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Torneo delle Province

Milano da pelle d'oca: rimonta in dieci una partita folle e torna in finale per scrivere la storia

Como ha un cuore enorme ma non basta, Di Benedetto la vince con un gioiello del classe 2008 e ora punta all'oro

Milano da pelle d'oca: rimonta in dieci una partita folle e torna in finale per scrivere la storia

É scientificamente provato che il cuore batte tra le 60 e le 100 volte al minuto. Ecco, quanto successo al Giuseppe De Rossi di Iseo tra MilanoComo ha portato qualunque cervello umano ai limiti della pazzia, ma partiamo con ordine e con le cose certe: gli Allievi tornano a giocarsi la finale del Torneo delle Province dopo sei anni, e lo fanno al termine di una semifinale che di ordinario ha giusto il nome. Perchè i 2007 di Di Benedetto fanno fatica, tanta, tantissima, restano in dieci e a tre dalla fine vedono scappar via il sogno di tutta una stagione quando il neoentrato comasco Cuzzolin spedisce all'angolino il gol che sembra portare Como in paradiso, ma è solo una beffarda illusione perché accade qualcosa di impensabile. Quel qualcosa che non si riesce a spiegare, bisogna solo viverlo: lo fa alla grande Marwane Fadoudi che pareggia al quinto di recupero, lo fa ancora meglio - se fosse stato possibile - il romanbanchense Marco Sommaruga. Sì, proprio lui, quello da oltre quaranta gol in stagione e nato nel 2008. Quello che all'ultimo minuto lo fa brutto, dribbla mezza difesa comasca e porta Milano a giocarsi la finale contro Monza per alzare al cielo quella coppa che i meneghini bramano da tempo immemore.

 

POLVERI BAGNATE

 

É LA partita, quella delle grandi occasioni, quella che comunque andrà a finire scriverà una pagina di storia indelebile: da una parte la sorpresa Como, reduce dall'impresa titanica contro Bergamo - eliminata dopo i calci di rigore - e che dopo la semifinale persa contro Monza l'anno scorso, vuole tornare a riassaporare quel gusto di finale che gli manca da ben sei anni. Da quel fine maggio del 2018 in cui i comaschi alzarono la coppa in faccia proprio a quella Milano che da quel momento - con in mezzo quattro anni di stop a causa della pandemia - non riassapora più il brivido dell'ultimo atto; per risalire invece all'ultimo trionfo dei meneghini bisogna tornare al 2017 e al 4-0 inflitto a Bergamo dalla mitica classe dei 2000. Un contrasto di missioni, di emozioni e la possibilità di imprimere per sempre il proprio nome nella storia del calcio giovanile provinciale.

Proprio da questo mix di sentimenti, di forze in campo, esce fuori una prima mezz'ora molto bloccata dove di fatto davanti si vede solo la squadra di Sarchi (9'): cross in area di Sgarro e conclusione al volo dalla parte opposta di Piatta che però non inquadra lo specchio della porta. Milano si sistema col solito 4-3-1-2 con Sagulo dietro alla collaudata coppia Ubaldini-Fadoudi che però fatica a scardinare una difesa - quella comasca - sorretta alla grande dalle rocce Rizzi e Paganoni, bravi anche a dare sempre un opzione per le ripartenze di Gianola da una parte e Sgarro dall'altra. Proprio da quest'ultimo - preceduto da un colpo di testa debole di Ubaldini - nasce l'occasione migliore del primo tempo: fendente che taglia l'area di rigore raccolto da Pecoveola che appoggia dietro per il destro in corsa proprio di Sgarro, Sala si abbassa e blocca senza problemi. Nel finale i ragazzi di Di Benedetto provano ad affacciarsi dalle parti di Massaro per chiudere avanti il primo tempo ma il destro di Guerra su sponda di Ubaldini è strozzato e scivola sul fondo.

 

DA IMPAZZIRE

La ripresa ricomincia sull'onda lunga del finale dei primi quarantacinque minuti, con Milano in attacco alla ricerca della scintilla che faccia scoccare la sua partita. Ci prova subito Angiò con un pallone morbido in area per lo stacco imperioso di Ubaldini bloccato senza problemi da Massaro (7'), due minuti più tardi invece Cojocaru spara alle stelle in piena area piccola. Il vento è cambiato ad Iseo e sembra girare in favore della squadra di Di Benedetto, che inizia a collezionare occasioni su occasioni, di cui due ghiottissime nello spazio di pochi frangenti: prima Maffa calcia alle stelle il corner servitogli al bacio da Angiò, poi è invece il muro a mettersi di traverso per i meneghini. Azione di sfondamento di Guerra che poi serve subito il sinistro di prima intenzione di Fadoudi che non è irresistibile ma Massaro non trattiene, arriva Ubaldini che esplode la conclusione, murata dai centrali comaschi che ancora una volta fanno ottima guardia. Lato Como prova a suonare la carica capitan Paganoni - suo il destro al volo che non inquadra lo specchio sugli sviluppi da palla inattiva - che prende per mano i suoi nel momento di maggior pressione meneghina. E lo fa alla grande perché dopo una prima metà di secondo tempo tutta di stampo milanese, la partita ristagna, tant'è che bisogna attendere gli ultimi dieci minuti per il destro piazzato di Cojocaru che però solletica soltanto Massaro (35'). Sembra l'avvisaglia di un finale incandescente e così è, perché a sette dalla fine - proprio quando il match sembrava svoltare in favore di Angiò e compagni - c'è l'episodio che sconvolge la trama (38'). Visaggi perde il pallone a metà campo ed è preda di Lucca che butta palla avanti e scappa via, salta Maffa e pure Leotta che però lo placca rovinosamente decretando un cartellino rosso inappellabile.

Doccia freddissima per il mediano scuola Barona che lascia il campo a meno di un quarto d'ora dal suo ingresso, illuminazione totale invece per i ragazzi di Sarchi che sentono l'odore del sangue e provano subito ad azzannare la preda: punizione calciata nel cuore dell'area di rigore da Bernasconi e colpo di testa in avvitamento di Bernardi che chiama al miracolo il solito Sala. Nemmeno il guardiano dell'Orione però può nulla quando al 48' Cuzzolin controlla bene un pallone perso da Milano in ripartenza, si decentra e incrocia col sinistro trovando l'angolo lontano, è 1-0 Como. A Di Benedetto e i suoi crolla il mondo addosso ma con le ultime forze riorganizzano l'assalto alla disperata guadagnando un corner a tempo scaduto... e poi? accade l'impensabile, quello architettato da una squadra sotto un treno pochi istanti prima, quello di una squadra che stava vedendo svanire un sogno bellissimo. Calcio d'angolo di Guerra battuto nel cuore dell'area di rigore e poi sbuca lui, quello dalla serpentina fulminante, quello che quando ti punta sono guai: Marwane - el futbol - Fadoudi: colpo di testa e palla in porta, è 1-1 e fischio finale che restituisce il destino della partita ai tempi supplementari.

Energie che sembravano smarrite, speranze che sembravano impensabili galvanizzano Milano che paradossalmente dovrebbe difendere ma attacca a spron battuto. Ci prova Angiò da fuori, parato, ancora prima Sagulo che però viene murato proprio sul più bello. Clamorosa invece l'occasione all'inizio del secondo supplementare (2'): lancio lungo di Sala alla Maignan dalla propria area di rigore e raccolto magistralmente da Ceolin: controllo, sgasata e destro incrociato che sembra insaccarsi all'angolino basso ma proprio sul più bello si spegne invece sul fondo. Finita? Neanche per sogno perché Guerra riceve da un indiavolato Ceolin e da fuori esplode un sinistro che, ancora una volta, flirta con lo specchio della porta ma si spegne sul fondo. Sul ribaltamento di fronte poi Sala chiude la porta e forse sì, è l'ennesimo miracolo dell'estremo difensore più forte della provincia a dare il via a qualcosa di magnifico. L'autore? Nato il 17 aprile del 2008, divenuto Re nella serata dell'11 maggio 2024: sedici anni di attesa per quel pallone sradicato in mezzo al campo, per correre a più non posso verso la porta, rientrare una volta arrivato sul fondo e spedire il pallone lì, dove va a morire, all'angolino basso, all'ultimo minuto. Gol, delirio, festa matta Milano che scrive la storia dopo una partita storica, senza senso, e che alla fine consegna a Di Benedetto la finale del Torneo delle Province dopo sette anni.

 

IL TABELLINO

 

CP COMO-CP MILANO 1-2
RETI (1-0, 1-2): 48' st Cuzzolin (CPC), 50' st Fadoudi, 15' sts Sommaruga (CPM).
CP COMO (4-2-3-1): Massaro 6.5, Camagni 6.5, Piatta 7 (19' st Bernardi 6.5), Paganoni 8, Rizzi 7.5, Cappelletti 6, Gianola 6.5 (1' sts Cerbini sv), Fontana 6 (21' st Barile 6), Lucca 7 (1' pts Formenti 6), Pecovela 6.5 (35' st Cuzzolin 7.5), Sgarro 6.5 (16' st Bernasconi 6). A disp. Montermini, Grenot. All. Sarchi 7.
CP MILANO (4-3-1-2): Sala 8.5, Cojocaru 7 (47' st Di Ceglie 6.5), Guerra 8, Cason 7 (25' st Leotta 6), Maffa 7.5, Visaggi 7 (49' st De Marinis 6), Angiò 7.5, Straini 6.5 (10' sts Sommaruga 9), Ubaldini 6.5 (35' st Corti 6.5), Sagulo 6.5 (10' pts Bergonzi 6), Fadoudi 8 (1' sts Ceolin 7). A disp. Contessa, Greco. All. Di Benedetto 7.5.
ARBITRO: Zangrandi di Chiari 6.5.
ESPULSI: 38' st Leotta (CPM), 11' sts Bernardi (CPC).

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