Torneo delle Regioni Under 17
28 Marzo 2024
Per un paio d'ore ha praticamente fatto il giornalista. Prove di futuro? D'altra parte se non dovesse riuscire a sfondare con il calcio... Chissà, ma per ora si tratta di una possibilità alquanto remota. Sì, tocca riaggiornarsi tra qualche annetto. Per la sua "prima" da inviato non è che gli sia andata poi così bene: tribuna bassa, rete alta e pioggia, tanta pioggia. Esistono postazioni peggiori? A voglia. Esistono postazioni migliori? Sissignore.
Qualche cenno di sorriso, ma poca roba. No, il broncio non aveva nulla a che vedere con l'estetica della "tribuna stampa". Virgolette d'obbligo, per buona pace dello storico impianto "25 Aprile" di Genova (bar attrezzatissimo e personale gentilissimo!). E tra una disamina e l'altra («Bravo il loro centrale», «Spane sta facendo un gran lavoro», «Tore e Sic tanta roba»), nel giro di una ventina di minuti, due urli: prima al gol di Caccia («Sì Caccia!»), poi al raddoppio di Marrone («Daje Marro!»). Nel mezzo qualche indicazione tattica e sì, pure qualche protesta con l'arbitro. Concessa? Concessa.
Perché era come un leone in gabbia. Fremeva, frizzava. Voleva essere lì, eccome se voleva essere lì... Dentro quel rettangolo verde 108x68 (mmm, forse qualcosina in meno). Dentro quel rettangolo verde 108x68 a lottare, soffrire. Poi esultare, urlare, cantare. Una domanda: «Chi va in semifinale?». Una risposta: «La Lombardia». Il resto è storia perché sì, in semifinale è andata la Lombardia. Per dover di cronaca si è spinta pure in finale, intanto il leone è tornato nella savana. Per dominare? Sì. Per spostare gli equilibri? Pure. Per segnare? Che domande...
Lo sapeva lui e lo sapevano tutti, ma proprio tutti: che sarebbe potuta essere la sua partita, che sarebbe potuto arrivare il suo momento. Lo sapeva lui e no, non lo sapevano tutti: che sarebbe stata la sua partita, che sarebbe arrivato il suo momento. Niente condizionale, niente di niente perché sì, ne era certo. Intanto il resto è storia (parte due)... una gran bella storia (parte uno o due?). Ogni capitolo, ogni dettaglio, ogni connotato di una pellicola che meriterebbe un Oscar. O meglio, che potrebbe meritarlo da qui a qualche ora visto che domani, venerdì 29 marzo, la storia chiamerà. E chissà se la Lombardia riuscirà a rispondere...

E chissà se quel leone... se quel leone farà ancora il leone. Si scrive Nicolò Gamba, si legge Re della savana. Sì, quel Gamba del Ponte San Pietro: talento per definizione, bomber per antonomasia, predestinato per storia, background e futuro. Quello della Serie D, quello che, tra sabato e mercoledì, ha toccato con mano praticamente ogni stato d'animo esista.

L'ha fatto da attaccante vero, l'ha fatto da bomber. Angolo di Caccia, suo "compagno di squadra" al Ponte San Pietro (virgolette doverose perché sì, è un'altra storia): quindi la sponda aerea di Gondor, una leggera deviazione di un difensore veneto e poi sbuca lui, Nicolò Gamba. Destro all'angolino, abbraccio con i compagni ed esultanza liberatoria. Che sicuramente vale più di dieci, cento, mille parole. Indice destro su tempia destra, come a dire «con la testa, ragazzi. Con la testa». E domani? E domani in finale? E domani... chissà.