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Torneo Annovazzi

Il cammino della Juventus si interrompe nell'atto finale: i bianconeri escono a testa alta contro l'Inter

I 2010 di De Martini mancano la riconferma nonostante un'ottima prova

UNDER 14 JUVENTUS-GABRIELE TUFARO

UNDER 14 JUVENTUS • Gabriele Tufaro, autore della punizione che ha portato in vantaggio i bianconeri

Ad un centimetro, forse anche meno. Ad un palo sarebbe meglio dire. Nonostante un cammino impeccabile la Juventus di De Martini si è dovuta arrendere in una finale per cuori forti ai 2010 dell'Inter, capaci di dominare per ampi tratti la partita, andare sotto e poi risorgere conquistandosi il trono del Torneo Annovazzi. Nonostante la sconfitta, i bianconeri escono dal torneo con tante risposte positive, dai titolari alla panchina passando anche per il gioco espresso.

FINALE A METÀ

Che la finale non fosse un partita come le altre era chiaro. Che non fosse una partita facile anche. Ma nonostante questo i ragazzi in bianconero sono scesi in campo con la fame di una squadra che non ha paura: non ha paura dell'Inter, non ha paura di scoprirsi e non ha paura di concedere spazi. Il primo tempo è stato questo in sintesi: un Inter assatanata pronta a fiondarsi in ogni minimo spazio concesso dalla Juventus, andando più volte vicino al gol. E la Juventus senza paura e spregiudicata? Non è di certo rimasta a guardare. Vidzivashets sembra voler replicare il gol della settimana precedente ed è il primo a fare paura Costante. Anche Mazzotta, autore di uno dei gol più belli del torneo, prova a ripetersi, ma anche a lui la dea bendata volta le spalle. A prendersi la scena, però nel primo tempo della finale è sicuramente Brostic, il numero 1 dei bianconeri, che in due occasioni salva la porta del torinesi: prima su Ariu, dove dopo una deviazione della difesa riesce ad accompagnare in corner e soprattutto sul filtrante di Foroni dove riesce ad anticipare Serantoni. Il secondo tempo è croce e delizia: da una parte conferma un Inter in forma smagliante e capace di mettere in difficoltà la Juventus ogni volta possibile, mentre sponda bianconera sono anche i 30 minuti dove Tufaro si improvvisa Salvai, e illumina il cielo notturno di via Cazzaniga con una punizione che porta in paradiso la Juventus e all'inferno l'Inter. Sono sensazioni momentanee. I nerazzurri non ci stanno e trovano prima il pareggio con Poltronieri, in girata da corner, e passano definitivamente con Ferri, bravo sotto misura da dentro l'area. Delusione bianconera ma consapevolezza di essere stati ai limiti della perfezione, e se quella punizione allo scadere non si fosse infranta sul palo...

I TOP DELLA JUVENTUS

Brostic Il portiere della Juventus è sicuramente uno dei più positivi nel primo tempo della finale; oltre a fermare le incursioni portate avanti dai nerazzurri a trazione anteriore, è anche sempre sicuro sulle palle alte.

Mazzotta Il gol della settimana prima è un ricordo ancora fresco negli occhi di chi era presente, ma anche nei suoi. Il tentativo di emularlo lo avrebbe consegnato alla storia, ma la fortuna aveva piani diversi. Contro l'Inter la sua prova è proiettata più alla sua fase naturale, quella difensiva; sugli schemi da palla inattiva nerazzurri si fa sempre trovare pronto andando spesso anche ad accentrarsi per dare una mano, il tutto poi condito anche da ottimi interventi sulla fascia.

Ghiotto Il capitano. Definizione della Treccani: nello sport, giocatore responsabile della disciplina dei suoi compagni di squadra durante lo svolgimento di una partita. Definizione che calza a pennello per il numero 6 bianconero: statuario per tutto il primo tempo riuscendo ad anticipare tutti i contrattacchi nerazzurri e a mettere ordine quando il pallone scotta. Compiti svolti magistralmente.

Tufaro Gabriele di nome. Tufaro di cognome. Questo l'identikit dell'MVP sponda bianconera: senza Salvai quella punizione ha bisogno di un compagno di giochi, e Gabriele se ne incarica prendendosi oneri e onori. Oneri perché dopo la punizione del Diez di due settimane prima pesa come un macigno e perché il momento è delicatissimo, onori perché il gol è pura magia. Magia e follia.

Vidzivashets Ovunque. Non ci sono altre parole. Con la prematura uscita di Salvai, il peso dell'attacco bianconero è tutto sulle spalle sue e di Incarnato, ma l'8 della Juventus, non essendo un attaccante puro, svolge un ruolo non suo cercando di mettere toppe su tutta la trequarti avversaria, accentrandosi e allargandosi a seconda dei momenti.

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