Under 17 Femminile
30 Marzo 2023
Under 17 Femminile Inter: Benedetta Santoro
Predestinazione, sostantivo femminile: "Corso imposto agli eventi dal destino o dalla divinità". Nel gergo calcistico si intende spesso il fatto che un particolare giocatore abbia nel dna il talento e i mezzi per arrivare ai massimi livelli, ma qui preferiamo soffermarci sulla definizione più pura e assoluta del termine. Il predestinato è colui che viene al mondo con un imprinting innato per svolgere un attività, e che dedicherà tutta la sua vita a questo, con il massimo dell'impegno e delle energie. Il risultato finale, più o meno luminoso, sarà solo la diretta conseguenza del suo anelito naturale.
Primavera 2020, primo lockdown, quello in cui non si poteva neanche mettere il naso fuori di casa. In un cortile di Gaggiano c'è una ragazza che corre; sembra un leone in gabbia, ripete lo stesso percorso per ore, all'infinito, senza mollare di un centimetro. Non le interessano i social o i passatempi di molti suoi coetanei, lei continua a correre e ad allenarsi, per mantenere il massimo della condizione in attesa di poter tornare all'attività regolare. Questa immagine racconta già tantissimo di Benedetta Santoro, nata al Milano il 29 novembre del 2007, promessa del calcio femminile per l'Inter e per la Nazionale. La sua storia, però, merita di essere raccontata dal principio.
Corre l'anno 2011 quando, in una festa di paese, Benedetta chiede di essere presentata a quella che poi diventerà la sua futura squadra maschile, la Freccia Azzurra di Gaggiano, società simbolo del calcio di base nella "Venezia del Naviglio". Ha appena quattro anni, ciuccio in bocca e passeggino. La blocca soltanto l’età anagrafica: prima dei cinque anni non può essere tesserata. Il giorno del suo quinto compleanno, però, si presenta puntuale ai cancelli con gli scarpini allacciati. Comincia la sua avventura nei Primi Calci della Freccia Azzurra, unica femminuccia in squadra.
Nella categoria Piccoli Amici si fa già riconoscere per le sue sfuriate sulla fascia sinistra, e per questo viene soprannominata Robben. Spesso la chiamano a dare una mano alle categorie maschili più grandi. Nulla la ferma, né pioggia e neppure gelo e neve. A fine anno la società le conferisce il premio di "indomabile". Passa il tempo e in paese si diffonde la voce di questa ragazzina bravissima che gioca con i maschi. Nonostante le perplessità e i pregiudizi di tante persone, altre tre bambine si fanno avanti: tra queste le gemelle Brambilla e Caltanissetta, oggi tutte in forza all’Inter Under 17. Quattro bambine in una squadra maschile. L'esempio di Benedetta ha già infranto una piccola grande barriera.
Una tappa cruciale della carriera è quella della stagione 2015/2016, in cui Benedetta subisce un infortunio al malleolo. Come in un film, nel momento forse più difficile arriva il colpo di scena a sorpresa: proprio in quel periodo la chiama l'Inter, che la osservava già da due anni. La società nerazzurra la affida alle cure mediche e ortopediche del suo staff, e il 25 agosto 2016, dopo quattro anni di Freccia Azzurra, quando non ha ancora compiuto 9 anni, firma con l’Inter. Il nuovo allenatore la battezza subito con un nuovo soprannome. Dopo Robben, Benedetta diventa Pim (dal brasiliano ala sinistra Élber Pimentel) e nel dicembre dello stesso anno, durante la festa di Natale, la società la premia come più giovane tesserata nerazzurra (premio che le verrà consegnato dall'allora più giovane calciatore della prima squadra maschile, Sienna Miangue).
Benedetta Santoro diviene in breve tempo un punto di riferimento per tutto il settore giovanile femminile, e brilla nella sua squadra. Nel 2017/2018 non perde un allenamento né una partita, dando sempre il massimo e vincendo diversi tornei. Nella stagione successiva A giugno del 2019, con la fascia da capitano, guida la squadra che vincerà a Montecompatri (Roma), l’International Women Tournament Carlini Cup, battendo la Roma in finale per 7-1 segnando il gol dell’1-0. Dopo il Covid entra a far parte stabilmente della selezione Under 15+ della Longobarda, che a novembre 2021 vincerà a Tirrenia il torneo delle Selezioni Territoriali FIGC.
Oggi Benedetta ha 15 anni, gioca nell'Under 17 dell’Inter allenata da Stefano Torriani, ma si allena spesso con la Primavera prendendo parte anche ad allenamenti congiunti con la Prima Squadra della Serie A di Rita Guarino. A ottobre 2022 viene convocata da Jacopo Leandri nella Nazionale Under 17 per la preparazione all’Europeo. Tra ottobre 2022 e febbraio 2023 viene convocata quattro volte da Viviana Schiavi nella Nazionale Under 16 e in Portogallo canta il suo primo inno di Mameli andando a vincere con l'Italia il Torneo di Sviluppo contro nazionali europee di primo livello.
Come detto, ciò che contraddistingue Benedetta è una componente atletica spaventosa alimentata da una dedizione e da una determinazione totale e incrollabile, unica per una ragazza della sua età. Nonostante abbia ricoperto diversi ruoli in campo, la sua collocazione naturale è quella di attaccante esterno mancino, seppure possa giocare con disinvoltura anche sulla fascia destra, con la possibilità di rientrare e calciare con il sinistro. Lo spunto sul breve è la sua giocata più devastante. La sensazione di energia che sprigiona quando parte palla al piede è qualcosa che fa battere il cuore, e questo perché oltre alla forza, il suo incedere regala una grande sensazione di controllo del pallone. Ti "uccide" in un metro, strappa e ti scappa via come un giaguaro nella savana, e non la prendi più.
È un esempio anche per le compagne, una leader tecnica, una di quelle a cui nel momento di difficoltà passi il pallone perché sai che può inventare qualcosa in ogni momento. Tutto questo senza mai abbandonarsi alla superbia di chi sa di avere qualità fuori dal comune. Una macchina, ma con un cuore grande così, questo è Benedetta Santoro. Attaccante di razza che nel torneo Interregionale in corso ha messo a segno già 8 gol in 6 partite, due dei quali nell'ultima trasferta in casa della Sampdoria.
Per una ragazza di 15 anni è più che normale che accanto ai punti forti ci siano anche ampi margini di miglioramento. Nel caso di Benedetta, un ulteriore salto di qualità potrebbe arrivare da un perfezionamento nella tecnica di base, già ottima, ma probabilmente non ancora completamente matura se paragonata ad altre giocatrici di massimo orizzonte nazionale. Un altro fondamentale da curare, secondo chi la conosce bene, è la capacità di utilizzare al meglio anche il piede destro, e più in generale il tiro in porta, non sempre letale in proporzione alla sua velocità e alla sua dirompenza atletica. Dettagli in un quadro tecnico formibabile e con pochissimi eguali; ma Benedetta non è tipo da accontentarsi mai, e le premesse per vedere tra qualche anno una giocatrice affermata nel calcio femminile italiano e internazionale ci sono tutte.
Benedetta Santoro frequenta con eccellenti risultati il liceo sportivo Cardano di Milano; non guarda mai le partite in tv e non parla mai di calcio. Quando non gioca, studia tanto o si occupa di Jeeg, il suo cane Labrador Chocolate di due anni e mezzo. ha un fratellino classe 2012 che gioca, come ha fatto lei, alla Freccia Azzurra di Gaggiano. Ama gli sport d’acqua come il nuoto e il surf, le piace sciare e andare in bici. Cura molto l’alimentazione e il fisico (non sa cosa siano le bibite gassate o zuccherate), si allena almeno due ore al giorno anche d’estate, in vacanza, quando tutte le attività sono ferme. Una volta non venne convocata perché aveva giocato troppe partite di seguito, e invece di riposarsi venne "beccata" a correre in riva al Naviglio: praticamente l'unico modo di farla riposare davvero è quello di sorvegliarla a vista! Scherzi a parte, la sua piccola grande fama di promessa del calcio in forza a una squadra come l'Inter ha già varcato i confini di Milano e della Lombardia. Quando va in vacanza in Puglia le mettono a disposizione un campo di seconda categoria per allenarsi, e c'è sempre grande curiosità attorno a lei. Ma l'aneddoto più bello è un altro. Un suo ex maestro delle elementari siciliano, una volta tornato giù ha raccontato di Benedetta alla sua classe anche per spronare le bambine verso il calcio. I bambini siciliani si sono "innamorati" di lei, e spesso le mandano dediche e pensieri come questo.