Torneo delle Regioni Under 17
29 Marzo 2024
Sei urli, semplicemente sei urli. E chi se li dimentica? Uno significativo (tanto, tantissimo), quattro importanti (tanto, tantissimo), uno splendido (Esiste cosa più bella?). Quindi un coro, il più vecchio di tutti: «Siamo noi, siamo noi, i Campioni dell'Italia siamo noi...». Esiste davvero chi l'ha letto senza canticchiarlo? Nel mezzo un po' di tutto ma sì, ci sarà tempo e modo. Intanto i fatti perché la Lombardia è lassù, sul tetto d'Italia: dove tutto è più bello, dove i sogni diventano realtà, dove l'ordinario diventa straordinario. I Campioni d'Italia sono loro, Simoncelli e compagni. E lo sono 3218 giorni dopo l'ultima volta: era il 2015, era San Siro, era l'impresa dei classe 1998. E in panchina c'era sempre lui, Daniele Tacchini: serve altro? Sì, eccome se serve altro.
Ma servirà tempo, tempo e ancora tempo. Tempo per capire, tempo razionalizzare, tempo per trovare il senso a un qualcosa che no, un senso non ce l'ha. Come il gol 60 metri di Gondor (sì, sessanta metri tondi tondi) e tutto, proprio tutto ciò che succede prima e dopo: il vantaggio e la traversa da 30 metri di Caccia (ancora lui), l'immediato pareggio di Calvino (errore di Sadiku), il gol del 3-1 di Platto (finalmente Gabri!), l'assalto finale campano con Pirone (3-2) e il salvataggio sulla linea di Gondor nel recupero (C-l-a-m-o-r-o-so). Infine gli urli. Uno sul pullman appena arrivati allo "Sciorba": significativo. Uno quando Pippo Simoncelli, sempre lui, alza la coppa al cielo: splendido. Quanto gli altri quattro... serve davvero dirlo?
«Dai raga, testa...». E poi quel "francese" lì, rigorosamente a voce alta. Un po' per dare una scossa (sì, esistono approcci migliori), un po' per mettere in archivio 10 minuti di fuoco (sì, letteralmente infuocati), un po' per mandare un messaggio (niente email, la cara e vecchia raccomandata). Parola di Andrea Oprandi, parola di un giocatore a cui tutti, ma proprio tutti affiderebbero la propria vita.
È una questione di segnali. Due stop sbagliati da Caccia, un esteta del calcio e uno dei pochi che sì, può dare del tu a pallone. Qualcosa non va. Un paio di uscite a vuoto di Sadiku, roba non da lui e quindi no, qualcosa non va per davvero. Poi una dormita generale favorisce Ioveno e Capone, altri due esteti del calcio: uno inventa in verticale (colpo di genio), l'altro calcia in diagonale (roba da bomber). E Sadiku? Battuto. Ma anche graziato dal palo per quello che sì, probabilmente è l'episodio che segna un prima e un dopo (6'). Nel frattempo è Buzzetti più dieci: perché si mette la squadra sulle spalle e perché fa letteralmente ammattire la difesa campana. Più semplicemente fa il Buzzetti, quello della scarpa rossa della Nike: vivace, frizzante e brillante. Forse non come al solito, sicuro, ma questo è quello che passa in convento. Certo, se il guizzo di Marrone (sempre lui, il "figlioccio" di Beppe Bergomi) non fosse stato viziato da fuorigioco l'intervallo avrebbe avuto tutto un altro gusto, intanto Tacchini va a riposo sullo 0-0 e no, di sti tempi non è affatto male.
No, gli aggettivi non li hanno ancora inventati. Da qui la domanda, il dubbio amletico: potranno mai trovare luce? Potranno mai dare un senso a un qualcosa che, tocca ribadirlo, un senso proprio non ce l'ha? Doveroso partire dal mezzo, da quello che è già il gol del secolo: da 60 metri e su calcio di punizione. Sì, è tutto vero. E via con i pizzicotti per Gondor perché sì, ci metterà giusto un po' di tempo per razionalizzare.
Prima e dopo tutto, ma proprio tutto. Apre Caccia, sempre lui: in difficoltà nel primo tempo, decisivo subito dopo l'intervallo. Neanche due minuti e il terzino del Ponte San Pietro si ricorda di essere straordinario: mancino secco, diagonale chirurgico e gol (2'). Ne passa un altro e via con il suo marchio di fabbrica, i calci di punizione: tira da trenta metri, trova la porta ma anche la traversa (3'). Chiude Platto, quello dei gol mangiati contro la Puglia: entra, segna, la chiude e sì, classico «ciao ciao». Caccia tira, Santaniello para e il bomber della Rigamonti... fa il bomber (25'). Nel mezzo tante, tantissime cose. Soprattutto il momentaneo 1-1 di Iovieno, nel momento più impronosticabile e nel modo più assurdo: Sellitto mette al centro da calcio d'angolo e Sadiku, con un errore che non cancella quanto di buono fatto durante tutto il torneo, se la lascia sfuggire (13'). Tutto qui? Macché! A tempo scaduto Pirone riapre tutto (42'), poi Gondor è letteralmente miracoloso nel salvare a tempo scaduto su Calvino (44').
LOMBARDIA-CAMPANIA 3-2
RETI (1-0, 1-1, 3-1, 3-2): 2' st Caccia (L), 13' st Calvino (C), 16' st Gondor Costantin (L), 25' st Platto (L), 47' st Pirone (C). LOMBARDIA (4-2-3-1): Sadiku 8, Marrone 8 (12' st Renner 8), Gondor Costantin 10, Oprandi 10, Caccia 9.5 (38' st Rossi sv), Simoncelli 9, Torelli 9 (32' st Gioia sv), Ciceri 8 (40' st Spaneshi sv), Buzzetti 8.5 (31' st Raza sv), Arioli 8, Gamba 8.5 (23' st Platto 8.5). A disp. Comi, Moro, Rbiyab. All. Tacchini 10.
CAMPANIA (3-5-2): Santaniello 6.5, Chianese 6, Iovieno 7.5, Calvino 7.5, Lucci 6 (10' st Sellitto 6), Ciuccio 6 (23' st Liguori 6.5), Senatore 7 (37' st Ortoli sv), Fontanella 6 (10' st Borrata 7), Capone 7.5 (10' st Pirone 7.5), D'Amore 6, Orrico 6 (5' st Troise 6). A disp. Iodice, Trezza. All. Gazzaneo 7.
ARBITRO: Donati di Chiavari 8.
ASSISTENTI: Osama di Savona e Ciminelli di Savona.
AMMONITI: Calvino (C), Spaneshi (L), Gamba (L).