Torneo delle Regioni
02 Aprile 2024
RAPPRESENTATIVA PIEMONTE-VDA UNDER 15 - FRANCESCO DI NUOVO
Lo diciamo subito: il titolo è un po' da vigliacchi. Abbiamo usato la terza persona plurale ma in realtà avremmo dovuto usare la prima. Scendiamo per un attimo dal carro, e col senno di poi facciamo tutti un mea culpa. Quando 6 mesi fa è iniziato il corso di Francesco Di Nuovo come selezionatore della Rappresentativa piemontese-valdostana Under 15, non gli davamo una lira.
È un discorso che non vale solo su Di Nuovo, un po' tutte le scelte fatte per le quattro categorie impegnate nella spedizione ligure di questo 2024, non avevano convinto. Tolta la sicurezza che infondeva la figura del "Maestro" Licio Russo, poi confermatosi tale nel suo percorso alla guida dell'Under 19, gli altri nomi non portavano con sé un'aura particolarmente promettente. Ma a volte il profilo basso è la strada migliore da intraprendere, quando si parla di guida tecnica. Capita a tutti i livelli: lo hanno provato sulla propria pelle i tifosi milanisti con Arrigo Sacchi quando Silvio Berlusconi lo pescò dal Parma; oppure quelli napoletani quando approdò a Castel Volturno quell'alieno di Maurizio Sarri, che fino al 2015 aveva allenato al massimo a Empoli. Sono soltanto due esempi altisonanti. Restiamo invece sulla terra e, ora che sono passati alcuni giorni dal trionfo di Genova, rimangiamoci quello che avevamo detto 6 mesi fa: il profilo basso si è rivelata una scelta azzeccata. È accaduto anche con la nomina di "Franchino" Di Nuovo alla guida del Piemonte-VdA.
Per arrivare in fondo a competizioni brevi come il Torneo delle Regioni, non basta curare gli aspetti tecnici. È un mantra che alla lunga diventa scontato, ma allo stesso tempo è assolutamente veritiero. I percorsi delle Rappresentative partono da lontano, spesso tra mille difficoltà. Ad esempio quella di dover iniziare i primi raduni scegliendo tra un numero smisurato di ragazzi meritevoli. Se poi certi profili piacciono, diventa sempre più complicato non puntarci, ci si vuole lavorare sopra, conoscerli nei minimi dettagli. E allora si lascia per forza qualcun altro a casa, alcuni manco si riesce a prenderli in considerazione. È un po' il gioco delle parti, duro, a volte ingiusto, ma inevitabile.
Tanti ragazzi meritevoli, Di Nuovo non li ha di fatto neanche mai convocati. Ci viene in mente il blocco di campioni regionali con la Pro Eureka, da capitan Tommaso Brombal al portiere Davide Cannone passando per la colonna di centrocampo Cristian Cinti. Altri invece, non sono praticamente mai mancati, dal primo ritrovo a Venaria alle ultime convocazioni. Viene subito in mente Davide Calizia, attaccante del Chisola con una media gol da una rete a partita in campionato. Lo stesso si può dire per il suo compagno Simone Patruno, e più che mai per il lascarino Aron Persiano, sempre brillante nelle amichevoli, in gol anche contro la Rapp più grande a metà gennaio. Nel suo caso però, è stata determinante soprattutto la regola del "massimo 3 per società", che ha fatto propendere per l'unicità di Alberto Scanavino rispetto al resto della rosa di centrocampo. Alle due colonne difensive del Lascaris infatti, Mattia Amendolagine e Riccardo Bernardinis, non si poteva proprio rinunciare. E, almeno riguardo la solidità difensiva - il Piemonte-VdA ha poi subito soltanto 2 reti in tutto il TdR -, qualcosa l'avevamo azzeccato anche noi. Vedere il pezzo qui sotto per credere.
Inevitabilmente, la lista degli esclusi può essere lunghissima, ognuno ha i suoi pupilli. Ma è proprio qui che sta la differenza tra fare bella figura e alzare il secondo Scudetto Giovanissimi nella storia del comitato. Lo zoccolo duro del gruppo che si sarebbe cucito il Tricolore sul petto, Di Nuovo l'ha scelto a inizio febbraio. E da lì in poi ha cominciato a cementarlo: andando al di là degli aspetti prettamente tecnici e tattici, puntando fortemente sulle caratteristiche umane. «Educazione e serietà, dall'albergo al campo» le parole che lo stesso selezionatore ha voluto rimarcare appena dopo aver conquistato la vetta d'Italia.
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Parole certamente non casuali da parte sua. Lui che dal settore agonistico si era allontanato da tempo, ma che l'esperienza ad alti livelli l'ha provata eccome. Cresciuto a pane e calcio per le vie di Settimo Torinese fino a diventare capitano della Primavera del Torino. Poi professionista a Empoli, Sanremo, Casale e Cuneo tra le altre. Lui che da svariate stagioni si occupava dell'Attività di Base. Tanti anni negli Esordienti del Toro e poi i ruoli da responsabile a Settimo e all'Autovip San Mauro. Lui che anche sul campo ha prima di tutto fatto vedere di avere sempre la battuta pronta. Con lo staff, coi genitori e ovviamente con i suoi calciatori. Qualche ora dopo essersi messo la medaglia tricolore al collo, sugli spalti dello Sciorba Stadium a fare il tifo per i ragazzi dell'Under 19, è stato subito tra i primi a far partire qualche coro simpatico verso i colleghi e a stemperare la tensione. Lui, Franchino Di Nuovo, che con quel sorriso che a volte sembra quasi un ghigno non gli daresti una lira. E che invece oggi è Campione d'Italia.