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Torneo delle Regioni Under 15

I 2008 sono Campioni d'Italia: una remuntada clamorosa per il trionfo più bello di sempre

Fardin e Braga portano in vantaggio la Lombardia, Tabini la salva sulla linea di porta: le pagelle della finalissima Scudetto

LOMBARDIA-TOSCANA FINALE pagelle

RAPPRESENTATIVA LOMBARDIA UNDER 15 • Tommaso Braga, Matteo Pino e Nicolò Holovko festeggiano la vittoria del Torneo delle Regioni

Passeranno alla storia come i fortissimi, probabilmente. O gli invincibili. O meglio ancora, come i fortissimi invincibili. La Lombardia vince in rimonta contro la Toscana e scrive un pezzo di storia, fissando per sempre i nomi dei protagonisti di questa Rappresentativa nella storia del Torneo delle Regioni. Azzolari in porta, a condividere il ruolo con il miglior gregario di sempre, ovvero Pessagno. Una linea difensiva solida come poche: Tabini, Manzinali, capitan Villa e Holovko. Un centrocampo ricco di interpreti per prima cosa fantasiosi e affidabili: Tedone, Garatti, Pino, Luly Tommaselli, giusto per citarne alcuni. E un attacco che vede in Fardin, Braga e La Viola i finalizzatori migliori che un tecnico come Gabriele Peccati potesse sognare.

Ci sarebbero altri nomi da citare, perché ognuno ha avuto un ruolo in questa trasferta in Piemonte, un percorso lungo che ha portato all'epilogo perfetto: la Lombardia è Campione d'Italia, andando in doppio svantaggio e rimontandola come solo le grandi squadre sanno fare. Non lo sappiamo se questi passeranno alla storia come i Galacticos del calcio giovanile, ma una cosa è certa: questi 2008 hanno vissuto e realizzato un sogno. E si portano giustamente a casa il Tricolore. Il più bello di sempre.

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AZZOLARI • Una sola incertezza. Quasi fisiologica. Quasi un favore a tutti gli altri portieri del Torneo: anche Superman è in parte essere umano. Ma solo per qualche attimo, perché vince subito la kryptonite e torna poi a salvare di tutto come solo i più grandi supereroi dei fumetti sanno fare. Nel momento più confusionario del secondo tempo salva la situazione assieme a Tabini, nel più classico cliché dell'eroe e la spalla. Aveva previsto la vittoria della Lombardia mesi fa e lo aveva confidato a Noemi, la sua ragazza a cui dedica la vittoria.
8.5
TABINI • La partita perfetta? Non si può dire, perché il futuro permette sempre di alzare l'asticella. La partita migliore della vita di Luca? Sicuramente sì: il terzino della Vigor Milano non sbaglia nulla. Difensore senza macchia e senza paura, ma anche giocatore che gasa come pochi altri. Attentissimo in difesa, leggero e dinamico in avanti ma soprattutto un grandissimo senso della posizione. Perché per salvare quel tiro sulla linea, quel tiro così forte e così fulminante, devi aver fatto una lettura perfetta. Lui ci è riuscito, per la fortuna di tutta la Lombardia, che ha sentito la scarica di adrenalina ed ha fatto gol dopo pochi minuti. Prestazioni di alto livello, tre salvataggi sulla linea e una Coppa portata a casa. Chiedere di più è difficile.
10.0
MANZINALI • Ghiaccio nelle vene è riduttivo. Bisognerebbe trovare qualcosa di più freddo del ghiaccio per descrivere la partita di Lorenzo. Gioca con la calma di un veterano. Ma non un veterano con tanti anni di esperienza. Un veterano che ha giocato finali a più non posso. Chiude con la facilità di chi sa come si gioca una finalissima, come chi sa che se la porterà a casa, a prescindere da quello che succederà. Torneo perfetto del difensore del Ponte San Pietro, che anche quando sbaglia qualche piccolezza è pronto a rimediare e non lasciare spazio agli avversari. Sarà difficile da domani immaginare che la coppia con Villa verrà sciolta.
10.0
VILLA • Sarà difficile da domani immaginare che la coppia con Manzinali verrà sciolta, esatto. Il capitano è la controparte perfetta del tandem difensivo che ha reso grande questa Rappresentativa, dando equilibrio agli interventi coraggiosi del collega. Lui in marcatura è un vero e proprio mastino. Ma più elegante, come un'ombra che ti segue ovunque tu vada. Non abbandona mai il suo avversario e non si ferma fino a quando non conquista palla. Il taglio di capelli ha portato fortuna? No. La fortuna non c'entra nulla: capitan Villa ha portato i suoi alla vittoria da vero condottiero.
10.0
HOLOVKO • Sicuramente la partita più difficile del suo torneo, perché Barry della Toscana nel primo tempo è ai limiti del fenomenale. Lui però cerca di tenere botta e per assurdo commette un errore in una delle situazioni più facili. I veri leader, così si dice, non si perdono mai d'animo perché conoscono benissimo le proprie potenzialità. Nicolò si mettere immediatamente in moto, iniziando a macinare campo a più non posso. Holo è uno dei trascinatori di questo gruppo e anche quando la Lombardia è sotto 2-0 carica i compagni perché sa che la rimonta è possibile. Nessuna palla di vetro però, solo piena consapevolezza delle proprie potenzialità.
8.5
GARATTI • Tutto regolare, non aveva nulla di particolare sotto gli scarpini. Eppure, diventa difficile spiegarsi come fa un singolo giocatore a correre in maniera così instancabile da una parte all'altra del campo. Ha dovuto saltare la semifinale e c'era forse un po' di apprensione per la sua assenza. Vedendo quello che ha fatto in finale, si può capire perché. Non si risparmia mai: se il pallone passa dalle sue parti, deve essere tra i suoi piedi. Una settimana maiuscola per Davide, che a dispetto del nome, a centrocampo è un gigante come Golia.
8.5
LULY TOMMASELLI • Una cosa che spesso si dice nel calcio è che bisogna farsi trovare pronti, sempre e comunque. Una banalità, forse, perché quando una frase viene ripetuta spesso si finisce per depotenziarla. Di un'idea completamente diversa è Valerio, che si fa trovare prontissimo entra e contribuisce alla vittoria nell'atto finale del Piola di Vercelli con l'assist per il secondo gol di Braga, quello che praticamente fa aumentare esponenzialmente l'euforia della Lombardia. Sentiva di poter fare la differenza, lo si intuiva da come ha calpestato il terreno di gioco non appena è entrato. Di ingressi così non se ne vedono spesso, figuriamoci in una finale che vale il Tricolore.
9.0
TEDONE • Lorenzo è la più classica definizione di diesel. Aumenta la qualità e il ritmo con l'andare delle lancette, riuscendo a recuperare un numero spropositato di palloni davanti alla difesa. Si deve vuotare le tasche a fine gara, perché sono piene dei recuperi che in linea mediana. E come se non bastasse, oggi è anche esploratore: si spinge verso la trequarti offensiva e prova un paio di conclusioni potenzialmente pericolose. Non riesce a beccare il bersaglio grande, ma la densità che fa lì in avanti è fondamentale per mangiare campo agli avversari, che faticano a respirare per via del grande lavoro del Tedo.
8.5
PINO • L'arbitro non ha ravvisato nessun problema al momento della chiama. Quando ha chiamato i vari componenti della distinta, di Matteo Pino ce n'era soltanto uno. Ma allora come mai in campo sembra sia ovunque, contro le leggi della fisica e della natura, visto che essere in più posti contemporaneamente è impossibile? Matteo a centrocampo non ha eguali: rincorre, recupera, smista, si butta in attacco e finisce per essere semplicemente determinante. La Lombardia è in finale anche e soprattutto grazie ad un suo gol, giustissimo che si goda anche lui la Coppa del Torneo delle Regioni.
9.0
LA VIOLA • Avete presente quando siete allo stadio e vedete una di quelle giocate incredibili che, come si suol dire, valgono da sole il prezzo del biglietto? Jacopo ha fatto un regalo - il giorno dopo il suo compleanno - a tutto il Piola di Vercelli, lasciandosi andare in uno strappo da fenomeno. Non ci sono altre parole, quella giocata lì è da fenomeno. Non a caso, rappresenta il punto di svolta della gara della Lombardia, visto che porta nell'immediato al gol di Fardin. Come al solito, poi, ci mette tanta qualità e tantissima voglia, perché sa di poter incidere e di poterlo fare praticamente quando e come vuole. Irrinunciabile, anche se da domani purtroppo dovremo tutti fare a meno delle sue opere d'arte.
9.5
SCALVINI • Camaleontico. Lo si dice di chi sa adattarsi a qualsiasi tipo di contesto, senza troppi problemi e con discreta velocità. Alessio entra nel momento in cui la Lombardia sta spingendo per passare finalmente avanti nella finalissima e deve ambientarsi in pochissimo tempo, acclimatandosi in un attimo. Quasi diventa l'eroe di tutta la regione, perché sgancia una grandissima conclusione, che però va a stamparsi dritta sulla traversa: come si dice in questi casi, mancò la fortuna, non il valore.
8.0
BRAGA • L'uomo giusto al posto giusto. Ma non in senso metaforico. In senso letterale. Tommaso segna due gol da attaccante. Attaccante vero, che si fa trovare pronto. Pronto? Riduttivo, in realtà. Perché è chirurgico nell'impattare il pallone quando ha le due occasioni in area sulle giocate di Fardin e Luly Tommaselli. E come un chirurgo, che fa dell'eleganza e della precisione dei suoi movimenti delle mani il suo forte, lui fa lo stesso con i piedi: volteggia sul pallone, lo accarezza e sa sempre come fare. Questa è la sua finale, lo dice il tabellino ma lo dice anche la partita in sé: due gol che valgono lo Scudetto. Non lo dimenticherà presto. Macché, non lo dimenticherà mai.
10.0
CLEMENTI • Cinque minuti. Cinque minuti non sono tanti per un giocatore, se si considera anche la pressione di giocare quella che è la partita più importante della carriera di un classe 2008. Thomas però non sa cosa sia la pressione a quanto pare, perché in cinque minuti inizia a fare praticamente il panico tra le fila di una Toscana sfiduciata e solo il palo gli impedisce di entrare nella storia del Torneo delle Regioni: il 4-2 sarebbe stato meritato e avrebbe messo il punto esclamativo sulla partita della Lombardia e dell'ingresso del giocatore della Sestese.
8.0
FARDIN • Giulio Fardin. L'attaccante. Il bomber. Il predestinato. Il golden boy. I modi di riferirsi al giocatore dell'Alcione si sprecano. Da oggi, però, lo si deve - l'imperativo è d'obbligo - chiamare solo in un modo: il Re. Giulio non è solo il capocannoniere del Torneo delle Regioni, perché lo Scudetto lo incorona come l'attaccante più decisivo e più determinante di tutta l'Italia. Chiude la trasferta piemontese con 7 gol in 6 partite, semplicemente pazzesco se si tiene conto che ha segnato sette volte in sette giorni. Più volte nel corso della competizione si è detto che stavano finendo le parole per descrivere il golden boy - anzi, il Re - e questo poteva essere un problema. In fin dei conti, non lo è affatto: basta sedersi e ammirare ciò che fa in campo, che sia un gol o un assist. Lo Scudetto è arrivato, il predestinato si avvicina a fiammate proprio al suo destino, che è sempre più una realtà concreta.
10.0
ALL. PECCATI • Silenzioso. Quasi imperscrutabile. Per certi versi, un personaggio d'altri tempi. Ciò che però non cambia mai nel corso della storia - e della storia del calcio - è la bellezza di una vittoria. Gabriele Peccati ha fatto un lavoro splendido, ancor prima che dal punto di vista tattico, da quello del gruppo e delle scelte sui venti fortissimi 2008 da portarsi in Piemonte. Per tutta la stagione ha voluto circondarsi di ragazzi che in primis avessero voglia di godersi il gioco del calcio. Con l'obiettivo di vincere, con l'obiettivo di vincere la storia, ma probabilmente con l'obiettivo principale di divertirsi lui in primis. Sempre in silenzio, ma con un sorriso in più. Quello che vuol dire Scudetto per la Lombardia.
10.0
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