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Il primo trofeo della stagione è nerazzurro! L'Atalanta torna regina delle Rose del Moscato dopo sette anni

Il gol di Saccomandi consegna alla Dea la finale contro la Juve campionessa in carica; la nove premiata MVP della competizione

Under 17 femminile Atalanta·

UNDER 17 FEMMINILE ATALANTA · Bacchio e compagne alzano il trofeo dopo la finale con la Juventus

Nove, sei meglio di Scamacca!” è il coro che riempie ogni centimetro della tribuna di Scanzorosciate. Risuona nelle orecchie di chi, a questa finale, c'era. Attaccante dell’Atalanta - come si deduce dalla scelta del paragone - ma con un nome e un cognome che diventa più chiaro a ogni giro d'orologio. Viola Saccomandi. Segni particolari? Essere clamorosamente decisiva. Come suggerisce nei primi minuti della prima frazione, come fissa nella ripresa. Con una cavalcata e uno scavetto che, al triplice fischio, fissano un’altra marmorea sentenza: l’Atalanta è regina delle Rose del Moscato.

EQUILIBRIO SOVRANO

A volte la magia non la crea una bacchetta. A volte il “magico” si ritrova nel contesto - e le colline di Scanzorosciare un che di fiabesco ce l’hanno - e nel fascino di Atalanta - Juventus. L’ultimo capitolo delle Rose del Moscato sembra avere il sapore di ripartenza, dopo una stagione conclusasi prima del tempo. Con la prima occasione arrivata ad agosto. Nel torneo dedicato alle Allieve dove le bianconere si presentano con indosso la corona, ribandendo le proprie possibilità con quattordici gol fatti e zero subiti. Ma con di fronte chi, in fondo, ci è arrivato sapendo solo vincere. Pronostico? Impossibile, come in ogni finale.

Le finaliste dell'ottava edizione delle Rose del Moscato

Un’apertura magistrale nerazzurra, una chiusura decisiva di Andreangeli. Pochi minuti e le carte sembrano esserci già mischiate. Perché se i numeri sembrano indicare una Juventus favorita - sulle sue spalle pesa l’essere bicampionessa della competizione - la Magica Dea si trascina e si aggrappa alla furia di Viola Saccomandi. Sulla linea tracciata dal bomber, però, ci si mettono tutte le ragazze di Frigerio. E quando la Vecchia Signora reagisce, si ritrova in quelle certezze che sul campo bergamasco prendono il nome di Grigolo e Saba, la porta di Marcheselli si fa sempre troppo lontana. Anche se il piazzato di Campi ai pali orobici ci va clamorosamente vicino.

Reazione, contro reazione. Risultato? Equilibrio. Rotto, nel suo andamento naturale, dalle sgroppate del nove bergamasco - che, come sostengono i suoi stessi tifosi, “ci ha abituato bene” - rotto dalla propensione all’attacco, all’assalto, di Andreangeli. Anche se, per ora, questo 0-0 sembra non aver alcuna crepa, alcuna imperfezione. Sembra essere un fedele racconto di cosa il campo sta raccontando. Una conclusione di Krafia rischia di scalfire questo solido blocco granitico che si chiama pareggio, ma la sfera di alza sopra la traversa di Morando. Al duplice fischio, rettangolo verde e parziale sembrano cantare all’unisono.

FURIA SACCOMANDI

Eppure tutto può campbiare, quando meno ce lo si aspettta. Questa ripresa ne è un esempio lampante. Per due ragioni. Per il modo in cui la Juve rientra dal breve break. Affamata, decisa a non accettare alcun’altra soluzione se non il proprio vantaggio. Sul disaccordo con le juventine che mette sul piatto Saccomandi. Sempre Saccomandi, anche nel momento più delicato. Quando le bianconere sembrano essere a centimetri dall’1-0, è lì che ogni discorso si ribalta. Con una fuga magistrale, su cui Brunetti e Messa non riescono a intervenire, con uno scavetto che, in vantaggio, ci porta la Dea. La cui gioia esplode, ma che si spaventa due minuti dopo. Quando Grigolo pennella per Benso, che insacca il pareggio. Fuorigioco, però, e tutto rimane invariato.

Tutto cambia perché nulla cambi” si sente spesso dire. E, in effetti, la girandola di cambi di Scarcella non sembra essere abbastanza. Le spavento non spegne l’animo nerazzurro, lo alimenta, lo infuoca, e lo porta clamorosamente vicino a un 2-0 che, a cinque dal termine, sarebbe significato sicurezza. Ma il sinistro di Pezzotta la porta di Morando la sfiora, ma non la inquadra. Il vento di cambiamento, però, sembra essere ormai impetuoso. Soffia sulle spalle di Viola, che dopo aver cambiato la storia di questa finale, rischia di scrivere il suo nome per la seconda volta su questo ultimo giro di valzer del Torneo. La manona del portiere piemontese le nega la doppietta, ma non può evitare ciò che il triplice fischio sentenzia. L’Atalanta torna regina delle Rose del Moscato, dopo sette anni dalla prima volta.

IL TABELLINO

Atalanta - Juventus 1-0
RETI: 8' st Saccomandi (A)
ATALANTA (4-2-3-1): Marcheselli, Teri, Bazzoni, Pezzotta, Bacchio, Giacomello, Farina, Krafia, Saccomandi, Norscia, Fumagalli (8' st Villa). A disp. Arthur, Mazzoleni, Basile, Fasoli, Rota Graziosi, Frattini, Asoni, Tatti, Villa. All. Frigerio. Dir. Crotti.
JUVENTUS (4-3-1-2): Morando, Marinotto (1' st Garbin), Andreangeli, Messa, Topino (1' st Brunetti), Liverani, Bozzetto (8' st Bosco), Campi (1' st Benso), Grigolo, Battocchio, Saba (8' st Del Piero). A disp. Moncada, Pepe. All. Scarcella. Dir. Giurato.
ARBITRO: Santorio di Bergamo. 

Alla premiazione presenti Fulvio Gambirasio, Riccardo Maspero, l'assessore Giulia Carminati, l'ex sindaco Davide, oltre alla dirigenza dello Scanzorosciate

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