Under 15 Élite
24 Febbraio 2024
UNDER 15 ÉLITE PONTE SAN PIETRO - Julian Denis, autore della tripletta contro il Desenzano
Quantità di fantasia usata nei soprannomi italiani? Poca. Non sono parole nostre ma di un grande cantastorie come Federico Buffa, che parlava così prima di raccontare perché il soprannome di Maxi Moralez fosse el Frasquito. Maxi Moralez. Rimasto sicuramente nei ricordi dei tifosi atalantini o degli appassionati di almanacchi, perché Maxi el Frasquito Moralez faceva coppia, nella sua unica esperienza in Italia, con un altro argentino, forse rimasto più nella memoria dei tifosi della Dea: Germán Gustavo Denis, ritiratosi dal calcio giocato neanche un anno fa dopo aver consegnato la salvezza alla Real Calepina nella sua ultima esperienza italiana e dopo aver vestito nello stivale le maglie di Udinese, Atalanta e Napoli.
Ora un altro Denis si sta prendendo la bergamasca con una maglia che ricorda per colori quelle del padre, il Ponte San Pietro, e lo sta facendo a suon di gol. Questo sì, esattamente come suo padre. Si sta parlando di Julian Denis.
Tanque. In argentino significa carro armato ed è stato il soprannome attribuito a Germán Denis per tutta la sua carriera. Il motivo è presto detto: chi, tra i difensori che gli si paravano davanti, non avrà avuto paura vedendosi arrivare davanti un carro armato, appunto, argentino? Forse un po' tutti. In molti sicuramente, perché 243 gol tra Serie A, Serie B e campionato albiceleste non arrivano certo per caso. Ma per raccontare la storia di Julian Denis, figlio di Germán, partiremo dalla fine di quella del padre, esattamente il 7 maggio 2023 quando la Real Calepina del Tanque affronta la Varesina allenata da Spilli all'ultima giornata di Serie D. Le fenici sono ormai tranquille a metà classifica mentre la Real Calepina si sta giocando i playout con Folgore Caratese, Seregno e Breno. Alla fine a Grumello del Monte sarà 1-0 per Germán e compagni, che otterranno la salvezza all'ultima curva, ma più che per una salvezza sudatissima quella partita verrà ricordata come l'addio al calcio (poi interrotto momentaneamente con la breve parentesi a La Fiorita, in San Marino) di uno dei più grandi stranieri ad aver calcato i campi italiani nel nuovo millennio.
Forse c'è qualcosa che collega la bergamasca a Lomas de Zamora (terra natale della bandiera atalantina) perché chi ha queste due zone strette nel cuore è capace di grandi imprese. O forse è il cognome, o magari la cosiddetta genetica. Quel che è certo è che per un Denis che si ritira - Germán - c'è un Denis - Julian - che sboccia. Il classe 2009 nato al Vomero, in Campania (in quel periodo il Tanque vestiva la maglia del Napoli), sta disputando una stagione fino a qui di massimo rilievo, arrivando fino ad ora a 11 gol nonostante sia partito diverse volte dalla panchina. Ma i talenti sono fatti così, hanno bisogno di poco tempo per lasciare il segno. Garra, si dice in spagnolo, grinta invece in italiano. Ma né papà Germán né magari lo stesso Tanquito avrebbero pensato ad una partita come quella di Julian contro il Desenzano, qualcosa che sia lui che tutti i presenti ricorderanno per molto tempo.
È il settimo minuto del secondo tempo e il Ponte San Pietro secondo in classifica è andato al riposo sotto per 3-1. Una sconfitta potrebbe portare i ragazzi di Colleoni, per quasi tutto il campionato davanti, irrimediabilmente lontani dalla Virtus. Potrebbe, perché al settimo minuto del secondo tempo fa il suo ingresso in campo Julian e per il Desenzano non sono buone notizie. Minuto 10: arriva il 3-2 del Ponte. La firma? Julian Denis. Minuto 20: arriva il 4-3 del Ponte (in mezzo la firma del pareggio di D'Agostini), la firma? Sempre di Julian Denis. Minuto 25: 5-3 del Ponte, la firma? Sempre di Julian Denis, meravigliosamente Julian Denis. Desenzano ribaltato e campionato avvisato: con un giocatore del genere, il Ponte non muore mai.
«Sono fiero di portare questo cognome perché so cosa significa e spero anche io portarlo così in alto come lo ha fatto mio papà». Non è facile giocare ad un livello così alto come l'Élite, per di più con un cognome del genere sulle spalle, ma a detta di Julian in questo momento non c'è alcun tipo di timore, anzi: «Mi aspettavo di finire il campionato appena in doppia cifra. Era questo il mio obiettivo, ma ora vedendo come sta andando penso e sento che ne potrei fare anche altri 10».
Fare tripletta non capita tutti i giorni, anche se per Julian è già la seconda volta con quella contro il Segrate: «Dopo il terzo gol sono esploso di felicità, soprattutto perché venivo dalla partita di Mapello dove non avevo reso come avrei voluto in campo e ho sentito di togliermi un peso di dosso». E se i gol vanno sì contati, ma anche pesati e rapportati alle altre statistiche, ciò che sorprende di Denis è che fino ad adesso è spesso partito dalla panchina: una dinamica che per molto potrebbe essere vista come qualcosa di negativo, ma non per lui. «Quello che mi piace è che quando entro a gara in corso mi sento più sciolto perché vedo già tutto dalla panchina. Già da ora, però, sento di essere sempre più pronto per iniziare da titolare» ha detto Julian a riguardo.
Titolare o dalla panchina, però, sembra che ci sia poca differenza, perché l'attaccante del Ponte San Pietro è già in doppia cifra ed è determinato a continuare così per la sua squadra e per portare in alto il suo appellido, il suo cognome. Difficile chiedere di più, mentre lui qualcosa da chiedere al campionato ce l'ha, eccome: «Il nostro è un gran gruppo e penso potremo arrivare lontano con questa bellissima squadra. Siamo in grado di vincere il girone e possiamo fare anche di più». Chi ha orecchie per intendere, intenda. Fino ad allora, si rimarrà con il quesito su come finirà la lotta adrenalinica tra Virtus Ciserano Bergamo e Ponte San Pietro, ma si avrà la certezza che Julian Denis continuerà a regalare spettacolo.