Under 14
22 Febbraio 2024
FRATELLI DEL PALLONE: A sinistra Leonardo Asllani, classe 2010 dell'Ardor Bollate, a destra Kristjan, il futuro dell'Inter
Il legame tra fratelli è qualcosa che non si spiega, qualcosa che lo si vede e basta, quel qualcosa a cui pur non dando un senso ci si crede comunque. Perché non c'è età che tenga, non c'è niente al mondo di così forte da poter spezzare un legame che, appunto, nessuno può spiegare. Un'unione che, però, quando chiama in causa il destino che l'ha portata ad esistere, ecco che viene facilmente spiegata, svelata, resta tangibile in tutta la sua magia. A proposito di qualcosa che non si può esattamente spiegare a primo impatto: 9 marzo 2002 e 14 ottobre 2010, due date apparentemente insignificanti se accostate l'una accanto all'altra. Ecco che però quando viene svelato il destino che le accomuna tutto arriva ad avere un senso e, anche questa volta, è una questione tra fratelli. La prima data segna la nascita di Kristjan, uno dei centrocampisti più promettenti della Serie A, talento del calcio albanese e futuro pilastro della squadra che sta letteralmente dominando il campionato italiano in questa stagione, con cui vanta già tre trofei in due stagioni. Nella seconda data, invece, a venire al mondo è Leonardo, esterno offensivo che quest'anno sta facendo letteralmente quello che vuole, sprizzando lampi di calcio e segnando praticamente in ogni partita nei Provinciali di Milano. Troppi indizi? troppo pochi? Non quelli giusti? Ok dai, ecco un altro aiutone. Il cognome che accomuna questi due fratelli è niente meno che Asllani: il primo gioca nell'Inter Supercampione d'Italia di Simone Inzaghi, che ha stregato tre anni fa con quel suo unico gol in Serie A a San Siro, il secondo sta facendo i numeroni con gli arancioneri dell'Ardor Bollate.
Sì, perché se Kristjan è un mediano - quasi atipico nei movimenti più che nella posizione - Leonardo si esprime in tutto il suo talento poco più avanti. Lo fa da quando aveva poco più di 5 anni, lo fa da quando - otto anni fa - suo fratello è agli inizi nelle giovanili dell'Empoli e lui inizia a giocare a Bientina, un piccolo paesino in provincia di Pisa, nella Sextum Bientina. Insomma, una cornice niente male, in una Regione - la Toscana - che ha dato i natali a tantissimi campioni e giovani talenti del nostro calcio. Basti pensare che un anno prima, a soli 7 chilometri di distanza - più precisamente a Pontedera - nasceva un altro futuro campione, il centrocampista del Torino Samuele Ricci. Ma dove eravamo? Ah sì, Sextum Bientina: Leonardo ci rimane a imparare calcio per cinque anni e poi ecco l'approdo, due chilometri più lontano, alla Polisportiva Monteserra, la sua ultima tappa tra paesaggi suggestivi come la Val d'Elsa o la Val di Chiana, prima del grande, grandissimo cambiamento.
Due generazioni di Asllani a confronto
Sì, perché nel frattempo suo fratello Kristjan - dopo un campionato fantastico giocato con l'Empoli di Andreazzoli - attira su di sé l'interesse dell'Inter, che nell'estate del 2022 decide di acquistarlo in prestito con diritto di riscatto a 14 milioni. La vita calcistica e non per lui cambia e così anche per Leonardo, che per la sua prima esperienza in terra lombarda non va tanto lontano dalla scelta del fratello. Ecco che infatti si aprono le porte di un gigante del calcio giovanile: l'Accademia Inter, un'esperienza da lui stesso definita come: «Molto ma molto bella, e con i compagni ho avuto sempre un rapporto fantastico». Un anno: la durata dell'esperienza nerazzurra del classe 2010 che, dallo scorso settembre, ha scelto l'Ardor Bollate e i Provinciali di Milano come prossima tappa del suo percorso: «Ho scelto l'Ardor Bollate - dice Leonardo - perché ero convinto di poter fare una bella stagione. Volevo dare continuità a me stesso e alle mie prestazioni, ma anche aiutare la squadra con quello che posso fare. Come squadra siamo molto uniti sia dentro che fuori dal campo, è un gruppo che merita tante belle soddisfazioni».
Abitudine. Dal latino habitudo -dĭnis, vale a dire un qualcosa che a forza di indossarlo diventa come una "seconda pelle". E per Leonardo Asllani è la posizione in campo, che da quando lo ha visto iniziare a tirare calci i primi calci ad un pallone circa otto anni fa, non è mai cambiata: l'esterno sinistro offensivo. E il motivo sta tutto nelle sue caratteristiche: velocità palla al piede, capacità di sapersi accentrare partendo dall'esterno per concludere a giro sia con un piede che con l'altro; ah e per non farsi mancare niente anche un dribbling a dir poco ubriacante. «Sono le due caratteristiche che sento più forti - prosegue Asllani - perché mi consentono di esprimermi come voglio io, ma soprattutto di aiutare la squadra a farlo».
La consuetudine però non sta solo nel ruolo ma anche in quel qualcosa che al calcio dà un senso, che decide chi vince e chi perde: i gol, ovviamente. E Leonardo per quel che riguarda il gonfiare la rete se ne intende eccome, perché i 10 gol segnati fin qui con l'Under 14 dell'Ardor Bollate in questa stagione, sono tutt'altro che frutto di una casualità. Sono, appunto, semplicemente una - lietissima - abitudine: «Tanti gol lì ho sempre fatti, anzi, mi è capitato anche di farne molti di più rispetto a quanti ne ho fatti fino a questo momento. Mi piace soprattutto andarmene in velocità, accentrarmi e rientrare sul destro senza che il difensore se lo aspetti, per poi calciare a giro sul secondo palo. Ogni volta che faccio gol è una soddisfazione bellissima, spero di non smettere mai (ride, ndr)».
Vëlla. Letteralmente "Fratello" in albanese, nazione che ha dato la luce ai fratelli Asllani. Sì, perché il calcio arriva ovunque e anche nei posti dove prima sembrava impossibile arrivare. Arriva anche in campo, dove i legami nascono, si cementano, si fortificano, dove - tra fratelli - ci si dispensa consigli. E Leonardo, suo fratello lo guarda con occhi attentissimi, affettuosi naturalmente, ma soprattutto lo guarda con la convinzione di avere tanto da imparare: «Mio fratello per il mio percorso calcistico è fondamentale, ascolto sempre attentamente quando mi dà un consiglio perché sarebbe stupido non farlo, visto il livello a cui gioca. Mi dice sempre dove ho sbagliato e dove migliorare, mi dà anche tantissimi suggerimenti sul come essere più pericoloso usando le mie caratteristiche». E non mancano nemmeno i classici consigli last minute nel pre-partita: «Il consiglio che mi dà spesso e volentieri è quello di essere continuo in tutto quello che faccio, di sfogare tutto me stesso e non aver paura dell'avversario, anche se su questo non mi sono mai fatto grossi problemi (ride, ndr)». Tra fratelli si sa, non sempre ci si sprona con le buone. Anzi, molto spesso "si dà prima il bastone": «Quando segno mi fa i complimenti, ma non molti perché si concentra di più sugli errori che faccio per dirmi cosa migliorare, anche quando segno. Ad esempio quando gioco male mi dice di tenere alta la testa e fare meglio la prossima volta, cerco sempre di ascoltarlo e prendere buon esempio».
Avere tanto da migliorare vista la giovane età è la cosa più normale di questo mondo, ma se parti con un supporto così e soprattutto non da zero, perché le valanghe di gol segnate da Leonardo in questi anni qualcosa la vorranno pur dire, la strada tracciata è quella giusta. Quella strada che Kristjan percorse sul Prato di San Siro la sera del 7 maggio 2022 per intercettare il pallone con un controllo sublime, per poi scaricarlo in porta nel momentaneo 0-2 dell'Empoli contro l'Inter. I nerazzurri alla fine quella partita la vinceranno 4-2 con una rimonta clamorosa, e due mesi più tardi quel talentino con la 23 dei toscani se lo porteranno a casa. Ora, è presto e sicuramente prematuro, ma se all'Asslani Senior è bastato un solo gol per far impazzire l'Inter chissà che per Leonardo - che di gol se ne intende sicuramente di più - non bussi presto alla porta la chance della vita. E chissà, magari quei due lati della stessa medaglia splenderanno all'unisono: e lo faranno da nessuna parte se non semplicemente in un campo da calcio.