Cerca

Trofeo Italo Galbiati

Il Cimiano fa le cose in grande: Capello, Camarda e Bergomi, quanti vip per prendersi Milano

La serata di presentazione del Trofeo Italo Galbiati è un trionfo: tantissimi ospiti a City Life

TROFEO ITALO GALBIATI

TROFEO ITALO GALBIATI: da sinistra a destra Fabio Capello, Francesco Camarda e Beppe Bergomi (FOTO: Cimiano)

Come riassumere Italo Galbiati in poche parole? Ovviamente, con i commenti di chi ha calcato i campi con lui, con chi ha vissuto sulla propria pelle i suoi insegnamenti, con chi, in ultima analisi, è stato parte della rivoluzione che Galbiati ha portato con sé. «Lui era uno che ti diceva le cose che non andavano, non solo quello che andava bene. È più facile insegnare la tattica della tecnica: lui sapeva trovare l’errore tecnico, e lo sapeva spiegare», racconta Fabio Capello, lo storico tecnico di cui Galbiati era il fedele secondo. E poi il ricordo via videomessaggio di Cannavaro, Marchisio, Ibrahimovic, Maldini, Buffon, Galliani, Ancelotti e Pardo: hanno voluto partecipare proprio tutti i grandi del calcio alla presentazione del Trofeo Italo Galbiati, tutti con una parola, un aneddoto, una memoria, un episodio che trasmetta il valore degli insegnamenti di un uomo che ha fatto del calcio il suo pane quotidiano. Il torneo organizzato dal Cimiano, grazie al minuzioso lavoro di Sportland - nel nome di Andrea Badini -, all'agenzia Cc Connect di Cristina Corradi e all'impegno del presidente della società Federico Galli, intende inserirsi in questa importante eredità e trasmetterla alle nuove leve del calcio italiano. 

Cristiano Gazzola, responsabile del settore giovanile del Cimi e mente da cui è partito il progetto del torneo, ha definitivamente voluto strafare. D’altronde, lo aveva già detto anche Andrea Badini, CEO di Sportland: «Italo Galbiati era una persona straordinaria. Per ricordarlo dobbiamo fare qualcosa di straordinario». Sic est: la serata di presentazione del Trofeo non si è fatto mancare nulla. Solo un paio di dati per rendere l’idea della portata dell’evento: Torre Allianz come location, Simona Ventura come co-conduttrice (insieme ad Antonio Erario), nomi del calibro di Beppe Bergomi, Fabio Caressa, Mauro Tassotti, Fabio Capello, Filippo Galli, Roberto Donadoni, Francesco Camarda e Christian Di Nunno nella platea. Il Trofeo Italo Galbiati parte dalle migliori premesse, celebrando in grande stile il tecnico scomparso lo scorso 8 marzo.

PREMI

Tutto qua? Certo che no. Durante la serata, sono stati anche consegnati premi ai presenti, riconoscimenti legati alla carriera nel calcio e nella sua narrazione. La suspense è presto rotta: premio al miglior giocatore va a Francesco Camarda, il fenomeno rossonero che il 25 novembre 2023 ha solcato per la prima volta un campo di Serie A a soli 15 anni e 8 mesi, effigiandosi del titolo di più giovane esordiente di sempre. Sul palco salgono anche i genitori del campione, reduce da uno dei gol più belli della sua carriera nel 3-1 contro il Cagliari in Primavera.

La domanda se la fanno tutti, ma la formula Simona Ventura: «Non avete paura che si possa montare la testa?». Risponde papà Manuel: «No, non gli diciamo nulla, non temiamo che possa esagerare: la strada è la sua». Nel frattempo però, l’asticella si sposta un po’ più in alto per il più giovane esordiente della storia: «Voglio segnare a San Siro», ammette sul palco della Torre Allianz, prima di consegnare una maglia speciale al Cimiano, con il nome di Galbiati sulla schiena e il numero 73 - suo numero d’esordio - appena sotto. 

Passato il momento Camarda, giustamente sotto i riflettori, si prosegue con gli altri premi della serata. Sotto a Beppe Bergomi con il trofeo alla miglior carriera calcistica; il riconoscimento alla carriera dirigenziale va a Ariedo Braida, mentre quello per la miglior società emergente spetta al Lecco, rappresentata da Christian Di Nunno, figlio del patron Paolo. Premiati anche Mauro Tassotti per il lungo curriculum calcistico e - non poteva mancare - Fabio Capello, per il suo impegno come tecnico.

UMILTÀ E PROFESSIONALITÀ

Umiltà e professionalità. Queste le parole che ricorrono più spesso durante la presentazione del torneo. Italo Galbiati era soprattutto questo: il tecnico d'esperienza che semplicemente amava guardare giocare a calcio, trattando tutti i giocatori come suoi nipoti, con quel suo piglio da nonno enfatizzato dall'inconfondibile dialetto milanese

Dalle partite al “muretto”, quel vecchio campo da calcio in cui il giovane Galbiati si presentava sempre per giocare con gli amici, passando per la maglia della Calvairate e fino ai campi internazionali: un percorso segnato dalla dedizione per il calcio e dal duro lavoro, senza mai la pretesa di aver concluso la propria parabola di crescita. Lo ricorda anche Giacomo Poretti, voce fuoricampo del video proiettato ad inizio serata, primo ricordo di una vita dedica agli scarpini: «Fin da piccolo, Italo aveva sempre il pallone sotto al braccio».

E allora, al di là di tutti i convenevoli e le cerimonie, quale modo migliore per onorare Italo Galbiati se non con la concretezza del gioco, in particolare quello giovanile, a cui lui tanto era affezionato? Il Cimiano coglie in pieno l’eredità del grande tecnico e porta in campo i 2008 delle migliori squadre milanesi a partire dal 7 febbraio. Dado già tratto dunque per i primi incontri in via Don Calabria e in via Graf: Ausonia e Alcione si impongono su Virtus Ciserano Bergamo e Rhodense. Primo per le 16 dilettantistiche sarà quello di approdare ai quarti, dove avranno la possibilità di giocarsi il titolo nientepopodimeno con le prof Inter, Milan, Lecco e Monza.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter