Sono passati poco più di due anni da quel Roma - Milan che assegnò il titolo Allieve alle ragazze di Del Prete. 27 giugno 2023, il rigore di Canale chiude una partita infinita e cuce sul petto delle giallorosse il Tricolore. 30 giugno 2025, il capolavoro di Parente e il timbro di Mascenti chiudono la finale con il Diavolo: le capitoline tornano sul tetto d'Italia. In uno strano incrocio di coincidenze: perché le ragazze di Di Martino tornano campionesse nell'anno in cui le rossonere ritrovano il titolo Giovanissime, conquistato, l'ultima volta, proprio nella stagione 22/23. Dal passato, al presente: la Roma chiude la propria annata da imbattuta e alza così la coppa al cielo. E quindi eccole, le pagelle delle Campionesse.

Pezzi 7.5 "Double-trouble" controllato ed evitato: due uscite diverse nella forma - la prima, nella confusione di un'area affollatissima, la seconda molto lontana dalla propria porta - ma identiche nell'effetto. La rete giallorossa, così, non si muove, pur contro una squadra che veniva da dieci gol in due partite.
Grassi C. 9 L'identikit di un esterno più offensivo come Di Falco la costringe a un atteggiamento più prudente: dopo quel cross per Grilli a un paio di minuti dall'inizio del match, il terzino si mette sulla torre di vedetta. A controllare gli inserimenti della undici di Treccani e, nel momento giusto, a gestire anche la fisicità di Strauss: chiusa, la danese, proprio da un intervento del terzino giallorosso, che le passa davanti e la costringe al fallo. Un salvataggio di grande bellezza, ma non paragonabile a quello con cui mette una pezza su Di Falco, prima del decisivo tap-in della undici.
Andreangeli 8 Presenza costante nell'attacco e nella difesa capitolina. Dimostrata da quella
trivela "alla Aquilani" a venticinque secondi dal fischio d'inizio, confermata dalla super chiusura su Strauss su un velenoso pallone perso in uscita dalla sua Roma. Con un filo che non si spezza nella ripresa, quando chiude sul filtrante su Montaperto e nella conclusione che, pur in posizione precaria, permette alla squadra di Di Martino di guadagnarsi un prezioso angolo (45' st Pietrantoni sv).
Cacace 8.5 Quel numero quattro giallorosso lo si vede spesso lontano dalla difesa. Il movimento è pericoloso, l'esecuzione annulla però ogni potenziale brivido. Perché le sue chiusure rallentano e annullano la manovra rossonera, perché la collaborazione con Lima è perfetta: il difensore si sgancia, la centrocampista copre. E quando c'è, in difesa, si sente: quando mura Strauss, impedendole una velenosissima conclusione.
Carosi 8 Difensore Bonucciniano, con ottime abilità da stopper, ma, soprattutto, un'innata abilità in impostazione. Una fusione di qualità che si fa importante, decisiva, nell'interrompere la manovra rossonera e avviare immediatamente quella giallorossa. Sciabolate morbide, precise, sui piedi di una Pinchi cercata costantemente dal cinque capitolino. Con freddezza, in ogni situazione: anche quand'è da sola, anche quando Strauss incombe, la scelta sembra sempre quella corretta.
Aulicino 8 «C'è solo un capitano!» si sente spesso urlare dai tifosi giallorossi. Un coro ripagato dal lavoro fatto dal centrocampista capitolino: senza timore, nella prima gestione palla alle porte della propria difesa. Con ordine, calma, nel guidare la manovra della Roma: nel recuperare e gestire il recupero e il possesso. Parente 10 Nel momento critico, quando la Roma sembrava più in difficoltà: con un gol capolavoro, nell'azione e nell'esecuzione. Superando la marcatura di Rebecca Rai, evitando il ritorno di Peres, e mettendo la palla lì dove Lopez non può arrivare. Ciliegina sulla torta di un primo tempo da protagonista: l'occhio di bue la inquadra spesso, a partite dal quel dribbling con cui si libera di due avversarie e lancia Pinchi, continuando per quel doppio passo alla Mancini, finendo proprio con l'1-0. La scena madre dei primi quarantacinque è la sua.
Lima 7 Quantità, quella a centrocampo non è mai mancata. Sacrificandosi in difesa, per coprire le uscite di Cacace, rilanciandosi in attacco, per cercare di seguire e guidare il ribaltamento di fronte. Tanto lavoro sottotraccia, faticoso, che però assicura alla sua Roma un equilibrio perfetto: la bilancia giallorossa rimane sempre in pari.
8' st Mascenti 9.5 La prima conclusione della sua partita arriva a dieci secondi dall'ingresso in campo. Avvisaglie di quanto sarebbe accaduto nei minuti successivi. Perché Asia mostra a tutti di aver voglia di segnare, di mettere la propria firma su questa finale. E, alla fine, il gol arriva: percussione in area e palla messa lì dove Lopez non può arrivare. La Roma raddoppia, e la partita è chiusa.
Grilli G. 7 Partita complicata la sua, passata, per gran parte, spalle alla porta. A gestire la manovra, ma lontana dai pali di Peres. E poi, però, sembra accendersi: trovando spazi, trovando il varco per colpire. L'imprecisione, però, la tradisce: sfera che si alza sopra la traversa e possibilità del gol che si allontana (40' st Tesolin sv).
Di Riso 7 Un costante punto fermo nella manovra dal basso del Milan, che trova pedissequamente il trequartista giallorosso a infastidire la facile giocata della difesa rossonera. E in qualche lampo dalla distanza che impreziosisce la sua finale, è questo lavoro sporco a fare davvero la differenza: in un duello con Pomati che si ripete anche lontano dai luoghi naturali delle due giocatrici (32' st Leopardi sv).
Pinchi 7.5 A lei le giallorosse affidano il ribaltamento di fronte: la costante del primo tempo è un lancio a cercare l'esterno sinistro, in un duello, quello con Artioli, che è la vera sfida nella sfida. E in questo lavoro faticoso, ma costante - come quel porto sicuro in cui la Roma si rifugia anche nei minuti più burrascosi - c'è anche tempo per rientrare, persino al limite dell'area, per aiutare le compagne nel gestire e annullare l'avanzata rossonera.
16' st Iannaccone 8.5 La fame dalla panchina, iniziata con Mascenti, sembra essersi acuita e confermata con lei. Definibile con l'appellativo cinematografico di Furiosa, regina della fascia di sinistra e vicinissima al gol. Perché i dribbling e le fughe sul suo out di competenza si interrompono in un istante di infinita bellezza, in un piazzato stupendo su cui solo una grande Lopez può intervenire.
All. Di Martino 10 Un'eredità pesante, quella che aveva racconto da Del Prete. Una squadra che, l'anno scorso, era arrivata a un passo dalla finale, uscendo solo contro un'Inter che poi si laureò campione. Roma, Inter, di nuovo Roma: il capolavoro è arrivato in questa stagione. Ricca di piccole opere d'arte, come la rimonta sulla Juve, come la vittoria al ritorno. E, su tutte, come questa finale. Perché Parente e Mascenti chiudono una partita di grande gestione: anche nei momenti più complessi, le giallorosse son parse organizzate, fredde nel controllare l'ira rossonera. E, al triplice fischio, esplode la gioia capitolina.