Under 17
01 Luglio 2024
AFFRICO, UNDER 17: Rayan Shehade è Campione d'Italia
«Ma l'ha presa lui o no?». Un attimo di panico tra i giornalisti in tribuna: a chi lo assegnamo il gol? Quel lancio lungo di capitan Guidorizzi è stato deviato, giusto? Poi arriva la voce del microfono, la stavano aspettando tutti. «Affricooooo! Ha segnato Rayan Shehade». Teste sui Pc, mani che si muovono veloci sulla tastiera: c'è da riscrivere tutto, c'è da cambiare finale. Rimonta del secolo? Rimonta del secolo. Correva il minuto numero 47 del primo tempo, era lo stadio Nicola Tubaldi di Recanati, era Levante Azzurro-Affrico. Era di un po' di tutto, era troppe cose per poterle condensare in poche parole. Ci provano le immagini. Erano le 22:16 del 29 giugno 2024: lui stava lì, da solo, in piedi sul palco. Tra le braccia la coppa con sulla targa inciso a caratteri cubitali «Campioni d'Italia», le labbra attaccate al metallo specchiante. Se avesse potuto, ci sarebbe andato a dormire con quella coppa. D'altronde, una buona fetta della vittoria è merito suo, merito del difensore che ha raccolto il gol del pareggio di Morelli e lo ha trasformato in un clamoroso colpo di scena. Come si fa a spiegare?
Sia benedetta Vivo Azzurro Tv (no adv). La partita era trasmessa lì, un po' a scatti, ma lo storytelling si seguiva senza problemi in tutto il mondo. Lo confermano Virginia (la ragazza, il primo pensiero va a lei) e Sanad, il cugino che vive a Nazareth. Non si sono persi un secondo della partita, non una sola azione. E quando Rayan ha segnato il gol più importante della sua vita sono saltati sul divano (divani ai due lati opposti del globo) e hanno abbracciato tutti i presenti. Grandi appassionati, le imprese dell'Affrico se le guardano tutte. Almeno da quando ci è arrivato Rayan. Sono passati cinque anni dal momento in cui quel difensore centrale con un passato nella Fiorentina ha varcato i cancelli di Viale Manfredo Fanti: ci fu mai mossa di mercato più azzeccata? Improbabile.
In cinque anni Rayan Shehade diventa un gioiellino della difesa, anche se non dimentica un momento quel gene nel DNA che gli consiglia di dirigersi sempre verso la porta. In questa stagione mette la firma addirittura su sei reti: mica male no? Se le ricorda tutte. L'ultima, la più importante, è quella che porta dritto dritto verso la storia. Quell'appuntamento con la leggenda ce l'ha segnato sul calendario da quando ha su per giù cinque anni, da quando ha dato i primi calci ad un pallone. Ne ha fatta di strada, eh? Andata e ritorno, dai dilettanti ai professionisti per rientrare nei Regionali e primeggiare. Quella foto con le labbra appiccicate alla Coppa più bella d'Italia era una promessa che aveva stretto con il destino, tanto tempo fa. «La dedico al me bambino, che non ha mai smesso di crederci e che ora è Campione d'Italia»: promessa mantenuta.
E dunque, come si fa a spiegare? Una vita votata al calcio, un sogno nel cassetto che tra gli alti (altissimi, i prof della Fiorentina) e i bassi (pochissimi, d'altronde è un Campione d'Italia!) non si è mai spostato dal comodino di fianco al letto. E poi quella scintilla negli occhi, quella che grida al mondo una voglia matta di fare del pallone il mestiere di una vita, quella che l'ha portato ad essere il numero 5 più forte della Penisola, quella che riesce a far appassionare anche Sanad che lo segue da Nazareth... no, non si può spiegare. I poeti ci avrebbero speso fiumi di inchiostro, scalfendo solo la superficie del più grande mistero umano: la passione irrefrenabile che ti porta a compiere le imprese. Ne sa qualcosa, Rayan, di come ragionano i poeti. Lo è anche lui, accanto al gene che lo spinge a fare gol, c'è anche quello che gli consiglia le rime. Il 30 maggio 2024 arriva terzo al premio per giovani poeti Gregor von Rezzori, lui che nella vita studia in un informatico. Alla faccia dello stereotipo del calciatore!
Ci piace immaginarcelo così, con un testo di Cecco Angiolieri sulle ginocchia (lui la sua ispirazione), con la penna che si muove su e giù sulla tempia, con un foglio scarabocchiato davanti e con una quantità inimmaginabile di cose da raccontare. Famiglia, origini, abitudini, obiettivi, sogni... «Se io fossi Rayan, come sono e fui Di me non sarei pienamente soddisfatto»: scrive e agisce, non si accontenta mai. Proprio come quando al minuto 47 del primo tempo ha trasformato un calcio d'angolo nella rete che cambia tutte le carte in tavola. «Se io fossi emozione, vivrei al cardiopalmo»: scrive e agisce, serve davvero specificare? «Se io fossi un comico, tutti farei ridere a crepapelle Così da rubare i sorrisi e conservarli nel palmo»: scrive e agisce, di sorrisi ne ha fatti nascere tantissimi alle 22:16 del 29 giugno, da Recanati fino ad Israele, passando per Firenze. «Se io fossi gigante, toccherei le stelle»: le ha toccate per davvero.