Torneo delle Regioni Under 15
28 Marzo 2024
UNDER 15, RAPPRESENTATIVA ABRUZZO: Clement Monga è il talento cristallino che sta facendo sognare la Rapp abruzzese
Come un tormentone estivo, che passa in radio, che senti alla televisione, che ti appare tra i suggerimenti di Spotify, che ti entra in testa e non la lascia più. Come una tormenta che ti coglie impreparato durante una passeggiata, che ti sorprende quando non hai pensato di portare l’ombrello, che ti costringe a riparare sotto qualche tettoia finché la pioggia non ha smesso di cadere. Come un tormentone e come una tormenta, come… basta, altre similitudini sarebbero impossibili. Si chiama Clement Monga, viene dal Congo, di professione fa l’attaccante e nei quarti di finale del Torneo delle Regioni ha fatto piangere la rappresentativa lombarda. Lacrime amare? Sì, impossibile non ammetterlo. Ma è anche vero che quando davanti ti trovi un certo signor Monga che in 20 minuti o poco più ti fa un assist e un gol, è davvero difficile avere troppi rimpianti.
Partiamo dalla fine, partiamo dall’ultima similitudine: Monga è come una tempesta. In area, con tutta la difesa schierata, in attesa di quel calcio d’angolo che sembrava non partire più. Poi il fulmine e a seguito il tuono: il pallone parte con una traiettoria perfetta, Monga ci arriva di testa, è gol. Fila tutto lisciscissimo, come se fosse un sillogismo aristotelico, una logica conclusione partendo da due premesse. E la difesa? Immobile, proprio come quando ti coglie di soprassalto una tempesta e devi restare fermo sotto un riparo per non bagnarti troppo. Correva il minuto 37 della ripresa: Clement Monga segnava il 2-1 e traghettava ufficialmente gli abruzzesi alle semifinali.
Che dire invece del primo gol? Lo zampino della tempesta è arrivato anche lì. E altro che zampino: il suo assist è spettacolare, quasi meglio del gol di una mezz’oretta più tardi. Nella zona ovest dell’area ne frega giusto un paio, sposta il pallone da un piede all’altro come se stesse palleggiando tranquillamente a bordo campo e infine - neanche a dirlo - regala a Cannarozzi un gioiellino che avrebbe fatto gola alla Serie A. Di nuovo, è tutto come un sillogismo: quando Monga tocca il pallone, parte la tempesta e le conseguenze sono devastanti.
Ne parlavano tutti: sugli spalti del Ferrando, sulle panchine delle altre Rappresentative, tra i giocatori di tutte le età. «Ma chi è quel numero 13 dell’Abruzzo?», «ma come ha fatto ad inventarsi quella giocata?», «Da dove viene, dove andrà?». Quindi sì, Clement Monga è il nuovo tormentone che ha conquistato radio, televisioni e servizi di streaming. Avranno trovato risposta tutti quegli interrogativi sul famigerato numero 13 dell’Abruzzo che ha fatto cantare a squarcia gola i centri sportivi di tutta Genova?
Andiamo per ordine: si chiama Clement Monga, ha 15 anni (freschi, freschi: i compagni di squadra gli hanno cantato "tanti auguri a te" dopo il triplice fischio) e viene dal Congo. La sua storia italiana comincia sei mesi fa, quando con la mamma sale su un barcone e affronta il mare, con un sogno in tasca e una scommessa con il destino tutta da giocare. Da quel barcone scende da solo, senza una bussola e un posto dove andare, ma con ancora lo stesso sogno e la stessa scommessa ben stretti tra le mani. Le forze dell’ordine lo trovano a Rieti e lo affidano subito ad una casa famiglia. Da lì, la storia di Clement si intreccia con quella del calcio: il suo trasferimento nel capoluogo abruzzese gli vale le prime esperienze nel L’Aquila Soccer, i suoi scarpini fatati vengono notati, entra ufficialmente nella Rappresentativa regionale. Il resto è già storia. «Meno male che l’hanno mandato da noi e non se lo sono tenuti nel Lazio» - commentano sorridendo dallo staff dell’Abruzzo: e come dargli torto?
Dunque la risposta alla domanda da un milione di dollari. «Ma come fa?»: semplice, talento, tanto talento. Di quelli innati, di quelli cristallini, di quelli che ti cambiano le partite da così a così. Infine, l'ultimo quesito: i prossimi passi? La storia è tutt’altro che finita, le risposte le darà il prossimo futuro: nel frattempo, la tempesta-tormentone piace a tanti, anzi, tantissimi. Leggenda narra - perché sì, è già una leggenda - che un po' tutti gli osservatori presenti alla vetrina più importante d'Italia stessero prendendo appunti, in particolare su qualche quadernino con il logo della Sampdoria in copertina. Una cosa intanto è certa: c'è da segnarsi il nome, perché ci sono buone probabilità che di lui si continui a parlare ancora per molto.