Femminile
13 Luglio 2025
Un'esigenza. Quella che ha guidato Gianluca Mainardi, uno dei vicepresidenti della Vires, a prendersi sulle spalle questo nuovo progetto tutto femminile. Un sogno, quello che ha alimentato la ragione, quello che ha dato la spinta giusta per continuare: quello di onorare la memoria di Tonino Mainardi, che quel centro lo aveva costruito. E che ora torna a popolarsi, torna a brillare di una nuova linfa. E allora eccola: welcome, Vires Women.
Ausonia, Varesina, Vires: eccole le "ultime arrivate" nel Settore, in un anno sicuramente complesso, visti gli addii - o parziali arrivederci - che hanno segnato il Femminile in tutte le categorie. E l'idea di Mainardi è il frutto della propria storia, della propria esperienza e di quella di sua figlia Alessia. Perché le atlete hanno bisogno dei propri spazi, in campo, ma anche nelle strutture. E la questione "spazi" diventa ancora più complessa nel momento in cui il maschile ha tante categorie e una prima squadra. Non è sufficiente allenarsi in porzioni di campo, non è ideale condividere orari e spogliatoi coi ragazzi. E qui, è entrato in gioco quel campo costruito dal papà: da Tonino Mainardi, figura storica nel panorama calcistico colognese. E nel trait d'union fra figlia e papà, fra nonno e nipote, si è arrivati alla Vires Women. Ma l'idea del vicepresidente va ben al di là di un puro "sogno": «Ho parlato con molte persone per formare lo staff: avremo preparatori atletici e dei portieri, un osteopata e un fisioterapista con uno spazio dedicato all'interno della nostre strutture; ci saranno tecnici abilitati e dirigenti con tanta esperienza. L'idea è creare una società sana, familiare, dove le atlete sono il centro: ci saranno anche una serie di servizi dedicati alle giocatrici. Il centro deve diventare un punto di ritrovo per le ragazze».
Con uno sguardo lontano, sempre. Raccontato a parole, esplicitato coi fatti. Un esempio? La questione "prima squadra". «La Prima squadra e la Juniores son progetti di cui ci occuperemo più avanti: già con una Under 17 riusciresti poi a creare le due categorie. Ma il nostro obiettivo è seguire la crescita delle calciatrici, dando a tutte la possibilità di aver qualcosa davanti. Poi è chiaro: dovesse arrivare un'Under 19 che ha bisogno di spazi, faremo di tutto per fornirglieli». E, coi primi open day già in archivio, le prime risposte sembrano essere arrivate: una buona partecipazione, con una serie di progetti che sembrano prendere forma, per rispondere alle esigenze di chi questo mondo lo vive. «Pensiamo già all'Academy, aperta a tutti con giornate tematiche. Partirà anche un progetto sulle piccolissime, propedeutico al calcio femminile in maniera specifica. Abbiamo visto esperienza di genitori che hanno bimbe piccole che vogliono giocare, ma che non trovano nessuno spazio». E con Via Giuseppe Garibaldi che torna a splendere.