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Under 17 Élite

Difende con classe e attacca da fenomeno: ha 15 anni, un talento clamoroso e piace in Nazionale

Il classe 2008 tuttofare che gioca e segna da sotto età

UNDER 17 ACCADEMIA INTER

UNDER 17 ACCADEMIA INTER: capitan Colombo, bomber dei nerazzurri

Garantisce Beppe Bergomi, uno che giocando lì dietro ha vinto giusto qualcosina. Uno cresciuto a pane e ginocchia sbucciate, il difensore per definizione: un po' terzino, un po' marcatore, un po' libero. E pure uno che di talenti ne ha visti tanti, forse più di chiunque altro: alcuni sono arrivati in alto, altri sono arrivati addirittura in altissimo, altri ancora sono diventate promesse non mantenute. Per capire effettivamente in quale categoria si collocherà Federico Marrone non solo è prematuro, ma al momento è probabilmente anche inutile chiederselo: tante le variabili in gioco, tantissimi gli scenari possibili. Intanto tre certezze, giusto per togliere ogni dubbio sul talento: quello vero, quello genuino, quello innato.

Numero uno: la stima di Beppe Bergomi. E le sue parole non lasciano spazio a particolari interpretazioni: «Ha coraggio e pensa poco. Lui prende e va: questa è la sua forza». Coraggio? Coraggio di prendersi sulle spalle l'Accademia Inter nel momento di difficoltà. Pensare poco? Pensare poco per mettersi in proprio, farsi trenta metri di corsa, servire un assist a Colombo e trovare il settimo gol stagionale. Prendere e andare? Prendere e andare per ricordarsi di essere straordinario: nel palcoscenico più bello, nel momento più difficile, nel momento più importante e, dulcis in fundo, contro l'avversario più forte. Era Accademia Inter-Aldini, era il derby di Milano. E se il gol nel secondo tempo è stato quello del coraggio, del pensare poco e del prendere e andare, quello nel primo tempo è già un tormentone: calcio angolo di Legora e stacco vincente di Marrone, che la testa sembra utilizzarla bene almeno quanto fa con il piede destro. 

DUE E TRE

Numero due: la mentalità. Vincente a dir poco e le parole di Marrone, ovviamente, non lasciano spazio a particolari interpretazioni: «Il sogno nel cassetto? Mi pare ovvio, fare il calciatore». Altro che medico, ingegnere o astronauta: il calciatore. Che ce l'abbia nel sangue è evidente, che abbia i mezzi per quantomeno provare a sognare lo è altrettanto. Quindi la numero tre, forse la più importante: i numeri. Quelli del campo sono triti e ritriti: 18 presenze e 7 gol, più precisamente 1459 minuti giocati e un sigillo ogni 208. Sì, ci sono attaccanti che metterebbero la firma. Ma se si parla di un difensore - un po' terzino, un po' marcatore, ma niente libero - il discorso cambia, si svolta completamente. E se parlassimo di un classe 2008 che gioca in Under 17 Élite? Che quindi ogni settimana si ritrova di fronte ragazzi più grandi di un anno? Il discorso cambia, si svolta completamente e forse assume un significato totalmente diverso.

Quindi sì, i numeri che ha sulla carta d'identità saranno triti e ritriti. Intanto, non per forza in questo ordine: l'Accademia Inter se lo coccola, la Nazionale lo osserva, le professioniste lo aspettano. Per capire se effettivamente questa sarà la sua ultima stagione in via Cilea è presto per dirlo, così come è prematuro fare previsioni su dove potrebbe andare a giocare in prossimo anno. In fondo c'è ancora una stagione da finire e una Nazionale da (ri)conquistare. Che si sia garantito un posto in cima al taccuino da Gabriele Peccati, selezionatore della Rappresentativa LND e campione in carica con la Lombardia, non è certamente una novità: se da una parte non è detto che questo potrà garantirgli altre chiamate, anche per palcoscenici più importante, dall'altra è più che probabile che possa continuare ad essere seguito sempre più da vicino. 

ULTIMA DOMANDA

E il ruolo? Forse un po' terzino e un po' marcatore, ma anche in questo caso garantisce Beppe Bergomi: «Credo che il suo futuro possa essere come centrale di difesa. Meglio ancora in un reparto a tre come braccetto di destra: sarebbe perfetto per buttarsi dentro e attaccare». Nel frattempo lo Zio lo usa un po' dappertutto, vedi la partita contro l'Aldini: primo tempo centrale difensivo, secondo tempo "quinto" a destra. Il risultato è stato pressoché lo stesso: doppio gol, uno per tempo, e l'ennesima prestazione da incorniciare. E se quel tiro a metà ripresa non fosse stato seguito a un miracolo di Musazzi, altro classe 2008 da tenere d'occhio, staremmo forse parlando di un'altra storia. Intanto tocca ribadirlo: l'Accademia Inter se lo coccola, la Nazionale lo osserva, le professioniste lo aspettano.

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