Attività di Base
24 Marzo 2023
La notizia crea dibattito e per questo merita un approfondimento. L'Attività di Base della Juventus, guidata con capacità e maestria da Luigi Milani (presente alla manifestazione), ha messo in campo un esperimento nel corso del Primo Torneo dello Stretto riservato alle Juventus Academy Italia che si è svolto il fine settimana scorso a Messina. Le due squadre chiamate a partecipare alla manifestazione riservata all'Attività di Base, una Under 12 (Esordienti 2011) e una Under 10 (Pulcini 2013), sono scese in campo senza allenatore.
Autogestione, la parola d'ordine, ritornando un po' a quelli che vorrebbero essere i canoni dell'oratorio. Calciatori capaci di gestirsi in autonomia, senza un adulto che ne condiziona la formazione, i cambi, la disciplina, il riscaldamento ma, diciamolo, soprattutto i suggerimenti tipici di chi sta in panchina. Va detto che non è una novità in senso assoluto, il Sassuolo in passato lo aveva già sperimentato proprio contro la Juve, ma è sicuramente un modello che andrebbe studiato e preso in considerazione.
Perché si dice spesso che per ritornare a splendere il calcio italiano dovrebbe ripartire dall'oratorio, ma c'è un problema e cioè non ci sono più gli oratori. Anzi, di questo passo rischiamo di non avere nemmeno più gli impianti di calcio perché il volontariato è sparito, i comuni chiedono affitti esorbitanti e le utenze sono ormai completamente a carico dei club. Senza entrare nel merito della manutenzione straordinaria. Argomenti che non fanno parte di questo specifico contesto ma sono sul tappeto.
Resta il fatto che se non ci sono più gli oratori in qualche modo bisognerebbe però ritrovare quei valori tipici dell'attività oratoriale e cioè calciatori che scendevano in campo senza limite di tempo al gioco, età diverse e senza un allenatore appunto. E se l'esperimento è condivisibile, perché intanto evitiamo di avere squadre pilotate come se un allenatore avesse in mano un joystick, apre però ad un'altra considerazione o quanto meno a una domanda. Perché togliamo l'istruttore da bordo campo?
Se siamo consapevoli che nell'Attività di Base serve trasmettere ai giovani calciatori questo indirizzo, perché non pretendiamo dai nostri istruttori che rispettino queste consegne? Quello che ha fatto la Juventus non dovrebbe essere un esperimento da attuare in maniera sporadica, dovrebbe essere la norma, e in questi casi gli istruttori potrebbero rimanere tranquillamente seduti in panchina. Va da sé che il problema non sono le società professioniste, perché la Juventus, per intenderci, non ha bisogno di fare questo, i loro istruttori sono tutti all'altezza soprattutto di comunicazione con i piccoli atleti.
Semmai sono le società dilettantistiche che dovrebbero porsi la questione. A cosa serve avere un istruttore che comanda i giovani calciatori come se fossero dei birilli? A una sola cosa: vincere le partite. Sicuramente non serve alla crescita dei ragazzi. Questa è la questione che ci si deve porre di fronte alla "lezione" della Juventus. E se proprio si vuole fare un ulteriore step, perché dalla tradizione dell'oratorio non si importa anche il "tutti contro tutti" in settimana mescolando le età dell'Attività di Base? È infatti risaputo che le società dilettanti hanno a disposizioni spazi molto contenuti dove spesso avere un quarto di campo per allenarsi è un lusso.