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Torneo delle Regioni Under 17

A 15 anni fa come Bergomi: stupisce tutta Italia, fa impazzire le big e può vincere lo Scudetto

Nato a Bergamo e cresciuto a Paderno, il classe 2008 si sta prendendo la scena

RAPPRESENTATIVA UNDER 17

RAPPRESENTATIVA UNDER 17: Federico Marrone

Beppe Bergomi chiede aggiornamenti continui. Quasi fosse il suo protetto, quel "figlioccio" datogli dal calcio. Più che casualità destino, come se tutto stesse seguendo un copione ben preciso. E chissà, forse ci si sta pure un po' impersonificando? Alla fine la storia non è poi così diversa, anzi.

Quel baffo, sempre e solo quel baffo. Correva il 1982: era l'anno di Starting Over (John Lennon), era l'anno dei Mondiali in Spagna, era la Nazionale di Enzo Bearzot. Sì, era anche l'Italia di tutti gli altri: Dino Zoff, Gaetano Scirea, Paolo Rossi. E poi lui, Beppe Bergomi: un po' astro nascente dell'Inter, un po' un teeneger come gli altri. Cresciuto a Settala a pane e pallone, tantissimo pallone. E semplicemente campione del mondo a soli 18 anni. Anzi, più precisamente 18 anni, 6 mesi e 19 giorni: il secondo più giovane di sempre, meglio di lui solo Pelè. Sì, quel Pelè...

Quel sorriso, sempre e solo quel sorriso. Quella corsa, sempre e solo quella corsa. E quell'ingenuità, quella faccia da bravo ragazzo, quegli occhi che dicono tanto, tantissimo. Sicuramente più di qualunque statistica, numero, dato. Corre il 2024: è l'anno di Angelina Mango al Festival di Sanremo, è l'anno del Torneo delle Regioni in Liguria, è l'anno della Rappresentativa di Daniele Tacchini. Sì, anche della Lombardia di tutti gli altri: Andrea Oprandi, Matteo Buzzetti, Filippo Simoncelli. E poi lui, Federico Marrone: un po' astro nascente dell'Accademia Inter (ma chissà, forse ancora per poco), un po' teeneger come gli altri. Nato a Bergamo, cresciuto a Paderno Dugnano a pane e pallone, tantissimo pallone. E semplicemente... niente, non ancora. Intanto un dato di fatto: nel giro di qualche giorno potrebbe essere campione d'Italia a soli 16 anni. Anzi, più precisamente 16 anni, 0 mesi (suona male, sì) e 15 giorni: nessun primato, ma sicuramente sarebbe il più giovane di tutta la rosa.

RACCONTO

E pensare che lui, Federico Marrone, bergamasco nel cuore ma milanese d'adozione, non sarebbe neanche dovuto esserci. Era il classico "ventunesimo", la prima riserva... di lusso. Sì, di lusso: 25 presenze in campionato e 10 gol, la maggior parte di testa. Rigorosamente da sotto età perché sì, Federico Marrone è un classe 2008. Quindi no, non sarebbe dovuto esserci. Ma quindi sì, c'è e chissà, magari potrà tornare a Paderno con uno Scudetto.

Quella corsa, sempre e solo quella corsa. Beato chi se l'è goduta, più alla "Bombonera" di Lavagna che al Comunale di Sestri Levante. Prima quest'ultimo, teatro della prima da titolare di Marro. 45 minuti e una versione bella a metà: tanta corsa (sempre lei, solo lei) e altrettante personalità, ma c'erano davvero dubbi? Quindi la prova nella sfida decisiva alla Calabria, probabilmente la definitiva consacrazione. «Poco prima dell'inizio ho saputo che avrei giocato, ero felice. Ma soprattutto avevo davvero tanta voglia, sentivo dentro di me quell'adrenalina che ti va vincere le partite». Parola di Marro, parola di uno che, dati alla mano, ne sa tante quanti i chilometri che ogni domenica percorre sulla sua fascia, quella destra. Detto, fatto: Buzzetti la indirizza, Ciceri raddoppio, ancora Buzzetti mette il fiocco.

DESTINO

«Ma davvero è un classe 2008?». In tribuna tutti, ma proprio tutti se lo sono chiesti. Increduli, quasi sbalorditi e sì, pure sinceramente estasiati. E se quel destro fosse entrato? Probabilmente sarebbe venuta giù la "Bombonera", sicuramente avrebbe tolto ogni dubbio sul fatto che sì, quell'etichetta di predestinato è decisamente meritata. «Un po' di rammarico c'è, era una buona occasione. Ma magari ci riesco la prossima volta». Poi il silenzio, i classici puntini di sospensione. Che sia una profezia? Solo il tempo lo dirà, solo il destino lo sa.

Sì, quel destino che lo ha voluto sotto l'ala protettiva di Beppe Bergomi. E quel destino che gli ha donato un talento vero e genuino, perfettamente cresciuto e altrettanto perfettamente coltivato. Step by step, centimetro dopo centimetro. Per adesso c'è uno Scudetto da vincere: «L'obiettivo è sempre e solo quello, arrivare in cima, il più in alto possibile». Non lo dice ma lo fa intendere: salire lassù dove tutto è più bello, sul trono d'Italia. Seconda profezia? Dopodiché tornerà in via Cilea, tornerà con la maglia dell'Accademia Inter, tornerà da Beppe Bergomi. E da quel momento, probabilmente, con o senza Tricolore cucito sul petto, inizierà un'altra storia.

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