Questione di tecnica
22 Febbraio 2023
Per gli spettatori il dribbling è come vedere un film giallo. Crea suspense. Come andrà a finire? Il dribbling mette sottosopra le difese, consente di liberarsi a centro campo dal pressing di uno o più avversari, trasforma un giovane da difensore in attaccante. Beh! il dribbling compie miracoli: premia chi si innamora di lui. Può portare al professionismo anche i senza fisico, gli ultimi nei test di forza e resistenza, i poco inclini alla tattica e alla lotta. Tranquilli, con il dribbling si gioca sempre.
I solisti del dribbling sono dei calciatori privilegiati. Una grande squadra senza di loro non potrà mai volare. Il dribbling fa diventare famosi, crea proselitismo nei bambini, guadagni economici altissimi, e in più: rivissuti da tutti nel tempo, il dribbling ridicolizza tutti i fanatici del collettivo o coloro i quali vorrebbero vincere stando seduti davanti al computer ad analizzare percentuali di gioco, schemi, e dati statistici. Il dribbling nel calcio ha solo tre grandi amici, si chiamano: gol, assist e cross.
I nemici però (specialmente nel calcio giovanile) sono tanti, e tutti pericolosi. Sono: scarica dietro, dalla al portiere, passala, gioca di prima, toccagliela, falla girare, difendila, fai l'uno due, tienila, gioca corto, dai e vai, non rischiare. Questi nemici del dribbling arrivano minacciosi nelle orecchie di potenziali talenti i quali però se dotati di un elevato coraggio tecnico trasgrediscono gli ordini e con l'aiuto di assist di gol o di cross spediscono la palla a morire in fondo alla rete. Applausi di tutti (anche dai loro istruttori) e palla al centro.
Testo di Guido Mattei, maestro di calcio