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Torneo delle Regioni Under 15

A 15 anni segna il gol della vita: il baby talento punta lo Scudetto e le prof impazziscono

Il sigillo di Matteo Pino ha dato il via alla sensazionale rimonta contro l'Emilia Romagna

RAPPRESENTATIVA UNDER 15

RAPPRESENTATIVA UNDER 15: Matteo Pino in festa con Luly Tommaselli

Esistono varie tipologie di gol. In primis quelli spettacolari, quelli che li vedi e ti rimangono impressi per sempre. Vedi la girata al volo di Zidane nella finale di Champions League del 2002, la rovesciata di Cristiano Ronaldo allo Juventus Stadium nel 2018, o ancora le iconiche coast to coast di Maradona prima e Messi poi. Dopodiché ci sono quelli pesanti, quelli capaci di riscrivere pezzi interi di storia. In tale senso è indimenticabile il sigillo del portoghese Eder nella finale di Euro 2016, quelli di Milito al Santiago Bernabeu nel 2010, o ancora quello di Giroud nel derby di Milano dello scorso campionato. Ci sono poi quelli sia spettacolari che pesanti: un mix tra genio e peso specifico. Anche in tal senso gli esempi sono molteplici, ma l'ultimo in ordine di tempo è quello di Matteo Pino. Classe 2008 e punto fermo dell'Under 15 della Lombardia, ha dato un senso al suo essere straordinario mettendo a segno il gol più importante della sua vita. Come? Con un destro dal limite tanto potente quanto preciso, abbastanza per battere Saccani e riprendere una partita diventata estremamente complicata. Sì, perché i primi a segnare a Volpiano sono stati proprio gli emiliani, costretti poi ad arrendersi di fronte a Villa e compagni. Di Pino il gol del pareggio, poi Fardin e Scalvini hanno completato la rimonta.

SPETTACOLARE E PESANTE

Come detto, un gol spettacolare e pesante. Spettacolare perché arrivato a coronamento di un'azione pazzesca: palla verticale per Fardin, che semina il panico nella difesa avversaria e serve a rimorchio Pino. Il centrocampista del Cimiano raccoglie il pallone dal limite dell'area, alza la testa e lascia partire un rasoterra fulminante: pallone in buca d'angolo e 1-1. «È stato un bel gol - dichiara Matteo Pino - ma sinceramente ci ho messo un po' a capire cosa stesse succedendo. Non ci stavo credendo, sono contentissimo e la prima cosa che ho fatto è andare ad abbracciare i compagni». Pesante perché arrivato nel momento più importante della partita e perché, col senno di poi, ha dato il via alla rimonta furiosa dei lombardi. Lo conferma lo stesso Pino, tornato titolare dopo la panchina nei quarti di finale contro l'Abruzzo: «Fossimo andati in spogliatoio in svantaggio sarebbe stato difficile, molto più difficile. Sicuramente la ripresa sarebbe stata diversa e più complicata: ora andiamo a Vercelli» dichiara col sorriso il classe 2008, che poi non si pone limiti: «È ovvio, arrivati a questo punto l'obiettivo non può che essere alzare la coppa». Tornando al gol, la dedica di Pino è tutta per amici, famiglia e allenatore: «Lo dedico a loro. Mi supportano sempre, anche non solo nel calcio, e gli devo davvero tanto. Senza poi dimenticare il mio allenatore, Francesco Sangaletti. Devo lui molto: mi ha fatto cambiare ruolo due anni fa anche se io non volevo».

DI PADRE IN FIGLIO

Come andrà l'ultimo atto di Vercelli, in programma domani al Silvio Piola, non è dato saperlo. Tuttavia una certezza ce l'abbiamo: Matteo Pino si farà trovare pronto, come d'altronde ha fatto in ogni singola partita dall'esordio contro la Puglia alla semifinale contro l'Emilia. Che sia in un centrocampo a tre o in coppia nel 4-4-2 poco importa perché il denominatore comune è uno solo: qualità. Quella di Pino si possono riassumere in due parole: tecnica e intensità. La prima gli permette di poter giocare praticamente in ogni ruolo, purché si parli di zona mediana del terreno di gioco. La seconda lo rende quel centrocampista che tutti gli allenatori vorrebbero: sa attaccare lo spazio, capisce quando è il momento di ripiegare dietro, ci mette fisicità quando il gioco si fa duro, inoltre dà la sensazione di saper fare sempre la scelta giusta. Caratteristiche che per certi versi ricordano un certo Sandro Tonali, suo grande idolo nonché stella del presente - ma pure del futuro - del Milan. La sua squadra del cuore, la squadra del cuore di suo papà, la squadra in cui il suo vecchio da giovane ci ha pure giocato. La passione per il mondo del pallone deriva proprio da lui: «Devo ringraziarlo: mi ha fatto avvicinare a questo splendido sport. Ricordo bene che guardava le partite e io ero al suo fianco, poi quando avevo voglia di fare due tiri lui era sempre presente».

SIRENE

Segrate prima, Cimiano - e Rappresentativa - adesso. E domani? Tempo al tempo, certo è che le sue qualità non stanno per nulla passando inosservate. Se già erano evidenti nel corso di questa stagione con la maglia dei biancorossi di via Don Calabria, le prestazioni al Torneo delle Regioni hanno sicuramente aumentato il volume delle sirene. Sirene? Sì, sirene. Sirene professionistiche. Su di lui ci sarebbe l'interesse di vari club di Serie C della zona, ma non è da escludere che da qui a luglio altre realtà, magari pure più blasonate, possano bussare alla porta di Marco Barbieri. Ma questa è un'altra storia, intanto ce n'è un'altra da scrivere. Riguarda tre colori: il verde, il bianco e il rosso. Domani ci si gioca uno Scudetto: Pino è pronto, capitan Villa pure e con loro tutti i 20 classe 2008 di Peccati. Formazione che, comunque andrà, rimarrà impressa nelle menti dei lombardi per molto, moltissimo tempo.

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