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Rappresentativa

Sono i 22 talenti più promettenti della Lombardia: la Rapp rimonta e sogna il trono d'Italia

L'Albinoleffe si mette in mostra con La Viola e Riva, ma ci pensano Aloe, Rossi e Spaneshi a ribaltare tutto

COSTANTIN GONDOR, RAPPRESENTAATIVA

RAPPRESENTATIVA, UNDER 17: Costantin Gondor è tra i protagonisti della vittoria nell'amichevole contro l'Albinoleffe

L’azione che parte sulla sinistra, l’assist di La Viola che firma un contratto a tempo indeterminato per Fardin, la traiettoria pulita del tiro, il pallone che si insacca in rete, il 3-2 della Rappresentativa lombarda che consegna il titolo d’Italia ai ragazzi di Peccati. Impossibile non farsi scendere una lacrimuccia rivivendo l’immagine di quel gol impacchettato dal bomber della Lombardia, quello che ha spedito alla Toscana i tanti cari saluti dai nuovi campioni della penisola. Sono le stesse immagini che si sono mostrate al grande pubblico - come un replay che non stanca mai - al campo di Cologno al Serio, dove la Rappresentativa ha sfidato (e battuto) l’Albinoleffe nell’ultima amichevole prima della grande partenza alla volta della Liguria.

Certo, il contesto è diverso. Certo, i vari Fardin e La Viola (quest’ultimo chiamato a giocare contro la sua Rapp proprio tra le file dei bergamaschi) sono ormai un vecchio ricordo. Ma il 3-2 all’Albinoleffe, firmato in rimonta da Aloe, Rossi e Spanishi, profuma di gran ritorno per la Rappresentativa, profuma di vecchie glorie rivangate, profuma di obiettivi chiari e tondi che guardano dritti dritti verso un nuovo trono d’Italia.

LE PAGELLE DEL PRIMO TEMPO

Sadiku: Un rapace, con l’occhio destro particolarmente allenato. È da lì, da quella fascia destra che è ormai habitat naturale di La Viola, che arrivano le giocate in grado di impensierirlo di più. La prima assomiglia ad una ferita nell’orgoglio: è quando l’infaticabile numero 19 dei bergamaschi riesce a fargli passare la palla sotto le gambe. Poi, il moto di fierezza: le altre due azioni che arrivano alla sua porta, molto simili alla precedente, trovano i suoi guantoni prontissimi a rovinare la festa dell’Albinoleffe. 
Marrone: Il duello con La Viola assomiglia ad uno scontro tra titani. Da sotto età, Marrone se la cava benissimo contro il coetaneo La Viola: certo, l'azione che porta al gol passa dalle sue parti, ma l’attaccante dei bergamaschi, vecchia gloria della Rappresentativa, sarebbe stato in grado di fare molto più male ai ragazzi di Tacchini se non ci fosse stato lui ad arginarlo.

Arioli: La fascia sinistra è roba sua. Dalle sue parti l’Albinoleffe riesce a creare pochissimo: d’altronde è tutt’altro che facile quando ti trovi davanti un difensore con la D maiuscola che riesce a tappare ogni buco. Piccola sbavatura quando trenta un passaggio in area per Renner: il tiro è troppo alto e troppo lungo perché il numero 7 possa intervenire.
Gondor: Mica facile passare quando ti trovi davanti un mastino di un metro e novanta pronto alla carica. Poi bisogna ammetterlo: La Viola uno spazio se lo ritaglia in occasione del gol, ma in generale c’è poco da recriminare al centrale che si inventa anche attaccante e fa vibrare il palo dei bergamaschi per poi mandare in gol Aloe su rimpallo.
Aloe: Un po’ per il morale, un po’ per sbloccare la partita, un po’ per cominciare a far pulsare la sete di vittoria nelle tempie della Rapp, partita sotto di due gol in 20 minuti. Un po’ per tutto questo, la sua rete al 35’ è fondamentale: sangue freddo e nervi saldi sono le sue parole d’ordine quando approfitta del palo di Gondor e mette dentro il 2-1 che segna la rinascita della sua Rappresentativa.
Gioia: È un giocatore intelligente, uno di quelli con visione del campo, oltre che con qualità tecnica. Il passaggio che imbastisce per Renner, un filino troppo lungo ma comunque nato da una gran bella idea di gioco in testa, ne è la prova lampante. A tutto questo si aggiunga anche una qualità in più: Gioia è un vero mago, di quelli capace di farti sparire la palla dai piedi in un battito di ciglia.
Renner: Deve fare i conti con un Facchetti in stato di grazia. Il numero 14 gli dà in effetti qualche grattacapo, ma Renner non è certo tipo da farsi mettere in ombra dal primo che passa. E quindi via ad innescare Invernizzi al centro dell’area in una delle occasioni più ben orchestrate che la Rapp riesce a confezionare nei primi minuti di gioco.
Ciceri: Che intesa con Invernizzi, che presenza in mezzo al campo, che grinta con la fascia da capitano. Padrone indiscusso del centrocampo, con lui come registra il kolossal della Rapp è pronto a far sgranocchiare i popcorn alle altre regioni.
Gamba: Si inserisce come un rapace su una piccola sbavatura di La Viola e capitalizza subito cercando di mandare in avanti il pallone, almeno finché Botti non decide di ficcare il naso e rovinargli tutti i piani così ben studiati. Prende letteralmente il vecchio monito "bisogna usare la testa" e con una gran testata innesca Renner: il passaggio che ne esce è magistrale.
Invernizzi: Nella scacchiera dispiegata sopra il sintetico di Cologno al Serio lui gioca sicuramente nel ruolo della torre. Si sposta avanti e indietro a cavallo della prima linea, talvolta proponendosi in avanti, talvolta supportando Renner, Gamba e Rossi un passo indietro. Il lavoro di sacrificio che fa per il reparto lo premia con il palo che consegna poi il gol ad Aloe. 
Rossi: Ci prova tre volte: prima con una cannonata dalla distanza al ’29, ma Perico si fa trovare pronto; poi con una corsa che ha dello disperato al 40’, fermata solo dalla bandierina dell’assistente che segnala un improbabile fuorigioco; ancora con un calcio di punizione quasi perfetto che esce di un capello o poco più. La quarta volta è quella buona, quella definitiva: il suo intervento augura la buonanotte a Perico, mentre l’Albinoleffe si ritrova d’un tratto con l’acqua alla gola e il punteggio di nuovo in parità.

Nicolò Gamba, attaccante della Rappresentativa contro l'Albinoleffe

LE PAGELLE DEL SECONDO TEMPO 

Comi: Diciamocelo chiaramente: quando un tiro morbido lo coglie in posizione non perfettamente calibrata, con il pallone che lo supera e si dirige lento ma inesorabile verso la porta, un brivido di panico ha percorso la panchina della Rapp. Si tratta forse di traumi irrisolti del passato, dopo quel gol molto simile che nel 2023 ha decretato l’uscita dei ragazzi di Tacchini contro il Friuli. Ma comi non si lascia intorpidire: in un attimo si gira e riprende tra i guantoni la palla. Molto pulito e sicuro in diversi interventi, specie sulle galoppate di Farina.
Servietti: Difensore solido e caparbio, che non cerca i riflettori ma sa fare la differenza davanti all’assalto compatto dell’Albinoleffe. La sua prestazione è più che discreta: dalla sua parte non arrivano grosse occasioni per i bergamaschi. 
Pezzutti: Si prende sottobraccio Arici e lo porta a spasso come e quando vuole. Sembra poco? Non lo è, soprattutto perché così Comi può star sereno che da destra non arriveranno fendenti e potersi concentrare nello spettro della porta minacciato da La Viola. 
Rbiyab: Quando c’è lui in campo si sente e si vede. Si sente perché è tra i più chiacchieroni della squadra, uno di quelli che ti sa indirizzare dalle retrovie e consigliare bene sulle prossime mosse. E pure si vede, perché Rbiyab è un giocatore fisico e di bella presenza in campo, di quelli che ti danno un senso di tranquillità in difesa solo a guardarli. Scatta, allunga, cambia direzione, scivola, si rialza: nel secondo tempo dà il 300% di quello che può dare.
Carrara: Quanta delicatezza negli stop, quanta cattiveria nell’escludere La Viola dall’azione, quanto altruismo nei passaggi lunghi per i compagni in prima linea. Peccato per quella sbavatura su calcio d’angolo, quando non riesce a coordinarsi bene sulla palla e per poco non consegna un tiro facile all’Albinoleffe.
Faye: Tutte le forze della zona sinistra del campo si concentrano nell’arginare La Viola, dopo i distri che l’ex Rapp ha fatto nel corso del primo tempo. Anche lui partecipa all’azione di contenimento, facendo il suo con diligenza. Con il passare dei minuti sembra soffrire un po’ di fiato corto, ma che meraviglia quel passaggio disperato verso Raza dopo che Assanelli lo aveva abbattuto a centrocampo.
Torelli: È reduce da un big match da frontman assoluto con la sua Varesina contro l’Accademia Inter. Il palco se lo prende tutto e vuole di nuovo essere protagonista: da bravo capitano e regista - sì, le parti le vuole tutte lui - smista magistralmente i palloni ai suoi compagni, aprendo sapientemente verso le fasce e spingendo in avanti.
Moro: Il match era bloccato sul 2-2, serviva una svolta subito per compiere finalmente il sorpasso a destra. Niente paura, ci pensa lui: l’azione che porta alla firma di Spaneshi parte dai suoi scarpini: il suo passaggio in avanti per Platto è chirurgico, il resto è storia. 
Spaneshi: Tutto parte da Moro. Il pallone alto, l’intervento di Platto che mette in mezzo, lo stop di Spaneshi, il tiro al volo, la palla in gol. Il tutto, in una frazione di secondo. La sua conclusione in rete fa cadere la mascella a Perico, che non può fare molto altro che restare a guardare. La splendida intesa con Raza durante tutto il secondo tempo è la ciliegina sulla torta di una prestazione da 10 e Lode.
Platto: Brighenti e Botti sono due muri in cemento armato, di quelli che neppure un terremoto come Platto può scalfire più di tanto. Lui cerca comunque di restare sempre dentro l’azione per approfittare di ogni minima distrazione con continui scatti e cambi di direzione. I suoi sforzi sono coronati dal passaggio he apparecchia per Spaneshi e che manda in gol il numero 20.
Raza: Un giocoliere su un filo sospeso nel vuoto. Il filo è l’area dei bergamaschi, quella sottile striscia di campo dove Raza si gioca il tutto per tutto per trovare un gol che lo proti alla ribalta. Non riesce a mettere una firma sulla vittoria finale della Rapp, ma il suo lavoro di fino con Spaneshi è un vero toccasana per il reparto offensivo. 

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