Lettera di un genitore
13 Maggio 2024
Quante volte abbiamo letto sui giornali o assistito in prima persona a spettacoli poco edificanti in campo e sulle tribune dei campetti di calcio.
Da dove nasce tutto questo astio?
Viene facile dire che sulle tribune i genitori e gli appassionati sfoghino tutte le loro frustrazioni e potrebbe anche essere così, però quante volte sono gli arbitri, non all’altezza, a esagitare gli animi prima in campo e poi sugli spalti.
Anch’io sono un genitore e lettore dei giornali, mi ritengo uno sportivo nel vero senso della parola, osservo e riconosco i meriti dei più bravi e cerco di passare a mio figlio il senso e i valori dello sport.
Il calcio è uno sport di contatto e questo può favorire l’accensione degli animi, a volte potrebbe essere la posta in gioco, però, quante volte è successo che sia proprio l’inadeguatezza dell’arbitro ad esacerbare tutto questo?
L’arbitro è fondamentale, senza non si può giocare e vista la difficoltà a trovare persone disponibili a farlo dovremmo tutti avere rispetto di chi si fa carico di un onere che pochi voglio assumersi e rispettare anche i suoi sbagli.
In fondo siamo tutti bravi a giustificare l’errore di nostro figlio, un po’ meno quello degli altri ed assolutamente intransigenti se l’errore lo commette l’arbitro.
Ma c’è un però!
Solo due settimane fa un articolo su Sprint e Sport (partita Under 14 provinciale Rebaudengo-Cit Turin) parlava di un arbitro esordiente e addirittura del suo tutor, incapaci di gestire la partita.
A fronte di un articolo scritto sul giornale chissà quante volte capita nel corso del week end.
Tutto questo è successo anche domenica 12/05 in occasione della partita Under 14 regionale Acqui terme – Chieri.
Senza entrare nei particolari, anche la persona più zen del mondo si sarebbe alterata a vedere lo “scempio” di un altro arbitro esordiente e il suo tutor, assolutamente inadeguati a condurre la gara, interfacciarsi con i dirigenti e tutelare anche l’integrità fisica dei giocatori. La partita è finita, come è facile immaginare, nel peggiore dei modi con piccola rissa in campo e poco è mancato per vedere, ciò che è inammissibile vedere, anche in tribuna.
Pur capendo la difficoltà della Federazione a coprire tutte le partite per la già citata penuria di arbitri, a me sorgono delle domande:
1) Non sarebbe più opportuno far esordire i giovani arbitri a condurre qualche partita degli Esordienti (per i quali è previsto l’auto arbitraggio) per poter prendere confidenza con il ruolo?
2) Il successivo passaggio non potrebbe avvenire dirigendo partite dove la posta in gioco è relativamente ininfluente?
3) Per avere il patentino di arbitro basta solo sapere il regolamento? Non c’è un percorso atto a sviluppare la capacità di saper gestire situazioni che possono essere complicate?
4) Laddove non si intravedano chiare capacità di autorevolezza si può bocciare/rimandare il futuro arbitro? O, per sopperire alla carenza, si promuovono tutti quelli che arrivano a fine corso?
Non è certamente la cura definitiva, le partite di calcio sono sempre calde per antonomasia anche nella scuola calcio, però potrebbe essere un piccolo passo per tutelare questi giovani arbitri.
Le mie perplessità sorgono sicuramente perché non conosco realmente la situazione e in Federazione siano già consci del problema e non hanno certo bisogno dei miei suggerimenti però bisogna dire che la responsabilità dei fattacci che purtroppo accadono sempre più frequentemente è anche di chi manda questi ragazzi sui campi.
Diventa difficile spiegare e far metabolizzare ai ragazzi il Fair Play quando l’esordiente di giornata manda a monte il lavoro e il sacrificio di un’intera stagione dei ragazzi e dei loro allenatori.
L’unica cosa per la quale possiamo essere contenti è che, finita la partita finisce tutto, spesso per merito proprio dell’educazione dei ragazzi che giocano, si torna a casa a leccarsi solo le ferite d’animo senza l’intervento delle forze dell’ordine e soprattutto dell’ambulanza.
Lettera firmata
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La posizione di Sprint e Sport
Quando sosteniamo che i genitori vanno coinvolti e non educati ci riferiamo a questo. Quando scriviamo che usare le multe e le squalifiche non risolverà il problema pensiamo a questo. Se anche un genitore pacato, convinto di trasmettere sani valori scrive che il problema sono gli arbitri significa che di strada ne dobbiamo fare ancora tanta.
Che cosa ci dice infatti questa lettera? Che il problema è culturale, che si dà per scontato che la colpa è sempre di un arbitro, che l'Aia (la Federazione scrive il nostro lettore) non è in grado di fare il proprio mestiere. Per carità, in parte è sicuramente vero, lo scriviamo anche noi, ma quanti sanno il lavoro sotto traccia e la fatica che fanno i presidenti di sezione per reclutare, formare e accompagnare i giovani fischietti? Quando diciamo che l'Aia deve aprire le proprie sezioni ci riferiamo a questo. Nessuno sa il "mazzo" che si fa per far esordire un arbitro. Senza calcolare che dopo due partite magari smette per i troppi insulti che gli arrivano dalle tribune e dal campo.
Quello che dobbiamo trasferire a chi segue le partite di calcio giovanile che non è l'arbitro che deve tenere a bada i giovani calciatori. Il compito dell'arbitro è un altro, sono i genitori, gli allenatori, i dirigenti che devono insegnare ai calciatori come si sta in campo. Se si picchiano non è mai colpa dell'arbitro, che non ha saputo tenere in mano la partita, anche avesse assegnato dieci rigori inesistenti e dieci gol in fuorigioco.
Se si accendono le risse tra i calciatori la responsabilità non è mai degli arbitri. Semmai gli arbitri sono il capro espiatorio di chi preferisce scaricare su di loro le proprie responsabilità.
Noi dobbiamo partire da questi genitori, che sono la parte sana del nostro calcio, spiegare loro che tutto quello che propongono in realtà lo si fa quotidianamente (Esordienti escluso) e che dobbiamo porgerci degli obiettivi più nobili, coinvolgerli in azioni che poi vadano a contaminare i violenti. Quelli che magari fanno parte della stessa squadra con cui condividono il gradone di un campo da calcio. La componenti federali dovrebbero invece lasciare da parte la politica da quattro soldi che negli ultimi 20 anni ha pervaso il mondo del calcio dilettantistico. Il "problema" arbitri si può e si deve risolvere. Naturalmente non sulla pelle dei ragazzi. Siano essi calciatori o arbitri.