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Torneo delle Regioni Under 15

Arriva dal nulla e stupisce l'Italia: compie 15 anni e segna il gol che può cambiargli la vita

Sei mesi fa era in Congo, oggi si prende la scena nel giorno del suo compleanno

CLEMENT MONGA, RAPPRESENTATIVA ABRUZZO

UNDER 15, RAPPRESENTATIVA ABRUZZO: Clement Monga è il talento cristallino che sta facendo sognare la Rapp abruzzese

Come un tormentone estivo, che passa in radio, che senti alla televisione, che ti appare tra i suggerimenti di Spotify, che ti entra in testa e non la lascia più. Come una tormenta che ti coglie impreparato durante una passeggiata, che ti sorprende quando non hai pensato di portare l’ombrello, che ti costringe a riparare sotto qualche tettoia finché la pioggia non ha smesso di cadere. Come un tormentone e come una tormenta, come… basta, altre similitudini sarebbero impossibili. Si chiama Clement Monga, viene dal Congo, di professione fa l’attaccante e nei quarti di finale del Torneo delle Regioni ha fatto piangere la rappresentativa lombarda. Lacrime amare? , impossibile non ammetterlo. Ma è anche vero che quando davanti ti trovi un certo signor Monga che in 20 minuti o poco più ti fa un assist e un gol, è davvero difficile avere troppi rimpianti.

TEMPESTA 

Partiamo dalla fine, partiamo dall’ultima similitudine: Monga è come una tempesta. In area, con tutta la difesa schierata, in attesa di quel calcio d’angolo che sembrava non partire più. Poi il fulmine e a seguito il tuono: il pallone parte con una traiettoria perfetta, Monga ci arriva di testa, è gol. Fila tutto lisciscissimo, come se fosse un sillogismo aristotelico, una logica conclusione partendo da due premesse. E la difesa? Immobile, proprio come quando ti coglie di soprassalto una tempesta e devi restare fermo sotto un riparo per non bagnarti troppo. Correva il minuto 37 della ripresa: Clement Monga segnava il 2-1 e traghettava ufficialmente gli abruzzesi alle semifinali. 

Che dire invece del primo gol? Lo zampino della tempesta è arrivato anche lì. E altro che zampino: il suo assist è spettacolare, quasi meglio del gol di una mezz’oretta più tardi. Nella zona ovest dell’area ne frega giusto un paio, sposta il pallone da un piede all’altro come se stesse palleggiando tranquillamente a bordo campo e infine - neanche a dirlo - regala a Cannarozzi un gioiellino che avrebbe fatto gola alla Serie A. Di nuovo, è tutto come un sillogismo: quando Monga tocca il pallone, parte la tempesta e le conseguenze sono devastanti. 

TORMENTONE 

Ne parlavano tutti: sugli spalti del Ferrando, sulle panchine delle altre Rappresentative, tra i giocatori di tutte le età. «Ma chi è quel numero 13 dell’Abruzzo?», «ma come ha fatto ad inventarsi quella giocata?», «Da dove viene, dove andrà?». Quindi sì, Clement Monga è il nuovo tormentone che ha conquistato radio, televisioni e servizi di streaming. Avranno trovato risposta tutti quegli interrogativi sul famigerato numero 13 dell’Abruzzo che ha fatto cantare a squarcia gola i centri sportivi di tutta Genova? 

Andiamo per ordine: si chiama Clement Monga, ha 15 anni (freschi, freschi: i compagni di squadra gli hanno cantato "tanti auguri a te" dopo il triplice fischio) e viene dal Congo. La sua storia italiana comincia sei mesi fa, quando con la mamma sale su un barcone e affronta il mare, con un sogno in tasca e una scommessa con il destino tutta da giocare. Da quel barcone scende da solo, senza una bussola e un posto dove andare, ma con ancora lo stesso sogno e la stessa scommessa ben stretti tra le mani. Le forze dell’ordine lo trovano a Rieti e lo affidano subito ad una casa famiglia. Da lì, la storia di Clement si intreccia con quella del calcio: il suo trasferimento nel capoluogo abruzzese gli vale le prime esperienze nel L’Aquila Soccer, i suoi scarpini fatati vengono notati, entra ufficialmente nella Rappresentativa regionale. Il resto è già storia. «Meno male che l’hanno mandato da noi e non se lo sono tenuti nel Lazio» - commentano sorridendo dallo staff dell’Abruzzo: e come dargli torto? 

Dunque la risposta alla domanda da un milione di dollari. «Ma come fa?»: semplice, talento, tanto talento. Di quelli innati, di quelli cristallini, di quelli che ti cambiano le partite da così a così. Infine, l'ultimo quesito: i prossimi passi? La storia è tutt’altro che finita, le risposte le darà il prossimo futuro: nel frattempo, la tempesta-tormentone piace a tanti, anzi, tantissimi. Leggenda narra - perché sì, è già una leggenda - che un po' tutti gli osservatori presenti alla vetrina più importante d'Italia stessero prendendo appunti, in particolare su qualche quadernino con il logo della Sampdoria in copertina. Una cosa intanto è certa: c'è da segnarsi il nome, perché ci sono buone probabilità che di lui si continui a parlare ancora per molto. 

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