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Under 15 Élite

È il centrocampista più forte in circolazione: il Re ha 15 anni e serve assist da Champions League

Una giocata alla Kevin De Bruyne manda l'Alcione in semifinale d'Élite

«Vive le Roi». «Long live the King». «Lunga vita al Re». In qualsiasi lingua lo si voglia dire, il concetto non cambia: se è di un Re che si sta parlando, allora è giusto rendergli onore. Rendere onore a quella corona che indossa tanto fieramente sul proprio capo. Rendere onore allo scettro che con forza stringe nella sua mano mentre sfila davanti a chi gli sta intorno. Rendere onore a quella magnificenza, a quella vera e propria aura che gli permette di differenziarsi da tutti gli altri. Rendere onore, appunto, al Re.

E «lunga vita al Re» dovrebbe essere qualcosa che in via Olivieri, 13 - casa dell'Alcione - dovrebbero esclamare o perlomeno pensare ogni volta che il Re, Andrea Lucchini, tocca e prende palla durante le partite dei classe 2009 di Beniamino Calderoli. E chissà, magari qualcuno, conoscendo il soprannome del centrocampista più in forma al momento e uno dei più forti in circolazione, avrà pensato proprio «lunga vita al Re» quando Lucchini ha indirizzato con un paio di giocate da vero fenomeno la partita degli orange contro l'Uesse Sarnico, permettendo ai padroni di casa di ottenere il biglietto per la semifinale più bella della stagione.

Servizio fotografico a cura di Luca Dariol.

IL RE

Cosa deve fare un re per essere considerato un buon Re, uno di quelli - appunto - con la maiuscola? Deve mettersi al servizio degli altri e dimostrare così la sua manifesta superiorità, prodigandosi per chi gli sta intorno. O almeno, questo è quello che ha fatto Andrea sabato 4 maggio al Kennedy, durante il quarto di finale contro il Sarnico di Bosetti

Partita tosta nel primo tempo, affrontata benissimo da entrambe le squadre: gli orange con un approccio votato all'accelerare a tavoletta, i blues con l'ordine e la pazienza di chi sa che la propria occasione arriverà. I due gol segnati nei 35' iniziali, infatti, sono lo specchio di questa sintesi: rete in mischia firmata da Scifo per i padroni di casa; irruzione, imbucata e centro di Bruno su assist di Monieri per gli ospiti che sfruttano nel migliore dei modi un errore della difesa avversaria. Con l'1-1 passerebbe comunque l'Alcione ma l'Uesse ci crede perché è consapevole di avere qualità e di avere le capacità per poter far male persino agli imbattibili.

Duplice fischio, intervallo e qualcosa cambia: Lucchini torna in campo con un atteggiamento completamente diverso da quello della prima - comunque buona - parte di gara. Indossa corona e scettro e inizia a giganteggiare in mezzo al campo e non serve troppo tempo - precisamente un minuto e trentadue secondi - prima di vedere il centrocampista tirare fuori dal cilindro un vero e proprio pezzo d'arte: palla ricevuta da Cattaneo e corsa verso la destra, cercando un varco per creare qualcosa. Varco che però non si trova e man mano che il classe 2009 avanza l'azione sembra destinata a spegnersi. Poi, il colpo di genio: un buco tra le maglie dei blues che lui nota ancor prima dell'effettiva apertura; un buco attraverso il quale passa il cross alla Kevin De Bruyne che gira benissimo e pesca sul secondo palo l'accorrente Cattaneo, tutto solo e libero di concludere in porta per il gol del 2-1, quello che de facto manda l'Alcione in semifinale. Un gol segnato da Catta, certo, ma che porta anche la firma di Lucchini.

TOP PLAYER

«È veramente forte. Quando ha iniziato a giocare su ritmi alti abbiamo vinto la partita». Lo ha detto Beniamino Calderoli a fine gara, parlando proprio di Andrea, sottolineando quanto il giocatore sia un leader tecnico di una squadra in cui, vista la qualità della rosa, emergere rispetto agli altri non è esattamente la cosa più facile del mondo.

Ma se delle capacità calcistiche di Lucchini si è già parlato e sicuramente si parlerà ancora, visto che oltre a questi assist visionari nei suoi piedi ha anche un buon numero di gol (7 in campionato, giocando da mezzala), quello che occorre evidenziare è anche il carisma di un giocatore che in campo tutto sembra fuorché avere 15 anni. Per capire di cosa si sta parlando, bastano due flash: dopo il gol di Cattaneo esulta agitando le braccia verso la tribuna; poco dopo si lancia in una corsa disperata per sradicare dai piedi di Owusu un pallone potenzialmente pericoloso: l'intervento di Andrea è duro ma pulitissimo e subito dopo si gira nuovamente verso i tifosi, arringando i presenti e urlando verso i sostenitori dell'Alcione, chiedendo più entusiasmo e più spinta. 

Qualità e personalità, dunque: due caratteristiche che sono state fondamentali per l'Alcione fino a questo momento e che serviranno soprattutto nel doppio confronto contro la Varesina. Si sta parlando di una vera e propria finale anticipata in cui a entrambe le squadre non sarà concesso sbagliare perché vicinissime all'ultimo atto contro una tra Accademia Inter e Ponte San Pietro, necessario per salire sul tetto di Lombardia. E in attesa di scoprire quale sarà il futuro di Andrea - ma l'Alcione, che l'anno prossimo giocherà i campionati nazionali, farebbe bene a tenerselo stretto -, bisogna pensare al presente. E il presente dice che nell'impegno con le fenici servirà la migliore prova degli orange. Servirà il miglior Lucchini. Servirà il miglior Re. Quindi sì, al Kennedy dovrebbero proprio pensarlo: «Lunga vita al Re».

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