio. Geometrie fini e libertà tra le linee, ottimo controllo del corpo e tagli in profondità. Tra i volti di spicco.
Londino 7 Applicata, funge da diga in mezzo al campo facendo la famosa ''legna''. Talvolta senza garbo, ma con estrema efficacia. Tenta un paio di incursioni offensive che non trovano fortuna.
15' st Tavella 6.5 Più ordinata tecnicamente della compagna, cerca spesso la profondità trattando bene la sfera. 
Suigo 7.5 La migliore, per strappi e inventiva. Sembra instancabile e, quando parte, starle dietro è impresa ardua. Pecca in cinismo nel momento chiave, ma ciò non macchia la sua prestazione di estrema propensione offensiva. 
All. Gennarelli 7 Il Como esce a testa alta, consapevole di aver dato tutto e anche di più. La squadra ha dimostrato la forza che le ha permesso di raggiungere l'ultimo atto, ma sono mancate fortuna e freddezza nei momenti cruciali. Il secondo posto deve essere motivo d'orgoglio: il progetto è ambizioso e le sue interpreti hanno fame e qualità.

ARBITRO

Corbo di Gallarate 7 Compie scelte ponderate, uniformi al regolamento, senza eccedere in presenza fonica: fischia poco, lascia giocare, conduce correttamente una partita di per sé priva di grandi episodi di moviola o affini. Permane solo un dubbio sul gol annullato a Suigo: in caso, fuorigioco davvero millimetrico.

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