Torneo Annovazzi
01 Aprile 2023
Under 15 Femminile Finale Annovazzi: Giulia Gambirasio e Ashley Hu
Il derby non è mai una partita qualunque, specialmente se arriva nella finale di un torneo importante come la Bracco Cup Annovazzi. Inter e Milan hanno offerto un grande spettacolo per un pubblico numeroso e caloroso. Ecco a voi il dettaglio delle prestazioni di ognuna delle protagoniste.
Hu non la perdona da pochi passi, per il resto lo statuario portiere nerazzurro gioca un primo tempo con il radar sempre acceso al cospetto di un avversario che arriva spesso alla conclusione. I tentativi nello specchio non sono tantissimi, ma lei si dimostra sicura e affidabile.
Almeno due interventi spettacolari che le valgono la palma di miglior portiere della competizione. Mentre le compagne pensano a ribaltare il risultato, lei soffoca gli unici sussulti del Milan della ripresa esaltandosi sui colpi di rasoio di Paolopoli. Valore aggiunto tangibile in questa finale.
Il capitano è tra le più concentrate ed efficaci in una prima frazione giocata in apnea dall'Inter. Personalità e carisma da vendere, attitudine e tempismo perfetto nel murare il tiro a botta sicura di Di Falco. È lei a sollevare la Coppa al cielo di Milano in una serata che non dimenticherà.
Con Basellini incendia la fascia destra nel secondo tempo della finale. Arcigna in fase difensiva e sgusciante quando si tratta di attaccare. È lei a mettere il pallone sulla testa di Sasso sugli sviluppi di un corner corto; non vediamo l'ora di vederla nel calcio a undici dove può diventare un terzino di grande spessore.
Sofia è indiscutibilmente uno dei più grandi talenti delle giovanili nerazzurre, ma in questa finale va in affanno anche lei nel contenere una fase offensiva rossonera alimentata da sei giocatrici. Dà però fondo a tutta la sua classe e riesce a tenere dritto il timone, limitando i danni al minimo.
Nel secondo tempo sorregge la difesa come il dio Atlante tiene sulle spalle il mondo. Pochi fronzoli, difesa allo stato puro. Gli unici pericoli da parte del Milan arrivano da lontano e questo anche per via del campo magnetico generato dalla sua presenza. Un vero mastino.
Perde palla su Hu dopo pochi istanti e l'errore costa caro. Accusa il colpo inizialmente, ma chi non lo avrebbe patito? Col passare dei minuti ritrova però la concentrazione, e si rende protagonista anche di interventi decisivi in una sfida dal coefficiente di difficoltà enorme.
La sensazione è che ci troviamo di fronte alla giocatrice più completa e duttile della squadra. Contro la Cremonese, sotto di due gol, ha giocato prima punta segnando due reti; stavolta agisce da esterna bassa con una disinvoltura e un vigore da numero uno. Un Jolly dal valore inestimabile per Zago.
Una buona giocata per Gambirasio in un primo tempo molto complicato per lei, in cui fatica a filtrare i palloni destinati a Di Falco e non riesce a vincere il duello diretto con Rebecca Rai. I mezzi fisici sono enormi, la tecnica solida come mostrato anche nei precedenti incontri, ma stavolta non è riuscita a esprimersi al meglio delle possibilità.
Un cavallo di razza purissima che a volte ha bisogno ancora di essere guidata nella sua corsa. Contro la Cremonese aveva dato un contributo di intensità e di rapidità enorme, stavolta la sua posizione è decisiva per allargare le maglie della difesa rossonera. Da un punto di vista prettamente "cinetico" è tra le migliori in assoluto. L'impressione è che lei stessa non si sia ancora resa conto di quanto è forte.
Gara molto complicata per una giocatrice sempre generosissima e tatticamente diligente. La partita la costringe spesso a ripiegare per provare a tenere le sgroppate di Spagliardi, senza potersi mai davvero concentrare sui compiti di costruzione e supporto che il suo ruolo prevedeva.
Ogni volta che abbiamo visto Viola la sensazione è stata quella di una giocatrice che fa tutto bene, pur senza eccellere in un singola caratteristica. Non è il tiro; non è il dribbling; non sono i muscoli a renderla importante; è invece il perfetto equilibrio tra i parametri, tipico dei giocatori universali. Il suo gol è quello che vale più di tutti perché ha cambiato l'inerzia della gara. La giocata con cui ha servito il 3-1 a Sasso quella che le è valsa il premio di MVP del torneo.
La cosa più bella del primo tempo nerazzurro è sua: un gran tiro fuori di poco dopo una rapida triangolazione con Bescapè. In mezzo al campo non si risparmia mai, vincendo e perdendo contrasti, ma sempre a testa alta. A conti fatti è sicuramente una delle migliori in un primo tempo negativo delle nerazzurre.
In campo il suo gioco è meno appariscente rispetto ad altre compagne, ma quanto è preziosa per l'equilibrio della squadra. Lei è come le rotelle per le biciclette dei bambini: le metti, e sai che magari vai un po' più piano ma di sicuro non puoi cadere. Come l'autotune per i trapper, come il correttore automatico del telefono... Ci siamo capiti insomma.
Ha sul sinistro il pallone del possibile pareggio ma non è fortunata nella conclusione. Ce la mette tutta per imporsi nella battaglia di centrocampo e porta a casa anche diversi duelli. Nel complesso, tuttavia, la bilancia del primo tempo premia di più la coppia avversaria Hu-Galluzzi.
Un secondo tempo pressoché perfetto in cui sfoggia un 60-40 tra qualità e quantità. Si integra alla grande con Farroni catalizzando il gioco e agendo spesso da volano nella transizione rapida tra difesa e attacco. Giocatrice cruciale che in questa finale ha mostrato ciò di cui è capace.
Le va fatto un applauso perché spesso si trova praticamente da sola in attacco, eppure lei si batte sempre senza paura. Dell'Orto e Palmeri devono guardarsi più alle spalle che davanti, Brevi e Gambirasio non possono concedersi disattenzioni, per Marta il compito è proibitivo ma riesce comunque a offrire l'uno-due a Penelope in uno degli Highlights del primo tempo.
Lucrezia ha due qualità fondamentali per un attaccante. In primis è una gran rompip****. Una di quelle che ti attaccano sempre come le zanzare al parco d'estate, che ti sporcano tutti i palloni, che non ti danno punti di riferimento. L'altra, ancora più importante, è che sente la porta e ha il gol nel sangue. Venticinque minuti: due gol fatti, un altro sfiorato. Una vera Rolling Stone.
La squadra soffre tanto nel primo tempo ma riesce a limitare il passivo al minimo. Ripresa di tutt'altro spessore che vale un successo meritato e speciale per un tecnico che in Enotria si sente come a casa. Grande gestione della rosa da un punto di vista tecnico ma anche umano. Quando Nora Spatuzzi si è infortunata al ginocchio contro la Cremonese il primo a cui ha chiesto aiuto è stato il suo mister. Emozioni che valgono anche più di una Coppa.
Una partita beffarda in cui deve lasciare praticamente tutte le incombenze alla compagna che va a sostituirla tra i pali nel secondo tempo. Venticinque minuti di gestione e attenzione, ben protetta da Ginevra e Rebecca, ma dove la prima difesa del Milan è stata la grande mole offensiva.
Decisamente più sollecitata di Allegra in un'ingrata suddivisione dei compiti. Non ha tuttavia colpe particolarmente evidenti su tutte e tre le reti dell'Inter, e riesce anzi a sventare il tentativo ravvicinato di Sasso con un bel guizzo, tenendo la sfida aperta nel punteggio quasi fino alla fine.
Lo scorso anno l'abbiamo apprezzata in più occasioni come prima alternativa di Tomaselli e Peres in mezzo al campo; ora la ritroviamo nel ruolo di centrale che interpreta con eleganza e modernità. E giocando Ilenia Prati sempre con soli due difensori di ruolo, il compito è sempre molto delicato.
Una delle tre 2009 in campo per il Milan, che si trova di fronte a una missione terribilmente difficile. Dà il massimo per supportare Rebecca Rai nel secondo tempo ma il ritmo imposto dall'Inter è troppo alto considerato anche il minor ricambio energetico di tutta la squadra.
In semifinale l'avevamo voluta nella foto a fine partita insieme alle marcatrici di giornata perché aveva fatto un partitone. In finale si ripete su livelli altissimi per almeno due terzi dell'incontro, dimostrando di meritare la fiducia dell'allenatrice per doti tecniche e anche caratteriali. Brava Reby.
Nella prima frazione si aggiudica da sola il duello con Consonni e Dell'Orto. Riesce quasi sempre a trovare il fondo per poi piazzare palloni tesi e pericolosi verso il centro. Torneo di alto livello per una 2009 che lascia intravedere ottime cose per il futuro rossonero.
Buonissima giocatrice che in quanto a tecnica di calcio pura merita un dieci. I pericoli del Milan nel secondo tempo arrivano quasi esclusivamente dal suo mancino. Le manca forse qualcosina sul piano del corpo a corpo dove Corti ha quasi sempre la meglio in quella zona di campo, ma può essere sempre un'arma segreta per sorprendere l'avversario.
A venticinque minuti dalla fine era lei la giocatrice migliore del torneo. Grandi cose per tutti gli incontri eliminatori, una finale cominciata con un gol che si è costruita da sola all'alba di un primo tempo giocato da dominatrice. Va in calando nella ripresa come tutta la squadra, ma tanta tanta roba Ashley.
Questa ragazza è fantastica. In semifinale ha deciso la sfida con l'Atalanta con un gol che sembrava quello di Roberto Baggio con la Nigeria nel '94. Svelta, intelligente, reattiva, sembra già una veterana in mezzo al campo eppure è una classe 2009. Finisce anche lei nel vortice del secondo tempo ma il voto rimane alto.
L'impressione è che abbia aggiunto quest'anno al suo repertorio da ala pura una maggior forza fisica che fa ora di lei una giocatrice più completa e micidiale. Il primo tempo è da incorniciare: soltanto un miracoloso salvataggio di Casiraghi le nega un gol che avrebbe forse permesso di scrivere una storia diversa.
Un bel torneo il suo in cui era riuscita anche a trovare il gol. Stavolta però si ritrova a giostrare su un binario sferzato dalle raffiche di Maio e Basellini, in una posizione tatticamente molto scomoda. Prova a buttarsi anche lei nel tentativo di assalto finale ma non riesce a incidere in maniera significativa.
Il capitano era probabilmente la giocatrice più attesa di questa finale. La condizione fisica non è brillantissima ma ciò non le impedisce di essere protagonista con giocate sopraffine e illuminanti, che per lei del resto rappresentano la normalità. Non è stata senz'altro la sua miglior partita ma è quella che fino all'ultimo ha provato a tenere accesa la luce anche sotto il profilo dell'agonismo.
Numerose le situazioni offensive create, così come i tentativi a rete o di poco fuori. Al "Raptor" rossonero tuttavia è mancata la giocata da T-Rex, che in certe occasioni è indispensabile per poter lasciare il segno. Prospetto offensivo davvero molto interessante, di certo il futuro del Milan nella corsa per lo Scudetto passerà per i suoi denti e per i suoi artigli.
Dà il cambio a Franco ma si trova proiettata in un copione nettamente più difficile. Il trio difensivo non le lascia spazi e ossigeno, e per lei, come del resto per tutto il Milan, diventa durissima. Il tecnico prova a sparigliare le carte scambiandola con Palopoli ma nella ripresa il Milan perde fiato e smalto, senza riuscire a scalfire la corazza nerazzurra.
Risultati e titoli contano in queste categorie, ma sono sicuramente subordinati a una prospettiva societaria ben più ampia. Il fatto che quattro tra le migliori 2008 d'Italia siano ormai già stabilmente con l'Under 17 ne è la dimostrazione. La sua squadra rimane comunque pericolosa, spavalda e affascinante; anche se non invulnerabile.