Under 15 Élite
17 Marzo 2023
ESPULSO PER SPUTO, SI PRENDE CINQUE GIORNATE · Succede in Cimiano-Tritium
Mancano cinque minuti alla fine della sfida tra Cimiano e Tritium. Il gioco si ferma e Nicolò Castellazzi è vicino all'arbitro e gli dice qualcosa: qualche istante dopo il direttore di gara mette mano al taschino e sventola nei confronti di Nicolò il cartellino rosso. L'attaccante, dunque, senza proteste, lascia il campo.
Il Comunicato Ufficiale pubblicato qualche giorno dopo il match, però, apre ad un nuovo scenario: alla parole rivolte all'arbitro si aggiunge anche un presunto sputo. Il CU recita infatti: «Espulso per frasi offensive nei confronti del direttore di gara, alla notifica indirizzava sputi nei confronti dello stesso senza tuttavia colpirlo». Le giornate, visto quanto riferito dall'arbitro, non sono le due che magari ci si poteva aspettare per un rosso diretto, ma ben cinque.
In seguito alla sentenza, dunque arriva lo sfogo di Luca, papà del giocatore espulso: «Nicolò non è un ragazzo solito nel prendere sanzioni. Da quando gioca avrà preso, sì e no, tre cartellini. In questo caso però sì, ha sbagliato e gliel'ho detto. Lui a fine gara mi ha detto di aver dato del ridicolo all'arbitro, io penso più per la foga del momento che per altro, ma gli ho spiegato che ha commesso un errore e che meritava di esser mandato fuori. Ci aspettavamo infatti potesse prendere una o anche due giornate di squalifica».
Con la pubblicazione del Comunicato Ufficiale la sorpresa: «Quando ho letto delle cinque giornate e dello sputo sono andato in confusione. Pensavo magari mi fosse sfuggito il gesto e per questo ho sentito gli altri genitori e mi hanno detto che Nicolò, già di spalle all'arbitro, aveva sputato per terra mentre lasciava il campo». Il papà continua: «Trattandosi però dei genitori dei compagni di squadra avevo ancora il dubbio, quindi ho sentito qualcuno della Tritium. L'anno scorso Nicolò giocava lì e ho ancora qualche contatto. Tutti mi hanno detto la stessa cosa: mio figlio ha rivolto qualche parola forte all'arbitro e ha sputato per terra lasciando il terreno di gioco».
Continua Luca: «Penso che l'arbitro abbia frainteso. Voglio pensare questo e che lo abbia fatto in buona fede. Può succedere. Però ci tengo anche a evidenziare come Nicolò non abbia mai fatto quello che c'è scritto nel Comunicato Ufficiale. Non vorrei che gli venisse affibbiata questa etichetta. In altri casi avrei preso mio figlio e gli avrei detto che aveva sbagliato e si meritava la squalifica, ma così non è giusto: praticamente la stagione per lui è finita un mese prima e ora è anche difficile motivare un ragazzo che sa di non poter scendere in campo per qualcosa che non ha fatto».
La riflessione di Luca non si limita poi solo al singolo episodio: «Se penso che magari il prossimo fine settimana qualcosa del genere può accadere ad un altro ragazzo, sinceramente il dispiacere aumenta. Gli arbitri sono fondamentali per noi ed è vero che senza di loro non si può giocare. Ma è mai possibile che le società non abbiano possibilità di visionare il verbale post-gara che redige il direttore di gara? In quel momento si può scrivere qualsiasi cosa e i club non possono fare nulla. Mi piacerebbe che il calcio si migliorasse sotto questo punto di vista».
In realtà, come è noto, le società hanno possibilità di fare ricorso, «ma spesso non basta. Soprattutto a questi livelli, giovanili e dilettantistici, come si può procedere con il ricorso ed evitare che il tutto si trasformi in una situazione in cui è la parola dell'arbitro contro quella del club? Non tutti lo fanno e non sempre vengono girati dei filmati durante le partite e senza di quelli diventa difficile poter far valere la propria posizione. Qualcosa però, sotto questo punto di vista, secondo me, andrebbe fatto».