Riforma dello Sport
20 Luglio 2023
Christian Mossino, vice presidente vicario della Lega Nazionale Dilettanti: le società del Piemonte e della Lombardia aspettano un segnale, quando arriva
A furia di tirare la corda si è rotta. Dopo anni di vessazioni continue da parte delle istituzioni, calcistiche e non, le società stanno dicendo basta. «Se non ci ascoltano metteremo in atto forme di protesta durissime, a partire dallo sciopero pacifico delle Prime squadre, ma che minerà le competizioni (scendere in campo ma non giocare) fino alla Scuola calcio che porteremo in blocco agli Enti di Promozione sportiva. In Lombardia alcune società hanno già deciso che non faranno la Coppa Lombardia». Difficile dare torto alle società dove, tra Piemonte e Lombardia sono circa 300 quelle che hanno sottoscritto il documento (lo trovate qui) in cui di fatto chiedono alla Lega Nazionale Dilettanti di fare muro contro una serie di clausole che rischiano di mandare gambe all'aria investimenti di una vita. E ora, a dare manforte alle società, potrebbe anche esserci il parere, in molti casi favorevole, del testo licenziato dalla Commissione bilancio che delega il governo a modificare la riforma in alcuni punti che potrebbero migliorare, e non poco, la vita dei club (lo trovate qui).
Ma quali sono i punti controversi? In linea di principio, e qui bisogna rendere merito al Ministro dello Sport Andrea Abodi, una riforma di questa portata non può mettere sullo stesso piano una società che partecipa al campionato di Serie D e una Terza categoria. In mezzo c'è un mondo variegato e disomogeneo. A partire dai contratti di lavoro e dai contratti collettivi. Vanno assolutamente fermati o quantomeno sospesi. Serve un periodo di interregno per capire la reale portata di una riforma di cui nessuno è in grado di dire dove porterà. Quindi, come prima cosa, niente minimo salariale, possibilità per le società di proporre contratti personalizzati e non dover sottoscrivere obbligatoriamente tracce scritte dal burocrate di turno e di conseguenza potersi accordare sui tempi di pagamento. Infine la possibilità per i club di interrompere il contratto per giusta causa.
In tema di contratti vale poi la pena di sottolineare come il Comitato Regionale Toscana stia consigliando alle proprie società di non sottoscrivere contratti di lavoro ma unicamente tesseramenti come volontari. Scelta di buonsenso, non si può chiedere alle società di sottoscrivere dei contratti che fanno riferimento a futuri scenari non prevedibili (aumento del compenso in bianco, contratti collettivi che ancora devono essere perfezionati eccetera). Tutti questi provvedimenti vanno sostenuti dalla Lega Nazionale Dilettanti a costo di abbandonare il tavoli. Lo facesse avrebbero il sostegno delle società a vita, sarebbe finalmente un segnale che i Dilettanti sono vivi e pronti a salire sulle barricate.
Nel testo consegnato al Governo dalla Commissione bilancio vi è poi un passaggio che va sostenuto a gran voce e cioè quando si dice sotto la soglia dei 200mila euro entrerebbe in gioco la decontribuzione. Sopra quella soglia sono sì e no un dieci per centro le società della Lega Dilettanti e sempre in quel testo di parla di introdurre la figura del lavoratore sportivo occasionale. Va escluso dai contratti collettivi. Non possiamo pensare che una società di Terza categoria abbia gli stessi obblighi di una società di Serie D. Per non parlare poi delle altre figure che, sempre la Commissione, autorizza il Governo a "crearle". Il magazziniere come lo inquadriamo? Al momento non è previsto.
Detto dei principali nodi, dal momento che il movimento ha trovato in Andrea Abodi un interlocutore preparato, imparziale, competente, raccogliere quelli che sono i suggerimenti della Commissione e tradurli in Legge dello Stato. Non è la panacea di tutti i mali, ma quantomeno salviamo le società dal fallimento. A quel punto restano sempre i punti del Premio di Tesseramento e Premio di Formazione tecnica. Dire che per un calciatore di 30 che firma oggi il suo primo contratto va riconosciuto un premio a chi lo ha tesserato vent'anni fa è una cosa che non si può sentire. Una barzelletta, per altro in contrasto con le norme Fifa che prevedono massimo a 23 anni la soglia per il riconoscimento del premio.
Infine il Premio di preparazione tecnica tra società professionistiche e dilettantistiche. Oggi lo stato dell'arte è questo. Le professioniste fanno razzie, chiedono dai 600 ai 1000 euro alle famiglie e dopo aver fatto il primo gruppo stanno passando al secondo gruppo. Tutto questo ovviamente noi lo avevamo ampiamente previsto. Alla Lega Dilettanti tutto questo come viene visto? Bene, cioè, male. Se non volete ad ottobre ritrovarvi senza i campionati della Scuola calcio forse è venuto il momento di intervenire. Pesantemente. Le società sono al vostro fianco, dimostrate di meritare il loro appoggio.