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Under 17 femminile

È un Milan magico! Sette gol e un bomber infermabile trascinano le rossonere a un passo dalla finale

Montaperto show al Vismara con un poker incredibile: la nove mostra la via, Pomati, Dancelli e Peres chiudono il 7-1 con l'Atalanta

Under 17 femminile Milan ·

UNDER 17 FEMMINILE MILAN · Non è Black Panther, sono le eroine rossonere: Dancelli, Pomati, Montaperto e Peres, le protagoniste del 7-1

«Scateniamo l’inferno, forza diavolo in eterno!»: le rossonere entrano così, inaugurano in questo modo la sfida del Vismara. Anticipata con le parole, replicata nei fatti. Highway to Hell, nel regno che Lucifero lascia, per un sera, ad Angy Montaperto. E nella storia di un Milan dominante, anche Caronte trova la sua controparte calcistica: dal traghettatore delle anime, alla traghettatrice dei gol, Tomaselli. Poker per la prima, tris d’assi(st) - uno, forse, non nella forma ma nella sostanza - per una Gaia alla Rui Costa. Una festa, quella delle ragazze di Treccani, un concentrato di un Diavolo che intraprende la propria Stairway to Heaven, verso le finali nel Lazio. Perché i gol diventano sette, perché Pomati, Dancelli e Peres mettono la firma su una semifinale incredibile. E chissà se qualcuno, negli ambienti rossoneri, sta già prenotando per Anagni.

TOMASELLI - MONTAPERTO GEMELLE DEL GOL

Reset, quello tentato dal Milan dopo il KO con la Fiorentina: serviva riprendersi, sperando in un passo falso proprio delle toscane. Che è arrivato: il 6-0 col Cesena marchiato Tomaselli e la vittoria del Napoli Femminile ha regalato alle rossonere un passaggio del turno che sembrava insperato dopo il match di Firenze. Continuità, quella cercata dall’Atalanta, che conclude la fase nazionale da imbattuta, e che si prepara a una semifinale storica. Una seconda chance per molte di queste ragazze, che l’anno scorso uscirono con la Pro Sesto a un passo dalle final four.

E, in questo percorso, il Vismara si fa punto d’incontro di queste due rette, ma si fa soprattutto teatro di una Dea battagliera fin dai primi istanti di gioco. Un inizio a tinte nerazzurre, una pressione, quella delle ospiti, che ha bisogno di un tempo di lettura,di adattamento, gestito da Peres, guidato, nelle transizioni offensive, dalla fisicità di Montaperto: e una svolta decisiva sfiorata dall’incornata di Di Falco. Gran corner di Tomaselli e testa della undici, che si alza poco sopra la traversa. Il risultato non cambia, il canovaccio si: perché il Diavolo sembra salire in cattedra, guidato proprio dalla sua dieci e illuso, prima da Di Falco, che non riesce a indirizzare in rete l’assist di Galluzzi, e poi da Cortinovis.

E seppur il risultato non voglia ancora cambiare, le ragazze di Treccani sembrano essersi prese la gestione della palla e, con lei, la gestione del campo. Con una porta, quella bergamasca, tenuta chiusa dagli interventi di Bacchio, decisiva sulla conclusione di Zecchina, e di Giacomello. Fino al minuto 27’, fino all’assist di Tomaselli e alla cavalcata trionfale di Montaperto, che dribbla Merizio e insacca il vantaggio rossonero. Ma come urla Crotti dopo il gol subito, «è ancora lunga». Perché magari una cannonata da trenta metri rischia di rovinarti i piani: è il destro di Scandella, ma che sfila clamorosamente vicino al palo. Il segnale di un’Atalanta ancora gagliarda, combattente, seppur ben contenuta dalle rossonere, che difendono e si affidano alla classe, all’estro, del duo che aveva portato il Milan in vantaggio: un asse vincente, quello fra dieci e nove. È Rui Costa - Inzaghi nel 2005, è Tomaselli - Montaperto nel 2025: la prima illumina, la seconda piazza, e le ragazze del Vismara scappano e, allo scoccare del quarantacinquesimo, sembrano mettere la ciliegina su un primo tempo da urlo. Sempre e comunque, nel segno di una coppia infermabile: con un assist, stavolta involontario - un palo interno clamoroso - di Gaia, con la tripletta di Angelica. Al duplice fischio il Milan vola.

THE MAGICAL NUMBER SEVEN

Ma la Dea non cambia niente, almeno nella tattica. E nella realtà dei fatti, non sembra esserci stata un’interruzione. Perchè il Milan riprende con la stessa grinta con cui ha chiuso i primi quarantacinque minuti. Una fame di vittoria dimostrata dal duo delle meraviglie che sta indirizzando la semifinale, ribadita dal piazzato di Zecchina dopo pochi minuti dall'inizio della ripresa. Buona risposta di Merizio, ma nulla sembra cambiato. Eppure, una timida reazione c’è, comandata da Saccomandi, chiusa però al momento decisivo dall’uscita di Lopez. Un bagliore nerazzurro, la cui risposta è immediata, decisiva. Pennellata di Rebecca Rai, incornata a centro area di Pomati. È apoteosi rossonera.

Perché la fame del Diavolo non si ferma, nella voglia di chiudere - o quasi - la pratica qualificazione già al Vismara, nella voglia, di Cortinovis, di colpire la sua ex squadra: con una grande conclusione dal limite, con una grande risposta dell’estremo difensore ospite. E se non cambia il risultato, non cambia nemmeno il canovaccio tattico di un match che le ragazze di Treccani stanno dominando; accettando anche la pressione, ma con una freddezza che sembra essere il vero asso nella manica delle ragazze di Via dei Missaglia: ma una luce di speranza si accenda. Un anticipo di Rabbolini sul nove di Frigerio, che si tramuta però in un clamoroso autogol.

Con un sigillo che riapre - non la partita, ma alza le quotazioni della qualificazione atalantina - con una risposta, quella di Peres, che rischia di richiuderli immediatamente. L’ennesima pennellata di Tomaselli, l’anticipo in tuffo della centrocampista, che si stampa sulla traversa e lascia così il 4-1 untouched, almeno fino al poker di Angy Montaperto: giù il cappello per l’attaccante, che riporta il suo Milan sopra di quattro. E con un punto esclamativo che aspetta ancora di esser messo sull’opera, sul Poema che questa partita racconta: Galluzzi serve, Dancelli insacca in rete. Tutto finito? Non ancora, almeno per le padrone di casa. Una festa del gol, una sinfonia calcistica che si delizia di un assolo finale: in un’area affollatissima, Peres sguscia, scappa a tutti e incassa il settimo sigillo - in una sorta di revenge di quella traversa che, dopo venti minuti, ancora urla vendetta - di una semifinale controllata dal Milan e chiusa dai guantoni di Lopez. E se il sette è definito magico, così sembra essere anche la squadra del tecnico ex Brescia. C'è ancora un ritorno da giocare, ma la finale sembra essere a un passo. 

IL TABELLINO

Milan - Atalanta 7-1
RETI (4-0, 4-1, 7-1): 27’ Montaperto (M), 38’ Montaperto (M), 46’ Montaperto (M), 7’ st Pomati (M), 19’ st aut. Rabbolini (M), 27’ st Montaperto (M), 35’ st Dancelli (M), 41’ st Peres (M).
MILAN (3-5-2): Lopez 7.5, Rabbolini 7 (30’ st Parolo sv), Rai R. 7.5 (15’ st Artioli 6.5), Peres 8, Pomati 8.5, Zecchina 7.5 (23’ st L’Abbruzzi 6.5), Galluzzi 7.5, Cortinovis 7, Montaperto 9.5, Tomaselli 8.5 (23’ st Dancelli 8), Di Falco 8. A disp. Rai G., Renner, Duina, Atamo. All. Treccani 9. Dir. Luongo
ATALANTA (4-3-3): Merizio 6.5, Ricuperati 6, Ghislotti 6, Scandella 6.5, Bacchio 7, Giacomello 7, Crotti 6.5, Krafia 6, Saccomandi 7, Norscia 6 (7’ st Caroli 6), Farina 6.5 (24’ st Maroni 6). A disp. Mino, Villa, Fumagalli, Cinquanta, Asoni, Pezzotta, Longaretti. All. Frigerio 6. Dir. Crotti.
ARBITRO: Daidone di Seregno 7.
ASSISTENTI: Camporeale di Lodi, Speranza di Milano.

LE PAGELLE 

MILAN

Lopez 7.5 Sicurezza, quella che trasmette alle compagne durante tutto l'arco della gara; sempre presente, sempre pronta a intervenire nella propria area di competenza: un raggio d'azione, distante dalla porta. Perché solo così può anticipare, intercettare l'avanzata atalantina, bloccare le discese di Saccomandi. E, nei minuti finali, i suoi guantoni calamitano ogni tentativo nerazzurro: il 7-1 rimane invariato, e le finali sono ora davvero vicine. 
Rabbolini 7 Senza paura, in un duello con Crotti che nei minuti iniziali infiamma il Vismara: con il coraggio a trascinare, anche col rischio di farsi male, ma con la certezza di voler bloccare le avanzate del capitano nerazzurro e le discese di una Krafia che imperversa dal suo lato. Sfortuna, poco prima di uscire dal campo: anticipo perfetto quello su Saccomandi, parabola incredibile quella che s'insacca nella propria porta (30’ st Parolo sv).
Rai R. 7.5 E su quello 0-0 che la Dea voleva sbloccare, lei c'è: c'è su quel velenoso filtrante che legge e intercetta prima che arrivi a Farina, c'è su Saccomandi. Un intervento perfetto, sulla nove ospite, che viene fermata senza fallo, senza proteste. E partitone, quello di Rebecca, che sembra appena iniziato. 
15’ st Artioli 6.5 Un ingresso perfetto: continuità, quello che serviva dare in quel momento della gara. Con la grinta giusta, quella che non ti fa mollare mai: persino da terra, non perdi palla, la scarichi alla compagna e mantieni viva l'azione. E con il tempo di lettura necessario per contenere Saccomandi. Different player, same story: il fortino del Milan regge. 
Peres 8 La voglia di incidere, di decidere, simboleggiata da quell'essere davanti alla difesa, ma costantemente membro aggiunto del reparto arretrato. Quando c'è da soffrire, quando c'è da inseguire Saccomandi, lei è lì: e al momento giusto la ritrovi nell'area avversaria, per sparire e riapparire gaudente, dopo il gol del 7-1 segnato. 
Pomati 8.5 «Dai Poma! Forza Poma!», è il grido che si alza dalle tribune del Vismara: ma keep calm, cari tifosi milanisti, il vostro difensore è già sul pezzo. Nel guidare la fase difensiva, con la grinta giusta, con la calma richiesta, e nell'incornare quel 4-1 che sa già di sicurezza. 
Zecchina 7.5 Una voglia costante, infinita, di voler segnare, di voler entrare in un tabellino marcatori che sfiora a più riprese: con quel velenoso rasoterra, murato dalla gamba di Bacchio, con quelle due conclusioni da fuori area, su cui prima la sfortuna e poi una gran Merizio mettono la propria mano. E seppur, alla fine, il gol non arrivi, il decisivo lavoro a centrocampo rimane. 
23’ st L’Abbruzzi 6.5 Gestione, quella che mette in chiaro fin da subito: delle avanzate atalantine, ma più in generale di un centrocampo che ha bisogno di forze fresche. Grinta, quella che serve in quel momento, quella che più di tutto simboleggia i suoi venti minuti. 
Galluzzi 7.5 Prove di assist, l'esterno rossonero, le aveva già fatte nel primo tempo: scappando a tutta la difesa atalantina, trovando solo una Di Falco arrivata con troppa foga all'appuntamento col pallone. Ma, nel suo costante andirivieni su una fascia, quella di destra, che diventa casa sua, alla fine arriva: la sette serve, Dancelli insacca. Ed è 6-1. 
Cortinovis 7 Il compito, il lavoro di Sandro Tonali ai tempi del Milan. Lo stesso numero di maglia, lo stesso stato di forma di "Sandrino" nell'anno del diciannovesimo scudetto. Ma, in più, col desiderio - recondito, ma evidente - di voler colpire la propria ex squadra: coi guantoni di Merizio a negarglielo, ma con un messaggio che alle atalantine arriva loud and clear. 
Montaperto 9.5 La classe, ma soprattutto il killer instinct di Angy Montaperto, condensato in un dato: semifinale, poker. Ma la nove di Treccani non è solo gol, è anche una voglia di aiutare la squadra. E così eccola, nei momenti forse critici, abbassarsi, ricevere palla e lottare, anche raddoppiata, triplicata. Nascondendo la sfera e prendendo fallo, nel momento giusto. Veterana, scaltra, ma soprattutto, sempre decisiva. 
Tomaselli 8.5 Dopo la tripletta di domenica, è arrivato il tris d'assist della semifinale: biglietto da visita dello stato di forma del trequartista di Treccani. Un'intesa incredibile, quella con Montaperto, dimostrata dai due passaggi al bacio per la nove, e anche nello sfortunoso palo che, alla fine, premia proprio la bomber. Un duo delle meraviglie, che si prepara al ritorno e - con grande probabilità - alla finale. 
23’ st Dancelli 8 Il Dimitar Berbatov delle Allieve. Entrato col piglio giusto, dimostrato, poco dopo, dal gol segnato: un tiro potente, non particolarmente angolato, ma talmente forte da risultare comunque imparabile. Inserimento perfetto, conclusione giusta. Il risultato è uno solo: 6-1. 
Di Falco 8 Una giocatrice duttile, che nel corso della stagione si è saputa e voluta adattare al ruolo da esterno tutta fascia; le sue qualità urlano ala, la sua prestazione però è una giusta interpretazione della posizione. Rientrando con costanza, ma con un fiuto, quello per l'area di rigore, che rimane invariato. Un po' di sfortuna e un filo di imprecisione le negano un gol che, ai punti, si sarebbe meritata.
All. Treccani 9 Un Milan dominante, cangiante, ma sempre fortissimo: ci ha abituato a questo nel corso della stagione. Con alcuni cambi modulo - dal 3-5-2 in scena nella semifinale al 4-2-3-1 che invece si era visto col Cesena - che non hanno modificato però la sostanza della squadra: le sue ragazze sanno attaccare, difendere, soffrire quando serve, con una marea di soluzioni, di assi nella manica. Il risultato è da fuori di testa: tredici gol nelle ultime due partite. E ora, con Firenze alle spalle, Anagni sembra sempre più vicina. 

ATALANTA

Merizio 6.5 Sette gol subiti son tanti: imparabili, però, a dir la verità. E forse, nella sua partita, ce ne sono altrettanti che il portiere di Frigerio evita. Salvando a tu per tu con l’avversario, ripetendosi, nella ripresa, con una serie di interventi sulle conclusioni delle centrocampiste rossonere. Il portiere c’è, fino all’ultimo.
Ricuperati 6 110%: non il bonus, ma l'impegno ce ci ha messo per contenere una Di Falco scatenata; utilizzando anche un po' di furbizia, lavorando di fisico per cercare di ottenere il massimo. E leggendo, molto bene, i diagonali tentati dalle centrocampiste rossonere proprio per gli inserimenti della compagna. 
Ghislotti 6 Un raddoppio costante, una Rabbolini che dopo un periodo di adattamento ha cominciato a spingere in supporto a Galluzzi. E così, le avversarie da fronteggiare diventano due: e lei fa il massimo, mette animo e cuore a contenere le padrone di casa. Difficilissimo, però, in questa semifinale. 
Scandella 6.5 Lampi, fulmini in una partita sottotraccia, nel tentativo di gestire la furia, l'incontenibilità del centrocampo di casa. Ed è proprio cosi che va letto quel tiro a pochi minuti dal vantaggio rossonero: un missile da trenta metri, un brivido che corre lungo la schiena dei milanisti e delle milaniste. Chissà, chissà se quel pallone fosse entrato...
Bacchio 7 Una vistosa fasciatura al ginocchio l'accompagna alla ripresa del gioco: simbolo di un primo tempo di lotta, in cui si fa male, ma rimane con le compagne. Dopo aver gestito l'incursione di Di Falco, dopo aver murato il tiro di Galluzzi. Rimane in campo, a combattere fino all'ultimo. 
Giacomello 7 Un avversario scomodo, in uno stato di forma clamoroso: è ciò che si ritrova a fronteggiare il difensore di Frigerio. Eppure, nei primi minuti, sembra aver la meglio: costretta a inseguire, a tratti, ma sempre efficace su una Montaperto che, col passare del tempo, diventa però incontenibile. Non molla, ma la gara si fa in ripidissima salita. 
Crotti 6.5 Capitano vero, di quelli che sbraitano, ma che cercano anche coi fatti di dimostrare la propria leadership e, soprattutto, di indicare la via alla squadra. Capace di attaccare la profondità, ma, di leggere lo spazio libero e assaltarlo: ed eccola, quindi, accentrarsi, premiando la profondità delle compagne. E ciò che fa con Farina, e ciò che ripete con Saccomandi. 
Krafia 6 Una fisicità dirompente, notata dalle avversarie, e necessaria di un tempo di lettura. Ma, soprattutto, di un raddoppio che nei primi minuti di gara si fa costante. Col passare dei minuti perde spazio, forse anche palloni giocabili, ma con una grinta che rimane sempre intatta. 
Saccomandi 7 Motorino instancabile, sempre pronto ad attaccare la profondità, in un fronte offensivo su cui spazia con costanza. Si accende, al fischio d'inizio, e non sembra più spegnersi: anche quando la sua Dea soffre, lei ha il piede fisso sul gas. Quello che tiene premuto nello scatto che porta all'autogol di Rabbolini. 
Norscia 6 Grande sacrificio, grande battaglia. Una di quelle partite complesse, in cui rischi di gettare la spugna perché ti mancano spazi e palloni: ma lei no, fino all'ultimo secondo della sua partita c'è. Pur nelle difficoltà. 
7’ st Caroli 6 Un ingresso complicato, per il momento e per la posizione che occupa: spazi in attacco, quelli rimangono pochi, ma le chiusure difensive sono eccellenti. Servono, le sue forze, per gestire l'avanzata del Milan. E la chiusura su Di Falco ne è un esempio lampante. 
Farina 6.5 Un'ottima intesa, quella che mostra e dimostra con Saccomandi: le due dialogano, spaziano sul fronte offensivo. Non si pestano mai i piedi, ma gestiscono palla insieme. In una semifinale così, però, è davvero difficile essere un attaccante dell'Atalanta. 
24’ st Maroni 6 Pressing, foga: l'input con cui entra in campo, la costanza della sua prestazione. Azzanna tutte i difensori di Treccani, per infastidire la giocata, per rompere il gioco rossonero. E ci riesce, perché, a tratti, il Milan è costretto a rallentare. 
All. Frigerio 6 Complicato: una partita iniziata bene, ma che si è poi avviata verso il tripudio rossonero. Nella tattica, l'Atalanta ha sofferto. Un po' di stanchezza sembra esserci, ma la furia dell'attacco di casa ha fatto la differenza. La sua squadra, però, ha saputo rialzarsi, anche dopo il 7-1, finendo all'attacco. Servirà un miracolo al ritorno. 

ARBITRO

Daidone di Seregno 7 Una partita che scorre senza grandi brividi o episodi, ma che sembra essere gestita sempre nel modo corretto: con un metro coerente - seppur, ogni tanto, qualche spinta sembri essere fallosa - e con una mano, quella dell'arbitro, mai invasiva ma sempre puntuale. Il risultato? In semifinale per lo Scudetto, le proteste sono ridotte al minimo. 

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