Cerca

Under 17 Élite

A 15 anni gioca già da fenomeno: il classe 2008 fa due miracoli da Serie A e diventa leggenda

Il baby portiere dell'Accademia Inter decisivo nella trasferta contro la Varesina

Subito una premessa: tocca togliere il francesismo, o quantomeno cambiarlo con una parola più "web friendly". «A cos'ho pensato? Cavolo, ora fanno gol». Si scrive "cavolo", si legge... Ma poco importa, perché il concetto è un altro e le parole di Mattias Tommasi, classe 2008 dell'Accademia Inter, dicono ben altro. Se non altro per quel "ora fanno gol", d'altronde come dargli torto? La situazione, volendo utilizzare il classico eufemismo, non era certamente delle migliori: perché di fronte c'erano Soumahoro e Grimaldi - 14 sigilli in due, non proprio gli ultimi - e perché l'occasione, anzi le occasioni, avrebbero portato praticamente chiunque a puntare sul gol, probabilmente non solo il classico euro. «Invece no», dichiara a gran voce il portiere dell'Accademia Inter: concretamente giusto qualche secondo dopo il triplice fischio, ma nell'immaginario collettivo anche nei millesimi di secondo successivi alla doppia parata. E poco prima, in quella manciata di secondi in cui è diventato eroe? Chi può dirlo, ma probabilmente tante altre parole non proprio "web friendly".

Discorso porta? «Chiusa, blindata». Viceversa, il discorso estetica necessita chiaramente di qualche parolina in più: un po' perché il primo intervento su Soumahoro è roba già di per sé folle, un po' perché il secondo su Grimaldi è semplicemente senza senso. Il tutto a coronamento di una partita che definire perfetta è forse riduttivo, ma occhio a parlare di "prestazione della vita". E occhio a dirlo a Mattias Tommasi, uno che potrà raccontare di aver parato un rigore a Giulio Fardin: per alcuni il predestinato, per altri il golden boy, per altri ancora semplicemente uno degli attaccanti più forti in circolazione. Era il 5 febbraio 2023, era Alcione-Accademia Inter. E quindi sì, era anche la partita più bella nella giovane carriera del classe 2008: «Parare un rigore all'ultimo minuto è stato incredibile, poi farlo contro l'Alcione vale ancora di più. La prestazione contro la Varesina? Sicuramente una delle migliori, questo sì».

SOTTO ETÀ

No, la faccenda non è affatto male. E se lo sarebbe praticamente per chiunque, figurarsi per un classe 2008 che si è trovato di fronte tutti classe 2007, molti dei quali iscritti di diritto alla tavola dei più grandi della regione. «In campo ero il più piccolo? Tra i titolari sì, poi tra i subentrati c'era un ragazzo della Varesina che avevo già affrontato» le parole del portierone nerazzurro. Insomma, la next gen avanza e non vuole fermarsi. Anche perché tra le fila nerazzurre è impossibile non citare nuovamente Federico Marrone: ancora lui, sempre lui, solo lui. E inesorabilmente lui anche perché, dopo vari messaggi recapitati a Daniele Tacchini, verrà convocato per l'ultima amichevole della Rappresentativa Regionale prima della partenza per il Torneo delle Regioni. Che sia l'occasione per vedere un sotto età sul pullman per la Liguria? Lo scorso anno fu Francesco Domnitei, oggi al Milan: chi vuole intendere, intenda.

LE PAROLE

Un punto guadagnato o due punti persi? È questo il dilemma. Intanto Matteo Frontini, allenatore della Varesina, non ha alcun dubbio: «Due persi, sicuramente. Loro nel primo tempo non hanno mai superato la metà campo, non era semplice creare ma abbiamo mosso bene il pallone. Poi ovviamente hanno qualità, nel secondo tempo sono usciti - ammette il tecnico rossoblù - e quasi non la perdevamo». Sul campionato, invece, non fa drammi: «Abbiamo concluso un filotto di partite difficile, i ragazzi sono stanchi anche di testa. Intanto ci portiamo a casa un punto e non abbiamo preso gol».

Viceversa, per l'Accademia Inter la situazione è probabilmente diversa. Tuttavia Beppe Bergomi non usa mezzi termini: «Andava impostata così, avevamo anche delle assenze e ci siamo messi a cinque dietro. Non mi sorprende l'andamento della partita - dichiara il tecnico nerazzurro - anche perché inizialmente ho fatto riposare Colombo e Maggi, due giocatori importanti». La parola d'ordine della sfida di Venegono è sofferenza: «C'era da soffrire e lo abbiamo fatto, tirando fuori anche un po' d'orgoglio. Avremmo potuto certamente perderla - prosegue lo Zio - ma l'atteggiamento è stato giusto. Ci teniamo un risultato importante, loro sono una bella squadra».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter