Under 19
11 Marzo 2024
UNDER 19 ATLETICO CORTEFRANCA-MARIO RIGAMONTI • Sfida sospesa al 25' del primo tempo
Da un pugno in testa a «una rissa generale fatta di insulti, spinte e calci che coinvolgeva circa 30 persone, tra giocatori e dirigenti», per poi sfociare in un'altra lite mezz'ora dopo la sospensione della partita. È un caos totale quello descritto nell'ultimo Comunicato Ufficiale in merito alla partita di Under 19 Fascia B tra Atletico Cortefranca e Mario Rigamonti, interrotta dopo appena 25 minuti di gioco. Società punite dal giudice sportivo con 500 euro di ammenda e partita persa a entrambe, una decisione che ha portato anche alle dimissioni dalla Consulta Regionale di Giorgio Gaggiotti, direttore generale della formazione ospite pronto a scendere ancor più nei dettagli della vicenda.
È sul risultato di 2-0 per la Mario Rigamonti che si sarebbe scatenato il putiferio così riportato dall'arbitro negli atti ufficiali di gara: «Dopo aver notificato l’espulsione a due giocatori, questi uscivano dal terreno di gioco. Non appena usciti dal recinto di gioco, prima che io riprendessi il gioco, un giocatore ospite si avvicinava all’avversario e lo aggrediva da dietro con un forte pugno in testa. In quel momento la quasi totalità dei giocatori di entrambe le squadre sia titolari sia panchinari, usciva di corsa dal recinto di gioco, seguiti da alcuni dirigenti attraverso un cancello non presidiato privo di sicurezza. All’esterno del recinto di gioco in una zona di passaggio pubblico, scoppiava una rissa generale fatta di insulti, spinte, calci pugni che coinvolgeva circa 30 persone, tra giocatori e dirigenti. Dopo circa 2 minuti di parapiglia generale, alcune persone del pubblico si univano alla gazzarra che in quel momento coinvolgeva circa 50 persone. Io rimanendo nel terreno di gioco insieme pochissimi giocatori e dirigenti, provavo ad identificare i giocatori e dirigenti che commettevano atti violenti all’esterno del recinto, ma non vi riuscivo perché i partecipanti alla rissa si ammassavano in vari gruppi, in diverse zone dell’impianto. A quel punto, dato gli accadimenti precedentemente descritti, ritenendo non sussistessero più le condizioni per proseguire normalmente seriamente la gara mettevo il triplice fischio e decretavo la fine della partita tra le proteste dei calciatori e dirigenti della squadra Rigamonti. I dirigenti e i calciatori della squadra locale accettavano la decisione».
Finito ufficialmente il match, dunque, i giocatori e lo staff delle due formazioni sarebbero rientrati negli spogliatoi, ma «trascorsa mezz’ora circa dai fatti di cui sopra», come affermato dal direttore di gara, «vedevo i giocatori e dirigenti e alcuni tifosi della società ospitata Rigamonti che andavano ad istigare e provocare i giocatori della squadra Cortefranca i quali erano seduti sotto un tendone. Partiva la seconda rissa simile alla prima fatta di insulti, sproni, pugni e spinte, fino a quando i dirigenti della squadra locale riuscivano ad isolare i propri giocatori per dividerli dal gruppo avversario e gli ospiti abbandonavano la struttura».
Avvenimenti che hanno portato al ricorso da parte della Mario Rigamonti, che chiede «l'attribuzione del risultato di 0-3 per responsabilità oggettiva dell’Atletico Cortefranca» o in via subordinata «la ripresa della partita dal minuto 25 in un campo idoneo e conforme alle direttive federali». Richieste fatte dopo aver esposto in vari punti il proprio punto di vista, sottolineando tra l'altro:
Posizioni che incontrano però quelle del Giudice Sportivo lombardo, che respinge il ricorso ospite ritenendo alcuni punti evidenziati dalla Mario Rigamonti come «non rilevanti ai fini della decisione» e rispondendo ad altri, tra cui l'inadeguatezza di un impianto sportivo che «risulta omologato dal CRL» e l'attesa di 45 minuti che da regolamento «non si rilevano per causa di rissa, ma esclusivamente per causa di ritardato arrivo di calciatori rispetto all’orario ufficiale di inizio della gara».
Riguardo invece il terzo punto del ricorso dei granata, «va rilevato che la decisione del direttore di gara di sospensione definitiva dell’incontro è incontestabilmente avvenuta correttamente all’atto della constatazione da parte sua che - come riportato dall'arbitro - Avrei dovuto assumere il provvedimento disciplinare di espulsione per ognuno dei calciatori che hanno partecipato attivamente alla rissa e, di conseguenza, sarebbe mancato il numero minimo di calciatori previsti dal regolamento affinché la partita potesse proseguire regolarmente. Per tal motivo decretavo la fine della partita».
Affermazioni riprese anche per rispondere all'ultima parte del ricorso della Mario Rigamonti, ovvero l'esempio toscano, che secondo il Giudice Sportivo «risulta indubbiamente differente e quindi non soggetto ad analogia. La sospensione della gara non è dovuta alla mancanza del numero minimo di calciatori di entrambe le squadre - come invece nel caso della sfida lombarda - ma per il fatto che il giudice ha ritenuto ingiustificata la decisione arbitrale di sospensione definitiva della gara».
A chiamare in causa il Giudice Sportivo è però anche l'Atletico Cortefranca, che richiede la vittoria a tavolino analizzando così l'accaduto: «All'uscita dal campo dopo l'espulsione di due giocatori, il giocatore della Rigamonti ha sferrato un pugno sulla nuca del nostro tesserato. Dopo tale sconcertante fatto, il pubblico ha dato vita ad una vera e propria violenta protesta in tribuna. L'Atletico Cortefranca ha attuato ogni mezzo e garanzia, adoperandosi fattivamente per sedare i disordini causati da Controparte, volto alla tutela il proprio pubblico nonché il direttore di gara e delle parti coinvolte e presenti all'interno del terreno di gioco. Tutti i tesserati dell'Atletico hanno serenamente accettato e capito la decisione del direttore di gara, mentre un dirigente della Rigamonti ha cercato in ogni modo di pressare l'arbitro affinché facesse riprendere la partita».
E ancora, riguardo alla presunta presenza di una terza persona non tesserata: «Si precisa che il sig. citato dalla controparte, non è un tesserato dell'Atletico né tantomeno persona conosciuta dalla società. Nessuna "anomalia ambientale" può essere addebitata. Per tali motivi chiede in via preliminare e pregiudiziale di rito di rigettare il ricorso proposto dalla società ACD Mario Rigamonti perché irricevibile, o inammissibile, o infondato».
Esposto il punto di vista delle due società, il Giudice Sportivo decide di assegnare a entrambe la sconfitta a tavolino dato che «quando la necessitata interruzione della gara si deve imputare ai calciatori di entrambe le Società, la conseguenza non può essere quella della ripetizione della gara, ma è la sanzione sportiva a carico di entrambe, dovendo queste rispondere del comportamento rissoso dei propri calciatori». Anche perché «una volta accertato il verificarsi di una rissa in campo è del tutto inutile stabilire quale soggetto abbia ad essa dato origine; la responsabilità di questa va individuata sul fatto di avervi partecipato».
Da qui la sopracitata decisione, e anche l'ammenda di 500 euro per tutte e due le squadre, che nel caso della sola Mario Rigamonti si aggiungono ai 100 ricevuti una settimana fa perché «mentre l'arbitro lasciava lo stadio veniva offeso da propri tesserati non identificati».
Decisioni quelle del Giudice Sportivo che non trovano l'approvazione del direttore generale ospite Giorgio Gaggiotti, che afferma: «Vogliamo passare alle vie legali. È ora di finirla, prima di tutto sul concetto della sospensione delle partite perché due ragazzi si sono presi a pugni fuori dal campo, poi perché abbiamo giocato contro una squadra che l'ha messa sulla rissa con noi che prima di questa gara eravamo primi su 140 squadre in Coppa Disciplina». Non solo però, il dg annuncia anche che: «Mi dimetto dalla Consulta regionale perché io non accetto di stare nelle istituzioni con queste persone».