Under 16
25 Giugno 2024
THOMAS LEGGIO, ENOTRIA: Thomas Leggio con la maglia dell'Enotria, la sua squadra durante l'ultima stagione
È una storia che si racconta da sola. Scorrendo una chat improvvisata su whatsapp, probabilmente con i rispettivi numeri nemmeno salvati in rubrica, un'intervista 3.0. «Dimmi tutto quello che ti viene in mente su di te», segue una serie fitta fitta di dieci, quindici, forse anche più messaggi. Fossero tutti come lui...
D'altronde, quando ti chiami Thomas Leggio di dettagli sulla tua vita calcistica ne avresti a palate, tanti da riempire libri interi. O forse anche enciclopedie, di quelle che studia lui tra i banchi dello scientifico tradizionale («modestamente, sono molto bravo a scuola»: alla faccia dello stereotipo!). Si partirebbe probabilmente da quel paesino siciliano di 3000 abitanti scarsi che si chiama Giarratana e che, perso nelle campagne del ragusano, si è inconsapevolmente trasformato nell'incipit di una favola bellissima: Thomas comincia a giocare lì, alla patriottica Olimpia Giarratana, praticamente il giorno dopo aver imparato a camminare. «E ora pare Como... insomma, ne hai fatta di strada (emoticon imbarazzata con la goccia sulla fronte)». Risposta: «Eh sì, è una bella soddisfazione». Nel mezzo, tra l'incipit e la chiave di volta, il vagabondaggio di una vita all'inseguimento di un sogno ormai quanto mai vicino a diventare realtà.
Spillo con il retro in plastica rosso, di quelli che si usano per affiggere i disegni dei bambini alle lavagnette di sughero, e cartina fisica dell'Italia alla mano. Arnesi fondamentali: servono a tenere traccia di tutti i trasferimenti per la Penisola. Primo spillo in Sicilia, a Giarratana, e poi? Subito dopo Puglia, poi Piemonte (a Verbania, ridente cittadina sulla sponda del Lago Maggiore), infine Lombardia. Ne ha fatta di strada, no? Tutta al seguito di papà Gianluca, che di professione fa il geologo dell'Eni. «Ha fatto di tutto per farsi trasferire in Lombardia, per dare a me un futuro nel calcio, perché qui c'è il centro un po' di tutto». Insomma, la più classica delle scommesse con il destino: papà Leggio ci ha visto decisamente lungo. Dopo il Verbania, Thomas approda all'Ausonia, in quel di Calvairate. Un paio d'anni e si sposta ancora più su, lungo lo scorrere del Lambro: sarà Enotria, sarà amore a prima vista.
Gli spilli cominciano ad essere parecchi sulla cartina d'Italia, con un affollamento nella zona del Milanese e d'intorni. E se ne sta per aggiungere un altro, sempre in quella Lombardia in cui papà Gianluca ha tanto voluto veder giocare il figlio. Fino al primo luglio il condizionale è d'obbligo, ma nel mentre la notizia circola sbattendosene dei tempi tecnici: la prossima tappa dovrebbe essere Como, il grande esordio di Thomas Leggio tra i professionisti. E tante grazie al papà che ci aveva visto lungo: scommessa decisamente vinta.
Dai provinciali di Ragusa alla Serie A. Il passo è dunque così breve? Mh, no non proprio: nel mezzo c'è il caro vecchio olio di gomito, come si suol dire. Lavoro sodo, lavoro duro, lavoro costante nel tempo: il tutto condito da tanta mentalità, di quelle ferree che puntano verso il cielo e vogliono toccare la stratosfera. Scelta scrupolosa delle società («tutte le squadre in cui ho giocato mi hanno aiutato a crescere, mister Catera dell'Enotria mi aveva anche detto che con il duro lavoro sarei potuto entrare nei prof»), una famiglia alle spalle che sa gonfiare le ali («Mio fratello mi supporta sempre e mi sprona a migliorarmi fisicamente ogni giorno», tra poco ha pure la maturità: in bocca al lupo!), un obiettivo ben chiaro in testa e la giusta reattività ai sacrifici («Per giocare a calcio andrei sicuramente anche all'estero, per lo studio non so»): è un mix micidiale, il benzene che alimenta motori in grado di arrivare lassù, quantomeno alla stratosfera.
Di punti da aggiungere alla lista di cose da dire ce ne sarebbero ancora a dozzine: da quel bambino che veniva guardato storto dagli altri al parchetto perché non ammetta nessun gioco che non fosse il pallone (nascondino? No grazie) all'infortunio alla schiena che la scorsa stagione gli ha dato tanti crucci (sia benedetto il fisioterapista dell'Enotria!). Da quel tridente magico che creava con Foti e Fiore in rossoblù (altri due talenti mica da ridere), fino ai riti scaramantici pre-partita (sempre, solo e rigorosamente le stesse mutande!). Ci sarebbe da citare qualcosa anche del famoso Piano B, quello che è sempre utile - in certi sensi anche poetico - tenersi in tasca. «Se non sfondo nel calcio mi piacerebbe entrare in qualche nucleo investigativo», nel messaggio successivo la precisazione: «Tipo FBI e CIA (per farti capire)». Poetico sì, necessario forse no: intanto l'obiettivo è uno solo, chiaro, limpido, inequivocabile, mentre tutto il resto della storia si lascia alle prossime puntate (impossibile che non ce ne siano altre). Ne parleranno tutti e 2907 gli abitanti di Giarratana, quelli che la promessa tra Thomas e il pallone l'hanno vista al suo atto di nascita. «Quindi alla fine ce l'ha fatta?»: sì, ma in fin dei conti siamo solo all'inizio.