Under 17
06 Aprile 2023
REAL MILANO UNDER 17: Emanuele Moro, milanista DOC e trascinatore della squadra con 21 gol
Emergere in una grande squadra non è da tutti e soprattutto non è cosa scontata, ancor più difficile se la tua è squadra di punta e in lotta per la vittoria del campionato. Due ottime motivazioni che però non hanno impedito ad Emanuele Moro di salire alla ribalta e prendere per mano l'Under 17 del Real Milano, trascinandola a suon di gol in testa alla classifica del Girone A. Una cavalcata, quella dell'esterno offensivo classe 2007, che ha origine tanto tempo fa proprio nel quartiere di Vimodrone.
L'avventura di Moro al Real Milano inizia nove anni fa ma, se le sue origini calcistiche sono facilmente collocabili geograficamente, non lo sono affatto per quel che riguarda la posizione in campo. «Agli inizi con la Real - racconta Moro - avevo deciso di fare il portiere, anche se mio padre non mi voleva mai comprare i guanti che volevo (ride, ndr). Nonostante questo però ho iniziato in porta ma dopo solamente un paio di settimane l'allenatore mi ha convinto a cambiare ruolo perché avrei potuto esprimermi meglio. In un primo momento non l'ho presa benissimo ma poi l'ho accettato perché mi divertiva giocare in tutti i ruoli, mi bastava scendere in campo». Quasi un decennio con i colori biancorossi stampati sulla pelle, un legame che però sei anni fa era andato vicinissimo ad interrompersi: «C'è stato un momento dove ho pensato di lasciare ed è stato circa sei anni fa quando ho fatto un provino per il Cimiano, provino che è andato bene. Poi però sono stato convinto a rimanere a Vimodrone perché a detta dei tecnici avrebbe fatto bene alla mia crescita, così è stato. Sono affezionato tantissimo a questa società».
Una scelta che ha fatto bene eccome a Moro, classe 2007 che ormai da due anni gioca un anno sotto età ma apparentemente senza difficoltà. In questa stagione, infatti, è un punto fermo dell'Under 17 allenata da Pierangelo Di Pasquale e capocannoniere non solo del Real ma anche dell'intero Girone A con ben 21 reti. Un glow up che parte anche e soprattutto dal suo nuovo modo di muoversi in campo come tre-quarti nel 4-3-2-1: «Quest'anno gioco dietro la punta ma essendo nato come esterno mi piace partire defilato per poi accentrarmi. Mi definiscono sia veloce che bravo tecnicamente, infatti preferisco avere il pallone tra i piedi e tentare di andare via in dribbling piuttosto che essere lanciato spalle alla porta. Fino all'anno scorso invece preferivo ricevere palla sullo scatto, penso sia dovuto al fatto che ho avuto ancora più fiducia rispetto agli atri anni e ho acquisito tantissima sicurezza in più. I 21 gol non sono altro che il risultato di una squadra che mi supporta tantissimo e che mi mette sempre nelle condizioni per poter arrivare in porta e segnare. Sicuramente ho migliorato anche una freddezza sotto porta che prima non avevo, anche in questo i miei compagni sono stato fondamentali nello spronarmi e sostenermi anche fuori dal campo».
Un modo di muoversi in campo quasi tagliente e che prende in qualche modo spunto, come ammesso dallo stesso Emanuele, dall'asso portoghese del Milan, Rafael Leão: «Mi sono appassionato al suo modo di giocare guardando i suoi video e il suo modo di muoversi in campo. Abbiamo lo stesso ruolo ma siamo due giocatori diversi, quando sta in campo però mi affascina perché ha una personalità nel saltare l'uomo tutto sua ed è quello che voglio arrivare ad avere anche io».
C'è senza ombra di dubbio la firma a caratteri cubitali di Emanuele Moro nella stupenda rincorsa verso il titolo del Real Milano. I ragazzi del tecnico e patron Di Pasquale sono attualmente primi in classifica con tre punti di distanza dalla Rogoredo, potenzialmente sei data la gara in meno dei biancorossi. Non male come tavola apparecchiata in vista del sempre più probabile successo finale, un traguardo che arriva da lontano e che il Real e Moro si sono costruiti passo dopo passo: «Abbiamo approcciato il campionato in modo quasi impeccabile sino alla pausa invernale. Anche alla ripresa abbiamo cominciato con il piede giusto ma poi il pareggio con la Medigliese e la sconfitta proprio nello scontro diretto con la Rogoredo ci hanno un pò scombussolato. Siamo calati sia di testa che di forma e lo abbiamo pagato in quelle partite, sapevamo che non sarebbe stato un campionato facile. Abbiamo da migliorare sia nell'aspetto mentale che in quello tecnico, ora però la testa è quella giusta e ci siamo impuntati nel voler vincere a tutti i costi questo campionato»
Moro sa forse meglio di altri cosa significhi lavorare sulla propria testa ed è quello che ha fatto quando, tra la fine di gennaio e metà febbraio, è stato costretto a fermarsi ai box nel pieno della sua forma: «Purtroppo il nuovo anno non è iniziato bene per me, a fine gennaio mi sono rotto la clavicola durante un'amichevole e per un mese non sono potuto scendere in campo per aiutare la squadra. Non è stato l'infortunio in sé a scuotermi, perché a quello purtroppo ci sono abituato perché sono un pò una specie di Zaniolo (ride, ndr), quanto invece mi è dispiaciuto perché stavo giocando bene come non mai e non potevo dare una mano alla squadra nel momento più difficile della stagione. Non ho fatto comunque mancare alla squadra il mio supporto anche dalle tribune».
In questo obiettivo non possono che fare la differenza anche i più minimi dettagli, come quelli insiti allo spogliatoio: «Sono ormai diversi anni che gioco con i miei compagni e di stagione in stagione abbiamo stretto un legame sempre più forte. Con loro mi sento al sicuro e ho sempre voglia di migliorarmi, mi spronano sia con incoraggiamenti che con battutine per tirare fuori la mia vera essenza in campo. Fa parte del gioco, da parte mia sono consapevole di dover migliorare ancora in tanti aspetti, soprattutto in fase difensiva perché a volte mi perdo un pò e mi dimentico di andare a coprire. Questa stagione però sta andando talmente bene che non sto guardando minimamente quelli che sono i miei difetti».
«Ci sentiamo pronti e carichi per questo finale - sentenzia Moro - vogliamo a tutti i costi raggiungere il nostro obiettivo. Abbiamo iniziato la stagione giocando tutte le partite come se fossero delle finali e questo spirito un pò lo si è perso in quel periodo tra gennaio e febbraio. Dobbiamo rimetterci in testa che se non vogliamo lasciare nulla ai nostri avversari da qui alla fine dobbiamo giocare sempre col coltello tra i denti».