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Under 14

Troppo forte il richiamo del campo: lascia la carica di ds per tornare in panchina a costruire «giocatori pensanti»

Dopo l'esperienza dirigenziale, per Roberto Raimondi è pronto un nuovo incarico alla guida dei classe 2011 del Segrate

Troppo forte il richiamo del campo: lascia la carica di ds per tornare in panchina a costruire «giocatori pensanti»

Roberti Raimondi

Passiamo la vita a domandarci continuamente quale sia il nostro posto nel mondo, quale ruolo siamo portati a fare e lei, indirettamente, te lo fa capire attraverso le scelte che cambiano la traiettoria del nostro cammino. Scelte che hanno portato Roberto Raimondi, figura emblematica del Segrate (durante quest'anno calcistico Responsabile dell'Area Tecnica della preagonistica gialloblù) - a cedere al richiamo al campo, per lui è stato più forte di qualsiasi altra cosa.

Perché Raimondi lo sa bene cosa vuol dire essere una guida per i ragazzi, e la soddisfazione che ne consegue. Ma andiamo per ordine, perché la passione per il calcio per Raimondi è nata fin da piccolo, quando all'età di sette anni ha iniziato a toccare palla: «Sono cresciuto in Brianza, ho fatto le giovanili poi per motivi di salute non ho potuto giocare nel Parma. Sono finito qui a Segrate e ho avuto la possibilità di giocare in Prima e Seconda categoria». La carriera da allenatore, però, è iniziata nella società biancorossa del Cimiano: «È capitato tutto per caso, come la maggior parte delle cose che mi sono capitate nella mia vita. Ho iniziato ad allenare come secondo, e poi sono ritornato a Segrate, come in un cerchio che si chiudeva».

Qui, nell'annata 2022-2023, ha allenato i classe 2010, facendo una buona stagione e posizionandosi al terzo posto complessivo. Viste le sue capacità tecniche e umane, la società ha deciso di incaricarlo come Responsabile dell'area tecnica: «È stato un anno stimolante e impegnativo. Come in tutti gli inizi ci sono state delle diffidenze ma, grazie alla mia voglia di fare, sono riuscito a portare avanti il mio progetto, basato sulla metodologia in grado di creare un giocatore pensante e ricettivo. Purtroppo, noi italiani, abbiamo questo tarlo del volere a tutti i costi il risultato e non guardare oltre: non ho appoggiato mai questo tipo di pensiero. Sono anzi dell'idea che, la libertà di sbagliare è sacrosanta, perché è grazie a quella che si ha la possibilità di crescere. Sono contento, perché i frutti del lavoro si sono visti e ringrazio i ragazzi per questo».

A fine stagione è stato tempo di fare bilanci e la società gli ha proposto una carica importante: direttore Sportivo della preagoniscita. Raimondi, commenta così: «Sono lusingato e onorato, ma il richiamo al campo è stato più forte di tutto. Da settembre avrò l'onore e il piacere di allenare gli Under 14 insieme ad un ragazzo giovane e molto promettente, Andrea Pirola. Il lavoro che andremo a fare è sul lungo periodo; speriamo in questi due anni di creare una squadra competitiva con l'obiettivo di vincere il campionato per poi andare accedere all'élite. A livello di rosa,la stiamo ultimando grazie anche agli Open days. Infine, il focus principale rimane sul nostro macro obiettivo, ovvero quello di creare un giocatore consapevole e responsabile: ci vorrà del tempo, ma noi ci crediamo».

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