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Questione di tecnica

Ma quale costruzione dal basso, l'Italia non è andata ai mondiali per una giocata Pomo

Analisi tecnico tattica di Guido Mattei, maestro di calcio, osservatore, con idee molto chiare su cosa andrebbe fatto nei settori giovanili

Giocata pomo

Con un lancio lungo nella tre quarti campo della nostra Nazionale Italiana, il portiere della Macedonia Dimitrievski raggiunge al 92' una Posizione di Massima Opportunità, "acronimo POMO". Trova Miovski, che salta e allunga la palla in avanti di testa. Trajkvski in agguato è più svelto di Chiellini ed Emerson Palmieri, attacca il pallone, è lesto nel sistemarsi la palla: Petto-piede-mini tocco-e tocco più deciso in avanti, grande tiro in diagonale e gol! Questa premessa non è per ricordare un episodio che ha sconvolto tutti gli Italiani che amano il calcio ma per introdurre un argomento tecnico interessante: se il portiere invece di calciare lungo fosse partito dal basso per costruire un ultima azione noi saremmo andati ai mondiali.

Questo episodio andrà sicuramente a cementare le convinzioni del novantaduenne inglese Charles Hughes ex direttore della Federal Calcio "La Football Association" (La Coverciano inglese). Grande studioso delle Long Ball "Palle lunghe" Hughes sostiene, dopo aver visto centinaia di partite europee e sudamericane, in particolar modo il Liverpool, la Nazionale Brasiliana, i settori giovanili, i campionati dilettanti, che la maggior parte delle reti segnate sono state frutto non da manovre corali, ma al massimo da tre passaggi o meno, da azioni individuali dei grandi campioni, o da palle inattive.

Ecco perché è importante arrivare il prima possibile nelle Posizioni di Massima Opportunità - Zone Pomo - Hughes ha formato i tecnici Inglesi per decenni con questi concetti. Lancio lungo, o mirato, nelle zone Pomo, collaborare tutti in una "guerra" tecnico/atletica con l'avversario, guadagnare il più possibile rimesse laterali, calci d'angolo, punizioni, rigori, cercare dribbling o triangolazioni calciare in porta da tutte le posizioni.

Numerosi tecnici del possesso palla diventano tutti Hughes ad una manciata di minuti dalla fine per recuperare uno svantaggio, attaccano con lanci lunghi facendo divertire solo allora i suoi tifosi. I mondiali del Qatar hanno dato una lezione a chi pensa di considerare un vecchio matusa chi non propone la costruzione dal basso e il possesso palla. I solisti del gol, la verticalità delle azioni, i lanci lunghi, hanno schiantato chi costruisce da dietro cercando di arrivare con il possesso in zona gol/assist. Questo solo modo di giocare ha creato conseguenze dannose, si è diffuso come una religione nelle scuole calcio e in tutti i settori giovanili.

Personalmente giro a fine settimana numerosi campi sportivi dove si sentono commentare le sconfitte con: Noi abbiamo fatto girare la palla ne abbiamo avuto il possesso per tutta la gara, loro niente, questo non è insegnare calcio. In sostanza chi gioca diversamente cercando di arrivare in fretta nelle zone Pomo viene considerato un incapace addirittura un antisportivo. Invece quella squadra ha allenato la ricezione del pallone proveniente dall'alto cercando di farlo morire sui propri piedi per difenderlo, ha provato gli stop a seguire, effettuato deviazioni aeree di piede, di petto, di testa, attaccato i rimbalzi del pallone, e se possibile realizzato una rete di testa o in acrobazia. Guidare i giovani dalla panchina per un gioco solo dal basso, incitando il possesso palla e chiedendo loro, di farla girare a tergicristallo da una parte all'altra del campo vuol dire imporre una dittatura tecnica.

Penso che un attento allenatore che ama il contraddittorio possa nel suo proseguo decidere di allenare tutte le reali situazioni di gioco che si presentano in partita ai suoi allievi. In sostanza PARTIRE DAL BASSO, POSSESSO PALLA, PALLONI LUNGHI PROVENIENTI DALL'ALTO è un programma più completo che aumenterà il bagaglio tecnico di chi sarà chiamato nel proseguo a far parte del vero calcio che conta.

(Contributo di Guido Mattei - Testo raccolto da Claudio Verretto)

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