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02 Maggio 2023
Christian Mancino, difensore centrale del Chieri e capitano della Rappresentativa Piemonte Vda Under 17 campione d'Italia
Cresciuto a Borgaro, spostato a Chieri. Difensore Centrale di professione, capitano di vocazione, regista di reel negli spogliatoi per passione. Christian Mancino è il capitano della Rappresentativa Piemonte Vda campione d’Italia, ormai lo abbiamo conosciuto bene. Lui è stato l’uomo di Claudio Frasca per riportare la selezione sabauda al tricolore e lo ha fatto con stile, con passione, con personalità e sempre il sorriso sulle labbra. Dall’inizio alla fine, proviamo a raccontare il viaggio del Capitano attraverso alcune fotografie, sparse, ma che fanno capire un po’ di più cosa sia stato questo successo.
L’AMICHEVOLE DI BIELLA, CATTIVI PRESAGI • Come ha raccontato alla nostra Live di Twitch, Christian Mancino viene a sapere che sarà il capitano della Rappresentativa all’alba dell’amichevole contro la Biellese. Una comunicazione pesante, di cui Frasca è già convinto da mesi, ma che solo il 18 gennaio comunica al difensore centrale del Chieri. Quando abbiamo detto che l’Under 17 non sembrava il fiore all’occhiello della spedizione piemontese, un po’ negli occhi degli addetti ai lavori c’era quest’amichevole. Perché i bianconeri di Gianni Amorosi hanno la meglio contro quella che dovrebbe essere la nazionale dilettante e la prestazione non è di quelle belle ma sfortunate. All’interno della prestazione sotto tono è lo stesso Mancino che ammette: «Ho sentito un po’ la pressione e ho giocato male». Il primo tassello non sembra dei migliori, ma non è altro che la rincorsa.
L’ULTIMO RADUNO - LE CAMERE • Il tempo passa, si arriva a una settimana dal via al Torneo Delle Regioni di casa. LA settimana. La fascia è ormai assimilata al braccio e Mancino è sempre più capitano vero. Il gruppo c’è e dopo il Maggioni, in cui la certezza più granitica è la difesa, arriva la convocazione per l’ultimo raduno. Ci sono i 20 e c’è un +2. Davide Bledea, 2007 della Sisport come Francesco Leone, e Sow del Mercadante, chiamati per sicurezza vista la condizione non al top di Manfredi e Pauliuc, che alla fine ce la faranno. Il Capitano sprona, accoglie tutti e si erge subito a show man alla prima occasione. Il sorteggio delle camere d’albergo. I primi estratti sono i capi camera, poi si va a riempire. Un solo veto: nessuno dello stesso club insieme. Poco male perché al termine del sorteggio, quello che esulta di più è proprio Mancino perché l’urna di Marco Pizzato e Claudio Frasca recita: camera 2 Cotroneo, Mancino, Mammolenti. «Una camera impegnativa» spiega sorridendo Mancino alla Live di Twitch di giovedì 20 aprile, «Tasso di ignoranza rilevante». Infatti il primo a svegliarsi durante il Torneo sarà sempre il capitano e per gli altri due difensori di Pro Eureka e Lascaris la sveglia sarà una canzone piazzata a tutto volume.
«SIMBA» • «Ragazzi, lui è Leone. Ci farà vincere il Torneo». Altro battesimo pesante, forte, impegnativo di Claudio Frasca per il più piccolo di tutti, ovvero Francesco Leone. Attaccante della Sisport, già con un piede alla Juventus con cui ha sostenuto il Maggioni, e una delle convocazioni più strane dell’Under 17. Non perché non sia forte, ma perché alcuni si chiedono se non ci sia qualcuno di più “pronto” nei 2006. Fatto sta che il timido sottoleva si presenta a tutti al raduno di Grugliasco, ma ad accoglierlo c’è poi il Capitano che in riferimento ai continui titoli sul “Ruggito del Leone” gli dice: «Sei ancora Simba, ma puoi diventare il Re Leone». Accoglienza da capitano di cui Leone si ricorda nel momento più importante, più bello: il gol in finale. Al termine della finale, con la medaglia d’oro al collo va dal suo capitano e gli ricorda questa frase di inizio Torneo. «Ora sono il Re Leone».
IL GOL AI QUARTI • Quarti di finale. L’avversario è il Friuli Venezia Giulia. Quel Friuli che ha eliminato la Lombardia, una delle favorite, e che in porta ha un portiere di stazza imponente e di qualità sopraffina: Igor Zanin. A sbloccarla ci pensa Andrea Gironda, aiutato da un po’ di fortuna, visto che il suo corner trova una deviazione amica di Alban Capa che beffa il suo stesso portiere. La gara sembra in controllo ma al 18’ della ripresa Filippo Tanzi pareggia i conti e la botta emotiva è tosta. Tostissima. Aggiungiamoci pure che il bomber del Piemonte Vda, Matteo Giacona, è uscito al 14’ della ripresa in barella per una botta alla caviglia. Un pizzico di fortuna però dà una grande opportunità: calcio d’angolo da sinistra e tocco di mano in area del Friuli. Rigore. Giacona è fuori dai giochi, palla al Cap che nei giorni prima si è allenato con il suo preparatore dei portieri, Enrico Chiapale che in una sfida uno contro uno glieli ha intuiti tutti e parati uno. «Smettiamola se no mi demoralizzo» fa ironia postuma Mancino. Dagli 11 metri, il rigore più pesante del mondo, il cap non sbaglia e in semifinale si vola con un suo gol. «Gliel’ho suggerito io di farti fuori» ironizza Mancino a caldo abbracciando Giacona dopo la partita.
CAPITANO DI TUTTI • Al triplice fischio parte la festa: la semifinale contro il Lazio è realtà, il viaggio continua. Fuori dalla rete di Volpiano però c’è l’Under 15 che si è fermata a tifare per i compagni. Loro però devono liberare le camere, perché poco prima sono usciti. Han perso 2-0 contro un gran Veneto. Il viaggio è finito, ma Mancino si dimostra ancora una volta sopra tutto e tutti. La canonica foto di festa non va fatta solo con lo staff e i calciatori dell’Under 17. Stop ai fotografi e va di persona a chiamare Simone Molon e compagni: «La foto la facciamo insieme a voi, ve lo siete meritato perché siete usciti a testa altissima». Un abbraccio a Diego Salvamano, un cinque a tutti i 2008 e la foto si fa insieme. Non solo: la squadra corre negli spogliatoi, in attesa del classico video di festeggiamento di cui Mancino è regista e attore protagonista. Mancino ancora non va, aspetta. Cosa? Il Friuli Venezia Giulia. La squadra sconfitta parla e lui aspetta, da solo, per fare i complimenti ad uno ad uno. Capitano vero, capitano di tutti.
NON SI LASCIA INDIETRO NESSUNO • Forse a inizio articolo abbiamo mentito. Non ha sempre avuto il sorriso sulla faccia. Dopo il 2-0 al Lazio ha esultato, sì. tanto. La finale è realtà. Però negli spogliatoi, quando solitamente parte la festa, la sua faccia è un po’ cupa. Amara, perché ha un compito duro: consolare Davide Mammolenti. Il suo collega di difesa, che ha giocato con una gamba malmessa, a fine partita ha preso una gomitata e un cartellino rosso per scambio di persona. L’immediata rabbia per non poter giocare la finale, lascia presto il posto nel cuore e nella testa di Mammolenti alla tristezza e alle lacrime. Tutti lo consolano, ma più di tutti è lui, Christian Mancino. Il video scaramantico deve partire e quando tutti si aspettano caciara, Mancino sorprende tutti: «Non è momento di cavolate… Andiamo in finale e ora facciamo casino: ma solo per Mammo. Che si è fatto un mazzo tanto e ci ha portato in finale e non potrà giocarla. Facciamo casino per lui». Non si lascia indietro nessuno.
LA DEDICA FINALE • Il pensiero, quando la coppa è stata alzata e la medaglia messa al collo, va ad una persona. Vicina, anzi, vicinissima che quella coppa l’ha sfiorata, ma non ha potuto toccarla. Suo zio Vincenzo Mancino classe 1984. Nel 1998 giocava nel Salus, era in categoria di Giovanissimi e anche lui è stato un perno della Rappresentativa Piemonte Vda: in quell’edizione ha cavalcato insieme al Piemonte fino alla finale dove però, nonostante abbia vinto il premio come miglior giocatore, si è dovuto inchinare al Veneto ai rigori. «Era ora che un Mancino vincesse questo Torneo». Capitano dei suoi, capitano della sua Famiglia.