Torneo delle Regioni Under 15
27 Aprile 2023
RAPPRESENTATIVA UNDER 15: Giulio Fardin dell'Alcione
Alla fine è finita nel modo più giusto. Con un gol in finale, il settimo nel torneo. Con un assist al bacio, l'ennesimo in una settimana sensazionale. Con il trofeo dello Scudetto alzato al cielo, probabilmente il primo di tanti. Passerà alla storia come il ventiduesimo Tricolore della storia lombarda, come il terzo in assoluto nella categoria giovanissimi, ma anche come il torneo della definitiva consacrazione di Giulio Fardin. La finale contro la Toscana è lo specchio perfetto della sua settimana. In primis per la capacità di prendersi sulle spalle l'intera squadra: lo ha fatto con la personalità, lo ha fatto con gli occhi della tigre, lo ha fatto rimanendo in partita con la testa prima ancora che con i piedi. Poi per il saper incidere come nessun altro: dopo 120 secondi non è riuscito a sbloccarla per questione di centimetri, poi alla mezz'ora ecco puntuale il settimo sigillo dopo una serpentina corale di la Viola. Infine per il talento: quello vero, quello innato, quello genuino. L'azione che porta al 2-2 vale da sola il prezzo del biglietto: perché il dribbling su Falchi è ubriacante, ma soprattutto perché il passaggio per Braga è quanto di più simile ci possa essere alla perfezione. E poco importa se a tempo praticamente scaduto si è divorato il gol della possibile doppietta, difatti quanto fatto nei 71 minuti precedenti è stato più che sufficiente.
Il tutto dopo una settimana da Dio. Non quella di Jim Carrey nell'omonimo film, quella di Giulio Fardin: che ha segnato una doppietta all'esordio contro la Puglia, che ha deciso il big match contro il Lazio in zona Cesarini, che è andato in gol su rigore nella sfida al Friuli, che ci ha messo la firma anche nel quarto contro l'Abruzzo, che ha deciso la semifinale contro l'Emilia Romagna. E quanto fatto al Piola di Vercelli è storia, e che storia... «Sono contento, davvero tanto contento. Sia per me - racconta Fardin nel post gara - che per la squadra. L'importante è aver vinto e lo abbiamo fatto: siamo caduti, ci siamo rialzati e abbiamo fatto qualcosa di straordinario». Parole da leader quelle del bomber, che nella sua analisi ci tiene a specificare il ruolo avuto dell'intera formazione di Peccati: «Così come in Alcione, anche qui il merito dei miei gol è tutto dei compagni. Senza di loro non sarebbe la stessa cosa, vedi l'azione splendida di La Viola che mi ha permesso di accorciare le distanze». Ormai l'abbiamo capito: il rapporto tra Fardin e il gol è speciale. Tanto speciale che in questa stagione si contano già 44 uscite a lume di candela: 37 in campionato e 4 nel Torneo delle Regioni. Che ce l'abbia nel sangue è evidente, così come lo è la capacità di poter incidere da un momento all'altro.
Non in maniera casuale, in maniera studiata.Così studiata che in più di una circostanza è stato in grado di prevedere quando avrebbe trovato la via del gol. La prima volta è stata contro il Lazio: parziale di 0-0, partita bloccata e apparentemente destinata al pareggio. Fardin va in panchina, si avvicina al boss (Claudio Mantegazza, ndr) e gli dice: «Dammi cinque minuti e faccio gol». Ne passano appena tre. Poi vince un contrasto con Barzagli, sul più bello sbatte contro Di Salvatore ma poi raccoglie l'invito di La Viola e firma la vittoria. La seconda contro l'Abruzzo, in questo caso la sera prima in hotel: «Andre domani faccio gol». Poi, la mattina seguente: «Ne faccio due, uno entro i primi 20 minuti». Serve raccontare il seguito? Minuto 19:52: vantaggio Lombardia con Fardin. I gol al triplice fischio sarà "solamente" uno, ma glielo si può concedere. "Ma come fa?" chiederete voi. Ecco la risposta che svela l'arcano: «Prima delle partite so cosa potrò dare, soprattutto prima del riscaldamento. Capisco se posso segnare dopo 5, 10 o 20 minuti. Poi spesso lo dico al boss (Mantegazza, ndr) e Dino (Carrieri, ndr)».
Archiviata l'esperienza con la Rappresentativa, è ora tempo di tornare a pensare all'Alcione. Non solo c'è un titolo Regionale da portare a casa, ma anche uno Scudetto da bissare. Sì, lo Scudetto, chiaramente in questo caso quello dedicato alle squadre di club. A suonare la carica è lo stesso Giulio: «L'obiettivo per il finale di stagione è vincere ancora. Partendo dal titolo lombardo e arrivando allo Scudetto, sarebbe un sogno». Intanto il primo ostacolo per salire sul trono della Lombardia sarà rappresentato da una tra Mario Rigamonti e Olginatese, e se dovessero vincere i bianconeri andrebbe in scena un super derby contro Braga: «Con lui ci troviamo alla perfezione. Credo sia un giocatore formidabile e se avesse qualche centimetro in più verrebbe anche più considerato. Gol nelle fasi finali? Ne fa di più lui perché parte prima - scherza il bomber dell'Alcione - ma ai quarti la vinciamo noi». E se a dirlo è il Re dei bomber del Torneo delle Regioni...