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Promozione Femminile

Una grande festa, la vittoria delle calciatrici del futuro: Rhodense e Uesse Sarnico sono in Eccellenza!

Gherdevich, Bescapè e Majone fan doppietta, ma al triplice fischio esultano tutti: sia le arancionere sia le biancazzurre ottengono la promozione

Promozione Femminile Rhodense ·

PROMOZIONE FEMMINILE RHODENSE · Marta Bescapè e Paula Majone, le arancionere che hanno infiammato il playoff con il Sarnico

Eccellente, come il progetto che lentamente, la Rhodense ha costruito. Eccellente, come l’ideale che fonda l'Uesse Sarnico. Eccellente, come l’abilità di due società di costruire una realtà in grado di competere ad alti livelli, valorizzando i giovani, fondando su di loro il proprio modello. Ottenendo risultati, nel settore giovanile, e brillando anche con le prime squadre; rimanendo fedeli a se stessi. E dalla teoria al campo, dalla forma ai risultati, proprio le arancionere e le orobiche si sono ritrovate a giocarsi la Promozione, in un doppio incontro che serve più a celebrare un percorso, a celebrare la qualità di Gherdevich, specialista dei calci piazzati, a celebrare il talento di Marta Bescapè e Paula Majone, con le due doppiette che hanno portato la squadra di Recchia alla vittoria. Una festa, quella che scoppia al triplice fischio, che coinvolge anche le ragazze di Chiari: perché l’Eccellente diventa Eccellenza, perché Sarnico e Rhodense, compagne e amiche, arrivano al massimo campionato lombardo insieme.

CAPOLAVORO GHERDEVICH, MA LA RHODENSE VOLA

E lo specchio riscende sul campo, Rhodense e Sarnico si rincontrano per l’ultimo giro di valzer di questa stagione. Due società che si conoscono, si riconoscono e si somigliano: per i precedenti, che sorridono alle arancionere - forti di otto gol fatti fra la finale di Coppa e l’andata dei playoff - ma più in generale per una comunione d’intenti e di progetto che ha fondato il rapporto fra le due società. E così, in un clima di reciproco rispetto, ma anche e soprattutto di festa - vista la notizia che entrambe le squadre saliranno in Eccellenza - si dà l’atto conclusivo di questa Promozione: ma il campo, e la maglia, vanno onorate sempre.

E il clima di Via Cadorna sembra rispecchiare quello che il campo racconta fin dai primissimi minuti: una partita vivace, una squadra, quella bergamasca, che sembra fin da subito volare sulle ali della gioventù, trascinata però dalle due “veterane” - rispettivamente 2004 e 2001, comunque giovanissime - dell’undici di Chiari: Acerbis inventa, Valtorta aggredisce, ma il destro della undici finisce sul fondo. Ma è uno scatto bruciante, un’accelerazione fulminea a sbloccare questo ritorno: perché se nella teoria una cavalcata si direbbe di un’ala, al massimo di un terzino, nella realtà dei fatti, nella realtà di questo ritorno, a sfuggire a - quasi - tutte le padrone di casa è il centrale difensivo ospite, capitan Giorgia Chiari. E, giunta ormai alle porte della gloria, vicino ai pali di Pellegrini, Orsatti non può che stenderla, in maniera regolare, secondo il pubblico di casa, in maniera irregolare secondo il fischietto di Crema. E il risultato è presto detto: dischetto indicato, rigore segnato. L’estremo difensore di Recchia intuisce, ma Gherdevich non sbaglia. Un vantaggio, quello delle biancazzurre, destinato a durare poco. Perché la cattedra del gol, di com’essere un buon attaccante, diventa proprietà di chi aveva sbloccato la finale di Meda, di chi vuole mettere il punto esclamativo sulla propria stagione. Marta Bescapè - o forse, meglio, Marta Bescagol. Lancio chilometrico e millimetrico per la nueve, fuga perfetta dell’ex Inter che davanti a Rizzi non sbaglia. E la parità arriva velocemente proprio come l’attaccante di Rho.

E se la parità emerge dal parziale, il rettangolo verde racconta qualcosa di diverso: racconta di una bilancia che pende, lentamente e inesorabilmente, verso la Rhodense. Simboleggiato, questo movimento, dal tentativo di Barbieri - e, qui, si sfiora un altro punto di continuità con il match di Coppa - ribadito dalla punizione di Samarati, di poco alta sopra la traversa. E in una triade di giocatrici ben note al passato di quest’incontro, è la centrocampista che ha inciso sul presente di questo playoff a ribadire il proprio stato di forma, ma sopratutto a ribadire la propria qualità: diverso tipo di calcio piazzato, stessa conclusione. Sempre Gherdevich, sempre gol: un capolavoro su punizione, la firma messa sul 2-1. Ma il ciclo si richiude, la storia si ripete: l’incrocio del destino, la seconda doppietta di serata. Da una Bescapè che, letta l’indecisione di Rizzi, si riprende il proprio ruolo di equilibratrice, di balancer, del match: che, dopo una decina di minuti, legge l’indecisione di Rizzi e spedisce in rete il 2-2. E le arancionere così, sembrano ritornare sui propri passi, sulla propria fame di vincere: un istinto primordiale che, sul gong di frazione, emerge. Nel modo migliore, segnando, prendendosi finalmente il comando della gara. Con una progressione inesorabile di Paula Majone, riassumibile in tre semplici mosse: controllo, gestione, rasoterra imparabile. E duplice fischio.

LA PERLA DI MAJONE, LA FESTA DI TUTTI

E quell’intensità con cui si era chiuso il primo tempo, la Rhodense sembra rimetterla immediatamente in campo. Dimostrata dal tiro di Samarati, arrivato a sessantacinque secondi dall’inizio della ripresa e, soprattutto, dalla potenza ed esplosività di Marta Bescapè. Nel contenere il ritorno di Battistini, nello sfuggire alla marcatura di Chiari. Ma alla bellezza dello strappo di Marta, risponde la bellezza dell’intervento di Rizzi. E tutto rimane così immutato. Ma la squadra di Recchia sembra tornata la corazzata infermabile di Coppa. E con Barbieri che questo eurogol vuole ripeterlo, con un tiro al centrocampo che sfila vicino al palo, ma che si merita persino gli applausi del suo tecnico.

Ma il Sarnico regge, tenuto in piedi da Battistini, fondamentale sulla quattro di casa, e da Laffranchi. Un pressing che rimane intenso, quello delle arancionere, ma che sembra col passare dei minuti perdere di mordente. Perché il mood diventa gestire, contenere quelle ripartenze che le biancazzurre costruiscono con sapienza, affidandosi anche e soprattutto alla vivacità di chi si è alzato dalla panchina. Di Vincenti, famelica e tenace nel prendersi carico dell’attacco biancazzurro. E così, la partita sembra sedersi su un sostanziale equilibrio, per riaccendersi di fiammate, per brillare delle luce delle giocate. Come il piazzato recobiano, direttamente da calcio d’angolo di Samarati, che costringe Bassi a un super intervento. Come il tiro di Barbieri, funambolica nel liberarsi con una rouleta della marcatura avversaria, sfortunata nel vedere il proprio destro alzarsi di centimetri sopra la traversa. Ma soprattutto, come la perla che mette il punto esclamativo su questa partita: nella continuità di quattro, eccolo che arriva, il 4-2. E, nella continuità di doppiette, ecco che arriva la terza. Con un tiro implacabile, con un’esultanza, sobria, controaltare di una conclusione che di sobrio non ha nulla. Paula Majone incorona e si incorona con un fulmine dalla distanza. E al triplice fischio, però, le regine sono entrambe. E l’Eccellenza vi aspetta.

IL TABELLINO

Rhodense - Uesse Sarnico 4-2
RETI (0-1, 1-1, 1-2, 4-2): 22’ rig. Gherdevich (U), 24’ Bescapè (R), 36’ Gherdevich (U), 43’ Bescapè (R), 47’ Majone (R), 45’ st Majone (R)
RHODENSE (4-3-1-2): Pellegrini 7.5, Branca 7, Miotto 6.5 (9’ st Cantoni 7), Barbieri 8, Orsatti 8.5, Pagani 7.5, Majone 9, Avilia 6.5 (4’ st Bellitto 6.5), Bescapè 9.5, Patuano 7 (1’ st Penna 6.5), Samarati 8 (41’ st Arcieri sv). A disp. Giordano, Di Lorenzo, Fassina M., Barletta, Cherubini. All. Recchia 10. Dir. Cantoni.
UESSE SARNICO (4-3-3): Rizzi 7.5 (33’ st Bassi sv), Monceri 6.5, Laffranchi 7, Gherdevich 8.5, Battistini 8, Chiari 7.5 (12’ st Belotti 6.5), Avigo 7 (16’ st Celestini 6.5), Zucchini 6.5, Acerbis 7 (9’ st Vincenti 7.5), Cirillo 6.5 (9’ st Baloumi 7), Valtorta 7. A disp. Nesi, Goffrini, Montanari, Corona. All. Chiari 8.5. Dir. Pelis. 
ARBITRO: Caddeo di Crema 6.
ASSISTENTI: Sivverini di Monza, Buratti di Busto Arsizio.
AMMONITE: Chiari (U).

LE PAGELLE

RHODENSE

Pellegrini 7.5 Un rigore a cui quasi mette rimedio, una punizione che riesce quasi a deviare. Due gol imparabili, con un "quasi" che, nella ripresa, si elide. Perché Vincenti si trova di fronte a sé un muro, perché l'area arancionera diventa il suo territorio. Nessuno passa senza il suo consenso, nessuno prende palla se non lei.
Branca 7 In un momento forse critico, contro giocatrici con più energia nelle gambe, lei non molla. Al contrario, prende coraggio, e con tutta la fase difensiva alza il proprio baricentro. Con coraggio, accettando anche di perdere il filtro di Borsatti, ma con la stessa tenacia che tiene così serrato l'out di destra. 
Miotto 6.5 La velocità, la furia di Avigo ha bisogno di un tempo di lettura: un duello che si basa su fondamenti diversi, sulla rapidità dell'ala e sulla fisicità del terzino, che però si radica nell'essere una delle sfide centrali del primo tempo. 
9’ st Cantoni 7 Pronti, via e dopo un paio di minuti dal suo ingresso intercetta il diagonale di Valtorta per Avigo: un inizio dirompente e prorompente, che annulla ogni domanda sul suo bisogno di adattamento, e che dà il la a una ripresa di fuoco, con Vincenti che imperversa dal suo lato, ma con l'arancionera che non molla un millimetro. 
Barbieri 8 Un assalto all'eurogol che si ripete dopo la sfida di Meda. Che si ribadisce nel primo tempo, tentando di sorprendere Rizzi, ma che trova la sua massima espressione nella ripresa: con una serie di tiri dalla distanza, ma, anche e soprattutto, con quell'angolo alla Recoba che trova però una grande risposta del portiere ospite. 
Orsatti 8.5 Premiata dallo speaker presente allo stadio come MVP della partita: un match fatto di anticipi, di cui, sinceramente, si è perso proprio il conto. Ma esemplificati in quel suo sapersi staccare dalla difesa, per poi rientrarci sempre puntuale, per non lasciar mai gli spazi alle avanzate biancazzurre. 
Pagani 7.5 Una presenza fissa, nel reparto arretrato arancionero. Per coprire gli spazi, per proteggere dalle avanzate bergamasche. Sempre, insomma, nella speranza che diventa certezza che la porta resti chiusa e la vittoria rimanga salda. 
Majone 9 Due capolavori, che si riassumono e che soprattutto sintetizzano le sue doti: nel dribbling e, a fine ripresa, nel tiro dalla distanza. In un connubio di precisione e forza. E nel mezzo? La duttilità della centrocampista, che parte da trequartista, e nella ripresa ritorna mediano, ma sempre con la stessa energia e qualità. 
Avilia 6.5 Tanta quantità in un centrocampo che ha bisogno di lei: un periodo di adattamento, in cui ha bisogno di trovare la posizione, e poi tanto lavoro sottotraccia; che così, permette alla Rhodense di non sbilanciarsi mai. 
4’ st Bellitto 6.5 Forze fresche impiegate immediatamente nel pressing, in quel forcing che la Rhodense cerca di mantenere alto grazie anche alla sua caparbietà, in una perfetta continuità che la centrocampista mantiene e sostiene con la compagna che sostituisce. 
Bescapè 9.5 Doppietta e MVP, conclusione di una stagione da urlo. La Rhodense è servita a Marta Bescagol, ma Marta è anche servita a tutta la Rhodense: per lo spirito da giocatrice esperta, e per il contributo offensivo che è sempre riuscita a dare. I dati parlano chiaro: sessantaquattro presenze stagionali fra Juniores, Under 17 e Promozione, sessantacinque gol a referto. E ora l'Eccellenza aspetta anche lei. 
Patuano 7 Come per Majone, la qualità di un trequartista nella posizione e nel tempo di lettura di un mediano: a partire dal numero di maglia, da quel 10 che forse rappresenta la sua tecnica, passando per quell'abilità di recuperare e uscire dalla pressione in dribbling, concludendo il lavoro con un lancio millimetrico. 
1’ st Penna 6.5 Il pressing asfissiante che la Rhodense mette in scena nel secondo tempo passa, inesorabilmente da lei. Caparbia e indemoniata nell'infastidire la manovra del Sarnico, caparbia nell'andarsi a riprendere palla dai piedi dei difensori, ma anche, con il grande spavento dei tifosi ospiti, fra i piedi del portiere biancazzurro. Lo spazio però si chiude, e il gol non arriva. 
Samarati 8 Acclamata da una ola di ragazze e tifosi durante la premiazione, per quella fascia al braccio che ha saputo sempre onorare, per quel ruolo da capitano che ha ripetuto e ribadito nel corso di tutto l'anno e di tutta quest'ultimo match: da attaccante, seconda punta, proprio com'era stata in finale di Coppa, a trequartista, da cui sfiora a più riprese il gol della sicurezza. La qualità, però, è sempre la stessa (41’ st Arcieri sv).
All. Recchia 10 E Doblete sia! A distanza di ventuno giorni dalla finale di Meda, a vincere son sempre loro. Con una squadra che ha riconfermato l'idea di gruppo già dimostrata nel corso della partita nello stadio della Real, per una squadra che gioca a calcio e che ha mostrato e assorbito le idee di calcio del suo tecnico. Capace di trasformarsi, rimanendo però fedele a un mantra: la vittoria. E, con questo gruppo così giovane, si vola in Eccellenza. 

UESSE SARNICO 

Rizzi 7.5 Una sbavatura, quella che porta al gol Bescapè. Un'imperfezione in una prestazione che, per il resto, è quasi ineccepibile. Perché, è vero, di gol ne prende tre, ma ne evita, con tutta probabilità almeno il doppio. Fra i tiri impossibili di Barbieri, e le conclusioni di Bescapé e Samarati, il numero uno di Chiari tiene in piedi la sua squadra (33’ st Bassi sv).
Monceri 6.5 Bella grinta, bei muscoli, quelli che mostra nel primo tempo. Nel miglior momento delle biancazzurre, è la sua velocità ad aiutare e supportare Avigo nella transizione offensiva. Senza mai, però, lasciare sguarnita, pericolante, la difesa. 
Laffranchi 7 Posizione che cambia, livello che rimane invariato, anzi forse tende ad aumentare. Perchè come terzino fa bene, ma quando il suo ruolo si fa centrale, l'incisività sul match aumenta. Con una linea, a tratti, alta, con letture fondamentali nel bloccare l'avanzata arancionera. 
Gherdevich 8.5 La definizione di "specialista dei calci piazzati": due gol, nella stessa partita, arrivati da una punizione e un rigore. Col brivido sul secondo, perché il penalty è forte, ma non troppo angolato, con gli sguardi stupiti in occasione del primo. Perché la parabola è un gioiello, imparabile, che gonfia la rete e riporta avanti il Sarnico. 
Battistini 8 Una prestazione in crescendo, che nel secondo tempo si fa eccellente - anticipando poi il futuro che verrà - impreziosita da interventi importanti, decisivi, come quella chiusura sul filtrante per Barbieri: anticipo perfetto al centrocampista arancionero, fermato senza fallo e senza proteste. 
Chiari 7.5 Quella fuga, quella cavalcata, alla Alessandro Bastoni: senza che nessuno riesca a fermarla, arrivando nell'area arancionera con una foga che deve essere contenuta solo con un intervento complicato. Da rigore, secondo il direttore di gara. E proprio questo movimento sblocca una partita che la Rhodense stava cominciando a rifar sua. 
12’ st Belotti 6.5 Un ruolo critico, quello di cui s'incarica al suo ingresso in campo: perché Barbieri sta spingendo, desiderosa di attaccare, e perchè no, segnare. E lei prova a contenerla, con grinta, anche con un pizzico di astuzia, spendendo ogni tanto il fallo, senza cattiveria, ma con furbizia. 
Avigo 7 Baricentro basso, pallone sempre attaccato al piede: e con queste caratteristiche, la sfera, di preciso, quando gliela porti via? Mission - praticamente - impossible. Il tutto, unito a un desiderio quasi ontologico di trovare l'ampiezza per apparecchiare poi al centro per le compagne. 
16’ st Celestini 6.5 Pochi spazi, ma un'energia altissima, che si fa il minimo comune denominatore della sua prestazione. Sempre con l'obiettivo di aiutare le compagne, in un centrocampo affollato, ma più in generale, per tutto il campo.
Zucchini 6.5 Nessuna paura, nessun timore di prendersi un peso sulle spalle: con quell'abilità di giocare spalle alla porta, anche senza copertura in difesa, ma sempre con un'ottima gestione palla. Le avversarie la pressano, vogliono indurla in errore, ma il pallone lei lo gestisce al meglio: e così, al Sarnico rimane il possesso. 
Acerbis 7 E proprio dai suoi piedi, dalla sua magia, passa l'azione del Sarnico dei primi minuti di Rho. Dall'abilità di dialogare perfettamente con Valtorta, di attaccare il fondo e di accentrarsi al centro. I punti di riferimento che dà sono pochi, l'apporto alle biancazzurre, tanto. 
9’ st Vincenti 7.5 Nel momento forse più critico del Sarnico, in quella fase di pressione arancionera, lei è il faro nella notte: l'attaccante che, da sola, riesce comunque a costruire e lottare. Spalla contro spalla costante, ma col fiuto della profondità che l'aiuta a sorprendere la Rhodense. Quando la difesa non la contiene, Pellegrini c'è, ma la prestazione rimane indelebile. 
Cirillo 6.5 Pioggia di sguardi ed espressioni di incredulità, quella che riceve dopo lo stop volante che blocca sul nascere la ripartenza della Rhodense. «Questa di qualità ne ha tantissima», dice fra se e se un tifoso arancionero, e non potremmo che essere più d'accordo. 
9’ st Baloumi 7 Un contributo fondamentale quello che riesce a dare nella gestione del forcing di casa: perchè spesso si abbassa a quinto, anche solo per contenere gli inserimenti del centrocampo arancionero. Recupero, ripartenza, nell'arco di una frazione di secondo, per tentare l'effetto sorpresa, l'effetto contropiede. 
Valtorta 7 Il connubio fra estro ed esperienza, fra qualità e quantità: il bilanciamento di un attaccante con le caratteristiche perfette, solo sfortunato, nella serata di Rho. Perché la porta la cerca, la sente, ma pochi centimetri la separano dal gol. Con uno spirito di sacrificio che però emerge, nella complicata ripresa. 
All. Chiari 8.5 E l'età media della sua squadra diminuisce ancor di più: stavolta sono sette le Allieve mandate in campo dal tecnico biancazzurro. E, nonostante il risultato, dal campo arrivano due news: che il gruppo gira bene - perché un'Eccellenza non la conquisti se non ne hai i requisiti - e che la società tutta sembra essere sulla strada giusta. Parola d'ordine? Progetto, emerso dal campo, ribadito nelle parole. 

ARBITRO

Caddeo di Crema 6 Si parte con le "cattive", cioè quei venti minuti di confusione, anche per l'andamento generale della partita. Qualche dubbio sul rigore del Sarnico, un po' di indecisione su un fallo di mano biancazzurro che viene fischiato dopo un po' di incertezza, e su un'irregolarità "fantasma" che avviene nell'area ospite. Nella ripresa, però, si riprende: il voto fa un po' da media. 

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