Under 15
19 Maggio 2023
Davide D'Acierno, capitano del Chisola 2008 campione in carica che domenica affronterà l'Alpignano in finale per la seconda volta consecutiva
Il nemico numero 1 del Chisola è la testa. Lo si sa, lo ammette Mandes, lo si è visto quest’anno e senza danni collaterali rilevanti, anche contro il Bulé Bellinzago nella semifinale di Trino mercoledì. Se l’anno scorso la squadra era una corazzata quest’anno sicuramente non è da meno e può contare su tante soluzioni differenti, ma questo porta con sé anche un peso psicologico maggiore: la squadra è conscia della sua forza, è conscia del suo tasso tecnico e la consapevolezza spesso può portare ad abbassare la guardia per sdraiarsi sul velluto. Il Bulè ha tirato fuori l’orgoglio nella ripresa, ma ha potuto farlo anche perché D’Acierno e compagni non han dato il colpo di grazia quando avrebbero potuto e dovuto.
In queste poche righe abbiamo riassunto e archiviato gli aspetti negativi di una squadra che nasce vincente, cresce vincente, respira vincendo. Questa squadra è profonda ed equilibrata, ma scorrendo un po’ nei tabellini più recenti attraverso la nostra app possiamo ipotizzare come scenderà in campo. A partire dal modulo.
Francesco Cammarata, difensore del Chisola capace di fare il centrale a 4, il terzino e anche il braccetto nella difesa a 3.
Va fatta una premessa: da qualche tempo al Chisola mancano tre interpreti per infortunio grave. Andrea Macrì, terzino sinistro nato e cresciuto a pane e Chisola, che a febbraio si è rotto il crociato e Davide Migliorini, terzino destro di spinta fuori per un infortunio al polso. Non ultimo Edoardo Duò che mercoledì è stato comunque tra i primi ad esultare pur facendo il guardalinee.
Per il resto non possiamo che basarci sulla formazione scesa in campo a Trino mercoledì come punto di partenza. In mezzo ai tre Davide D’Acierno da faro. Sa marcare, sa leggere e guidare la squadra sa impostare. Al suo fianco due marcantoni che bene sanno interpretare il ruolo da braccetto: Francesco Cammarata a sinistra, Giuseppe Mazzone a destra. Due difensori che nascono centrali a 4, con Cammarata che può anche interpretare meglio il ruolo di terzino, ma che in una retroguardia a 3 possono dare qualcosa in più. Perché? Perché si integrano alla perfezione con i loro compagni incaricati di marciare su tutta la fascia. L’ex Pro Eureka Mazzone è più difensivo, più centrale puro e quindi offre garanzie di copertura in una fascia in cui Simone Chessa torna, ma non è quella la sua specialità. Il 7 di vinovo, che l’anno scorso siglò il gol del momentaneo 2-1, gioca e incanta sulla riga laterale e ha come vocazione primaria quella di scagliare traiettorie secche e nette per i due centravanti. Giusto tutelarsi con un difensore come Mazzone che quando può non disdegna anche uscire palla al piede, ma sempre in modo misurato.
Nicholas Franzé, terzino del Chisola ultimamente impiegato come esterno a tutta fascia a sinistra, complici anche gli infortuni nel reparto che hanno inciso sul cambio modulo.
Dall’altra parte Cammarata, che ha avuto un po’ di alti e bassi quest’anno, ha la grinta giusta per aspettare Donadio e/o Fioccardi potendo contare su un Nicholas Franzé che nasce terzino, ma che se gli chiedi di fare tutta la fascia lo fa con piacere. Essendo Franzé meno estroso in fase offensiva rispetto a Chessa (l’anno scorso giocò una finale da terzino bloccato), Cammarata ha qualche licenza in più fino alla trequarti, ma sempre col contagocce. Con Duò ai box, la riserva numero uno è il classe 2009 Federico Brusa. Centrale, con gamba per fare terzino, personalità e fiuto del gol sui piazzati e piedi per fare di tanto in tanto il play nella sua categoria. Una pedina versatile, utile e intelligente che Mandes usa per rinfrescare la linea a 3 o anche per cambiare modulo passando a 4. L’anticipo dei Quarti di Finale 2009 a sabato garantisce la sua presenza.
Che partita ha fatto Matteo Coco a Trino?! Di qualità immensa. Intelligente e sapiente nella posizione e nelle giocate e perfettamente integrato ad un giocatore più duttile ed equilibratore come Alessandro Scarangella. Questa mediana a 2 forse è un po’ leggera, ma in determinate situazioni può garantire una qualità senza pari in categoria. Davanti si troveranno, molto probabilmente la Libellula Molon e il “CURRIarmato” e quindi non è escluso che Mandes possa pescare dal mazzo carte differenti. L’ex Sisport Samuele Paneghini, incontrista da manuale perfetto per una mediana a 3. Filippo Nanni, cresciuto al Chisola ma rientrato da una parentesi in Cina, che col suo fisico (non slegato dalla tecnica) può garantire muscoli e possanza; Rodrigo Giacchino jolly in mediana e poi Riccardo Arcudi. Forse metterlo in mediana non è come metterlo dietro le punte, ma male non fa. A Trino è entrato con la giusta voglia, ma soprattutto con la giusta testa per permettergli disegnare calcio e giocate quando poteva senza esagerare. Un ingresso che lo porterà al ballottaggio con chi col Bulé è partito titolare, ovvero con l’ex Toro Thomas Gozzi che nei minuti precedenti ha garantito una prestazione di sostanza, ma anche di sostegno a un tandem offensivo che si presenta da solo.
Samuele Calamita, bomber del Chisola e attaccante di riferimento della Rapp Nazionale.
Ora, sforziamoci di riassumere. Fabio Giambertone: 6 gol nelle fasi finali, 27 nella metà stagione giocata con i 2008, più 7 fatti con i 2007. Samuele Calamita: 6 gol nelle fasi finali, 43 in campionato, 2 gol fatti con la Rapp al Torneo Delle Regioni. Tutto chiaro? Dire che la Giamber-Mita è la coppia più pericolosa e forte della categoria è forse troppo sintetica come opera descrittiva di un tandem che non solo segna, ma si cerca, si brama, si integra e spesso e volentieri si abbraccia dopo che almeno uno dei due fa quella cosa a cui è troppo abituato: il gol. Quasi due centravanti con Calamita che più compito di raccordo e con Giambertone a fare da boa e mortaio. Con questi due la batteria degli attaccanti, con caratteristiche differenti, può contare su Edoardo Manuele (15 gol quest’anno e 25 nella passata stagione all’Asti) ed Emanuele Lampitelli (5 reti nel 2022/23 e 18 l’anno scorso al Pertusa). Due frecce appuntite e di qualità che possono garantire anche variabilità di modulo, soluzione e punti di riferimento.