Under 19
12 Ottobre 2023
FRECCIA AZZURRA UNDER 19: Riccardo Luongo, il figliol prodigo tornato a Gaggiano
«Alla fine si torna sempre dove si è stati bene» non è solo un passaggio del brano "Nessun posto è casa mia", cantato dalla celeberrima musicista Chiara Galiazzo. É un'espressione, uno stato d'animo che - specialmente nel calcio - è tipico di quei giocatori che dopo un lungo viaggio tornano dove tutto è iniziato, e lo fanno per stare bene come una volta. Lo ha fatto nel suo piccolo anche Riccardo Luongo, portiere della Freccia Azzurra giunto nuovamente al punto d'inizio della sua carriera partita oltre dieci anni indietro.
Riccardo Luongo in azione con la maglia della Freccia Azzurra
La vita calcistica del classe 2005 parte proprio dalle realtà di Gaggiano - il suo paese natale - prima proprio con la Freccia Azzurra e poi con la maglia dell'Accademia Gaggiano. Da qui in poi iniziano a salire sacrifici ma soprattutto il conto dei chilometri, perchéil portiere riceve e accetta la chiamata del Pavia, oltre 37 chilometri lontano da casa. Un'esperienza che però dura poco ed ha davanti a sé prima altri 34 chilometri, che portano Luongo nel lodigiano e ad accasarsi alla corte del Fanfulla prima, e poi addirittura 91 chilometri per vestire la maglia della Vogherese.
Nell'anno successivo - quello appena trascorso - la maglia è quella dell'Accademia Pavese, ma a chiudere per ora il cerchio un'altra manciata di chilometri che questa volta però sono meno pesanti e più dolci, perché sanno di casa e vedono il portiere tornare a difendere i pali della Freccia Azzurra in Under 19: «Sono stati anni in cui sia io che la mia famiglia abbiamo fatto tanti sacrifici - afferma Luongo - ma tutto quello che ho fatto l'ho fatto guidato dalla passione per il calcio, questo e la grande volontà di uno dei miei allenatori mi hanno convinto a lasciare la prima volta e ad andare a Pavia. Oggi, a distanza di quasi dieci anni, sono soddisfatto del percorso che ho fatto e sono consapevole che questo era il momento giusto per tornare alla Freccia Azzurra, per tornare a casa».
La stagione 2023/2024 non è solo quella del ritorno del "Figliol Prodigo" ma coincide anche con un inizio tanto nuovo e sorprendente. Nuovo perché Luongo arriva in una Under 19 che, nonostante qualche fuori quota della prima squadra e qualche veterano, è stata praticamente rifondata allenatore compreso. Sorprendente, perché l'inizio del campionato vede i biancazzurri di Guglielmo Ventura iniziare subito con due successi - contro Idrostar e Real Basiglio - seguiti dai ko con Mottese e Nuova Trezzano.
Il tutto inframezzato dal passaggio del turno nella Coppa Lombardia, insomma un primo bilancio sicuramente più che positivo: «Iniziare così bene non era scontato - chiarisce Luongo - quest'anno la squadra è composta da molti ragazzi nuovi ma siamo riusciti a creare subito una buona affinità, tra di noi ma anche con il nuovo allenatore che è molto preparato e soprattutto ha le idee chiarissime. In settimana lavoriamo sempre al meglio delle nostre possibilità perché sappiamo che il nostro sarà un girone di ferro, vogliamo farci trovare pronti. Le prime partite penso abbiano confermato tutto ciò, poi penso sia subentrato un calo mentale che non ci ha fatto mantenere i piedi per terra, abbiamo sprecato molto sottoporta ma avremo modo di rifarci». Insomma, un nuovo capitolo che però per Luongo rappresenta un filo conduttore con il passato: «Nella mia testa in questi momento c'è solamente la voglia di dare tutto quello che ho per la squadra in cui gioco, l'ho fatto in ogni mia esperienza e di certo non voglio fermarmi ora. Tornare qui dopo tanti anni mi dà lo stimolo giusto per aiutare la società della Freccia Azzurra, a cui come sempre darò tutto me stesso».
Il portiere è sicuramente uno dei ruoli che ha cambiato di più il suo modo di essere interpretato, forse quello che la modernità l'ha abbracciata più di tutti. In questo senso Mike Maignan e Manuel Neuer sono tra i due estremi difensori che al giorno d'oggi rappresentano maggiormente questo cambiamento, una rivoluzione del ruolo che anche lo stesso Riccardo Luongo lo ha abbracciato: «Amo giocare con i piedi e stare fuori dall'area di rigore per dare indicazioni e supporto alla squadra, penso che per un portiere oggi queste caratteristiche siano indispensabili. Rispetto a prima gioco più alto e credo che questo dimostri la mia personalità, tutte cose che ho acquisito solamente grazie al tempo e al lavoro che mi hanno permesso di migliorare anno dopo anno. Per questo non posso che ringraziare tutti i miei allenatori ma soprattutto mio padre, mi ha aiutato tantissimo a tenere botta soprattutto per quel che riguarda l'aspetto mentale. É stato decisivo».