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Torneo delle Regioni Under 17

Il nonno-ultras più amato di tutti diventa Campione d'Italia: «Lo Scudetto è anche per lui»

Gino, 70 anni, ha seguito ogni singola partita nella settimana ligure

Nonno simoncelli

Lui era lì. Seduto, tutto solo. Era lì, seduto tutto solo al tavolo 7 della pizzeria Ciao Napoli di Chiavari. Consigliatissima, sia per pizza (l'impasto ligure è meglio, molto meglio di quello napoletano. Leggero e più facile da digerire) sia per piatti di pesce: voto dieci, anzi voto "diesci". «Ciao Sic, ti vuoi unire a noi?». Davanti a sé una chiara media, prontamente presa in mano perché... invito accettato. Tempo dieci minuti e arriva il cameriere: «Pizza ai frutti di mare?». È la sua, quella di nonno Sic. E l'impasto? Rigorosamente napoletano, d'altra parte vuoi o non vuoi goderti appieno la "vecchiaia"? Virgolette d'obbligo perché, piccolo spoiler... di anni ne ha appena 70. Portati benissimo, tra l'altro.

Quindi gli aneddoti, i racconti. Ci sarebbero volute ore, giorni, settimane e forse pure mesi. Alla fin fine chiunque, ma proprio chiunque sarebbe tornato bambino. Perché nonno Sic è il nonno di tutti e sì, mancava solamente un mazzo di carte. Scopa? Briscola? Scala 40? Forse a Castenedolo, ridente cittadina in provincia di Brescia ma lì no, in Liguria nossignore. Né al tavolo 15 della pizzeria Ciao Napoli di Chiavari né tantomeno all'Albergo Santa Maria, distante giusto una manciata di minuti a piedi. Calcio, calcio e solo calcio. Calcio a colazione, tra un cappuccino e una brioche. E la focaccia ligure? Pure quella. Calcio a pranzo, calcio a merenda e calcio a cena. Sempre calcio.

MASCOTTE

Lui... Luigi Bartoli, ma per gli amici è sufficiente Gino. E la sua è la classica storia che merita di essere raccontata. 70 anni e una passione irrefrenabile per il calcio, tant'è che nella sua vita ha ricoperto praticamente ogni ruolo: direttore sportivo, allenatore delle giovanili, allenatore delle prime squadre, vice-presidente e... presidente. Quindi fondatore, avendo dato alla luce insieme a Febbrari la Castenedolese, squadra del paese suo e, rullo di tamburi... di Filippo Simoncelli. Il nipote, il capitano della Rappresentativa Under 17, il trascinatore della squadra più forte d'Italia. Un po' Pippo, un po' Sic. E sì, lui è nonno Sic.

E lui, nonno Sic, c'è sempre stato. Torneo Eusalp? Presente. Torneo di San Pellegrino? Presente. Torneo delle Regioni? Presente. E gli allenamenti? Le amichevoli? I raduni pre-partenza? Che domande... Lui c'è sempre e sì, lui ci sarà sempre. Passato, presente e futuro per l'immancabile Gino. E descritto così da baby Sic, il nipotino Filippo, subito dopo aver vinto lo Scudetto: «Lo dedico a lui, viene sempre a vedere le mie partite. Sia con la Rigamonti (Mario Rigamonti, la sua squadra di club, ndr) sia con la Rappresentativa. È stato qui tutta la settimana in hotel».

RACCONTI

In chiusura un viaggio. Venti minuti o poco più, abbastanza breve nonostante il traffico genovese. Sì, un po' tutte le Rappresentative ne sanno qualcosa. Dal campo Ligorna al "Begato 9", una trentina di chilometri tra provinciale e autostrada. Tradotto: dalla semifinale (vinta) dall'Under 17 di capitan Sic alla semifinale (vinta) dalla Femminile di capitan Vischi. «Sic, ce lo daresti un passaggio?». Errore madornale della squadra giornalisti: dodici braccia (no, sei cervelli forse no...) e una macchina sola. Il resto è storia: un'altra mezz'ora di racconti, un'altra mezz'ora di aneddoti, un'altra mezz'ora di risate.

Giusto un paio per rendere l'idea del personaggio. Il primo, la gita nel giorno di mezzo. «Lunedì sono andato a Portofino, c'era pochissima gente. Sono stato fortunato perché il meteo dava brutto tempo, poi però è uscito il sole ed è stato uno spettacolo. Lì di solito è pieno di gente eh...». In rigoroso accento bresciano, inconfondibile come tra l'altro lo è nei modi, sempre garbati. E il sorriso? Ecco, discorso sorriso: Pippo l'ha preso sicuramente da lui, non c'è altra strada. Il secondo, in consigli culinari. «Se volete mangiare bene il pesce c'è una trattoria qui vicino, si chiama... (e chi se lo ricorda?). Ho preso un primo, un secondo e una bella fetta di torta: mi hanno trattato benissimo». Sì, ancora con quell'inconfondibile accento bresciano.

ALLA FINE...

Semplicemente Gino, il nonno ultras. Lo adorano tutti, ma tutti per davvero. Ragazzi, genitori e pure lo staff, parola di Daniele Tacchini: «Il nonno di Pippo è un mito, ci segue sempre e porta anche fortuna». Lo dicono i numeri, i fatti: vittoria all'Eusalp, finale a San Pellegrino e sì, vittoria pure al Torneo delle Regioni. Il futuro? Baby Sic non ha dubbi: «Mi piacerebbe giocare nei professionisti». Quindi un appello a tutte le prof della zona, ma forse non solo: prendi due, paghi uno. Perché sì, qualunque squadra dovesse puntare su Pippo si porterebbe a casa anche Gino. E no, non è poco. Non è poco perché lui, Gino, è semplicemente il nonno ultras più amato d'Italia.

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