Mondiali Under 17 Femminile
02 Novembre 2025
ITALIA UNDER 17 FEMMINILE • Viviana Schiavi, CT delle azzurrine
Ci sono tanti rimpianti. C'è la consapevolezza di essere riusciti a riscrivere la storia, riuscendo ad arrivare al mondiale, dopo undici anni, riuscendo ad arrivare tra le migliori otto del mondo. C'è la consapevolezza di essersi trovati di fronte una nazionale che, a questa competizione, ci è più abituata. C'è il rammarico, per aver sprecato tanto. Troppo. In una partita folle, perché se c'è un "prototipo" di top-8, molto probabilmente non è questo. Due rigori parati da Murrieta nel primo tempo - su Giudici prima, su Galli poi, con un Messico che si può definire con l'appellativo "tosto". Nel resistere, ringraziando anche i guantoni del suo portiere, nel rischiare di passare in vantaggio - perché il risultato cambia, ma l'1-0 di Stack viene annullato proprio dal penalty della centrocampista dell'Inter - a un quarto d'ora dal fischio d'inizio. E non bastano, in questa serata eterna, i novanta minuti - o meglio, gli oltre 105 - regolamentari. Saltando i supplementari, come prevede il regolamento, arrivando ai rigori: ancora il portiere di Gamero, che vince la sfida col capitano azzurro. Le messicane perfette, che li segnano tutti e che vola così in semifinale.
«Un'emozione grandissima»: così l'aveva definita Terlizzi questa partecipazione al mondiale. Un'Italia che sogna, che non intende fermarsi: un percorso netto ci ha portato fin qui, a questi quarti con il Messico. Si è cambiato poco rispetto alla sfida con la Nigeria: un solo cambio obbligato, Pomati per l'infortunata Venturelli, il secondo - parlando dell'undici titolare - da inizio spedizione. Vincere oggi significherebbe rompere un tabù che dura da oltre dieci anni, da quel mondiale in Costa Rica del 2014.
Un mattone dopo l'altro, con un lavoro costante: lo stesso che serve, nei minuti iniziali col Messico, per uscire da un pressing asfissiante. L'Italia costruisce dal basso, lì dove le ragazze di Gamero vogliono costringerla a rimanere. Perdendo in qualche modo qualcosa nella gestione del gioco, guadagnando però nell'addormentare il gioco le avversarie. Un mattoncino per volta, anche per le messicane, che lentamente di campo ne prendono. Risultato? Sostanziale equilibrio, anche se la metà campo in cui si gioca è quella delle azzurrine. E quando scocca il quarto d'ora, al primo tiro in porta, il risultato si sblocca: Reyes riparte, per cinquanta metri nessuno riesce a fermarla. Verrini sporca il tiro, ma la palla arriva sui piedi di Stack. L'intervento disperato della difesa azzurra non basta e il Messico passa. O almeno, così sembra per due minuti: un lungo check, per un contatto di Ibarra su Copelli. Che sarebbe clamoroso, perché si passerebbe dal gol subito al rigore per l'Italia. Che è clamoroso, dopo una revisione eterna Lee indica il dischetto. Con un altro plot twist. Perché Rachele Giudici si fa ipnotizzare da Murrieta. E così, come se non fosse accaduto nulla, si rimane sullo 0-0.
Così nel risultato, così sul campo, anche se il contraccolpo mentale non c'è. Anzi, la squadra di Schiavi esce lentamente dalla pressione. Accetta di alzarsi, pur non riuscendo ancora a costruire. Con Soliz Diaz che rimane il pericolo numero uno: lì sull'out di sinistra dove non accenna a calare d'intensità da dove rischia il colpaccio. Trovando un super intervento di Robbioni, che legge l'incrocio sul suo palo e che lascia che l'Italia si ricostruisca un occasione d'oro: Galli scappa a Villalpando e, dopo la review, s'incarica della battuta. Cambio di rigorista, stesso risultato. Murrieta para il secondo - pregevole riflesso col piede che neutralizza la battuta centrale dell'attaccante della Juventus - e così, fino al duplice fischio, il pari rimane (quasi) magicamente intatto. Nonostante il destro di Sanchez, letto dall'estremo difensore dell'Inter. Un intervallo che forse serve, per riprendersi - anche mentalmente - dal rollercoaster dei primi quarantacinque.
«Nulla cambia perché tutto cambi», si diceva così? Le stesse ventidue, nessuna rivoluzione, ma un equilibrio che comincia lentamente a incrinarsi. O almeno, così sembra dopo pochi istanti dall'inizio della ripresa. Cambia l'inerzia, cresce un'Italia che rientra dagli spogliatoi con una grinta nuova: forse caricata dalle parole di Schiavi, forse calmata dall'intervento della CT. Servivano entrambe e sembrano essere arrivate. Ciò che non arriva è il gol, almeno nei minuti iniziali. Murrieta ancora decisiva, nel rispondere a tu per tu a Giudici, nel rispondere anche all'incornata di Galli. Uno switch, quello che ha aperto la partita; da un lato e dall'altro. Stack dà l'illusione del gol, Reyes ci riprova. Ma, proprio come nei primi quarantacinque, nessuno sembra riuscire a sbloccare questo 0-0. Stregato.
E serve forse rimescolare le carte: lo fa il Messico, che toglie Miyazato per Monroy, che sostituisce Sanchez con Avila ma che cambia anche nel proprio atteggiamento. Aspettando, ma con lo stesso risultato: dopo un inizio incoraggiante, le azzurrine non riescono più a giocare in maniera pulita. Chiudono bene le undici di Gamero, ma rimangono lontane anche dalla porta avversaria. Si ritorna così molto vicini a quanto accaduto nel primo tempo. Nessuno che riesce a primeggiare, nessuno che riesce a ritagliarsi lo spazio giusto per brillare. E con lo spettro dei calci di rigore che si fa sempre più ingombrante.
E così, a poco meno di un quarto d'ora dal termine, Schiavi cambia. Mandando dentro forze fresche; Romanelli e Piccardi che forse non rivoluzionano lo scacchiere, ma che cercando di rivitalizzare l'Italia. Quando però si pensa già a ciò che, eventualmente, verrà dopo. Anche se Galli rischia il colpaccio. Sul cross di Pomati, anticipa Murrieta, ma la palla si spegne sul fondo. E a pochi secondi dal termine segna, ma Lee ne annulla un altro: le compagne ostacolano Murrieta, e così si rimane così. Come in Costa Rica, l'Italia si gioca il passaggio del turno ai rigori. Stavolta però, il finale è diverso: la perfezione delle rigoriste messicane, il decisivo timbro messo, ancora una volta, dal loro portiere. Che legge il penalty di Giudici, lo disinnesca. Il Messico è tra le migliori quattro del Mondo.
MESSICO - ITALIA 0-0
MESSICO (4-3-3): Murrieta, Villalpando, Ibarra, Alvarado, Martinez, Barajas, Reyes, Sanchez (25' st Avila), Solis Diaz, Stack, Miyazato (12' st Monroy). A disp. Del Real, Covarrubias, Paredes, Delgado, Vasquez, Ruiz, Del Real, Solis. All. Gamero.
ITALIA (4-3-3): Robbioni, Randazzo, Verrini, Bressan, Pomati (50' st Terlizzi), Robino, Giudici, Guerzoni (32' st Piccardi), Galli, Volpini (32' st Romanelli), Copelli (42' st Bedini). A disp. Sossai, Martinazzi, Bertero, Venturelli, Iannaccone, Terlizzi. All. Schiavi.
ARBITRO: Lee L. (AUS).
ASSISTENTI: Saadieh H. (PLE), Kocbek E. (AUS)
QUARTO UFFICIALE: Deretti C. (BRA).
AMMONITE: Solis Dias (M), Martinez (M), Robino (I), Verrini (I)
Bedini (ITALIA): GOL
Reyes (MESSICO): GOL
Galli (ITALIA): GOL
Ibarra (MESSICO): GOL
Giudici (ITALIA): PARATO
Villalpando (MESSICO): GOL
Robino (ITALIA): GOL
Alvarado (MESSICO): GOL
Bressan (ITALIA): GOL
Avila (MESSICO): GOL